BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w65 1/5 pp. 276-280
  • Geova fa avverare la profezia

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Geova fa avverare la profezia
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • ESEGUITO IL GIUDIZIO SU GERUSALEMME
  • IL PATTO CON DAVIDE RIMANE IN VIGORE
  • GLI ANIMALI SELVATICI SAREBBERO STATI I SOLI ABITANTI PER SETTANT’ANNI
  • QUANDO COMINCIÒ E QUANDO FINÌ LA DESOLAZIONE
  • IL REGNO DI DIO NON FU ROVESCIATO PER SEMPRE
  • Lo spirito altero precede la caduta
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
  • geremia, libro di
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Cattività
    Ausiliario per capire la Bibbia
  • Una data su cui fa perno la storia
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1966
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1965
w65 1/5 pp. 276-280

Geova fa avverare la profezia

1. Fino a che punto gli uomini hanno potuto predire gli avvenimenti, e con quali risultati per i loro seguaci?

GLI uomini interpretano gli avvenimenti cercando di fare profezie. Alcuni hanno fatto predizioni, ma molto vaghe e incomplete, incapaci di fornire particolari. Nessuna si è dimostrata interamente accurata e fidata. In molti casi, quelli che hanno creduto alle loro profezie e le hanno seguite hanno avuto disastrosi risultati.

2. (a) Soltanto chi può fare una profezia verace, e perché? (b) Per quale ragione Geova fa profezie, e come le fa adempiere?

2 Solo Geova può fare veraci profezie, poiché egli ha un perfetto intendimento, non solo della mente dell’uomo e di tutti i fattori, animati e inanimati, che influiscono sugli avvenimenti, ma anche delle altre cose essenziali, cioè la capacità e la potenza di far avvenire tutte le cose che causano l’adempimento della sua profezia. Geova pronuncia profezie affinché il suo popolo conosca i suoi propositi. Quindi mantiene la sua parola con tutta la sua potente, invisibile organizzazione angelica e col suo irresistibile spirito santo o forza attiva; perciò egli fa in modo che la profezia sia mandata ad effetto e si avveri. Egli adempie il suo buon proposito, e nel farlo non viola mai nessuno dei suoi giusti princìpi.

ESEGUITO IL GIUDIZIO SU GERUSALEMME

3. (a) Per quali ragioni Geova predisse la desolazione di Gerusalemme e di Giuda? (b) Che cosa fecero i Babilonesi a Gerusalemme? (c) Che cosa ne fecero degli utensili del tempio, e portarono forse via l’arca del patto?

3 Per avvertire l’antica Gerusalemme, e per nostro beneficio oggi, mediante i suoi profeti Geova predisse la distruzione di Gerusalemme e la desolazione di Giuda e ne fornì i particolari. Esattamente al tempo stabilito si servì del re di una potenza mondiale come strumento per far avverare queste profezie. In precedenti edizioni abbiamo considerato perché fu deciso questo giudizio e come cominciò ad essere eseguito con l’assedio di Gerusalemme. Infine, l’esercito babilonese entrò in Gerusalemme il nono giorno del quarto mese, nell’undicesimo anno del re Sedechia di Giuda. Il decimo giorno del quinto mese, ab (2-3 agosto del 607 a.C.), esso distrusse completamente il tempio, il palazzo reale e le mura della città. Geremia, testimone oculare, ci dice che i Babilonesi abbatterono le colonne di rame del tempio e il gigantesco bacino di rame, il “mare di getto”. Presero anche gli utensili di rame, argento e oro. In quanto all’arca dorata del patto contenente le due tavolette di pietra su cui erano scritti i Dieci Comandamenti, evidentemente era già scomparsa, per cui non cadde in mano ai pagani. — Ger. 52:12-14, 17-23.

