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  • w57 15/3 pp. 182-188
  • ‘Chi non si sposa fa meglio’

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  • ‘Chi non si sposa fa meglio’
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
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  • Vedi anche
  • “CIASCUNO HA IL SUO PROPRIO DONO DA DIO”
  • IL MATRIMONIO DOPO ARMAGHEDON
  • Chi non si sposa può avere le sue ricompense
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1977
  • Il dono del celibato
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Il celibato apre la porta a un’attività senza distrazioni
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
  • Vantaggi e opportunità dei non sposati
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1957
w57 15/3 pp. 182-188

‘Chi non si sposa fa meglio’

1. (a) Che cosa dimostra che un uomo celibe non è soltanto a metà? (b) Qual è l’unica specie di sposa che Gesù Cristo avrà mai?

IL MATRIMONIO dona gioie e benedizioni predisposte da Dio. Mediante l’attrazione ch’egli creò fra i sessi è normale che l’uomo e la donna si sposino, senza escludere nemmeno i Cristiani che sono nella carne. Tuttavia, riguardo ai Cristiani la Parola di Dio non assume come alcune tribù e popoli il parere che l’uomo non abbia raggiunto il suo perfetto stato a meno che non sia sposato, così che se non è sposato egli sia uomo soltanto a metà. Adottare questa veduta significa degradare Gesù Cristo, poiché egli morì vergine, celibe, all’età di trentatré anni e mezzo. Morì non sposato secondo il volere del Padre celeste. Ma con questa condotta di padronanza di sé ed ubbidienza egli ottiene una “sposa” spirituale, la congregazione di 144.000 fedeli seguaci che lo amano di un amore superiore a quello dell’uomo per la donna, del marito per la moglie. Questa sposa spirituale che il Padre congiunge a suo Figlio nella bellezza e nello splendore celestiali è l’unica moglie che Geova Dio ha autorizzato Gesù Cristo ad avere. — Giov. 3:29; Apoc. 19:7; 21:2, 9-14.

2. Quali altri esempi abbiamo di servitori di Dio che non si sposarono?

2 Il giovane profeta Geremia si astenne dal matrimonio perché Geova Dio, come un padre, gli vietò di sposarsi e aver figli in quanto per il regno giudaico della linea di Davide era il “tempo della fine”. (Ger. 16:1-4, SA) L’apostolo Paolo non si valse del suo ‘diritto di condurre con sé una sorella come moglie, come gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa’. (1 Cor. 9:5, Co) La ragione predominante per cui nel “tempo della fine” di questo empio mondo molti Cristiani non si sposano deve essere considerata e, se viene compresa, non suscita biasimo ma grande rispetto.

3. (a) Che cosa potrebbero decidere di fare i coniugi privati del compagno, e perché i Cristiani sposati possono essere vergini spiritualmente? (b) Per quale potente motivo soltanto alcuni rimangono vergini?

3 Il Cristiano privato del coniuge dalla morte può risposarsi ma potrebbe decidere di non sposare. Nel caso di una donna cristiana, “se suo marito si addormenta nella morte, ella è libera di sposare chi vuole, solo nel Signore [ossia, soltanto se egli è in unione col Signore]. Ma essa è più felice se rimane com’è”. (1 Cor. 7:39, 40, NM) I Cristiani sposati possono rimanere tuttavia spiritualmente vergini verso Cristo non divenendo adulteri amici di questo mondo e dei suoi sistemi paragonati a donne: “Questi son quelli che non si contaminarono con donne; infatti sono vergini”. (Apoc. 14:1-4, NM) Con lodevole virtù molti Cristiani, vergini uomini o donne, possono determinare di non sposarsi, non facendo per questo alcun voto. Essi rimangono vergini, non perché sia una regola cristiana “vietare il matrimonio” in questo “tempo della fine”, in questi “posteriori periodi di tempo”. (1 Tim. 4:1-3, NM) La società del nuovo mondo non ha nessuna simile regola. Essa concede scritturalmente la libertà di sposarsi prima della battaglia di Armaghedon. La potente ragione che induce a restar vergini è il regno di Dio.

