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  • Gioab
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • e lo diede ad Amasa. (II Sam. 19:13) Questi però non si dimostrò all’altezza di Gioab come generale. Quando Davide gli comandò di radunare gli uomini di Giuda per combattere il ribelle Seba figlio di Bicri, Amasa radunò Giuda, ma arrivò in ritardo anziché al tempo fissato da Davide. Poiché la cosa era urgente, Davide incaricò Abisai di inseguire Seba “affinché non si trovi effettivamente città fortificate e scampi dinanzi ai nostri occhi”. Nel combattimento che ne seguì sembra che Gioab prendesse la direttiva come quando era comandante dell’esercito. Nel conseguente assedio di Abel di Bet-Maaca, gli abitanti della città per ordine di Gioab gettarono dalle mura la testa di Seba, e Gioab risparmiò la città, ritirandosi e facendo ritorno a Gerusalemme. — II Sam. 20:1-7, 14-22.

      Assassina Amasa

      Durante l’inseguimento di Seba, Gioab commise un grave crimine. Quando Amasa (che era suo cugino — II Sam. 17:25; I Cron. 2:16, 17) gli venne incontro presso Gabaon, Gioab fece cadere la spada dal fodero. Raccogliendola, l’afferrò opportunamente con la sinistra mentre prese Amasa per la barba con la destra, come per baciarlo. Poiché Amasa non sospettava nulla, Gioab lo uccise con un solo fendente. È vero che Gioab poteva nutrire qualche sospetto su Amasa che aveva capeggiato l’esercito ribelle di Absalom. Ma ad ogni buon conto Gioab, l’opportunista, approfittò di un tempo di emergenza e di lotta per fare carriera assassinando il rivale. Davide forse rimandò un’azione contro Gioab a motivo dell’amicizia di Amasa con Absalom e per il fatto che Gioab solo di recente aveva combattuto le forze ribelli di Absalom comandate da Amasa. Secondo i propri ambiziosi desideri, Gioab era di nuovo comandante dell’esercito. — II Sam. 20:8-13, 23.

      Perché Davide non condannò a morte Gioab quando assassinò Abner, e perché lo nominò di nuovo generale dopo che ebbe assassinato anche Amasa, che era stato fatto generale al posto di Gioab? La Bibbia non lo dice. Se fu debolezza nell’applicare la legge di Dio, poté esser dovuta alla forza e all’influenza di Gioab e della sua famiglia nell’esercito. Oppure poté dipendere da altre circostanze che la Bibbia non menziona. Ad ogni modo si deve ricordare che Davide, pur non condannando a morte Gioab per qualche ragione, buona o cattiva, non lo perdonò, ma incaricò il suo figlio e successore Salomone di ripagare Gioab per la sua malvagità.

      Non completa il censimento

      Un’altra volta Davide fu indotto da Satana a fare illegalmente il censimento della popolazione. Gioab protestò inutilmente con Davide. Tuttavia non portò a termine il censimento, tralasciando le tribù di Levi e Beniamino “perché la parola del re [gli] era stata detestabile”. — I Cron. 21:1-6; II Sam. 24:1-9.

      Si unisce al tentativo di Adonia di usurpare il trono

      Nonostante il servizio prestato precedentemente sotto Davide, quando questi diventò vecchio e malato, Gioab lo abbandonò e si unì alla cospirazione di suo figlio Adonia. (I Re 1:18, 19) Forse lo fece pensando che, se Adonia diventava re, avrebbe avuto lui le redini del governo, oppure si sentiva più sicuro con Adonia che con Salomone. Quando seppe che Salomone era stato fatto re da Davide, abbandonò Adonia. (I Re 1:49) In seguito, quando Adonia venne ucciso, Gioab fuggì nella tenda di Geova e afferrò i corni dell’altare. (I Re 2:28) Questo non gli servì di rifugio, perché si era macchiato di omicidio volontario; perciò Salomone mandò Benaia a ucciderlo. Così Salomone seguì il consiglio che Davide gli aveva dato prima di morire, cioè di non lasciar scendere in pace nello Sceol la canizie di Gioab, dato che era colpevole di spargimento di sangue per l’omicidio di Abner e Amasa, “due uomini più giusti e migliori di lui”. Gioab fu sepolto nella sua stessa casa nel deserto. Dopo di che Benaia venne nominato comandante dell’esercito. — I Re 2:5, 6, 29-35; 11:21.

