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  • g74 22/7 pp. 12-16
  • L’incomparabile utero

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  • L’incomparabile utero
  • Svegliatevi! 1974
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  • Comincia una nuova vita
  • La straordinaria placenta
  • Il sacco amniotico, dimora acquea durante la gestazione
  • Meravigliosi avvenimenti al tempo della nascita
  • Gli organi della riproduzione meritano rispetto
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Svegliatevi! 1974
g74 22/7 pp. 12-16

L’incomparabile utero

QUAL è, a vostro giudizio, il più grande lavoro di costruzione della terra? Probabilmente converrete che, dei milioni di strutture edificate, nulla regge il paragone con la costruzione di un corpo umano. E, sorprendentemente, la maggior parte di questo lavoro si svolge nel piccolo organo femminile detto seno o “utero”. Infatti, cominciamo solo a comprendere una minima frazione del funzionamento di questa meravigliosa “culla” della vita.

Questo organo, avente la forma di una pera capovolta, consiste di due parti, il corpo principale e la “cervice”, il “collo” dell’utero. L’utero della donna media non sposata è lungo circa sette centimetri e mezzo e la parte superiore e più larga è di forma alquanto ellittica, con un diametro di sei centimetri per cinque. È formato di una spessa parete di robusti muscoli, così che il volume interno dell’utero non è molto più grande di quello di un ditale. Dai lati, verso la cima, si dipartono le due tube o trombe di Falloppio, lunghe circa undici centimetri. Sotto queste tube, leggermente ad angolo, hanno origine anche i legamenti che portano alle due ovaie, situate ciascuna vicino all’orifizio delle tube di Falloppio. Le ovaie sono grandi pressappoco quanto mandorle sgusciate, e il canale interno delle tube di Falloppio è circa del diametro di una setola.

Il primo stadio nella costruzione di una nuova creatura umana comincia quando le ovaie producono un uovo od “ovulo” maturo. Ciò avviene ogni ventotto giorni circa, e normalmente le ovaie si alternano. Il piccolo uovo grosso quanto la capocchia di uno spillo, appena visibile, trova l’ingresso simile a tromba della tuba di Falloppio e comincia la lenta discesa attraverso il suo canale verso l’utero. Questo è il tempo in cui può aver luogo il concepimento. In questo tempo la relazione sessuale avrà come risultato che cellule spermatiche maschili (a milioni) passeranno attraverso la cervice, su attraverso l’utero e la tuba di Falloppio, “nuotando” verso l’ovulo. Per quanto l’ovulo sia piccolo, è 85.000 volte più grande di una cellula spermatica! Uno spermatozoo riesce infine a penetrare nell’ovulo e a raggiungerne il nucleo; ivi il nucleo dello spermatozoo e dell’ovulo si combinano per dare inizio alla vita di una nuova creatura umana. Gli altri milioni di cellule spermatiche muoiono. Poiché la durata di vita dello spermatozoo e dell’ovulo è di soli due giorni circa, il concepimento deve avvenire, se avviene, entro questo limitato periodo di tempo.

Comincia una nuova vita

Si deve notare che la nuova vita comincia quando le cellule cominciano a dividersi per formare il nuovo individuo. E lo spermatozoo e l’ovulo si uniscono non nell’utero, ma nella tuba di Falloppio, o talvolta durante il breve tragitto dall’ovaia alla tuba di Falloppio. Il concepimento avviene rarissimamente, se avviene, nell’utero. L’ovulo fecondato raggiunge l’utero dal quarto all’ottavo giorno dopo il concepimento. Qualsiasi atto che interrompa il processo dopo che è avvenuto il concepimento, o che elimini l’ovulo fecondato, è aborto.

Intanto, nell’utero ferve l’attività. È stato preparato uno spesso, soffice, spugnoso rivestimento, ricco di vasi sanguigni. Esso formerà un “letto” per l’ovulo fecondato. In caso che non avvenga la fecondazione, i vasi sanguigni del rivestimento cominciano a contrarsi. Infine il rivestimento si stacca ed è espulso attraverso la cervice, per cui si manifesta un periodo di perdita di sangue, che dura di solito da quattro a sette giorni. Si chiama mestruazione.