4. Come si rendono alcuni eunuchi per amor del regno di Dio?

4 Gesù chiamò questi vergini volontari eunuchi resi tali da se stessi. Dopo aver detto ai discepoli che Dio ammetteva soltanto l’adulterio come motivo per divorziare, i discepoli sobriamente rifletterono: “Se tale è la situazione dell’uomo rispetto alla moglie, non è consigliabile che si sposi”. Commentando questa frase Gesù disse: “Non tutti gli uomini fan posto per il detto, ma solo quelli che hanno il dono. Poiché ci sono eunuchi che furono generati come tali sin dal seno della loro madre, e ci sono eunuchi che furono fatti eunuchi dagli uomini, e ci sono eunuchi che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi gli può far posto gli faccia posto”. (Matt. 19:10-12, NM) Essi non si fanno eunuchi castrandosi fisicamente come fece il religioso Origene, che nel terzo secolo scrisse la famosa edizione Esapla del “Vecchio Testamento”. Si rendono eunuchi facendo posto ad esso nei loro cuori, determinando di propria volontà di mantenersi fisicamente nello stato di non sposati come quello di un eunuco che non potrebbe sposarsi, lo stato del celibato. Ciò che li trattiene dallo sposarsi non è necessariamente il voto di celibato né la castrazione né qualche incapacità fisica, bensì il loro irresistibile desiderio di dedicarsi al servizio del regno di Dio il più completamente possibile, e tanto più ora che il Regno è stato stabilito nei cieli sin dal 1914 e “questa buona notizia del regno” dev’essere predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza per tutte le nazioni, perché la fine completa di questo mondo condannato si avvicina sempre più.

5. Come si riceve il dono del celibato?

5 Come Gesù stesso disse, non tutti i Cristiani fanno posto al detto circa l’opportunità di non sposarsi nelle attuali condizioni incerte, imperfette, infestate dal male. Soltanto coloro che ne “hanno il dono” gli fanno posto. Il “dono”? Sì, ma non per il fatto d’esser nato eunuco o per qualche miracoloso conferimento di poteri da parte di Dio. Il privilegio di restare celibi è un dono che Dio accorda a tutti i non sposati che diventano seguaci di suo Figlio Gesù Cristo. Ma non tutti si valgono di questo dono; non tutti fanno posto per esso. Tuttavia molti prendono in considerazione tutte le circostanze e le condizioni che hanno relazione col loro stato di Cristiani, come pure le opportunità e i privilegi del servizio del Regno che sono posti davanti a loro. Essi cercano di prevedere quale potrebbe essere il risultato di una data condotta o di una data convivenza con un’altra persona. Esaminano lo stato coniugale con i suoi doveri e limitazioni paragonandolo al celibato con le sue possibilità, tutto ciò in considerazione del prezioso “tesoro” del servizio di Geova. Dopo un serio esame della questione prendono una intelligente decisione, una ferma risoluzione di rimanere come sono, celibi. Quindi evitano gli allettamenti che potrebbero indurli a lasciare il loro celibato.

6. (a) Come riempiono questi il vuoto nella loro vita, e quali benedizioni ne derivano? (b) Come si fortificano essi per la condotta da loro prescelta?

6 Per colmare il vuoto che potrebbero naturalmente sentire non avendo un diletto coniuge, dispongono e si sforzano di riempire la loro vita con tutto il servizio a Dio che possono rendere, impegnandosi possibilmente nel suo servizio continuo, accettando tutte le opportunità di servizio che possono. Tenendosi completamente occupati nel servizio divino i loro cuori e la loro attenzione si tengono fissi sull’urgente lavoro da compiersi ora nel breve tempo che rimane. Questa dedizione personale li ricompensa con gioie e benedizioni che controbilanciano tutto ciò di cui a volte la loro carne tenta di persuaderli d’esser privi non essendo sposati a un coniuge cristiano. La padronanza di sé è uno dei frutti dello spirito, una delle cose più importanti che ogni Cristiano dovrebbe aggiungere alla conoscenza, alla fede e alla virtù. Perciò essi coltivano specialmente il frutto dello spirito della padronanza di sé onde mantenersi celibi. (Gal. 5:22, 23; 2 Piet. 1:5, 6) Rafforzano e fortificano questa padronanza di sé così specialmente esercitata, guardando ai vantaggi che per essa godono e alle cose sgradevoli in tal modo evitate. Oltre a ciò, progettano e dispongono di godere appieno del loro celibato, per ricavarne il massimo beneficio. Questo non è egoismo. Non significa privare qualche persona di sesso opposto del dovere coniugale, ma è un godimento a cui hanno diritto, mentre lasciano che i coniugi godano le cose alle quali pure hanno diritto. Questo vien fatto principalmente per piacere e dar lode a Geova Dio e nell’interesse del suo regno mediante Cristo.