      Gli ultimi versetti (I Re 8-12) del sessantesimo salmo, un salmo di Davide, ricordano la vittoria di Gioab sugli edomiti. — Vedi la soprascritta del salmo.

  • Giobbe
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    • Giobbe

      [oggetto d’ostilità].

      Uomo vissuto nel paese di Uz, in quella che oggi è l’Arabia. (Giob. 1:1) Di Giobbe Dio disse: “Non c’è nessuno come lui sulla terra, uomo irriprovevole e retto, che teme Dio e si ritrae dal male”. (Giob. 1:8) Questo indicherebbe che Giobbe dimorava in Uz più o meno all’epoca in cui i suoi lontani cugini, le dodici tribù d’Israele, erano in schiavitù in Egitto. Ormai Giuseppe, il figlio di Giacobbe (Israele), era morto dopo molta ingiusta sofferenza, ma irriprovevole nei confronti di Geova Dio. Mosè, il profeta di Geova che avrebbe guidato le dodici tribù di Israele fuori della schiavitù all’Egitto, non era ancora comparso. Fra la morte di Giuseppe (1657 a.E.V.) e la nascita di Mosè (1593 a.E.V.) passarono 64 anni. Nel periodo intercorso fra Giuseppe e Mosè non si ha notizia che ci fosse alcun altro uomo integro come Giobbe. Proprio in quell’epoca ebbero probabilmente luogo le conversazioni fra Geova e Satana a proposito di Giobbe. — Giob. 1:6-12; 2:1-7.

      EPOCA DELLA PROVA DI GIOBBE

      La descrizione delle esperienze di Giobbe è generalmente attribuita a Mosè. Egli poteva aver saputo di Giobbe nei quarant’anni trascorsi in Madian e aver sentito parlare dell’esito delle vicende e della morte di Giobbe quando Israele si trovava nei pressi di Uz verso la fine del viaggio nel deserto. Se Mosè terminò il libro di Giobbe verso il 1473 a.E.V., all’epoca dell’entrata di Israele nella Terra Promessa (probabilmente non molto tempo dopo la morte di Giobbe), la prova di Giobbe dovrebbe aver avuto luogo verso il 1613 a.E.V., poiché Giobbe visse altri 140 anni dopo tale prova. — Giob. 42:16, 17.

      UOMO RICCO E RISPETTATO

      Giobbe era evidentemente parente di Abraamo per mezzo di Uz, figlio di Nahor fratello di Abraamo. (Gen. 22:20, 21) Pur non essendo israelita, Giobbe era un adoratore di Geova. Era “il più grande di tutti gli Orientali”, possedendo grande ricchezza. Aveva moglie, sette figli e tre figlie. (Giob. 1:1-3) Era coscienzioso nell’assolvere funzioni sacerdotali per la famiglia, offrendo sacrifici a Dio in loro favore. — Giob. 1:4, 5.

      Giobbe era un uomo rispettato, aveva servitori, era una figura di rilievo alla porta della città, a cui persino gli anziani e i principi rendevano onore. (Giob. 29:5-11) Era un giudice imparziale, faceva giustizia difendendo la causa della vedova ed era come un padre per l’orfano, l’afflitto e chi non aveva soccorritore. (Giob. 29:12-17) Non si macchiò di immoralità, di avido materialismo e idolatria, ed era generoso coi poveri e i bisognosi. — Giob. 31:9-28.

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