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  • I cieli fisici dichiarano la gloria di Dio

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  • I cieli fisici dichiarano la gloria di Dio
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
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  • FUORI E OLTRE IL NOSTRO SISTEMA SOLARE
  • EPPURE PIÙ GRANDE DI TUTTO QUESTO È GEOVA
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    Svegliatevi! 1972
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2007
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    Avviciniamoci a Geova
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1952
w52 1/1 pp. 11-14

I cieli fisici dichiarano la gloria di Dio

CONTEMPLANDO la vastità e la celeste maestà della distesa stellata, pieno di profonda riverenza Davide dell’antichità fu indotto a esclamare: “O Geova, Signor nostro, quanto è eccellente il tuo nome. . .! Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle, che tu hai disposte; che cos’è l’uomo, che tu ne abbia memoria?” (Sal. 8:1, 3, 4, SA) Davide fu profondamente impressionato dall’infinita grandezza del Creatore e dalla sua propria piccolezza.

Gli astronomi di oggi sono ben muniti di giganteschi telescopi per mezzo dei quali possono scrutare lo spazio stellare fino a grande distanza. Quindi se l’astronomo Davide poté pervenire alla sua saggia conclusione più di 3.000 anni fa senza nemmeno un binocolo da teatro, quanto riprovevole è questa bene informata èra moderna per il suo impudente rifiuto di riconoscere Geova Dio come il sapientissimo Creatore dei cieli fisici! Certo essi sono senza scusa, poiché “le sue invisibili qualità sono chiaramente vedute dalla creazione del mondo in poi, poiché sono comprese dalle cose fatte, persino la sua eterna potenza e divinità, per cui essi [di questo “saccente” mondo] sono inescusabili”. — Rom. 1:20, NM.

Ma solamente perché i cosiddetti scienziati e “sapienti” di oggi sono di vista così corta e pensano tanto a sé da mancar d’apprezzare che Geova Dio è la grande Causa Prima e il Creatore dell’universo, questa non è una ragione per la quale il resto dell’umanità debba seguire il loro cieco corso e cadere stupidamente nello stesso baratro d’ignoranza volontaria. I ben noti fatti e le cifre scientifiche parlino da se stessi, e mentre essi mostrano l’onnipotenza di Dio, consideriamo la loro testimonianza con mente aperta, ragionevole e logica. Considerate questa terra e il nostro sistema solare, e oltre a questo, le meraviglie dell’universo, la sua gloria, bellezza, unità e illimitata estensione. Consideri tutto questo, e una persona con mente ragionevole deve ammettere che vi è un Creatore, e che la Sua sapienza, conoscenza, potenza ed eternità sono molto superiori a chiunque e a qualsiasi altra cosa nello spazio cosmico.

Consideriamo innanzi tutto questo globo sul quale viviamo, l’abitazione dell’uomo fra le stelle e i pianeti. Per enumerare tutte le meravigliose condizioni che rendono possibile la vita qui ci vorrebbero molti volumi. Perciò, un epitome di alcune di queste meraviglie deve bastare. Per citare una recente pubblicazione della Watchtower solo in inglese, Evoluzione contro il Nuovo mondo, pagine 35 e 36:

“La terra è il solo pianeta sul quale la vita come noi la conosciamo potrebbe esistere. Se la terra rotasse sul suo asse più velocemente o più lentamente, rendendo i giorni e le notti molto più corti o più lunghi, tutta la vita morrebbe o per il gelo la notte o per il calore durante il giorno. Il sole è la fornace della terra, e il nostro globo è lontano abbastanza per essere dovutamente riscaldato onde vi esista la vita. Ma se la terra si muovesse più velocemente o più lentamente nella sua orbita attorno al sole sarebbe troppo lontana dal sole o ad esso troppo vicina per la vita. La temperatura della superficie del sole di 6.500 gradi centigradi è proprio giusta per riscaldare la terra. Se la media annua della temperatura sulla terra salisse o scendesse di cinquanta gradi, la vita arrostirebbe o gelerebbe. Di tutte le stelle e di tutti i soli dell’universo con le loro grandi variazioni in grandezza e radiazione, è il nostro sole che è appropriato per gli abitanti della terra. Se la nostra luna fosse più vicina, le maree che essa causa inonderebbero i bassopiani, corroderebbero i monti, e con i continenti le acque libellate coprirebbero l’intera terra per una profondità di due chilometri e mezzo. Se l’asse della terra non avesse un’inclinazione di ventitrè gradi noi non avremmo nessuna stagione, i poli sarebbero in un eterno crepuscolo, il vapore acqueo dagli oceani si sposterebbe verso nord e verso sud e ammasserebbe enormi continenti di neve e di ghiaccio nelle zone polari, lasciando deserto lo spazio intermedio, e infine gli oceani scomparirebbero e cesserebbe la pioggia, e l’accumulato peso del ghiaccio ai poli farebbe gonfiare l’equatore, con paurosi risultati. Il miscuglio dei gas nell’atmosfera è giusto, e se fosse alquanto diverso, se fosse più leggero o pesante, la vita cesserebbe. Le probabilità che tutte queste e altre condizioni essenziali sarebbero accadute per caso sono di una contro miliardi”.