7. Quali buoni esempi vi sono di alcuni rimasti celibi, e perché questi non sono da commiserare?

7 Per esempio, ci sono centinaia di donne cristiane che si sono recate da nubili in campi missionari all’estero. La popolazione locale si chiede come riescano a mantenersi nubili, e le donne maritate del luogo potrebbero essere inclini a commiserare queste missionarie come se subissero una grande privazione e di conseguenza un peso. Ma mediante lo spirito di Geova esse si danno interamente all’opera missionaria e provano inesprimibili gioie. Non sono da commiserare. Mentre esse possono commiserare molte delle donne del luogo perché maritate nelle condizioni oggi prevalenti, non commiserano se stesse ma si sentono come la figlia di Jefte.

8, 9. (a) Come considerò la figlia di Jefte il voto che suo padre aveva fatto riguardo a lei? (b) Quali benedizioni ricevette ella, e che cosa merita e vince oggi un simile celibato?

8 Quando il giudice Jefte suo padre le diede notizia che il voto da lui fatto per riportare la vittoria in battaglia l’obbligava a dedicarla ad una vita di verginità, onde servisse per tutto il tempo nella casa di Geova, si commiserò forse essa? Giudicatelo dalla sua risposta: “Padre mio, se hai dato la tua parola a Geova, fa’ di me secondo quello che la tua bocca ha proferito, giacché Geova t’ha dato di far vendetta de’ figliuoli di Ammon, tuoi nemici”. Ella aveva veramente qualche cosa da lamentare e infatti lamentò la verginità a cui doveva dedicarsi in adempimento del voto di Jefte, ma soltanto per breve tempo, due mesi di isolamento con le sue compagne consolatrici.

9 Quindi ella si diede al servizio continuo nella benedetta casa di Geova. Morì nubile, e senza la speranza di godere la vita coniugale nel nuovo mondo di Dio dopo la risurrezione dai morti. Ma quale ricordo lasciò di sé rivendicando la giusta sovranità di Geova su cielo e terra! E mentre continuava a vivere da vergine nella casa di Geova riceveva regolarmente l’incoraggiamento d’esser fedele ai suoi privilegi presso Dio. “Di anno in anno le figlie d’Israele andavano a dar lode alla figlia di Jefte, il Galaadita, per quattro giorni ogni anno”. (Giud. 11:34-40, NM) Il celibato che ottiene il beneplacito di Dio e s’attira la lode di coloro che sono dedicati a Dio è quello serbato nell’interesse della causa di Dio, non facendosi imprigionare in qualche monastero o convento, ma andando a predicare la notizia del Regno pubblicamente e di casa in casa. La Scrittura menziona favorevolmente che Filippo il missionario aveva quattro figlie “non maritate, le quali profetizzavano”. — Atti 21:8, 9.

“CIASCUNO HA IL SUO PROPRIO DONO DA DIO”

10, 11. (a) Per quali persone il celibato è la scelta migliore? (b) Per quali persone il matrimonio?

10 La vita coniugale ha i suoi privilegi di gioie e soddisfazioni e questi sono un dono di Dio. Il celibato ha pure i suoi particolari privilegi e opportunità e questi sono un dono di Dio. Quale dono desiderate? Trattando questo argomento, Paolo scrisse: “Io vorrei che tutti gli uomini fossero come son io [egli non si conduceva dietro una sorella come moglie]; ma ciascuno ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in un modo, l’altro in un altro”. Poi distogliendo la sua attenzione dai Cristiani sposati e dal loro dono coniugale, Paolo si diede a raccomandare la propria condizione libera da vincoli a quelli che non avevano coniuge, dicendo: “Ai celibi [vergini] e alle vedove, però, dico che è bene per loro che se ne stiano come sto anch’io. Ma se non si contengono, sposino; perché è meglio sposarsi che ardere”. — 1 Cor. 7:7-9.

