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  • g70 22/12 pp. 27-28
  • Salvaguardate il vostro cuore

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  • Salvaguardate il vostro cuore
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Svegliatevi! 1970
g70 22/12 pp. 27-28

“La tua parola è verità”

Salvaguardate il vostro cuore

UNO dei modi in cui la Parola di Dio mostra d’essere la verità è mediante i suoi princìpi ammonitori. Per esempio, in Proverbi 4:23 leggiamo: “Più di ogni altra cosa che dev’esser guardata, salvaguarda il tuo cuore, poiché da esso sono le fonti della vita”. Il cuore implica i più intimi sentimenti, motivi, desideri e bramosie. Se non si volgono nella giusta direzione, possono facilmente recare dolore e rovina alla persona, causando anche dolore e infelicità ad altri.

Quando Gesù Cristo fu sulla terra, fece comprendere che bisognava salvaguardare il cuore. I capi religiosi si preoccupavano più della purezza cerimoniale che della purezza del cuore. Quindi, disse loro: “Dal di dentro, dal cuore degli uomini, vengono i ragionamenti dannosi: fornicazioni, furti, assassinii, adultèri, concupiscenze, atti di malvagità, inganno, condotta dissoluta”. — Mar. 7:21, 22.

Che non salvaguardando il cuore si possano avere tali risultati ci è vivamente illustrato nella Parola di Dio dal caso di Amnon, figlio primogenito del re Davide. Avendo lasciato che una passione ignobile ed egoistica dominasse il suo cuore morì di morte prematura e violenta. I particolari ci sono narrati in II Samuele capitolo 13.

Amnon s’innamorò pazzamente della bella Tamar, sua sorellastra e vergine. Egli lasciò che questa passione divenisse così forte nel suo cuore che altri se ne accorsero, come il suo cugino e compagno, Gionadab, che gli chiese che cosa non andava. Amnon gli confidò: “Sono innamorato di Tamar sorella di Absalom mio fratello”. Gionadab, astuto e senza princìpi, consigliò ad Amnon di fingersi malato e poi chiedere a suo padre che la sorellastra Tamar gli servisse un pasto.

Amnon seguì sollecitamente questo ignobile consiglio, e suo padre, il re Davide, non sospettando nulla, mandò Tamar a casa di Amnon per fare delle frittelle e servirgliele. Doverosamente Tamar vi andò e cosse del “pane di consolazione” sotto i suoi occhi. Quando l’ebbe pronto, Amnon ordinò a tutti gli altri di lasciare la stanza. Quindi, allorché fu solo con Tamar l’afferrò e insisté perché avesse relazione con lui. Ma ella, essendo una vergine virtuosa, non ascoltò il suggerimento. Ella supplicò Amnon: “No, fratello mio! Non mi umiliare; poiché non è solito fare in questo modo in Israele. Non fare questa vergognosa follia. E io, dove farò andare io il mio biasimo? E tu, tu diverrai come uno degli uomini insensati in Israele”.

Ma Amnon non volle ascoltare ragioni. La sua passione era del tutto egoistica. Non si interessava di farla felice, come avviene di solito quando un giovane s’innamora di una ragazza. Così egli la costrinse, sì, violentò la sorellastra, una bella principessa vergine. Quindi, come avviene spesso in tali casi, avendo soddisfatto la sua passione puramente egoistica, la odiò.

Il racconto dice successivamente che Amnon cominciò ad odiarla tanto quanto prima l’aveva ‘amata’ o desiderata, e le ordinò di andarsene. Ma ella rifiutò di andarsene. Per cui egli ordinò al suo servitore: “Manda via da me questa persona, ti prego, di fuori, e serrale dietro la porta”. Ora non era la ‘diletta’ Tamar, ma “questa persona”. Il servo di Amnon ubbidì alla sua richiesta e condusse Tamar fuori della stanza. Tamar, grandemente afflitta e umiliata, si mise della cenere in testa (come si usava a quei giorni quando si provava grande dolore), si strappò la bella veste e si allontanò piangendo.

Suo fratello Absalom, vedendo la sua infelicità, immaginò quello che era accaduto. Le disse di non parlarne a nessuno e la portò a casa propria, dove rimase isolata. Ma egli nutrì odio verso Amnon per questa azione e progettò di vendicare l’onore di sua sorella. Due anni dopo, in occasione delle festività per la tosatura delle pecore, Absalom invitò suo padre il re Davide e i suoi servitori ad assistervi. Davide rifiutò e quindi Absalom lo persuase a farvi andare Amnon e gli altri figli del re.

Prima della festa Absalom diede ordine ai suoi servitori che, non appena Amnon fosse stato allegro per il vino bevuto, dovevano metterlo a morte alle parole di Absalom: “Abbattete Amnon!” I suoi servitori ubbidirono, uccidendo Amnon, per cui tutti gli altri figli del re fuggirono presi dal panico. Così Amnon pagò con la vita per non aver custodito il suo cuore, per aver ceduto all’egoistica passione violando la verginità della sorellastra Tamar.

La fine di Amnon mette chiaramente in risalto la veracità del principio scritturale circa l’importanza di custodire il proprio cuore. E il fatto che Amnon venne meno a questo riguardo recò molto dolore anche ad altri, alla bella Tamar e indubbiamente anche ai suoi intimi conoscenti. Certo recò dolore a suo padre. Ma molto probabilmente a causa del suo stesso peccato contro Uria in relazione a Betsabea, Davide non aveva potuto convincersi ad agire contro Amnon. Con la violenta morte di Amnon cominciò ad adempiersi la profezia pronunciata da Natan al tempo del grande peccato di Davide. — 2 Sam. 12:10.

Quale lezione possono oggi ricevere da ciò i cristiani? Che è essenziale custodire il proprio cuore. Se un giovane non lo custodisse, potrebbe lasciare che l’egoistica passione sessuale s’impadronisse a tal punto del suo cuore e della sua mente che non solo corteggerebbe una ragazza ma progetterebbe anche di rimanere solo con lei per poterla tentare a commettere fornicazione con lui onde soddisfare la sua egoistica passione. Ella potrebbe indebolirsi, o ragionare stoltamente che in questo modo gli dimostrerebbe che lo ama realmente, o che cedendo si assicurerebbe di farsi sposare. Ma se egli l’amasse veramente sarebbe disposto ad aspettare fino all’onorevole matrimonio.

Che stoltezza andare contro la Parola di Dio: “Fuggite la fornicazione”! Poi c’è sempre il senso della colpa. Di sovente la ragazza resta incinta. Allora che faranno? Il ragazzo la sposerà perché vi è costretto? Anche se la sposa, la ragazza è disonorata avendo un figlio illegittimo. — 1 Cor. 6:18.

Né questo è tutto. Per un giovane associato a una congregazione veramente cristiana tale atto potrebbe causarne la disassociazione, l’espulsione dalla congregazione. E se cerca d’essere riassociato, deve mostrare la sua sincerità frequentando le adunanze di congregazione dove nessuno gli parlerà, dando nel frattempo prova di pentimento. Quindi gli sarebbe imposto per un po’ di tempo un periodo di prova e per anni dopo gli sarebbero negati speciali privilegi e progresso nell’organizzazione di Geova.

Non ci sono dubbi in merito, la Bibbia si mostra verace coi suoi princìpi ammonitori. Quella di salvaguardare il cuore è la condotta saggia, poiché da esso sono le fonti della vita. Non salvaguardandolo ci si attira dolore e rovina oggi come al tempo del re Davide. Reca pure dolore ad altri. E da non trascurare è il fatto che tale condotta dispiace a Geova Dio. — Sal. 90:7, 8.

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