Manifestamente, questo meraviglioso globo, con tali varie condizioni in perfetto equilibrio, non è venuto all’esistenza per puro caso o mediante l’operazione d’una forza oscura o spontanea evoluzione. Piuttosto, fu progettato e preparato da un Creatore d’intelligenza infinita per l’espresso proposito di sostenere le creature umane. “Poiché così parla l’Eterno che ha creato i cieli, l’Iddio che ha formato la terra, l’ha fatta, l’ha stabilita, non l’ha creata perché rimanesse deserta, ma l’ha formata perché fosse abitata: io sono l’Eterno e non ve n’è alcun altro”. (Isa. 45:18; 42:5; Sal. 115:16) Egli la fece anche perché durasse per tutta l’eternità. — Eccl. 1:4.

“Con la sapienza Geova fondò la terra” per abitazione dell’uomo, poiché se Egli avesse scelto qualsiasi altro dei nove pianeti del nostro sistema solare, la vita umana sarebbe stata impossibile. (Prov. 3:19, SA) Su Mercurio, il pianeta più vicino al sole, la temperatura è centinaia di gradi sopra zero su una parte e nello stesso tempo centinaia di gradi sotto zero sulla parte opposta. Venere, il secondo più vicino al sole, è avvolto in perpetue nubi così dense che la luce solare non lo raggiunge mai. Quindi viene la terra, proprio al posto giusto. Su Marte, il quarto pianeta dal sole, la temperatura media è intorno allo zero, e oltre Marte, sugli altri pianeti, la vita è impossibile. Che dire della nostra luna? Senza un’atmosfera e con un cambiamento di temperatura dal giorno alla notte di più di 225 gradi centigradi, non vi è la minima possibilità che l’uomo potrebbe vivere sulla luna. Quindi ringraziamo e lodiamo tutti Geova, il quale, per la nostra vita e comodità e mediante la sua infinita sapienza, “sospende la terra sul nulla” esattamente alla distanza dal sole. — Giob. 26:7.

Soldati che viaggiano da casa intorno a metà del mondo sono impressionati dalla grandezza della terra, 40.000 chilometri intorno all’equatore. Al piccolo uomo la terra infatti sembra vastissima, ma paragonata al sole o ad altri corpi celesti questo globo è un semplice granello di sabbia. Se il sole fosse vuotato e la terra posta al centro, la nostra luna, che dista 385.000 chilometri da noi, potrebbe continuare a percorrere la sua orbita con 305.000 chilometri d’avanzo. La piccola terra ha un diametro inferiore a 13.000 chilometri; il maestoso sole lo ha di 1.390.000 chilometri!

Iddio “vide che questo era buono”, avere il sole come punto centrale intorno al quale gira la nostra terra, poiché è la potenza e la sorgente di luce, calore ed energia della terra. (Gen. 1:14-19) E qual terrificante palla di fuoco è essa! Del totale calore irradiato dal sole, solo una parte di 1.000 milioni di parti raggiunge incessantemente questo globo, eppure questa piccola quantità è tanto grande che supera la nostra comprensione. Dei calcoli dicono che sarebbe necessario bruciare 1.000 milioni di tonnellate di carbone per ogni secondo per ottenere la quantità del calore ricevuto.

Scienziati e inventori si vantano delle velocità ultrasoniche che essi hanno raggiunto, e delle distanze che sperano di superare qualche giorno in razzi “astronavi”; ma, considerando le distanze cosmiche e le velocità planetari, le più grandi scoperte della scienza sono estremamente piccole. Il sole, per esempio, dista di media 149.500.000 chilometri. Ma quant’è questa distanza, piccolo uomo? Ecco, se viaggiaste su un moderno treno direttissimo a 150 chilometri all’ora, giorno e notte, impieghereste più di 114 anni soltanto per andare al sole! Per giungere alla stessa destinazione da Plutone, il più lontano pianeta del nostro sistema solare, ci vorrebbero più di 4.200 anni.

Nello stesso tempo il nostro globo ruota giornalmente sul suo asse con una velocità della superficie all’equatore di più di 1.600 chilometri all’ora. Gira intorno al sole alla velocità di 100.000 chilometri all’ora, senza variare tanto quanto 1/1000 di secondo in questo giro annuo di quasi 900.000.000 di chilometri. Ma questo non è tutto. L’intero sistema solare — il nostro sole, la luna, la terra e gli altri pianeti — mentre essi mantengono questo perfetto orario tra loro, tutto assieme si muove nello spazio verso la direzione generale della stella Vega alla velocità di quasi 70.000 chilometri all’ora, una velocità 21 volte maggiore di quella d’un proiettile di cannone. Nessuna scoperta elettronica fatta dall’uomo per il calcolo del tempo potrebbe regolare questi movimenti con tale accuratezza e precisione.

FUORI E OLTRE IL NOSTRO SISTEMA SOLARE

Quando il fedele Davide contemplò la bellezza e la grandezza del cielo notturno egli guardava oltre questo piccolo sistema solare nel quale ci muoviamo. Per lui era come se fosse stato nell’interno di una tenda scorgendo una grande cortina intessuta di scintillanti gioielli, diamanti e pietre preziose. Davide sapeva che lo stesso Geova Dio il quale aveva formato la terra aveva pure fatto le stelle. Tutto era la Sua incomparabile opera. Isaia il profeta, guardando la medesima volta stellata del cielo, comprese perché Geova assomigliò questa sfera del mondo a un inferiore sgabello. — Gen. 1:16; 2 Re 19:15; Sal. 102:25; 104:1, 2; Isa. 42:5; 44:24; 66:1, 2; Atti 7:48-50.

Ma ciò che quegli uomini dell’antichità videro in una volta fu al massimo solo 2.000 stelle circa, una piccolissima parte della gloria celeste che forma la nostra galassia, comunemente chiamata Via Lattea. Il telescopio ha portato alla vista tante stelle che l’uomo non le può nemmeno contare. In una zona del cielo non maggiore di quella dell’Orsa Maggiore, vi sono 50.000.000 di stelle, e calcoli basati su vere fotografie dicono che ci sono almeno 50.000.000.000 di stelle nella Via Lattea. Quindi è dimostrata verace la Parola di Dio: come l’uomo non può contare i granelli della sabbia del mare così non può contare le stelle. — Ger. 33:22, Mo

Quanto grande è la Via Lattea quindi nella quale miliardi di stelle sono “affastellate”? L’uomo la può misurare abbastanza accuratamente, ma dopo aver fatto questo il suo cervello è troppo piccolo per comprendere realmente qual grande spazio essa occupa. Ne dubitate voi? Volete provare, dove tutti gli altri non riescono, immaginando com’è grande la nostra galassia? Ecco le cifre.

Ricordate quanto è lontano da qui al sole e quanto tempo impieghereste per andarvi su un treno velocissimo: 114 anni. Ebbene, la seconda stella più vicina è 300.000 volte più lontana del sole. Se, dopo averla raggiunta, voi tornaste alla terra il vostro viaggio completo richiederebbe 69.000.000 di anni. Nessun umano può immaginare quanto sia lungo questo tempo, quindi come si può comprendere quanta distanza vi è nel diametro equatoriale della Via Lattea quando esso è uguale a 4.000 di tali viaggi di andata e ritorno? Ecco, un raggio di luce, che percorrerebbe lo spazio alla velocità di 300.000 chilometri al secondo, impiegherebbe 33.000 anni per giungere da un lato della Via Lattea all’altro!

L’immaginazione dell’uomo vacilla pensando che il sole è 108 volte più grande della terra nel diametro, eppure vi è una innumerevole schiera di altre stelle molte volte più grandi del sole. Aldebaran è 40 volte più grande del sole e 90 volte più risplendente. Ma questo è nulla. La più grande stella nota all’uomo, Antares, è 14.000 volte più grande del nostro sole. Pensateci su, una fusa palla di fuoco del diametro di 580.000.000 di chilometri, e 90.000.000 di volte più brillante del nostro sole! Soltanto la sua gran lontananza la fa apparire piccola.

EPPURE PIÙ GRANDE DI TUTTO QUESTO È GEOVA

Come in tutta la creazione di Dio, vi è un’infinita varietà fra le stelle. Ciascuna ha la sua propria bellezza astrale. Un astro è differente dall’altro in gloria”. (1 Cor. 15:41) Alcuni sono bianchi, alcuni gialli, alcuni blu, e altri son rossi. Ciascuno si muove a una sua particolare velocità. La più veloce stella luminosa è Arturo, con una velocità di 120 chilometri al secondo (circa 432.000 chilometri all’ora). Ragione sufficiente per cui Dio potesse usarla per illustrare quanto sia piccolo e impotente l’uomo. “Puoi tu . . . condur fuori Arturo?” domandò l’Onnipotente a Giobbe. (Giob. 38:32) Alcune stelle sono più fredde del nostro sole, altre sono due volte, tre volte e anche cinque volte più calde. Alcune sono più risplendenti; altre sono molto fioche. La coda di una cometa praticamente è un vuoto, del peso di un quattro-sestilionesimo (1/4000000000000000000000) soltanto di un simile volume d’aria, mentre una stella nana è così incredibilmente pesante che sedici centimetri e mezzo cubi d’essa pesa 1.000 tonnellate! Meraviglie davvero! che mostrano la gloria e la maestà del loro Creatore.

Rimpicciolendo l’uomo ed esaltando anche di più Geova, i giganteschi telescopi rivelano che questa galassia alla quale appartiene la terra è solo un’isola universale nel mare dello spazio. Fuori ed oltre la nostra Via Lattea vi sono più di 100.000.000.000 di altre Vie Lattee chiamate nebulose, ciascuna contenente miliardi di soli, stelli e pianeti. Il telescopio di 500 centimetri di Palomar può raggiungere 1.100.000.000 di anni luce (un anno luce corrisponde a 9 trilioni e mezzo di chilometri), e ancora non c’è fine per le stelle. Questo vuol dire che queste stelle son così lontane che la luce che si partì da loro 1.100.000.000 di anni fa sta giungendo appena ora al nostro globo. Tenendo presente questi fatti astronomici, queste distanze, quanto più grande del tempo e dello spazio e di tutto ciò che li colma dev’essere Geova Dio! Quale potenza di comunicazione egli deve possedere! Poiché momento per momento egli sa quello che accade nel più lontano angolo dell’infinità. No, nemmeno “i cieli e i cieli de’ cieli” possono contenere Geova. — 1 Re 8:27; 2 Cron. 2:6; 6:18.

Ancora la domanda: “Che cos’è l’uomo che tu n’abbia memoria?” Ancora la sola, verace risposta: paragonato con Dio Onnipotente, il Creatore dei cieli e della terra, oh l’uomo è tanto, tanto piccolo! “Ecco, le nazioni sono, agli occhi suoi, come una gocciola della secchia, come la polvere minuta delle bilance. Tutte le nazioni son come nulla dinanzi a lui; ei le reputa meno che nulla, una vanità. A chi vorreste voi assomigliare Iddio?” Geova Dio è colui “che sta assiso sul globo della terra, e gli abitanti d’essa sono per lui come locuste; egli distende i cieli come una cortina, e li spiega come una tenda per abitarvi. Levate gli occhi in alto, e guardate: Chi ha create queste cose? Colui che fa uscir fuori, e conta il loro esercito, che le chiama tutte per nome”. Il piccolo uomo non può neanche contare le stelle tanto meno le può chiamare per nome. — Isa. 40:15, 17, 18, 22, 26.

Se tutta questa creazione loda Geova per colui e ciò ch’egli è, quindi “tutta la terra tema Geova; lo paventino tutti gli abitanti del mondo”! — Sal. 33:8, SA; Sal. 148:1-6.

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