11 Quelli che sono quasi consumati dalla passione non hanno coltivato il dono della padronanza di sé menzionato da Gesù. A causa del “prevalere della fornicazione” in questo mondo corrotto, era ed è meglio che quelli che s’accendono di passione e sono distratti dalle sue fiamme rinuncino al loro celibato o alla loro vedovanza e si salvaguardino contro la fornicazione avendo un coniuge legale. In armonia con questo Paolo scrisse riguardo alle “vedove giovani” della congregazione: “Quella che cerca i piaceri sensuali è morta benché sia viva. . . . quando i loro desideri sessuali si sono posti fra loro e il Cristo, esse vogliono maritarsi, essendo giudicate perché hanno trascurato la loro prima espressione di fede. Nello stesso tempo esse imparano anche ad essere oziose girando per le case, sì, non solamente oziose [nell’opera di predicazione], ma anche pettegole e intromettenti negli affari altrui, parlando di cose che non dovrebbero. Perciò io desidero che le vedove giovani si maritino, generino figli, governino la casa, che non diano motivo all’oppositore di vilipendere. Difatti, alcune sono già state traviate per seguire Satana”. — 1 Tim. 5:6, 11-15, NM.

12, 13. Quale esempio diede Anna alle “vedove giovani”, e come fu premiata?

12 Per le “vedove giovani”, il modo di evitare di seguire Satana abbandonandosi alla fornicazione o facendo cattivo uso di tempo ed energia è specializzarsi il più possibile nel diretto servizio di Dio. Esse possono prendere come incoraggiante esempio la profetessa Anna della tribù di Aser. Questa donna “era molto attempata. Dopo esser vissuta col marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova ed avea raggiunto gli ottantaquattro anni”. Come impiegava ella il tempo e le sue capacità?

13 In questo modo: “Ella non si partiva mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni ed orazioni”. La sua lunga vedovanza rimase forse senza premio? Niente affatto, e nella sua vecchia età la sua vedovanza fu coronata dal privilegio di vedere il promesso Messia nel bambino Gesù. Giuseppe e Maria lo avevano portato al tempio dov’ella serviva Dio. “Sopraggiunta in quell’istessa ora, lodava anch’ella Iddio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme”. (Luca 2:36-38) La vedovanza può dunque essere mantenuta per lungo tempo e ciò non senza ricevere il suo dolce premio nel servizio di Geova. — 1 Tim. 5:3-5, 9, 10.

14. Quali vantaggi hanno i celibi sui coniugati?

14 Diciannove secoli fa Paolo rimarca che “il tempo rimasto è ridotto” e che “la scena di questo mondo cambia”. Perciò egli scrisse: “Io vorrei che foste senza ansietà”, e consigliò ai Cristiani sposati di non permettere ai privilegi coniugali di aver la prevalenza sulle loro opportunità e responsabilità spirituali. Trattando l’argomento dell’ansietà Paolo indicò il vantaggio d’esser liberi da vincoli e doveri coniugali: “L’uomo celibe è ansioso per le cose del Signore, . . . Ma l’uomo ammogliato è ansioso per le cose del mondo, come potrebbe ottenere l’approvazione della moglie, ed egli è diviso. Inoltre, la donna non maritata, e la vergine, è ansiosa per le cose del Signore, affin di essere santa sia di corpo che di spirito. Invece, la donna maritata è ansiosa delle cose del mondo, come possa ottenere l’approvazione di suo marito. Ma questo lo dico per il vostro vantaggio personale, non per gettarvi un laccio, bensì per muovervi a ciò che è appropriato e che significa costante fiducia nel Signore senza distrazione”. (1 Cor. 7:29-35, NM) Questo consiglio era di personale vantaggio per i Cristiani diciannove secoli fa. Esso non è di minore vantaggio personale per noi ora, da quando il regno nacque nei cieli nel 1914 d.C. e il tempo che ancora manca al “tempo della fine” di questo vecchio mondo è stato ridotto di oltre quarant’anni e sembra che non ne sia rimasto ancora moltissimo.

15, 16. Chi è libero di sposarsi nella società del nuovo mondo e chi potrebbe preferire di restare celibe per amor del regno di Dio?

15 Ricordate che a nessun Cristiano libero è vietato di sposarsi, sia egli sorvegliante, servitore di ministero o solo membro predicatore della congregazione, vedovo o scapolo. Il celibato non è imposto ad alcun Cristiano qualificato per il matrimonio. Chiunque può esercitare sufficiente padronanza di sé e regolare dovutamente la sua condotta tanto da rinunciare al matrimonio nel “presente empio sistema di cose” per amore del regno di Dio è libero di farlo, allontanando altre cose attraenti onde far posto a questo dono. Gesù disse: “Chi gli può far posto gli faccia posto”. Ma se non può e pensa che un cambiamento sia migliore, è libero di farlo. Paolo scrisse:

16 “Ma se qualcuno pensa di agire sconvenientemente verso la sua verginità, se ha passato il fiore della giovinezza, e questo è il modo in cui deve aver luogo, faccia come vuole; egli non pecca. Si sposino. Ma se qualcuno è fermo nel suo cuore, non avendo necessità, ma ha autorità sulla propria volontà e nel proprio cuore ha preso questa decisione, di servare la propria verginità, farà bene”. — 1 Cor. 7:36, 37, NM.