Se il concepimento è avvenuto, l’ovulo fecondato si moltiplica per divisione cellulare, divenendo un grappolo di cellule, ma questo grappolo è estremamente piccolo mentre scende per la tuba. Raggiunto l’utero, questo grappolo di cellule, detto ora “blastula”, si annida nel soffice rivestimento. Il tessuto cicatriziale della ferita così prodotta nel rivestimento si chiude sopra il punto di penetrazione, proteggendo il minuscolo oggetto. In seguito l’embrione in fase di sviluppo sporgerà ulteriormente verso la cavità uterina, su un “peduncolo” che diventa infine il “cordone ombelicale”. Attorno all’embrione e a questo peduncolo si forma una membrana a forma di sacco. Questo sacco è pieno di un liquido, che serve ad assorbire gli urti e provvede anche un certo nutrimento al bambino in via di sviluppo.

La straordinaria placenta

Nella soffice mucosa uterina avvengono ora cose meravigliose. La “placenta” comincia a formarsi. È un organo rotondeggiante e piatto fissato alla parete uterina che, come vedremo, svolge sorprendenti funzioni. Mentre si forma la placenta, appaiono nel peduncolo e nella soffice mucosa “isolotti” sanguigni. Attorno a questi isolotti appaiono presto pareti vascolari. Si sta formando il sistema circolatorio del bambino stesso. Alla fine del primo mese l’embrione ha reni semplici, il canale digerente, il fegato, un torrente sanguigno e il cuore, un piccolo cilindro a forma di U lungo due millimetri. Pertanto i sistemi circolatori della madre e del bambino sono interamente separati e non si mescolano mai direttamente.

Nei pochi mesi in cui è attiva, la placenta svolge davvero uno stupendo lavoro. Dalla sua formazione al principio del periodo di gestazione fino alla nascita, il bambino dipende interamente dalla placenta per ricevere ossigeno, nutrimento e numerose altre cose. A quattro mesi la placenta ha un diametro di poco più di sette centimetri e mezzo. Al tempo della nascita ha un diametro di venti centimetri e pesa circa mezzo chilo. Alla nascita si stacca dalla mucosa uterina, per essere eliminata.

Come fa la placenta a provvedere al bambino le cose che gli sono essenziali per vivere? Questo avviene mediante la circolazione del sangue del bambino attraverso il peduncolo, che si sviluppa dando origine al cordone ombelicale. Questo cordone ha due arterie che vanno dal bambino alla placenta e una vena che va dalla placenta al bambino. Questi vasi sanguigni si ramificano nella placenta come un gruppo di alberi, e “dita” simili a foglie formate di cellule circondano questi rami. Il sangue materno che affluisce per mezzo di altri vasi sanguigni dalla parete uterina alla placenta bagna queste “dita” così che esse possono eliminare i rifiuti dell’embrione e raccogliere le sostanze nutritizie da portare al bambino attraverso il cordone ombelicale.

La placenta svolge per il bambino la funzione di polmoni, fegato, reni e intestino finché il bambino non viene al mondo per vivere per conto proprio. La placenta svolge inoltre alcune funzioni di una ghiandola produttrice di ormoni. Per di più produce sostanze che possono combattere le infezioni. Come fa a svolgere le funzioni di tutti questi organi per il bambino?

Svolgendo il lavoro del polmone la placenta scambia l’anidride carbonica contenuta nel torrente sanguigno del bambino con l’ossigeno di quello della madre. Come “rene” la placenta filtra l’urea dal sangue del bambino e la cede al sangue della madre, che essa elimina per mezzo dei reni. Come “fegato”, la placenta elabora alcune cellule del sangue materno, trasferendo certe componenti necessarie, come ferro, al sistema circolatorio del bambino. Svolgendo le funzioni dell’intestino la placenta digerisce per mezzo di enzimi le molecole degli alimenti. Questi scambi avvengono attraverso i pori dei vasi sanguigni ramificati dell’embrione. La placenta svolge anche un lavoro simile a quello delle ghiandole producendo certi ormoni, sia per il bambino che per la madre. Serve a proteggere il bambino, fabbricando certi elementi del sangue che prevengono l’infezione. Tutto questo permette al bambino di funzionare interamente per conto proprio e lo prepara a fare tutte queste cose da sé dopo la nascita.

