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Mattutino soccorso per sopravvivere alla fine del mondoLa Torre di Guardia 1951 | 1° settembre
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sopra la terra dopo che Harmaghedon avrà spazzato via questo vecchio mondo con la scopa della distruzione e avrà ripulito la terra per il giusto nuovo mondo. I sopravviventi saranno informati e sapranno che è Geova mediante il suo potente Guerriero Gesù Cristo che ha portato le desolazioni allora visibili sulla terra. Queste desolazioni non avranno distrutto o rovinato la terra tanto da rendere impossibile la restaurazione a uno stato paradisiaco come il giardino di Eden. Avranno soltanto ‘mandato in rovina quelli che rovinano la terra’. (Apoc. 11:18, NM) Iddio non distruggerà lo sgabello dei suoi piedi, la terra, ma la glorificherà sotto il regno del suo Cristo. Così è Geova mediante Cristo che mette fine ad ogni forma di guerra sulla terra distruggendo tutti i guerrafondai, ‘disperdendo i popoli che si dilettano in guerre’ e demolendo le loro terribili armi da guerra. — Sal. 68:30.
23. Chi fra gli uomini saranno quelli che sopravvivranno alla fine del mondo?
23 Chi saranno fra gli uomini quelli che sopravvivranno alla fine del mondo ad Harmaghedon ed entreranno nel nuovo mondo di pace e sicurezza eterna? Saranno quelli che danno ascolto al comando dell’Iddio Altissimo contenuto in Salmo 46:10: “Fermatevi [Cedete, Mo; Desistete, Sal. Ro], ei dice, e riconoscete che io sono Dio. lo sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra”. Questo consiglio corrisponde a quello dato in Salmo 2:10-12: “Ora dunque, o re, siate savi; lasciatevi correggere, o giudici della terra. Servite l’Eterno con timore, e gioite con tremore. Rendete omaggio al figlio, che talora l’Eterno non si adiri e voi non periate nella vostra via, perché d’un tratto l’ira sua può divampare. Beati tutti quelli che confidano in lui!” Dopo decenni di testimonianza non possiamo aspettarci ora che i governanti politici e religiosi apprezzino e seguano questo consiglio e imparino a conoscere che Geova è Dio in un modo che per loro significhi salvezza. Ma possiamo attenderci che persone di tutte le nazioni desistano da ogni atto contro Geova e la sua organizzazione teocratica e cedano, si fermino e imparino a conoscerlo e a fare del bene ai fratelli di Cristo. Questo significa vita eterna.
24, 25. Che pronunziano ora quelli che celebrano Geova e come lo dimostrano?
24 È quaggiù sulla terra, ora un focolaio di rivolta e adorazione demonica, che Geova dev’essere celebrato per sempre. Quelli che in questo tempo di crisi mondiale celebrano Geova possono pronunziare con sicurezza le parole conclusive di Salmo 46: “Geova degli eserciti è con noi; l’Iddio di Giacobbe è il nostro rifugio. Sela”. — Sal. 46:11, SA.
25 Questa è la nostra pubblica confessione mentre minacce di guerra e gli allarmi e le paure nazionali trascinano i popoli entro organizzazioni non teocratiche, costituite da uomini, per protezione e difesa. Essi mancano di fede, non si curano delle promesse divine e vanno invece dietro alla sapienza, alle ideologie e alle religioni mondane. Noi non abbiamo le loro paure. Non possiamo ricorrere ora ai rifugi umani e diventar simili al popolo infedele di questo mondo. Dobbiamo far conoscere che Geova degli eserciti è l’Iddio della vittoria, è con noi ed è il nostro sicuro ricetto. Questo faremo, non vantando la nostra organizzazione, ma prendendo lui sulla sua Parola e manifestando la nostra fiducia in lui. Egli è con noi se noi siamo con lui, non facendo parte di questo mondo condannato o indulgendo nella sua amicizia, ma aderendo immutabilmente all’organizzazione di lui espandendo la sua pura adorazione. Con la nostra condotta e con le nostre parole noi dobbiamo dimostrare che la nostra fiducia non è riposta in armi di guerra carnale ma che lottiamo al lato di Geova con l’armatura spirituale che viene da lui. Essa aiuta a edificare in Geova il Grande Pastore la fiducia di tutte le pecore disperse quando noi stessi non mostriamo paura mondana ma manifestiamo incrollabile fiducia in lui. Noi dobbiamo vigorosamente aiutare queste altre pecore a trovare ora l’unico luogo di rifugio ed entrarvi.
26. Qual è ora il nostro obbligo cristiano d’essere e di fare?
26 Il nostro obbligo di Cristiani è ora quello d’essere intrepidi nel servizio di Geova Dio, sotto l’ombra della sua potente mano. Egli c’incoraggia a non lasciar infiacchire le nostre mani per paura, ma a mantenerci attivi e diligenti nella costruttiva opera di educazione biblica fra le persone di buona volontà. Perciò conservate la calma e procedete tranquillamente nella vostra opera di suoi ministri della buona novella. Come mai nel passato, fate contare il vostro tempo ora, perché il tempo durante cui egli mostra pazienza e può esser trovato è breve. Egli non abbandonerà mai i suoi fedeli, ma ci soccorrerà, e questo “allo schiarire del mattino”.
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Nome e scopo de La Torre di GuardiaLa Torre di Guardia 1951 | 1° settembre
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Nome e scopo de La Torre di Guardia
PERCHÉ questa rivista è intitolata “La Torre di Guardia”? Ha questo nome fondamento e significato biblico? Qual è lo scopo della rivista? Corrisponde essa a un bisogno non soddisfatto da nessuna delle centinaia di altre riviste che continuamente giungono alle pubbliche edicole? La Torre di Guardia resta sola nel suo campo, il suo valore non può essere calcolato col denaro. Quali sono i fatti che la dimostrano tale?
La Bibbia fa sovente menzione di torri. Esse erano costruzioni maestose, più alte che larghe, erette in vari luoghi e costituenti una particolare caratteristica architettonica dell’antica Israele. Se ne vedevano sovente nei vigneti, come mostra Gesù nella sua parabola dei vignaiuoli. (Isa. 5:2; Matt. 21:33; Mar. 12:1) Le torri come posti di vedetta erano costruite oltre le mura delle città fortificate, nonché sulla sommità delle mura perché servissero di posto d’osservazione e fortilizi. (2 Re 17:9; 18:8; 2 Cron. 20:24; 26:9, 10, 15; Neh. 3:1; Sal. 48:12) Poiché le torri letterali erano adoperate come luoghi di rifugio, Geova Dio è definito con linguaggio
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