4. In che modo eseguì Geova il suo giudizio come prediceva Ezechiele 9:6-8?

4 Dio eseguì il suo giudizio anche sugli infedeli sacerdoti del tempio contaminato, come prediceva Ezechiele 9:6-8. “Il capitano della guardia prese Seraia, il sommo sacerdote, Sofonia, il secondo sacerdote, e i tre custodi della soglia, e prese nella città un eunuco che comandava la gente di guerra, sette uomini di fra i consiglieri intimi del re che furon trovati nella città, il segretario del capo dell’esercito che arruolava il popolo del paese, e sessanta privati che furono anch’essi trovati nella città. . . . e il re di Babilonia li fece colpire e mettere a morte a Ribla, nel paese di Hamath”. — Ger. 52:24-27, VR.

5. Che cosa fecero i Babilonesi all’“unto di Geova”, e con quale effetto su quelli che rispettavano la stirpe reale di Davide?

5 I giustizieri furono crudeli, impiccando alcuni prìncipi giudei con le loro stesse mani. Violentarono le donne entro Sion. Trucidarono i figli del re Sedechia davanti ai suoi occhi e lo deportarono a Babilonia, dove morì. Questo atto contro il re era come soffocare quelli che avevano rispetto per la stirpe reale di Davide: “Il respiro delle nostre narici, l’unto del Signore, è stato preso nei loro trabocchetti; di lui avevamo detto: ‘Alla sua ombra vivremo in mezzo ai popoli’”. — Lam. 4:20, Na.

IL PATTO CON DAVIDE RIMANE IN VIGORE

6. Come venne preservata la stirpe reale durante la prigionia a Babilonia?

6 Benché Geova eseguisse questo giudizio esattamente come aveva predetto, non dimenticò il suo indissolubile patto con Davide. Preservò provvidenzialmente uno della stirpe reale da cui potesse venire il promesso Sciloh. Fu Joiakin, nipote di Sedechia, che era stato portato in schiavitù nel 617 a.C. A Babilonia Joiakin ebbe figli, Scealtiel, Melchiram, Pedaia, Senassar, Jecamia, Osama e Nedabia. Di questi figli, Scealtiel fu reputato padre di Zorobabele, che divenne governatore di Giuda sotto la Persia e che ricostruì il tempio nella Gerusalemme restaurata. — 1 Cron. 3:15-19; Esd. 3:2, 8; Matt. 1:12; Luca 3:27.

7. Come fu similmente preservata la stirpe del sacerdozio aaronnico?

7 Similmente, quando il sommo sacerdote Seraia fu messo a morte Geova fece in modo che suo figlio Josedec fosse risparmiato e portato esule a Babilonia. (1 Cron. 6:14, 15) Egli ebbe un figlio chiamato Jeshua (o Giosuè; Versione dei Settanta: Gesù). Giosuè cooperò con Zorobabele nella ricostruzione del tempio nella Gerusalemme restaurata. In questo modo né la stirpe della casa di Davide né la stirpe della famiglia di sommi sacerdoti di Aaronne fu interrotta, ma continuò ad esistere finché comparve sulla scena Gesù Cristo. — Esd. 3:2; Neem. 12:26; Aggeo 1:1; Zacc. 3:1; Luca 3:1, 2.

8. Dopo la caduta di Gerusalemme, fu il paese reso immediatamente un desolato deserto?

8 Nebuzaradan, capo delle guardie, lasciò nel paese alcuni poveri come vignaioli e lavoratori forzati. Costituì su di loro Ghedalia, figlio di Ahikam, figlio di Shafan. (2 Re 25:12, 22) Ma Geova aveva detto che avrebbe ridotto “Gerusalemme in un monte di ruine, in un ricetto di sciacalli”, e che le città di Giuda sarebbero divenute “una desolazione senza abitanti”. (Ger. 9:11, VR; Ger. 4:7; 6:8; 26:9; 32:43; 33:10, 12; Zacc. 7:5, 14) Come avrebbe fatto avvenire ciò?

