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  • Mettetevi nei panni degli altri
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1963
w63 15/12 pp. 739-740

Mettetevi nei panni degli altri

A CAUSA di grave noncuranza scoppiò un tremendo incendio su una gigantesca portaerei statunitense in costruzione. L’incendio costò al governo oltre 30 miliardi di lire e fece decine di vittime. La moglie di una delle vittime fu gettata nell’angoscia udendo la notizia dell’incendio per radio. Quando il marito non tornò a casa alla solita ora, ella temette il peggio. Poi suonò il campanello ed ella corse a rispondere! Quando aprì, vi erano due agenti. Essi non ebbero parole, ma le parole non erano necessarie. L’amichevole espressione di simpatia sui loro visi era abbastanza eloquente. Sì, suo marito era tra quelli che avevano perso la vita nell’incendio.

Gli agenti comprendevano come doveva sentirsi quella donna, perché potevano bene immaginare come si sarebbero sentite le loro mogli al suo posto. In tali circostanze, un’amichevole espressione facciale, un gesto o poche parole dette con sincera comprensione, possono essere tutto quello che ci vuole per mostrare che comprendiamo, che ci possiamo mettere nei panni dell’altra persona.

La Bibbia tiene conto di questa necessità, poiché ci dice: “Rallegratevi con le persone che si rallegrano; piangete con le persone che piangono”. Essa mostra che “cantar delle canzoni a un cuor dolente” è semplicemente fuori posto e che vi è “un tempo per piangere e un tempo per ridere; un tempo per far cordoglio e un tempo per ballare”. Se siamo capaci di metterci nei panni dell’altra persona sapremo quando è tempo di piangere e di fare cordoglio e quando è tempo di ridere e di ballare. — Rom. 12:15; Prov. 25:20; Eccl. 3:4, VR.

La questione di mettersi nei panni degli altri si applica a tutti i nostri rapporti con altri. Ce n’è particolarmente bisogno nella cerchia familiare. Come andrebbero più d’accordo genitori e figli se ciascuno fosse capace di mettersi nei panni dell’altro! Non che i genitori debbano rinunciare alla loro autorità, ma la comprensione è indispensabile. E quanto attrito c’è tra mariti e mogli per mancanza di questa comprensione! Questo principio si applica anche a questioni minori come guardare la televisione o ascoltare la radio quando l’altro ha bisogno di quiete per riposare o studiare. Si applica anche al fatto di arrivare in orario per i pasti e di essere pronti per uscire al tempo stabilito.

Avete mai preso denaro a prestito, dimenticando poi di restituirlo quando avevate detto che l’avreste restituito? Avete considerato la vostra sbadataggine come una cosa di poca importanza? Ma che dire dell’altra persona? Forse comincia a chiedersi se non ve ne siate dimenticati. Se avete promesso di restituire una somma ad una certa data e non siete in grado di farlo, non potreste almeno spiegare perché non siete in grado di mantenere la vostra promessa, anziché ignorare la questione come se non aveste nessun obbligo? Il vostro creditore sarà più che felice di concedervi altro tempo, purché non vi facciate l’idea che il prestito era un dono! È un po’ difficile strappare un dono con la scusa di un prestito, non è vero?

Quante lotte, confusioni e inutili sofferenze vi sono nell’industria perché gli uomini non si mettono nei panni degli altri! Poiché lavoratori o datori di lavoro o entrambi non fanno questo, a volte gli scioperi si protraggono per settimane e mesi. Inoltre, non vi sarebbe affatto discriminazione razziale o religiosa se le persone fossero capaci di mettersi nei panni di altri che sono diversi sotto questi aspetti.

Sia che dobbiate fare una richiesta o impartire un rimprovero, sarete molto più efficaci se riuscirete a mettervi nei panni dell’altra persona. Come sapeva farlo Gesù! Per questo, dopo che Pietro lo ebbe rinnegato tre volte, egli non rimproverò Pietro. Tutto quello che ci volle fu un’occhiata: “E il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro ricordò l’espressione del Signore” in merito al fatto che lo avrebbe tradito. Allora Pietro, “uscito fuori, pianse amaramente”. Sì, a volte uno sguardo di rimprovero, a volte un tono supplichevole — quante volte Geova Dio supplicò il suo popolo! — a volte poche parole gentili con la persona che sbaglia faranno più bene che non infierire contro di essa. — Luca 22:60-62; Gal. 6:1.

L’apostolo Paolo imitò il suo Maestro anche sotto questo aspetto. Egli sapeva che se fosse stato indifferente al modo di pensare e di sentire degli altri li avrebbe offesi inutilmente, poiché è molto facile capire che gli altri, che ritenete in errore, mancano di sincerità o di intelligenza. Egli si rese per così dire “schiavo di tutti”, per guadagnare la maggioranza delle persone. “E così”, egli disse, “ai Giudei divenni come un Giudeo, per guadagnare i Giudei; . . . Ai deboli divenni debole, per guadagnare i deboli. Son divenuto ogni cosa a persone di ogni sorta, per salvare a tutti i costi alcuni”. Non c’è dubbio che l’apostolo Paolo sapeva mettersi nei panni degli altri. — 1 Cor. 9:19-22.

Essere capaci di mettersi nei panni degli altri non solo impedisce di offendere inutilmente altri ma protegge anche l’individuo da atti egoistici o da peccati. Una delle principali cause di immoralità e delitto è la bramosia, cioè l’avido desiderio di quello che appartiene ad altri. Ma se siete capaci di mettervi nei panni degli altri non bramerete la loro automobile, il loro lavoro, la moglie o altri possedimenti. Voi non vorreste perdere tali cose, se le aveste, non è vero? — Deut. 5:21.

Naturalmente, mettervi nei panni degli altri non significa che dobbiate farvi trascinare indebitamente dal sentimento quando trattate con persone che non meritano. Né significa che non dobbiate a volte impartire un aspro rimprovero quando ne avete il dovere e quando ciò reca i migliori risultati. Dovreste preoccuparvi del massimo bene dell’altra persona, come vorreste il massimo bene per voi stessi, non è vero?

In breve, mettersi nei panni degli altri può contribuire moltissimo a rendere amichevoli i rapporti con altri e ad aiutarvi a fare ciò che è bene. È proprio quanto intese dire Gesù quando affermò: “Tutte le cose dunque che volete che gli uomini vi facciano, anche voi dovete similmente farle loro; questo è infatti ciò che significano la Legge e i Profeti”. — Matt. 7:12.

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