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  • g75 8/11 pp. 28-30
  • È oggi l’“estasi” religiosa una prova dello spirito di Dio?

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  • È oggi l’“estasi” religiosa una prova dello spirito di Dio?
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g75 8/11 pp. 28-30

Qual è la veduta della Bibbia?

È oggi l’“estasi” religiosa una prova dello spirito di Dio?

“I SUONI semplicemente vennero fuori come se l’avessi saputo fare in tutta la mia vita”, spiegò una donna che di recente cominciò a parlare in “lingue”. Ella aggiunse: “Era così naturale e bello. Provai grande pace, pace interiore e intimità con Dio. E piansi. Non si poteva fare a meno di piangere, era così bello”.

Questa donna è fra le centinaia di migliaia di “carismatici” che affermano d’essere stati forniti dallo spirito di Dio dei “doni” (cha·risʹma·ta, greco) come quelli di guarigione, profezie e parlare in lingue sconosciute. (Si paragoni I Corinti 12:4, 9, 10). Spesso tali avvenimenti sono accompagnati da sensazioni di “estasi” religiosa, che l’Encyclopædia Britannica (edizione del 1974) definisce come “l’esperienza di una visione interiore di Dio o della propria relazione o unione col divino”.

Le forti emozioni che accompagnano tale “esperienza” hanno indotto molti a credere d’aver ricevuto lo spirito santo di Dio. È oggi l’estasi religiosa realmente una prova dello spirito di Dio?

In tutta la storia umana innumerevoli individui associati a ogni tipo di credenza religiosa hanno attestato di aver avuto esperienze estatiche con il soprannaturale. Esperienze come questa erano comuni, per esempio, nelle antiche “religioni del mistero” pagane ed erano considerate come una prova della “rinascita” in senso mistico. Ma queste esperienze, per quanto potessero essere piacevoli, non venivano da Dio, poiché riguardo a tali pratiche religiose la Bibbia dice: “Le cose che le nazioni sacrificano le sacrificano ai demoni, e non a Dio”. — 1 Cor. 10:20.

Il libro biblico di Giobbe riporta un discorso di Elifaz il Temanita in cui egli narra la seguente esperienza religiosa soprannaturale: “Uno spirito stesso passò sulla mia faccia; mi si drizzavano i peli della carne. . . . una forma era davanti ai miei occhi; c’era calma, e ora udii una voce”. (Giob. 4:15, 16) Quell’esperienza causata da uno spirito non ebbe comunque origine da Dio, come si comprende dal fatto che Dio rimproverò Elifaz per ‘non aver pronunciato riguardo a lui ciò che è verace’. — Giob. 42:7.

Che dire di oggi? È possibile che le esperienze di estasi religiosa che alcune persone attribuiscono allo “spirito santo” non vengano dopo tutto da Dio? Evidentemente è così, poiché tali sensazioni piacevoli possono ancora essere accompagnate da pratiche che Dio disapprova. Per esempio, nel suo libro Patterns of Prophecy, l’autore Alan Vaughan dice di quando perviene a uno “stato psichico”: “Con questo viene spesso una sorta di sensazione amorevole, e sorge un senso di benessere interiore che fa essudare quella che potrei chiamare una sensazione carismatica”. Ma anziché considerare le capacità “psichiche” come prova dello spirito di Dio, la Bibbia associa le pratiche occulte come la chiaroveggenza e la prescienza all’influsso di demoni o “malvage forze spirituali”. — Atti 16:16; Deut. 18:10-12; Efes. 6:12.

È quindi ovvio che le esperienze di estasi religiosa o di altre capacità straordinarie non sono in se stesse una prova dello spirito di Dio. Esse possono venire infatti da fonti demoniche. Come può sapere dunque una persona se ha realmente lo spirito santo di Dio?

La prova di ciò apparirebbe principalmente dal modo in cui la persona si comporta di giorno in giorno. Come si espresse l’apostolo Paolo: “Voi non siete in armonia con la carne, ma con lo spirito, se lo spirito di Dio dimora veramente in voi”. (Rom. 8:9) Lo spirito di Dio diviene la forza che motiva l’eccellente condotta cristiana in opposizione alla degradante tendenza della “carne” peccaminosa. Il Teological Dictionary of the New Testament paragona quest’idea con il riferimento di Paolo, in Romani 7:20, al “peccato che dimora in me”.