9. (a) In che modo Geremia era bene in grado di osservare il completo adempimento della sua profezia sulla desolazione di Giuda? (b) Che cosa accadde al governatore Ghedalia, e come considerò in seguito il popolo il consiglio dato da Geova mediante Geremia? (c) Fin dove giunse il rimanente in fuga, e avrebbe potuto sfuggire in quel luogo all’esecuzione del giudizio di Geova?

9 Geremia, a cui fu pure permesso di rimanere col popolo, narra che Ismaele, figlio di Natania, figlio di Elisama, della stirpe reale andò con un gruppo di uomini ad assassinare Ghedalia, quindi essi fuggirono da Giuda ad Ammon. I rimanenti capi del popolo chiesero a Geremia di pregare per avere i consigli di Geova, e ricevettero il suggerimento di rimanere nel paese di Giuda quali servitori del re Nabucodonosor. Ma essi respinsero questo consiglio e scesero in Egitto, portando con loro Geremia e il suo segretario Baruc. Essi stabilirono la loro dimora in Egitto a Tafnis, Migdol e Nof (Menfi) e nel paese di Patros. (Ger. 41:1 fino a 44:1) Ma non potevano evitare il giudizio di Dio in quel luogo, poiché Geova disse loro che avrebbe dato in mano dei suoi nemici anche il Faraone Hofra d’Egitto. — Ger. 44:2-30; vedere Ezechiele 29:17-20; 30:22-26.

GLI ANIMALI SELVATICI SAREBBERO STATI I SOLI ABITANTI PER SETTANT’ANNI

10. (a) Come fu ora adempiuta sul paese la legge sabatica di Geova? (b) In che modo fu rimarchevole il calcolo del tempo di questo adempimento? (c) In che modo il racconto del trentaseiesimo capitolo di 2 Cronache è una testimonianza della capacità di Geova di far avverare la sua parola?

10 Con quest’azione del popolo a metà del settimo mese, tishri o etanim, che nel calendario gregoriano corrisponderebbe circa alla data del 1º ottobre del 607 a.C., il paese di Giuda rimase completamente desolato, senza abitante umano o animale domestico. Il calcolo del tempo per l’adempimento della profezia di Geova è rimarchevole in questo caso. Poiché in questo settimo mese di etanim, il decimo giorno, il giorno dell’espiazione, suonava la tromba nell’anno del Giubileo per proclamare “la libertà nel paese per tutti i suoi abitanti”. Ciò diede inizio a un anno sabatico per il paese dato da Dio. (Lev. 25:8-22) In tal modo esattamente nel tempo appropriato dell’anno cominciò un ‘ininterrotta serie di sabati, per compensare tutti gli anni sabatici che i disubbidienti Israeliti non avevano osservato. La terra doveva godere figurativamente di un perfetto numero di anni sabatici, settanta, e durante questo tempo doveva essere completamente desolata, senza abitante umano, un luogo da evitare com’è evitato dai passanti un luogo visitato da spettri. Il racconto scritto in seguito, in testimonianza alla capacità di Geova di eseguire la sua parola, dice:

“Allora egli fece salire contro ad essi il re dei Caldei, . . . incendiarono la casa di Dio, demolirono le mura di Gerusalemme, . . . menò in cattività a Babilonia quelli ch’erano scampati dalla spada; ed essi furono assoggettati a lui ed ai suoi figliuoli, fino all’avvento del regno di Persia (affinché s’adempisse la parola dell’Eterno pronunziata per bocca di Geremia), fino a che il paese avesse goduto de’ suoi sabati; difatti esso dovette riposare per tutto il tempo della sua desolazione, finché furon compiuti i settant’anni”. — 2 Cron. 36:17-23, VR; vedere anche Daniele 9:1, 2.

11. (a) Come Giuseppe Flavio, citando lo storico caldeo Beroso, conferma che tutta la Giudea rimase in una condizione desertica per settant’anni? (b) Quale trattamento fu riservato al paese di Giuda, diverso da quello riservato a Samaria al tempo della sua cattività?

