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Sion, IIAusiliario per capire la Bibbia
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Sion, II
(Sìon) [elevato, torreggiante].
Altro nome del monte Ermon, forse più antico. (Deut. 4:48) Sion (non SION. I da cui si distingue nella grafia ebraica), come il nome amorreo Senir, poteva indicare in particolare una parte del monte Ermon. — Confronta Deuteronomio 3:9; I Cronache 5:23; Cantico di Salomone 4:8; vedi ERMON.
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SiracusaAusiliario per capire la Bibbia
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Siracusa
Città con un ottimo porto, sulla costa SE della Sicilia. Secondo Tucidide, una colonia greca si era stabilita a Siracusa nell’VIII secolo a.E.V.
Nel 59 E.V., verso la fine del suo viaggio a Roma, l’apostolo Paolo rimase a Siracusa tre giorni. La sosta può esser stata necessaria per attendere un vento favorevole alla navigazione. (Atti 28:12) Da Siracusa la nave di Paolo ‘fece un giro’ e giunse a Reggio, all’estremità S dell’Italia peninsulare. Non si sa cosa significhi esattamente questa espressione. Forse l’imbarcazione fece un giro, lontano dalla costa, al fine di trovare vento sufficiente per gonfiare le vele. Oppure raggiunse Reggio “girando lungo la costa”. — Atti 28:13, Mar.
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SiriaAusiliario per capire la Bibbia
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Siria
Regione che confinava a E con la Mesopotamia, a O con i monti del Libano, a N con i monti del Tauro e a S con la Palestina e il deserto arabico. Nelle Scritture Ebraiche la regione viene chiamata Aram. I confini sono solo approssimativi, dato che la dominazione e l’influenza della Siria nella zona è quasi sempre stata piuttosto fluida e instabile.
ALL’EPOCA DEI PATRIARCHI
All’epoca dei patriarchi gli unici cenni biblici a dei siri riguardano avvenimenti accaduti nei dintorni di Haran relativi alla famiglia di Rebecca; infatti suo padre Betuel e suo fratello Labano sono entrambi definiti ‘siri’ o letteralmente ‘aramei’. (Gen. 25:20; 28:5; 31:20, 24) Per la ragione che Giacobbe risiedette vent’anni nella zona, e là sposò due figlie di Labano ed ebbe figli e figlie, e a motivo delle afflizioni che subì al servizio di Labano, in seguito venne definito “un perituro Siro”. Anche la madre di Giacobbe era sira. — Deut. 26:5; Gen. 31:40-42; Osea 12:12.
DURANTE IL PERIODO DEI GIUDICI
Durante il periodo dei giudici, quando gli israeliti si allontanarono dall’adorazione di Geova, il re siro Cusan-Risataim li soggiogò per otto anni. (Giud. 3:7-10) In un’altra occasione l’influenza della Siria fu abbastanza forte da indurre Israele a adorare i suoi dèi insieme a altre divinità pagane. — Giud. 10:6.
ALL’EPOCA DEI RE DI ISRAELE E DI GIUDA
Sin dalla nascita della monarchia di Israele e anche dopo, la Siria diventò militarmente aggressiva, e durante l’intera storia del regno settentrionale ci furono ostilità tra le due nazioni. Saul, primo re di Israele, fece guerra ai re siri di Zoba. (I Sam. 14:47) Davide, divenuto re, inflisse gravi perdite all’esercito del re siro Adadezer. In quello stesso tempo molto oro, argento e rame vennero presi e santificati a Geova. Inoltre Davide stabilì guarnigioni a Damasco e costrinse i siri a pagare un tributo. (II Sam. 8:3-12; I Cron. 18:3-8) In seguito più di 30.000 mercenari siri assoldati dagli ammoniti, invece di combattere si diedero alla fuga davanti agli israeliti. Ma dopo che i siri ricevettero rinforzi, ci fu uno scontro con Israele e i siri subirono gravi perdite, per cui furono indotti a chiedere la pace. — II Sam. 10:6-19; I Cron. 19:6-19.
