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  • Giudea
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • ebrei della Giudea ebbero molta persecuzione da parte dei loro compatrioti non credenti. (I Tess. 2:14) Infine nel 66 E.V., quando gli eserciti romani al comando di Cestio Gallo si ritirarono da Gerusalemme, i cristiani, ubbidendo alle parole profetiche di Gesù, da Gerusalemme e dalla Giudea fuggirono ai monti, sottraendosi così alla terribile distruzione che si abbatté su Gerusalemme nel 70 E.V. — Matt. 24:15, 16; Mar. 13:14; Luca 21:20, 21.

  • Giudeo
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    • Giudeo

      [lodato; (oggetto di) lode].

      Appartenente alla tribù di Giuda. Il nome non ricorre nella Bibbia prima della caduta del regno delle dieci tribù d’Israele. Il regno meridionale era chiamato Giuda, e la popolazione, figli di Giuda o figli della tribù di Giuda. Il primo a usare l’appellativo “Giudei” fu lo scrittore dei libri di Re, senza dubbio Geremia, il cui servizio profetico iniziò nel 647 a.E.V. (Vedi II Re 16:6; 25:25). Dopo l’esilio così veniva chiamato qualsiasi israelita rimpatriato (Esd. 4:12; 6:7; Nee. 1:2; 5:17) e, successivamente, il nome fu esteso a tutti gli ebrei in ogni parte del mondo, per distinguerli dalle nazioni gentili. (Est. 3:6; 9:20) I gentili che abbracciavano la fede dei giudei e diventavano proseliti circoncisi pure si dichiaravano giudei. (Est. 8:17) Comunque, nelle Scritture Ebraiche, l’espressione “residente forestiero” può riferirsi a uno che aveva adottato la religione dei giudei (Ger. 22:3), e anche nelle Scritture Greche Cristiane a volte sono chiamati “proseliti”. (Atti 2:10; 6:5; 13:43) In Atti 24:24 ricorre la forma femminile “Giudea”.

      Quando Gesù era piccolo, gli astrologi chiesero: “Dov’è il nato re dei Giudei?” (Matt. 2:1, 2) Sul palo di tortura di Gesù Pilato fece apporre l’iscrizione: “Gesù il Nazareno, il Re dei Giudei”. — Giov. 19:19.

      USO FIGURATIVO

      L’apostolo Paolo, per dimostrare che i giudei erano in errore quando vantavano la propria discendenza carnale e confidavano nelle opere della Legge per avere il favore di Dio, disse: “Poiché non è Giudeo colui che lo è di fuori, né è circoncisione quella che è di fuori nella carne. Ma è Giudeo colui che lo è di dentro, e la sua circoncisione è quella del cuore mediante lo spirito, e non mediante un codice scritto. La lode di una tale persona viene non dagli uomini, ma da Dio”. (Rom. 2:28, 29) Qui Paolo, giocando sul significato del nome “Giudeo”, spiega che per avere la lode di Dio Lo si deve in realtà servire di cuore, mediante lo spirito. Questo ragionamento è simile a quello che fa in Romani capitolo 4, dove spiega che vero seme di Abraamo sono coloro che hanno la fede di Abraamo. Inoltre sottolinea che nella congregazione cristiana la nazionalità non ha alcuna importanza, poiché “non c’è né Giudeo né Greco [gentile]”. (Gal. 3:28) Il risuscitato Gesù Cristo si rivolse alla congregazione di Smirne, confortandone i componenti per la persecuzione che subivano soprattutto da parte dei giudei, e disse: “Conosco . . . la bestemmia di quelli che dicono d’essere essi stessi Giudei, e non lo sono ma sono una sinagoga di Satana”. — Riv. 2:9.