11 Lo storico secolare ebreo Giuseppe Flavio del primo secolo dell’Èra Volgare conferma il racconto biblico, scrivendo in merito alla desolazione di Gerusalemme:

Egli [lo storico caldeo Beroso del terzo secolo a.C.] fa un elenco della posterità di Noè, che aggiunge gli anni della loro cronologia, da Noè stesso a Nabopolassar re dei Babilonesi e dei Caldei, col racconto delle gesta di questo re. Egli ci dice che mandò suo figlio Nabucodonosor con un potente esercito in Egitto e in Giudea, dove, essendo informato di una rivolta, assoggettò il popolo, incendiò il nostro tempio a Gerusalemme, e condusse in schiavitù a Babilonia tutta la nostra nazione. Dopo ciò la nostra città rimase desolata per un intervallo di settant’anni, fino ai giorni di Ciro, re di Persia. — Libro 1, sezione 36, di To Epaphroditus on the Antiquities of the Jews in Answer to Apion.

E questa fu la fine della nazione degli Ebrei; avendo essa passato l’Eufrate due volte. Poiché il popolo delle dieci tribù fu portato via da Samaria dagli Assiri, ai giorni del re Osea. Dopo di che il popolo delle due tribù, che rimase dopo la presa di Gerusalemme, fu portato via da Nabucodonosor, re di Babilonia e della Caldea. Quanto a Salmanassar, egli portò via gli Israeliti dal loro paese, e vi mise la nazione dei Cuteani che avevano dimorato in precedenza nell’interno della Persia e della Media; ma allora furono chiamati Samaritani, prendendo nome dal paese in cui furono trasferiti. Ma il re di Babilonia, che portò via le due tribù, non mise nessun’altra nazione nel loro paese. In tal modo tutta la Giudea, e Gerusalemme, e il tempio, rimasero deserti per settant’anni. — Libro 10, capitolo 9, ultimo paragrafo di Antichità giudaiche, edizione di Whiston.

12. (a) Perché non possiamo calcolare il periodo di settant’anni di desolazione di Giuda dal 626 a.C.? (b) Possiamo cominciare a calcolare il periodo di settant’anni dal 617 a.C.? Spiegate la vostra risposta.

12 Perciò, quando si cominciarono a calcolare i predetti settant’anni di desolazione di Gerusalemme e di Giuda? Non nel 626 a.C., terzo anno di regno del re Joiakim, poiché a quel tempo non v’erano Giudei schiavi a Babilonia. E nel suo nono anno, nel 620 a.C., Joiakim divenne solo tributario del re di Babilonia. Nell’undicesimo anno del suo regno, nel 618 a.C., egli si ribellò a Nabucodonosor, che salì contro di lui.a Poco prima della fine dell’undicesimo anno di Joiakim, il suo figlio e successore Joiakin, che regnò solo tre mesi e dieci giorni, si arrese a Nabucodonosor, che assediava la città. Il 1º nisan del 617 a.C., (in primavera) cominciò il primo anno di regno di Sedechia, zio di Joiakin, che Nabucodonosor aveva fatto re di Gerusalemme, al posto di Joiakin. (2 Re 24:12-18) Questa, dunque, non era la desolazione ma solo la prigionia di un numero comparativamente piccolo di persone, cioè 3.023 Giudei con le loro mogli e famiglie. — Ger. 52:28.

QUANDO COMINCIÒ E QUANDO FINÌ LA DESOLAZIONE

13. (a) Perché non possiamo cominciare a calcolare i predetti settant’anni che da etanim, il settimo mese lunare, del 607 a.C.? (b) Se Giuda era desolato, come spieghiamo Geremia 52:30, secondo cui in seguito furono deportati altri Giudei?