Successivamente un ribelle siro di nome Rezon, fuggito da Adadezer, si fece re a Damasco, e oppose resistenza a Israele per tutti i giorni di Salomone. (I Re 11:23-25) Con questi avvenimenti Damasco diventò la città più importante della Siria, e per molto tempo fu riconosciuta come “il capo della Siria”, verso cui furono pronunciati i giudizi di Geova contro quella nazione. — Isa. 7:8; 17:1-3; Amos 1:5.
Dopo la divisione del regno di Israele
Dopo la morte di Salomone e la divisione del suo regno la Bibbia descrive a grandi linee i successi e gli insuccessi dei siri nei loro rapporti con gli israeliti sia del regno settentrionale che di quello meridionale. Sono menzionati avvenimenti particolari accaduti durante il regno di Asa (I Re 15:18-20; II Cron. 16:2-4, 7), Acab (I Re 20:1-34; 22:3, 4, 29-35; II Cron. 18:10, 28-34), Ieoram di Israele (II Re 6:24-7:16; 8:28, 29; 9:14b, 15; II Cron. 22:5, 6), Ioas di Giuda (II Re 12:17, 18; II Cron. 24:23, 24), Ioacaz (II Re 13:3-7, 22), Ioas di Israele (II Re 13:14-19, 24, 25), Iotam (II Re 15:37, 38), Acaz (II Re 16:5-9; II Cron. 28:5; Isa. 7:1-8; 9:12) e Ioiachim (II Re 24:2). Era un fatto veramente insolito, degno di speciale menzione, che ci fossero stati ‘tre anni senza guerra tra Siria e Israele’. — I Re 22:1.
Eliseo profeta di Geova ebbe alcuni contatti con i siri, come per esempio quando guarì dalla lebbra Naaman, comandante dell’esercito siro (II Re 5:1-20), e quando rivelò ad Azael che sarebbe diventato re di Siria al posto del suo padrone, Ben-Adad II. (II Re 8:7-15) In un’altra occasione, quando un distaccamento di siri circondò Dotan per fare prigioniero Eliseo, il profeta prima chiese a Dio di colpirli con una forma di cecità, e poi li condusse a Samaria, dove ricuperarono la vista, li sfamò e li rimandò a casa. (II Re 6:8-23) Per ulteriori particolari sulle esperienze dei siri con questo profeta, vedi la voce ELISEO.
I siri erano semiti e avevano stretta affinità con gli israeliti. Eppure nell’VIII secolo a.E.V. le loro lingue erano diventate così diverse che l’ebreo comune non capiva l’aramaico. (II Re 18:26-28; Isa. 36:11, 12; vedi ARAMAICO [La lingua]). Anche in campo religioso c’erano profonde differenze fra i siri politeisti e gli ebrei, e solo quando questi ultimi diventarono apostati fu consentita nel paese di Israele l’adorazione di divinità sire. — Giud. 10:6; II Re 16:10-16; II Cron. 28:22, 23.
NEL I SECOLO E.V.
Al tempo degli apostoli per Siria si intendeva la provincia romana che nel 64 a.E.V. era stata annessa da Pompeo ai domini di Roma. Questa provincia includeva gran parte dell’antica Siria e anche tutta la Palestina. All’epoca della nascita di Gesù era governata da Quirinio, legato dell’imperatore Augusto, che risiedeva ad Antiochia, sull’Oronte, capitale della provincia e terza città dell’impero in ordine di grandezza. (Luca 2:1, 2) Gesù limitò il suo ministero alla Palestina vera e propria, ma la notizia dei suoi straordinari miracoli giunse “in tutta la Siria”. — Matt. 4:24.
Quando i cristiani di Gerusalemme furono dispersi a motivo della persecuzione seguita alla lapidazione di Stefano, alcuni di loro portarono la buona notizia ad Antiochia, capitale della Siria. Prima udirono il messaggio gli ebrei, e poi quelli di altri gruppi etnici. Barnaba e Paolo contribuirono entrambi a edificare la congregazione di Antiochia. Per la prima volta in questa città della Siria “i discepoli furono per divina provvidenza chiamati cristiani”. — Atti 11:19-26; Gal. 1:21.
