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  • Grandiosa testimonianza della gloria del Creatore
    La Torre di Guardia 1979 | 15 settembre
    • legge di Dio erano degni di fede. Si potevano seguire senza alcun pericolo come guida nella vita. La persona che avesse prestato ascolto ai rammemoratori di Dio, per quanto inesperta e insicura, avrebbe agito saggiamente, evitando una condotta rovinosa.

      Gli ordini, o norme dettagliate, contenuti nella legge mosaica erano retti, cioè in piena armonia con i principi di giustizia ed equità. Comportandosi in armonia con il convincimento che gli ordini di Dio sono retti, la persona avrebbe raggiunto un’intima felicità, una gioia di cuore.

      Il comandamento di Geova, essendo puro, mondo, senza alcun aspetto indesiderabile, fa brillare gli occhi, consentendo di vedere chiaramente. Permette di evitare errori morali e consente quindi di seguire una condotta retta.

      Ubbidendo ai comandi del Creatore si manifesta sano timore o profondo rispetto per lui. Tale timore è puro, non degrada l’individuo come il terrore che incutevano le false divinità, ritenute adirate dai loro adoratori e desiderose d’essere placate con sacrifici umani. La Legge insegnava ad avere un sano timore di Dio. I devoti servitori di Geova continueranno a manifestare tale specie di timore. È quindi un timore che sta per sempre.

      La legge di Dio consisteva in parte di decisioni giudiziarie. Queste erano veraci, sicure, stabili, essendo fermamente basate sulle norme della giustizia divina. Quelle decisioni giudiziarie erano giuste sotto ogni aspetto. Dal momento che hanno origine da Dio e sono del tutto benefiche, è senz’altro bene custodirle nella propria mente e nel proprio cuore. Hanno più valore delle ricchezze materiali, dell’oro. Per chi se ne lascia guidare sono più dolci del miele. Quelle decisioni giudiziarie ammoniscono la persona affinché non intraprenda una condotta errata e ne rafforzano la determinazione a resistere alla tentazione. Osservarle comporta una ricompensa, nel senso che tale ubbidienza opera per il massimo bene dell’individuo. Questi evita così un modo di vivere dannoso dal punto di vista emotivo, fisico e mentale.

      Veramente una legge così utile e benefica come quella data agli israeliti costituisce un’eloquente testimonianza dell’esistenza di un Dio saggio, giusto e amorevole.

      AIUTO PER I SERVITORI DI DIO

      Ulteriore testimonianza riguardo al Creatore è data dall’aiuto che egli provvede ai suoi imperfetti servitori. Come si comprende dal Salmo 19, Davide apprezzava moltissimo la legge di Dio. Tuttavia si rendeva anche conto che come uomo imperfetto aveva bisogno dell’aiuto del suo Fattore per comportarsi rettamente. Questo si deduce dalla parte conclusiva del Salmo 19. Leggiamo: “Gli errori, chi li può discernere? Dai peccati nascosti dichiarami innocente. Anche dagli atti presuntuosi trattieni il tuo servitore; non mi dominino. In tal caso sarò completo, e sarò rimasto innocente da molta trasgressione. I detti della mia bocca e la meditazione del mio cuore divengano piacevoli dinanzi a te, o Geova, mia Roccia e mio Redentore”. — Sal. 19:12-14.

      Davide capiva che come uomo imperfetto poteva commettere peccati senza nemmeno accorgersene. Quindi chiese perdono per le trasgressioni che potevano essergli nascoste. Desiderava con tutto il cuore l’aiuto di Dio nel caso che la sua carne imperfetta tentasse di fargli intraprendere una condotta errata. Desiderava che Geova lo trattenesse dagli atti presuntuosi, violenti. Voleva che gli fosse impedito di vivere una vita basilarmente caratterizzata da atti presuntuosi. Se avesse assecondato la propria carne imperfetta, si sarebbe lasciato controllare e dominare dal peccato. Al contrario, voleva essere completo nella sua devozione all’Altissimo. Nei limiti del possibile, desiderava essere trovato “innocente da molta trasgressione”. Pertanto pregò che la sua richiesta di aiuto, scaturita dalla “meditazione” stimolata dal cuore, incontrasse il favore di Dio. In tempi di pericolo e angustia Davide si appoggiava a Geova come a una solida roccia. Considerava inoltre Geova il suo Redentore, Colui che poteva salvarlo dalle grinfie dei malvagi, come pure dallo scivolare nel peccato.

      Così il Salmo 19 indica vigorosamente la testimonianza congiunta della creazione, della legge scritta contenuta nella Bibbia e dell’aiuto divino concesso ai giusti come una prova dell’esistenza dell’Altissimo. Questa testimonianza dovrebbe spingerci a voler essere approvati da lui. Sì, possa la ‘meditazione del nostro cuore’ divenire piacevole a Geova Dio mentre continuiamo a rivolgerci a lui perché diriga i nostri passi.

  • Dovreste seguire l’usanza?
    La Torre di Guardia 1979 | 15 settembre
    • Dovreste seguire l’usanza?

      UNA coppia della Rhodesia era in visita da amici in Austria. Mentre erano lì furono invitati a una riunione amichevole in casa di altra gente. Entrati in quella casa, furono invitati a togliersi le scarpe e a ciascuno fu dato un paio di pantofole. Dapprima la coppia fu colta di sorpresa. Non erano abituati a togliersi le scarpe davanti a estranei, specialmente in casa d’altri. Tuttavia, ritrovarono presto il loro sangue freddo e acconsentirono prontamente alla richiesta. Perché? Perché evidentemente in quella famiglia si usava fare così.

      Certo questa fu una decisione relativamente facile da prendere, in quanto non vi era implicato nessun principio di rilievo. Tuttavia, non tutti i problemi che hanno a che fare con usanze sono così facili da risolvere, specialmente quando si tratta di questioni che riguardano la coscienza del cristiano. Molte usanze sono innocue, anzi contribuiscono a vivacizzare la vita e a renderla più interessante. Alcune però sono molto dannose e possono mettere in serio pericolo la relazione di una persona col suo Creatore, mentre altre si dovrebbero zelantemente seguire per camminare nella via della vita.

      COS’È UN’USANZA?

      Si può definire usanza un “atto o complesso di atti che si usa compiere per tradizione in un determinato tempo, luogo o ambiente”. È anche una “maniera di vivere o di fare seguita dai più se non

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