13 Senza dubbio, quando il re Joiakim si ribellò apertamente a Nabucodonosor e quando in seguito Sedechia infranse il suo giuramento e si ribellò a Nabucodonosor nell’ultima parte del suo regno, non si poteva dire che la nazione fosse in cattività a Babilonia. Perciò i settant’anni di cattività ininterrotta a Babilonia non cominciarono che nel 607 a.C., nel mese di etanim, quando il paese rimase completamente desolato, allorché gli abitanti rimasti scesero in Egitto. A quel tempo i Giudei come nazione andarono in esilio a Babilonia, senza avere un re a Gerusalemme. Questo esilio durò per un ininterrotto periodo di settant’anni. (Dan. 9:1, 2) I settecentoquarantacinque Giudei portati in esilio, come menziona Geremia 52:30, non furono presi dal desolato paese di Giuda, ma vennero catturati in seguito quando Nabucodonosor, quale simbolica coppa di Geova, fece bere alle nazioni che confinavano col paese di Giuda l’amara pozione d’una violenta conquista. — Ger. 25:17-29.

14. (a) Quale ulteriore prova conferma che il periodo di settant’anni cominciò nel 607 a.C.? (b) Come Geova fece avverare la sua profezia che il paese avrebbe goduto dell’osservanza del suo sabato di settant’anni?

14 Quando sarebbe finita la desolazione? Nel 537 a.C., quando il re Ciro di Persia liberò il rimanente giudaico e questo partì da Babilonia e cominciò a ripopolare il paese di Giuda. Si può stabilire questa data servendosi delle registrazioni della storia secolare. Il periodo di desolazione del paese di Giuda cominciò settant’anni prima, nel 607 a.C. Nabucodonosor non portò nessuno ad occupare il paese di Giuda, come aveva fatto il re d’Assiria nel paese di Samaria quando lo aveva conquistato. Geova fece avverare la sua profezia con mezzi miracolosi e il paese di Giuda rimase completamente desolato, affinché si riposasse per i predetti settant’anni. — 2 Cron. 36:21-23.

15. Quale notizia ricevette Ezechiele nell’undicesimo anno del suo esilio, che recò un cambiamento nelle sue profezie?

15 Ezechiele, che si trovava a Babilonia, ebbe la notizia della distruzione nell’undicesimo anno del suo esilio a Babilonia, evidentemente prima che tornassero le vittoriose truppe di Nabucodonosor. Egli dice: “Il dodicesimo anno [secondo un certo calcolo] della nostra cattività, il decimo mese, il quinto giorno del mese, un fuggiasco da Gerusalemme venne a me, e mi disse: — La città è presa!” (Ezech. 33:21, VR) Da allora in poi, Ezechiele poté profetizzare in merito alla futura restaurazione alla fine dei settant’anni di desolazione. — Ezech. 36:1 fino a 37:28.

16. (a) L’avverarsi della desolazione fu forse motivo di gioia per Geova e per il suo profeta Geremia? (b) In che modo il libro di Lamentazioni rivela come si sentirono Geova e Geremia per la caduta di Gerusalemme?

16 Benché Geova mandasse ad effetto la sua profezia, fu questo una ragione di gioia per lui e per il fedele profeta Geremia? No. Egli ispirò Geremia a scrivere il libro biblico chiamato Lamentazioni, che descrive la triste condizione di Gerusalemme:

“Come giace deserta la città già piena di popolo: è come una vedova, la più grande fra le nazioni . . . I suoi nemici sono alla testa . . . perché il Signore l’ha afflitta a causa dei suoi molti peccati. I suoi bambini sono stati condotti prigionieri davanti al nemico. Dalla figlia [città] di Sion è scomparso ogni splendore”. — Lam. 1:1-6, 17, Na; Lam. 2:13; 5:16-22.

17. (a) Fu Geova reso infelice da questi avvenimenti, così da annullare il suo patto con Davide? (b) Come gli avversari di Sion divennero la “testa”?