“Che il peccato dimori nell’uomo ne denota il dominio su di lui . . . [Esso] non è un ospite di passaggio, ma con la sua continua presenza diventa il signore della casa . . . Paolo può parlare proprio allo stesso modo, comunque, della signoria dello Spirito. . . . Questo ‘dimorare’ è più che un rapimento estatico”.

Come può una persona assoggettarsi alla “signoria” dello spirito di Dio nella sua vita? Di sicuro non cercando di provare una “sensazione trascendentale”, ignorando deliberatamente “i messaggi dei sensi”, come incoraggia a fare un libro sul “misticismo”. La Bibbia consiglia: “Cessate di conformarvi a questo sistema di cose, ma siate trasformati rinnovando la vostra mente, per provare a voi stessi la buona e accettevole e perfetta volontà di Dio”. (Rom. 12:2) Sullo stesso tenore in Colossesi 3:9-11 leggiamo: “Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova personalità, che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò”.

Per avere lo spirito di Dio, perciò, si deve prima di tutto ‘rinnovare la mente’ per mezzo dell’“accurata conoscenza” di ciò che è accettevole a Dio. Questo significa che si deve fare un attento studio della Bibbia. Quindi si deve divenire ‘operatore della parola’, conformando la propria vita ai princìpi divini appresi. — Giac. 1:22-25.

Ma non era lo spirito di Dio sui cristiani del primo secolo reso evidente dai miracoli che erano messi in grado di compiere? Dio concesse allora ai cristiani poteri speciali. Ma questi servirono a uno scopo speciale. In questo modo Dio rese testimonianza mediante “segni e portenti e varie opere potenti” che il “popolo per il suo nome” non era più sulla terra la congregazione giudaica ma era la congregazione cristiana. (Ebr. 2:4; Atti 15:14) Una volta che questo fatto era stato ben stabilito, non ci fu più bisogno di tali poteri miracolosi. Essi furono un aspetto della congregazione cristiana solo al suo inizio e dovevano essere “eliminati”. (1 Cor. 13:8) Così Gesù disse che i suoi veri seguaci sarebbero stati identificati non dai sentimenti di estasi o dal compimento di miracoli ma dall’amore reciproco. — 1 Cor. 12:29, 30; 13:2; Giov. 13:35.

Lo spirito di Dio con il suo principale frutto dell’“amore” avrebbe di sicuro promosso amore fra i veri seguaci di Gesù Cristo. (Gal. 5:22; Efes. 4:3-6; 1 Giov. 3:23, 24; 4:12, 13) Ma le persone che cercano l’estasi religiosa o altre “esperienze” come prova dello spirito di Dio spesso hanno causato ulteriore divisione in una cristianità già eccessivamente divisa. Commentando questo, l’ecclesiastico evangelico Donald G. Miller scrive nel suo libro The Authority of the Bible:

“Il pentecostalismo asserisce di poggiare sull’esperienza. I moderni movimenti delle lingue e movimenti delle guarigioni sono vendicati dall’esperienza. La Scienza Cristiana poggia sull’esperienza. Dove sarà la fine? Se l’autorità finale è l’esperienza privata . . . ogni uomo finirà per fare ciò che è giusto ai suoi propri occhi. . . . Anche dove sollecita il consenso del gruppo, essa tende infine alla disintegrazione del gruppo nella proliferazione di gruppi frazionati, la cui speciale variazione d’esperienza richiede per ciascuno l’autonomia”.

L’estasi religiosa e i “doni” miracolosi non sono oggi una prova dello spirito di Dio. Tali esperienze possono perfino mettersi in relazione con pratiche che la Bibbia condanna. Tutti quelli che desiderano seguire l’influsso dello spirito di Dio devono ‘rinnovare la loro mente’ per mezzo dell’accurata conoscenza della Parola di Dio e riflettere con le loro opere la “nuova personalità” cristiana. — Rom. 12:2; Col. 3:9, 10.

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