Poiché quanto è provveduto dalla placenta viene dal sangue materno, ciò che la madre introduce nel suo organismo influisce sul bambino. Se fuma una sigaretta, nel sangue del bambino arriverà una certa quantità di nicotina. Se prende un farmaco, parte del farmaco giungerà al bambino. Molte infezioni contratte dalla madre possono influire sul bambino. La malattia venerea della sifilide può rappresentare un pericolo per la madre e causare grave danno e perfino la morte al bambino durante la gestazione o alla nascita.

È anche pericoloso anestetizzare la madre al momento del parto. Quando il bambino nasce dev’essere sveglio e vivace, non anestetizzato o sotto l’effetto di un sedativo. Questo è specialmente necessario perché la prima volta che un bambino respira una boccata d’aria deve fare uno sforzo maggiore che per un respiro normale.

Il sacco amniotico, dimora acquea durante la gestazione

Nel periodo della gestazione il bambino vive nel sacco amniotico, che è una membrana resistente, lucida e trasparente. È piena di un liquido che però non è affatto stagnante. Più di un terzo del suo volume viene eliminato e sostituito ogni ora. Ciò equivale a un complessivo ricambio quotidiano di quasi ventitré litri! Verso il terzo mese il bambino comincia a esercitarsi nell’inspirazione e nell’espirazione. La respirazione nel liquido amniotico contribuirà alla formazione delle sacche polmonari. Il bambino non affoga, perché il suo sangue trae ossigeno dalla madre grazie all’attività della placenta. Inoltre, il bambino inghiotte buona parte di questo liquido, da cui trae evidentemente un po’ di nutrimento.

Il sacco amniotico rende al bambino un altro ottimo servizio. Gli provvede una temperatura uniforme nella sua temporanea “dimora”. Inoltre, il bambino è quasi senza peso nell’ambiente liquido ed è perciò libero di scalciare, muoversi e anche fare capriole, e tutto ciò gli rafforza i muscoli per quando entrerà nel mondo atmosferico e dovrà muoversi senza il sostegno del liquido.

Meravigliosi avvenimenti al tempo della nascita

Al termine di nove mesi l’utero è cresciuto molte volte rispetto alla sua normale grandezza così che può ospitare un bambino di peso variabile da tre chili e duecento grammi a quattro chili e mezzo o più. Al tempo della nascita deve contrarsi per espellere il bambino. Questo si chiama “travaglio”. L’utero è adeguatamente preparato a ciò, avendo un complesso sistema di fibre muscolari avvolte a spirale intorno ad esso, sia nel senso dell’orologio che al contrario. I movimenti peristaltici, che hanno inizio nelle pareti delle tube di Falloppio, stabiliscono lateralmente il ritmo delle contrazioni uterine che si propagano dal fondo alla cervice. Un fatto interessante è che questa disposizione potrebbe dare luogo a contrazioni irregolari se non fosse che l’utero manifesta indipendentemente un certo ritmo.

Dopo la nascita del bambino viene espulso il cordone ombelicale, a cui è attaccata la placenta. Se non si fa nulla, in circa una settimana si seccherà. Ma di solito il medico che assiste la donna nel parto taglia il cordone dopo averlo legato. C’è pericolo di abbondante perdita di sangue? Normalmente no. Questo avviene perché una sostanza gelatinosa contenuta nel cordone ombelicale si spande automaticamente chiudendo i vasi sanguigni a guisa di pinza emostatica. Inoltre, all’interno del cuore una valvola si chiude così che esso può svolgere la sua nuova funzione di pompare sangue nei polmoni ora funzionanti del bambino. Se questo non accadesse il bambino morirebbe immediatamente.

