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Quel che ero e quel che sonoSvegliatevi! 1978 | 8 gennaio
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Presi la determinazione di andare avanti nel cambiamento della mia condotta. Troncai quindi ogni legame con un passato burrascoso, ne eliminai ogni traccia esteriore: regali, lettere, ricordi, amicizie, relazioni. Ogni volta che bruciavo qualche regalo, qualche oggetto ricevuto in dono che suscitava in me brutti ricordi, pregavo e mentre pregavo mi sentivo meglio.
Studiai per circa nove mesi la Parola di Dio e infine, nell’agosto del 1976, dedicai la mia vita a Geova Dio simboleggiandolo col battesimo, presentandomi come una nuova persona. Sì, sono davvero nuovo, e ora che la Parola di Dio ha potentemente operato in me trasformandomi, benché provi angoscia pensando al mio passato irripetibile, trovo anche nuovo coraggio nel confrontare la mia vita passata a quella attuale purificata, la mia disperazione ormai passata alla mia attuale vita quieta e felice con belle prospettive future.
Se mai qualche lettore avesse avuto la mia triste esperienza, a lui un particolare, forte incitamento: Coraggio! Si può cambiare. La Parola vivente di Geova Dio dice: “Né uomini che giacciono con uomini . . . erediteranno il regno di Dio. E questo ERAVATE alcuni di voi. Ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati dichiarati giusti nel nome del nostro Signore Gesù Cristo e con lo spirito del nostro Dio”. (1 Cor. 6:9-11) Non è questo passo biblico una potente espressione di vittoria sulle cose basse che avviliscono l’umanità? — Da un collaboratore.
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È giusto attribuire titoli agli uomini?Svegliatevi! 1978 | 8 gennaio
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Qual è la veduta della Bibbia?
È giusto attribuire titoli agli uomini?
RIVOLGENDO le sue parole principalmente al sofferente Giobbe, il giovane Eliu disse: “Lasciate, vi prego, che io non mostri parzialità a un uomo; e non conferirò titolo a uomo mortale; poiché per certo non so come io possa conferire un titolo; facilmente il mio Fattore mi porterebbe via”. (Giob. 32:21, 22) Dobbiamo concludere da questo che sia errato attribuire titoli agli uomini quando ci rivolgiamo loro? Oppure è appropriato usare certi titoli in alcuni casi?
Si deve notare che Eliu mise in relazione il conferire un titolo con il mostrare parzialità. Parlando a Giobbe, perciò, egli non ricorse ad alcuna sorta di adulazione. Né permise che la persona dell’afflitto Giobbe condizionasse quello che aveva da dire. Eliu osservò il principio della Legge data in seguito a Israele: “In quanto al misero, non devi mostrare preferenza nella controversia”. (Eso. 23:3) E benché giovane, Eliu non prese le parti dei compagni di Giobbe a motivo della loro età e posizione. Presentò le cose com’erano in realtà, e non adulò i compagni di Giobbe conferendo loro un titolo né si lasciò influenzare in quello che aveva da dire.
L’esempio di Eliu ben illustra che sarebbe sbagliato inventare titoli adulatori. Chi usa un simile trattamento parziale agisce ingiustamente e incorre nel disfavore di Dio. Eliu lo riconobbe, come si capisce dalle sue parole: “Facilmente il mio Fattore mi porterebbe via”, vale a dire nella sua ira. — Giob. 32:22.
Poiché la congregazione cristiana è un’‘associazione
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