Verso il 46 E.V., all’epoca dell’imperatore Claudio, quando ci fu una grave carestia, i cristiani di Antiochia e dintorni mandarono soccorsi ai fratelli di Gerusalemme per mezzo di Barnaba e Paolo. (Atti 11:27-30) La lettera relativa alla circoncisione inviata dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme era indirizzata in particolare alle congregazioni di Antiochia, Siria e Cilicia (regione limitrofa). (Atti 15:23) Durante gli anni di intensa attività missionaria, Paolo iniziò i suoi viaggi da Antiochia di Siria. — Atti 15:40, 41; 18:18; 20:3; 21:3; Gal. 2:11; vedi ARAM: ASSIRIA
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Vendicatore del sangueAusiliario per capire la Bibbia
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Vendicatore del sangue
La parola ebraica go’èl (riferita al vendicatore del sangue) è un participio di gaʼàl, che significa “riacquistare, ricuperare, ricomprare o redimere”. Nella legge ebraica il termine di solito si riferiva al parente più stretto, che aveva l’obbligo di vendicare il sangue dell’ucciso. (Num. 35:19) Col tempo go’èl assunse il significato più ampio di “parente con diritto di ricomprare (o redimere)”. — Lev. 25:48, 49.
Il sangue era vendicato in base al comando relativo alla santità del sangue e della vita umana nel quale Geova disse a Noè: “Richiederò il sangue delle vostre anime .... dalla mano di ciascuno che gli è fratello, richiederò l’anima dell’uomo. Chiunque sparge il sangue dell’uomo, il suo proprio sangue sarà sparso dall’uomo, poiché a immagine di Dio egli ha fatto l’uomo”. (Gen. 9:5, 6) L’assassino volontario doveva essere messo a morte dal “vendicatore del sangue”, e per l’assassino non si poteva accettare riscatto. (Num. 35:19-21, 31) Davide si dispiacque quando Gioab e Abisai uccisero Abner col pretesto di vendicare la morte del loro fratello Asael, poiché, in effetti, Abner aveva ucciso Asael in battaglia per legittima difesa e solo dopo averlo debitamente avvertito; quindi non si doveva vendicarne il sangue. — II Sam. 2:22, 23; 3:27-30.
Geova farà sì che tutto il sangue innocente dei suoi fedeli servitori a suo tempo sia vendicato. — Deut. 32:43; Riv. 6:9-11.
Le giuste leggi di Geova facevano una netta distinzione fra uccisione volontaria e accidentale. Per quest’ultima furono amorevolmente provvedute città di rifugio per proteggere l’omicida involontario dal vendicatore del sangue. (Num. 35:6-29; Deut. 19:2-13; Gios. 20:2-9) Furono anche istituiti tribunali per decidere i casi relativi a spargimento di sangue. — Deut. 17:8, 9; II Cron. 19:10.
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VentilareAusiliario per capire la Bibbia
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Ventilare
Ultima fase dell’operazione di separare cereali come orzo e frumento dalla pula e dalla paglia. Dopo che la trebbiatura ha separato i chicchi di grano dalla pula e frantumato la paglia, il tutto viene ventilato lanciandolo in aria contro vento con una forca o pala per ventilare. (Isa. 30:24) La brezza, particolarmente forte la sera, soffia via la pula, ammucchia la paglia da una parte e lascia ricadere sull’aia i chicchi. (Rut 3:2) Poi il grano viene passato a un setaccio o vaglio per eliminare sassolini e simili, quindi è pronto per essere macinato o conservato. — Amos 9:9; Luca 22:31.
Spesso l’azione di ‘ventilare’ è usata in senso figurativo. Per esempio, Geova si propose di mandare “ventilatori” o “spulatori” contro Babilonia e i suoi abitanti affinché la potessero ventilare. (Ger. 51:1, 2) Questo fecero i medi e i persiani al comando di Ciro. Essi in effetti lanciarono per aria Babilonia e i suoi abitanti, affinché il vento potesse travolgerli e soffiarli via come pula da ardere. (Matt. 3:12; Luca 3:17) Similmente, come predetto, Geova in precedenza si era servito di Babilonia per ventilare il suo popolo sconfitto, disperdendolo. (Ger. 15:7) E, per mezzo del profeta Isaia, Geova assicurò al suo popolo che sarebbe venuto il tempo in cui i nemici sarebbero stati ridotti come pula e ventilati. (Isa. 41:14-16) In Geremia 4:11 viene detto che un “vento bruciante” doveva soffiare contro Gerusalemme non “per ventilare, né per purificare”. Un cocente vento tempestoso non sarebbe stato adatto per ventilare, quindi ciò indica il suo potere distruttivo.
