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  • Domande dai lettori (3)
    La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
    • la vita eterna nella felicità in un mondo giusto, mentre nello stesso tempo sapeva e quindi aveva predestinato che essi non sarebbero mai riusciti a meritarla. Sarebbe stato un suscitar false speranze, che sarebbe ingannevole e ingiusto.

      Quindi nel loro caso Iddio non determinò di esercitare la preconoscenza di ciò che queste creature (persone diverse da lui) avrebbero fatto. La sola cosa che egli predestinò a loro riguardo fu che se essi avessero ubbidito sarebbero vissuti per sempre, ma se si fossero ribellati avrebbero sofferto e sarebbero morti. Dio diede questa informazione a Adamo, e mediante lui a Eva. (Gen. 2:16, 17) Iddio non divenne quindi responsabile della condotta errata di nessuno di loro. Ma dopo che peccarono egli permise che Adamo ed Eva continuassero a vivere e allevassero una famiglia. Se non fosse stato per tale misericordia di Dio, voi e il resto di noi non saremmo mai nati e non avremmo mai avuto un’opportunità di vita eterna nel giusto nuovo mondo. Iddio non esercita ora preconoscenza per sapere se noi come individui riusciremo o no, ma egli lascia questo interamente a ciascuno di noi. Però egli ha preconoscenza di ciò che egli stesso farà per rivendicare il suo nome e benedire le creature ubbidienti. e ci ha informato mediante le sue profezie delle quali ora ci rivela il significato.

  • Domande dai lettori (4)
    La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
    • Domande dai lettori

      ◆ Che cosa volle dire Gesù con le sue parole: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” — F. M., Georgia.

      Gesù disse queste parole in adempimento di Salmo 22:1, che fu originalmente scritto riguardo a Davide. Non che Davide fosse abbandonato per essere inchiodato a qualche palo di tortura, ma egli fu abbandonato alla furia dei nemici a causa della sua fedeltà al patto del Regno. In tutto questo Davide fu un tipo profetico di Cristo. Gesù fu abbandonato a una morte disonorante, su un legno maledetto, perché fosse provata la sua integrità. Rimanendo fedele egli trionfò nella sua integrità, come mostra il resto del Salmo. Altri versetti di Salmo 22 concernente Davide si adempirono su Gesù, mostrando ulteriormente che esso era profetico del più Grande Davide, Cristo. Paragonate Salmo 22:1 con Matteo 27:46 e Marco 15:34; Salmo 22:7, 8 con Matteo 27:39, 43; Salmo 22:15 con Giovanni 19:28; Salmo 22:16 con Marco 15:25; e Salmo 22:18 con Matteo 27:35.

      Ma la semplice dichiarazione di queste parole profetiche di Salmo 22:1 non fu in se stessa sufficiente per il loro adempimento. Al tempo in cui Gesù le dichiarò sul palo di tortura esse realmente ebbero un retroscena secondo il quale avrebbero dovuto essere adempiute. In questo caso il fatto che Dio abbandonava Gesù non significava che Dio gli voltava le spalle in disapprovazione e condanna, ma semplicemente che Iddio lo lasciava alla piena furia dei suoi nemici, fino al punto di permettere loro anche di ucciderlo. Così Dio abbandonò o lasciò Gesù ai suoi nemici, perché fosse soggetto ai nemici onde essi facessero di lui quello che avrebbero voluto, non proteggendolo nemmeno dalla ignominiosa morte.

  • Domande dai lettori (6)
    La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
    • Domande dai lettori

      ◆ Quando ero in una chiesa ortodossa il ministro vietò il cinema, ed io feci voto di non andarci più. Dato che ora sono venuto nella verità, sono io ancora legato da quel voto, e sarebbe male andare occasionalmente al cinema? — H. M., Canada.

      Per quanto riguarda il tuo voto in un sistema religioso settario: Se tu ora discerni che fosti indotto in errore dall’influenza del clero e agisti nell’incomprensione e senza essere consacrato a Dio, allora la tua coscienza può permetterti di considerare quel voto come qualcosa che abbandonasti quando ti allontanasti dal mondo politico, commerciale, falsamente religioso, e ti consacrasti al vero e vivente Iddio. Comunque i voti formulati quando uno è venuto nella verità o fatti con sincerità davanti a Dio non devono esser presi alla leggera. — Eccl. 5:2, 4-6.

      Per quanto riguarda il cinema, la Società non determina norme e regolamenti per governare i suoi ministri sulla questione di andare al cinema, alle competizioni atletiche, ecc. Noi lasciamo che la coscienza di ciascuna persona decida se assistere o meno a tali cose, e se essi vi assistono, di far uso del loro sano giudizio. Ognuno deve determinare per proprio conto perché vuole andare a tali cose, come ne risentirà spiritualmente oppure lo porranno in una pericolosa situazione dove non dovrebbe trovarsi, e deve quindi assumere la responsabilità della sua condotta e di ciò che conseguentemente accade. Ma

  • Domande dai lettori (5)
    La Torre di Guardia 1952 | 1° maggio
    • Domande dai lettori

      ◆ Nel passato abbiamo considerato la “religione” come qualche cosa contraria alla volontà di Dio. Ora molti fratelli usano le espressioni “religione vera” e “religione falsa” per fare una distinzione. È consigliabile questo? — A. D., California.

      I fratelli usano in modo corretto gli aggettivi qualificativi “vera” e “falsa” rispetto alla religione, in modo da non essere mal compresi, specialmente da quelli che sono fuori dell’organizzazione. Nel passato abbiamo dovuto dare tante inutili spiegazioni districandoci da imbarazzanti posizioni per non essere espliciti al riguardo. Le note in calce nella Traduzione del Nuovo Mondo indicano il primitivo uso da parte dei Cristiani che parlavano latino del termine religio come equivalente del termine greco threskeía. Esso significa semplicemente “forma di adorazione”, di cui vi può essere una specie vera e una falsa. Studiando le note in calce nella Traduzione del Nuovo Mondo dei testi di Atti 26:5, Colossesi 2:18 e Giacomo 1:26, 27, si può vedere come le note in calce permettono l’uso del termine “religione” o “religioso”, benché i testi stessi usino le espressioni “forma di adorazione” o “adoratore formale”. Perciò è bene chiarire il nostro uso del termine “religione” qualificandola come “vera” o “falsa”, se il contesto o esposizione non lo fa sufficientemente.

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