17 Ma tale deplorevole condizione del popolo su cui era il nome di Dio e che soffriva a causa dei propri peccati contro Geova non annullò affatto il patto di Geova né lo rattristò riguardo ai suoi propositi. È vero che nel 607 a.C. gli avversari di Sion erano divenuti la “testa”. Il “trono di Geova” a Sion era stato rovesciato. Il regno tipico o in piccole proporzioni di Dio era finito. Sulla terra non v’era più alcun regno tipico di Dio per impedire alle nazioni Gentili o non giudaiche di ottenere il completo dominio del mondo. Col permesso di Dio ebbero il pieno controllo.

IL REGNO DI DIO NON FU ROVESCIATO PER SEMPRE

18. (a) Quale lungo periodo di tempo profetico cominciò nel 607 a.C.? (b) Perché Geova Dio non ne fu infelice? (c) Quale domanda sorge ora?

18 Perché Geova Dio non era infelice? Perché, nonostante questi ininterrotti “tempi dei Gentili” o “fissati tempi delle nazioni” cominciassero con la desolazione di Giuda nel settimo mese giudaico del 607 a.C., essi dovevano durare solo finché fosse venuto Sciloh, Colui che ha il diritto legale al rovesciato regno di Dio, e Dio gli desse la corona, il turbante reale, e lo scettro, per dominare in mezzo ai Gentili, le nazioni mondane sue nemiche. Quando sarebbe avvenuta l’intronizzazione del reale Figlio di Davide? Il celeste Re dell’eternità aveva stabilito il tempo. Egli lo predisse e lo fece scrivere nella sua Parola ispirata. L’avrebbe certamente mandato ad effetto. La prossima edizione de La Torre di Guardia considererà la durata dei “tempi dei Gentili”. — Gen. 49:10; Luca 21:24, Na; Ezech. 21:25-27; Sal. 110:1-6.

19. (a) In che modo le profezie concernenti il futuro re di Geova furono rese anche più sicure per i primi cristiani di quanto non lo fossero state ai giorni dei profeti? (b) Come lo esprime l’apostolo Pietro?

19 Ai loro giorni i profeti Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele avevano visto avverarsi molte precedenti profezie di Geova, ed avevano completa fiducia nella capacità di Geova di predire gli avvenimenti e di far avverare le parole della sua profezia. Perciò le profezie, molte delle quali furono scritte sotto ispirazione proprio da questi uomini, circa Colui che aveva il diritto legale e circa la sua venuta per esercitare la sovranità sul trono di Geova, erano ancora più sicure per gli apostoli e per i primi cristiani, poiché essi avevano una registrazione e perché assistettero anche all’adempimento di molte profezie di questi profeti. Pietro espresse questa fiducia: “Quindi abbiamo la parola profetica resa più sicura; e voi fate bene prestandole attenzione come a una lampada che risplenda in luogo tenebroso”. — 2 Piet. 1:19.

20. (a) Come possiamo essere ancora più sicuri oggi? (b) Che cosa rende sicuro l’adempimento delle profezie della Parola di Dio?

20 Dai giorni degli apostoli sono passati diciannove secoli e possiamo essere ancora più sicuri dei cristiani del primo secolo, poiché da allora si sono adempiute numerosissime profezie. Colui a cui appartiene il diritto legale strapperà completamente alle nazioni il dominio mondiale e lo terrà permanentemente per la benedizione di tutte le famiglie della terra. Poiché dobbiamo ricordare, come disse ulteriormente Pietro: “Nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione. Poiché la profezia non fu mai recata dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini parlarono da parte di Dio mentre erano sospinti dallo spirito santo”. L’onnisapiente Datore della profezia è anche Colui che con la sua onnipotenza la fa avverare. — 2 Piet. 1:20, 21.

[Nota in calce]

a Ciò avvenne nell’ottavo anno di Nabucodonosor, che decorse dal 1º nisan del 618 a.C. al 29 adar del 617 a.C. (da primavera a primavera). Il suo nono anno era cominciato (il 1º nisan del 617 a.C.) al tempo in cui erano stati portati via Joiakin e gli altri prigionieri giudei. — 2 Cron. 36:9, 10.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi