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  • Ioiachin
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Ioiachin diventò re a diciotto anni e continuò a fare il male come suo padre. (II Re 24:8, 9; II Cron. 36:9 [vedi NW, nota in calce]). Ioiachim, padre di Ioiachin, si era assoggettato al re di Babilonia Nabucodonosor, ma nel terzo anno di vassallaggio (618 a.E.V.) si era ribellato. (II Re 24:1) Il risultato fu che Gerusalemme venne assediata. Può darsi che l’espressione “durante quel tempo” (II Re 24:10) non vada riferita necessariamente al breve regno di Ioiachin, ma piuttosto all’intero periodo in questione; quindi l’assedio può essere iniziato durante il regno di suo padre Ioiachim, come Daniele 1:1, 2 sembra indicare. Evidentemente Ioiachim morì durante l’assedio e Ioiachin salì al trono di Giuda. Il suo regno però finì solo tre mesi e dieci giorni dopo, quando si arrese a Nabucodonosor (617 a.E.V., nel mese di adar secondo le cronache babilonesi). (II Re 24:11, 12; II Cron. 36:9) In adempimento della parola pronunciata da Geova per mezzo di Geremia, fu portato prigioniero a Babilonia. (Ger. 22:24-27; 24:1; 27:19, 20; 29:1, 2) Furono esiliati anche altri appartenenti alla casa reale, funzionari di corte, artigiani e guerrieri. — II Re 24:14-16.

      In II Re 24:12-16 si legge che Nabucodonosor portò questi prigionieri in esilio, insieme a “tutti i tesori della casa di Geova e i tesori della casa del re”. In Daniele 1:1, 2 viene detto invece che solo “parte degli utensili” vennero portati a Babilonia. La spiegazione può essere che i tesori menzionati in II Re fossero in particolare gli utensili d’oro, a cui si fa specifico riferimento, e che altri utensili furono lasciati stare. Un’altra possibilità è che, quando Gerusalemme fu assediata dai babilonesi (in seguito alla ribellione di Ioiachim contro Babilonia), “alcuni utensili della casa di Geova” venissero portati a Babilonia, e qualche tempo dopo, quando Ioiachin stesso fu trasferito a Babilonia, fossero portati via anche altri “oggetti desiderabili della casa di Geova”. Questa possibilità è indicata da II Cronache 36:6-10. Dalla narrazione di Cronache sembra che Nabucodonosor, dopo aver conquistato Gerusalemme, facesse ritorno a Babilonia di dove “mandò e . . . portava [Ioiachin] a Babilonia con gli oggetti desiderabili della casa di Geova”. In modo simile, dieci anni dopo, durante la definitiva conquista e distruzione di Gerusalemme (607 a.E.V.), Nabucodonosor si ritirò a Ribla “nel paese di Amat”, lasciando che Nebuzaradan, capo della guardia del corpo, si occupasse dei particolari del dopoconquista. — II Re 25:8-21.

      A Babilonia Ioiachin ebbe sette figli. (I Cron. 3:16-18) In questo modo fu preservata la discendenza reale che avrebbe portato al Messia. (Matt. 1:11, 12) Ma come aveva indicato la profezia, nessuno dei discendenti di Ioiachin regnò mai nella Gerusalemme terrena. Perciò fu come se Ioiachin non avesse avuto figli, nessun discendente che diventasse re dopo di lui. — Ger. 22:28-30.

      Nel quinto anno dell’esilio di Ioiachin cominciò l’opera profetica di Ezechiele. (Ezec. 1:2) Circa trentadue anni dopo, nel 580 a.E.V., Ioiachin fu rimesso in libertà da Evil-Merodac, successore di Nabucodonosor, e ricevette una posizione di favore al di sopra di tutti gli altri re prigionieri. D’allora in poi mangiava alla tavola di Evil-Merodac e riceveva una razione giornaliera. — II Re 25:27-30; Ger. 52:31-34.

      Documenti amministrativi babilonesi pervenutici elencano le razioni per Ioiachin e cinque dei suoi figli.

  • Ioppe
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    • Ioppe

      (Iòppe) [bellezza o bella].

      Antico porto di mare circa 56 km a NO di Gerusalemme. L’antica località è occupata dalla moderna Giaffa (assorbita nel 1950 da Tel Aviv che da allora ha preso il nome di Tel Aviv-Giaffa). La città è situata su una collina rocciosa a 35 m circa sul livello del mare. Il porto, l’unico porto naturale fra il Carmelo e il confine con l’Egitto, è formato da una bassa scogliera che si stende parallela alla costa a una distanza che varia da 90 a 120 m circa. Si accede al porto attraverso una stretta apertura della scogliera o dall’estremità N, ampia ma poco profonda. Scogli impediscono l’accesso da S.

      Ioppe era al confine del territorio di Dan, ma non ne faceva necessariamente parte. (Gios. 19:40, 41, 46) Tuttavia in Giudici 5:17 si parla di navi in relazione a Dan, e questo potrebbe indicare che in effetti i daniti controllavano il porto di Ioppe.

      A motivo degli estesi scambi commerciali che il re Salomone aveva con altre nazioni (I Re 10:22, 28, 29), è probabile che le attrezzature del porto siano state migliorate. I tiri facevano scendere galleggiando fino a Ioppe il legname preso dalle foreste del Libano da usare per la costruzione del tempio. (II Cron. 2:16) Più tardi il profeta Giona, nel tentativo di sottrarsi al suo incarico, si imbarcò a Ioppe per andare in Tarsis. (Giona 1:3) Dopo l’esilio in Babilonia, Ioppe fu di nuovo il porto dove arrivava dal Libano il legname di cedro per la ricostruzione del tempio. — Esd. 3:7.

      Nel I secolo E.V. a Ioppe c’era una congregazione cristiana. Gazzella (Tabita), una donna che ‘abbondava in buone opere e doni di misericordia’, faceva parte di quella congregazione. Quando Tabita morì, Pietro, fatto venire dalla vicina Lidda, la risuscitò. La notizia del miracolo si diffuse in tutta Ioppe e molti divennero credenti. (Atti 9:36-42) Per diversi giorni Pietro rimase a Ioppe, ospite di un certo Simone, conciatore, che abitava vicino al mare. (Atti 9:43; 10:6) Sulla terrazza della casa di Simone, Pietro, mentre era in trance, ricevette divina rivelazione circa la necessità di predicare ai non ebrei, giusto in tempo per accogliere i messaggeri inviati dal gentile Cornelio. Perciò Pietro non esitò ad andare a Cesarea con quei messaggeri, accompagnato anche da sei fratelli ebrei, evidentemente di Ioppe. — Atti 10:9-45; 11:5-14.

      [Figura a pagina 687]

      Il porto dell’odierna Giaffa

  • Iotam
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    • Iotam

      (Iòtam) [Geova completi].

      1. Figlio minore del giudice Gedeone (Ierubbaal) che risiedeva a Ofra. (Giud. 8:35; 9:5) Dopo la morte

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