Il bambino di solito viene alla luce prima con la testa. Il sacco amniotico si rompe ma il suo liquido protegge ancora il bambino da ferite locali creando un equilibrio idrostatico così che la pressione delle contrazioni uterine è uguale su tutte le parti del corpo del bambino. Quando nasce è pulito e non coperto di sangue. Avrà su di sé un po’ di liquido amniotico. Inoltre, quando la placenta si stacca dalla mucosa uterina, l’utero si contrae quindi rapidamente tornando alla sua originale grandezza o quasi senza apprezzabile perdita di sangue.

Gli organi della riproduzione meritano rispetto

È davvero una cosa meravigliosa esaminare ciò che avviene nell’utero. In questa considerazione è stato esaminato solo un aspetto superficiale. Biologi e medici possono spiegare ben poco di ciò che avviene. Chi lo capisce pienamente? Colui che progettò tutto questo, il Creatore, Geova Dio. Notate quanto veracemente il salmista biblico scrisse sotto ispirazione (Salmo 139:13, 15, 16):

“Tu stesso producesti i miei reni”.

Sì, ciascun organo del corpo fu progettato in anticipo dal Creatore e direttamente formato nel grembo per la sua specifica funzione.

“Mi tenesti coperto nel ventre di mia madre”.

Anche oggi molti processi della nascita non possono essere osservati dagli uomini. Dio dispose le cose in modo che il processo strutturale, in parte non gradevole all’occhio umano, non si vedesse. Il bambino esce dal grembo come prodotto finito, pulito, bello, amabile. — Si paragoni I Corinti 12:23, 24.

“Le mie ossa non furono occultate da te,

Quando fui fatto nel segreto,

Quando fui tessuto nelle parti più basse della terra”.

Alla sesta settimana l’embrione ha uno scheletro completo, non ancora di ossa, ma di flessibile cartilagine, che in seguito diventa ossa. Il salmista parla della ‘tessitura’ di tendini, muscoli, tessuti, le migliaia di diversi ‘fili’ tessuti in un intricatissimo modello di colori, bellezza e funzioni. Ciò avviene nelle assolute tenebre del grembo, occultato e misterioso per gli uomini come le profondità della terra.

“I tuoi occhi videro pure l’embrione di me,

E nel tuo libro ne erano scritte tutte le parti,

Riguardo ai giorni quando si formarono

E non c’era ancora nessuno fra loro”.

Ora gli scienziati sanno che il codice genetico è contenuto primariamente nei “geni” situati nel nucleo dell’ovulo fecondato. Dio, che ideò il modello del genere umano, può anche conoscere in anticipo le specifiche caratteristiche fisiche e mentali che avrà un bambino per mezzo dell’ereditarietà. — Si paragonino Genesi 16:11, 12; 25:23; Romani 9:10-12.

Il salmista prosegue dicendo:

“Come mi son dunque preziosi i tuoi pensieri!

O Dio, quanto è grande la loro somma!” — Sal. 139:17.

Conoscendo la meravigliosa complessità del nostro corpo e le sue facoltà riproduttive, e come Dio ne ha alta considerazione, gli uomini e le donne dovrebbero veramente evitar di farne un errato uso. La deliberata, non necessaria sterilizzazione rispecchierebbe senz’altro mancanza di rispetto per la creazione di Dio. (Si paragoni Deuteronomio 23:1). D’altronde, a causa di malattie può essere necessario sottoporsi a operazioni e sacrificare certi organi per salvare la vita. Questa situazione si verifica a volte riguardo agli organi femminili della riproduzione. I cristiani lasciano la cosa alla coscienza degli interessati. La decisione si baserà sulla loro conoscenza del problema e sul consiglio dei medici circa il bisogno o l’urgenza di tale operazione. Comunque, si dovrebbe sempre ricordare che questa “culla” della vita è l’opera di Dio e si deve trattare con grande rispetto.

[Diagramma/Immagine a pagina 12]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

1. Cervice

2. Cavità uterina

3. Tuba di Falloppio

4. Fecondazione

5. Ovaia

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