17. Quale prospettiva non avevano quelli che restarono celibi ai giorni di Paolo?

17 Anticamente, quando Paolo scrisse questo, mancavano diciannove secoli alla battaglia di Armaghedon, che sarà seguita da privilegi matrimoniali per le “altre pecore” del Signore Gesù, le quali sopravvivranno alla battaglia. Quei Cristiani celibi che allora morirono fedeli non avevano la speranza di un futuro matrimonio umano sulla terra poiché speravano nella risurrezione celeste e di far parte della sposa di Cristo in cielo. Pertanto in quel tempo la verginità non voleva dire un semplice rinvio del matrimonio sulla terra fin dopo Armaghedon.

18. Che cosa si potrebbe dire di chi si sposa, e tuttavia perché si potrebbe dire che il celibato ‘è la via migliore?

18 A diciannove secoli di distanza, il Cristiano che si sposa in questo tempo della fine perché ne sente la necessità “non pecca”. Similmente il Cristiano che serba la propria verginità “farà bene”. Tuttavia i privilegi che ne derivano sono differenti, il che indusse Paolo a scrivere: “Conseguentemente, anche chi dà la sua verginità in matrimonio fa bene, ma chi non la dà in matrimonio fa meglio”. Una strada migliore è anche aperta alle vedove che potrebbero rimaritarsi. Da quando il marito s’è addormentato nella morte “essa è libera di sposare chi vuole, solo nel Signore. Ma essa è più felice se rimane com’è”, senza legarsi a un nuovo marito per tutto il tempo che vivrà fedelmente in questo mondo. Possiamo aver fede che il celibato sia la via migliore, la via più felice, perché questo consiglio è l’opinione dell’apostolo Paolo, il quale certo pensava d’aver egli pure lo spirito di Dio al tempo in cui scrisse questo. — 1 Cor. 7:38-40, NM.

IL MATRIMONIO DOPO ARMAGHEDON

19. (a) Quando fu pubblicato per la prima volta che il matrimonio umano sarebbe continuato dopo Armaghedon, e che cosa scioglie il matrimonio? (b) Quali benedizioni e comando furono dati ai superstiti del Diluvio?

19 Sin dal 1885 La Torre di Guardia ha mostrato ai suoi lettori che il matrimonio umano continuerà dopo che la battaglia di Armaghedon avrà distrutto questo vecchio mondo nemico, e durerà finché Dio lo giudicherà opportuno secondo il suo originale proposito, perché questa terra “sia abitata” di giusti figli e figlie terrestri.a La morte cancella il vincolo coniugale. Armaghedon non cancellerà il vincolo coniugale di quei testimoni di Geova sposati che vi sopravvivranno insieme, come il diluvio universale non cancellò il vincolo coniugale che legava Noè alla moglie e i loro tre figli alle loro mogli. Ma dopo che furono usciti dall’arca di sopravvivenza ed ebbero ripristinato l’adorazione di Geova sopra la terra, egli li benedisse e disse loro: “Crescete, moltiplicate, e riempite la terra”. Noè aveva già generato il frutto di tre figli, ed ora a quei figli veniva comandato d’esser fecondi, ciascun figlio per mezzo dell’unica moglie che aveva. In quel dramma profetico Noè rappresentava il Padre eterno Gesù Cristo e la moglie di Noè rappresentava la sposa spirituale di Cristo.