  • Giudici
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    • Giudici

      Questo termine traduce l’ebraico palìl e indica coloro che hanno la responsabilità di decidere cause legali. In Giobbe 31:11, 28 l’espressione “da [porsi all’attenzione dei] giudici” è usata con funzione di aggettivo per descrivere errori che richiedono un giudizio. La versione a cura di Ricciotti la rende “un’iniquità grandissima” (v. 11) e “un’iniquità somma” (v. 28) anziché “un errore da [porsi all’attenzione dei] giudici”. L’errore in questione al versetto 11 è l’adulterio (vv. 9, 10), reato che all’epoca di Giobbe poteva essere giudicato dagli anziani alla porta della città. (Confronta Giobbe 29:7). L’“errore” menzionato al versetto 28 riguarda invece materialismo e idolatria commessa in segreto (vv. 24-27), errori della mente e del cuore che non possono essere stabiliti per bocca di testimoni. Quindi nessun giudice umano poteva determinare la colpevolezza. Giobbe però riconosceva evidentemente che Dio poteva giudicare tali errori e che erano abbastanza gravi da richiedere il suo giudizio.

      Un altro termine ebraico, shaphàt, tradotto “giudice”, si riferisce agli uomini suscitati da Geova per liberare il suo popolo prima che Israele avesse re umani. (Giud. 2:16) Mosè, essendo il mediatore del patto della Legge e il condottiero nominato da Dio, giudicò Israele per quarant’anni. Ma il periodo dei giudici propriamente detto ebbe inizio con Giosuè e si protrasse finché giudicava Samuele, cioè per 356 anni dalla morte di Mosè nel 1473 a.E.V. fino all’inizio del regno di Saul nel 1117 a.E.V.

      I giudici provenienti da varie tribù di Israele erano scelti e nominati da Geova. Giosuè era della tribù di Efraim e Samuele era levita. (Num. 13:8, 16; I Sam. 1:1; I Cron. 6:16, 33, 34) Fra Giosuè e Samuele ci furono i seguenti tredici giudici (senza contare Debora):

      Giudice Tribù Giudice Tribù

      Otniel Giuda lair Manasse

      Eud Beniamino Iefte Manasse

      Samgar (?) Ibzan Zabulon (?)

      Barac Neftali (?) Elon Zabulon

      Gedeone Manasse Abdon Efraim

      Tola Issacar Sansone Dan

      Eli Levi

      Non è sempre possibile stabilire la zona esatta su cui ciascuno dei giudici aveva giurisdizione e l’epoca in cui giudicava. Alcuni possono aver giudicato contemporaneamente in diverse regioni di Israele, e tra l’uno e l’altro ci furono periodi di oppressione. — Vedi CORTE DI GIUSTIZIA; CRONOLOGIA; GIUDICI, LIBRO DEI; e i giudici di Israele sotto i rispettivi nomi.

  • Giudici, libro dei
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    • Giudici, libro dei

      Questo libro biblico abbraccia un periodo di circa 330 anni fra la conquista di Canaan da parte di Israele e l’inizio della monarchia. (Vedi CRONOLOGIA, pp. 294, 295). Precedentemente gli israeliti erano stati avvertiti che, se non avessero scacciato gli abitanti del paese com’era stato divinamente comandato, avrebbero finito per adottare le abiette consuetudini religiose dei cananei. Così sarebbero incorsi nel disfavore di Geova e sarebbero stati abbandonati ai loro nemici. (Eso. 23:32, 33; 34:11-17; Num. 33:55; Deut. 7:2-5) La documentazione storica del libro di Giudici dimostra che fu proprio quello che avvenne. Tuttavia, anziché soffermarsi sull’infedeltà di Israele e la conseguente oppressione straniera, il libro descrive principalmente le imprese dei giudici e il modo meraviglioso in cui Geova per mezzo loro liberò il suo popolo. Così viene dato risalto alla capacità salvifica di Geova e alla sua longanimità, misericordia, immeritata benignità e giustizia. I giudici stessi si distinguono come chiari esempi di fede. — Ebr. 11:32-34, 39, 40.

      DISPOSIZIONE DEL MATERIALE

      Giudici si ricollega al libro biblico che lo precede con le parole iniziali: “E dopo la morte di Giosuè . . . ”. Comunque alcuni degli avvenimenti ivi

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