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VentoAusiliario per capire la Bibbia
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Vento
Il sostantivo ebraico rùahh, spesso reso “spirito”, può indicare anche aria in movimento, vento. (Eccl. 1:6) Altre espressioni e termini ebraici possono essere tradotti “uragano” (Osea 8:7), “tempesta”, “tempesta turbinosa” (Ger. 25:32; 23:19), “vento tempestoso” e “turbine”. (Sal. 148:8; II Re 2:11) In Giovanni 3:8 pnèuma (generalmente tradotto “spirito”) significa “vento”, tuttavia per indicare il vento viene usato più spesso il termine greco ànemos. (Matt. 7:25, 27; 11:7; Giov. 6:18) “L’ora del giorno in cui soffiava la brezza [ebr. rùahh]” si riferiva pare al tardo pomeriggio prima del tramonto, quando nella regione in cui si ritiene fosse localizzato il giardino di Eden di solito spirano fresche brezze ristoratrici. — Gen. 3:8; vedi SPIRITO.
Geova Dio è il Creatore del vento. (Amos 4:13) Benché non si trovi letteralmente “nel vento” (I Re 19:11; confronta Giobbe 38:1; 40:6; Salmo 104:3), Dio può controllare il vento e usarlo per i suoi fini, come quando se ne servì per far calare le acque del Diluvio. (Gen. 8:1; Eso. 14:21; Num. 11:31; Sal. 78:26; 107:25, 29; 135:7; 147:18; Ger. 10:13; Giona 1:4) Anche suo Figlio, quando era sulla terra, dimostrò di poter controllare i venti, facendoli calmare. (Matt. 8:23, 27; 14:24-32; Mar. 4:36-41; 6:48, 51; Luca 8:22-25) A quanto pare, solo perché Geova glielo concesse, Satana fu in grado di produrre o controllare un “gran vento” che provocò la morte dei figli di Giobbe. — Giob. 1:11, 12, 18, 19.
Di solito i venti prendevano nome dalla direzione da cui provenivano, come il “vento orientale” che soffiava da E verso O. (Eso. 10:13, 19; Sal. 78:26; Cant. 4:16) I quattro punti cardinali, N, S, E e O, sono inclusi nell’espressione “quattro venti” del cielo o della terra. (Ger. 49:36; Ezec. 37:9; Dan. 8:8; Matt. 24:31) In Rivelazione 7:1 sono descritti “quattro angeli in piedi ai quattro angoli della terra, che trattenevano i quattro venti della terra”. Stando in piedi agli “angoli” gli “angeli” avrebbero scatenato i venti obliquamente, in diagonale, in modo che nessun angolo della terra venisse risparmiato dai venti micidiali.
I venti da N erano freddi e portavano forti piogge. (Giob. 37:9; Prov. 25:23) I venti da S soffiavano da torride zone desertiche verso la Palestina e perciò potevano produrre un’ondata di caldo (Luca 12:55); anche i venti tempestosi potevano provenire da S. (Isa. 21:1; Zacc. 9:14) Nella stagione asciutta, il vento orientale, in movimento verso l’Egitto e la Palestina, attraversava vaste zone desertiche ed era perciò caldo e asciutto, e bruciava o seccava la vegetazione. (Gen. 41:6, 23, 27; Ezec. 17:7-10; confronta Osea 13:15; Giona 4:8). Durante la stagione delle piogge, i venti che soffiavano da 0 trasportavano umidità dal Mediterraneo verso la Palestina e portavano la pioggia. (I Re 18:42-45) Vedendo una nuvola provenire da O, gli osservatori potevano aspettarsi un temporale. (Luca 12:54) Durante l’estate asciutta, le brezze provenienti dal Mediterraneo
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