20. Chi controllerà il matrimonio dopo Armaghedon, per quali persone, e con quali risultati?

20 Dopo Armaghedon le coppie superstiti continueranno a vivere nella loro unione matrimoniale. Gli altri superstiti in condizioni differenti, vedovi, vedove, uomini e donne vergini, avranno il privilegio di sposarsi. Non occorre che ora ci preoccupiamo se ci sarà squilibrio numerico fra gli uomini e le donne che sopravvivranno. Il matrimonio sarà allora regolato dal Padre eterno che Geova Dio impiega per combattere la battaglia di Armaghedon e schiacciare il capo del grande Serpente, dell’empio corruttore del matrimonio. In tal modo il Padre eterno Gesù Cristo avrà redento i suoi figli terreni da Armaghedon come Geova salvò Noè e la sua famiglia dal Diluvio e come Geova redense gli Israeliti dall’Egitto e nel Mar Rosso. Come tutti quei redenti appartenevano a Geova Dio, così pure tutti i superstiti di Armaghedon apparterranno al loro Redentore Gesù Cristo. Come Padre eterno delle sue figlie terrene egli le darà in matrimonio come vorrà e a chi vorrà. In tal modo non ci sarà errata scelta di coniugi, e nessuno proverà delusione dopo il matrimonio.

21, 22. Quali condizioni coniugali allora prevarranno?

21 Nessuno che riceva una sposa dovrà pagare al Padre eterno il prezzo della sposa. Poiché saranno tutti suoi figli, tutti di una stessa paternità, potranno sposarsi fra loro indipendentemente dalla precedente razza o colore, come egli vorrà. Il matrimonio sarà allora fecondo di figli nati da genitori giusti, perché Dio non moltiplicherà i dolori della gravidanza delle loro madri, trattandole quindi in modo diverso da Eva, che prese l’iniziativa di mangiare il frutto proibito, influendo poi sul marito per indurlo a mangiarne e peccare. — Gen. 3:16.

22 Allora i mariti e le mogli coopereranno fedelmente per rimanere nel paradiso che sarà restaurato sulla terra mediante il loro lavoro e quello dei loro figli e mediante la benedizione di Geova e del Padre eterno Gesù Cristo. Le giuste posizioni di marito e moglie nell’unione coniugale saranno perciò osservate e i reciproci doveri adempiuti. Oltre allo spirito di Dio, il fatto ch’essi si avvicineranno sempre più alla perfezione umana renderà il loro compito più facile e piacevole. — Luca 23:43.

23. Quali altri privilegi avranno le altre pecore che sopravvivranno ad Armaghedon?

23 Il ripopolamento della terra mediante i loro figli e i figli dei loro figli si svolgerà con pieno riguardo alla futura risurrezione. Gesù disse che tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno a suo tempo la voce del Padre eterno e usciranno alla risurrezione con le preziose opportunità di vita eterna sulla terra nella perfezione umana. (Giov. 5:28, 29) Oltre ai privilegi coniugali, alle “altre pecore” che sopravvivranno alla battaglia di Armaghedon saranno offerti indicibili privilegi di servizio mediante la risurrezione dei morti, e questi privilegi continueranno anche dopo che lo scopo del matrimonio sarà stato raggiunto, sulla terra sarà cessata la procreazione e i mariti non avranno più l’obbligo di dar figli alle loro mogli. — Atti 24:15.

24. Quale prova celeste e terrestre ci sarà dunque che il matrimonio è un completo successo?

24 Il proposito di Geova nell’abbellire questa terra mediante il matrimonio umano sarà stato così gloriosamente realizzato. Per mezzo di Gesù Cristo il Padre eterno, Geova Dio darà l’eterna prova che il matrimonio doveva essere sulla terra un completo successo. Il matrimonio avrà operato in piena armonia col suo proposito nella creazione della terra e nell’avervi posto l’uomo perfetto, cioè, per riempire la terra paradisiaca di una famiglia umana giusta e perfetta, rivendicando appieno l’istituzione dell’irreprensibile disposizione matrimoniale. Non soltanto il genere umano eternamente salvato sarà sempre più felice sulla terra paradisiaca, ma anche il grande Marito celeste, Geova, e la sua fedele, diletta moglie, la sua celeste organizzazione universale sotto Gesù Cristo. Geova come un Nonno affezionato e la sua organizzazione universale come una tenera Nonna si uniranno per sempre nell’esprimere la loro amorevole benignità verso i loro nipoti, la loro progenie terrena di timorati di Dio.

[Nota in calce]

a Vedere La Torre di Guardia del 1º settembre 1947 e il suo articolo “Il consiglio dell’apostolo riguardo al matrimonio” e le sue note in calce a pagina 202.

“E pensiamo gli uni agli altri per spronarci all’amore e ad opere giuste, non abbandonando la nostra comune adunanza, come alcuni ne hanno l’abitudine, ma incoraggiandoci l’un l’altro, e tanto più mentre vedete avvicinarsi il giorno” — Ebr. 10:24, 25, NM.

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