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  • Per eliminare la macchia del peccato

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  • Per eliminare la macchia del peccato
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
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  • La soluzione
  • Liberazione dal peccato
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1960
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1999
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1981
w81 15/3 pp. 8-10

Per eliminare la macchia del peccato

DOPO aver terminato la sua opera creativa, Geova Dio passò in rassegna tutto ciò che aveva fatto e lo dichiarò “molto buono”. (Gen. 1:31) Tutto ciò che aveva fatto era perfetto. (Deut. 32:4) Quando il peccato invase quel giusto ordinamento, fu come una dannosa cellula cancerosa che invade un corpo sano.

Comunque i primi a ribellarsi a Dio e a peccare non furono gli uomini. La Bibbia parla degli “angeli che peccarono”. (II Piet. 2:4) Fu una creatura spirituale, Satana il Diavolo, a spingere inizialmente Adamo ed Eva a intraprendere una condotta errata. (Giov. 8:43, 44) Non c’è niente da fare per quegli spiriti malvagi. Erano perfetti e fecero una scelta deliberata, perciò il loro peccato fu inescusabile. La macchia della loro peccaminosità sarà eliminata dall’universo quando a suo tempo Dio li distruggerà definitivamente. — Matt. 25:41.

In modo analogo, Adamo ed Eva scelsero di peccare. Nonostante fossero stati creati perfetti, fecero il male, deliberatamente. Quindi divennero volontariamente schiavi del peccato, poiché Gesù stesso spiegò: “Chiunque pratica il peccato è schiavo del peccato”. (Giov. 8:34) Infine furono eliminati quando Dio lasciò che morissero come risultato dell’imperfezione dovuta al loro peccato. — Gen. 3:19; 5:5.

Per noi però la cosa è diversa. Anche noi siamo schiavi del peccato, ma non interamente per nostra scelta. Siamo peccatori perché siamo nati così, come se fossimo stati venduti in schiavitù prima ancora di nascere. (Rom. 5:12; 7:14) Perciò Geova Dio, nel suo amore e nella sua sapienza, ha preso un provvedimento che ci consente, se davvero lo vogliamo, di liberarci dalla schiavitù del peccato.

La soluzione

Nei suoi rapporti con la nazione di Israele Geova mostrò di riconoscere il principio della ricompra. Per esempio, se un israelita diventava povero ed era costretto a vendersi come schiavo a un non israelita, un parente stretto poteva ricomprarlo o riscattarlo, sempre che ne fosse stato in grado. (Lev. 25:47-49) Il prezzo veniva determinato in modo esatto, così che la ricompra era assolutamente equa.

Geova stabilì il principio dell’equivalenza anche in relazione alla colpa per il peccato. Per esempio, se un israelita procurava deliberatamente un danno fisico a un altro, la giustizia esigeva che subisse lo stesso danno. La legge specificava che si doveva dare “anima per anima, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, marchio per marchio, ferita per ferita, colpo per colpo”. — Eso. 21:23-25.

In maniera simile, Dio avrebbe permesso la ricompra del genere umano dalla schiavitù del peccato, ma questo sarebbe dovuto avvenire in armonia con la giustizia. Il prezzo pagato doveva essere esatto, non insignificante, come se l’oggetto della ricompra non avesse alcun valore. Quale fu il prezzo? Riflettiamo. Ciò che Adamo aveva perso era la vita umana perfetta, senza peccato, con la prospettiva della vita eterna. Questo era qualcosa di molto prezioso.

Nulla di ciò che l’uomo ha può uguagliarlo in valore. Anche gli uomini più ricchi del mondo prima o poi devono morire. Il loro argento e il loro oro non possono prolungare nemmeno questa vita imperfetta, figuriamoci se possono acquistare la vita eterna. L’ispirato salmista disse: “Nemmeno uno d’essi può con alcun mezzo redimere sia pure un fratello, né dare a Dio un riscatto per lui . . . perché ancora viva per sempre e non veda la fossa”. (Sal. 49:7-9) Perciò la razza umana aveva bisogno di un aiuto dall’esterno.

Dio rivelò per la prima volta il suo proposito di provvedere questo aiuto immediatamente dopo che Adamo ed Eva avevano scelto di peccare anziché di ubbidire. Egli predisse la venuta di un “seme” che si sarebbe opposto all’influenza della malefica creatura spirituale che aveva indotto l’umanità a peccare. (Gen. 3:15) Mediante successive rivelazioni Dio identificò la famiglia da cui sarebbe nato questo seme o progenie. Infine queste rivelazioni restrinsero il campo a una coppia di fidanzati di nome Giuseppe e Maria, che vivevano in Palestina al tempo dell’Impero romano. — Gen. 22:15-18; 49:10; Luca 1:26-35.

La coppia fu informata che Maria avrebbe avuto un figlio, il quale avrebbe svolto un ruolo essenziale nell’eliminare la macchia del peccato dalla creazione di Dio. L’angelo di Geova apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di condurre a casa tua moglie Maria, poiché ciò che è stato generato in lei è dallo spirito santo. Ella partorirà un figlio, e tu dovrai mettergli nome Gesù, poiché egli salverà il suo popolo dai loro peccati”. (Matt. 1:20, 21) Ecco finalmente qualcuno che poteva ‘redimere il suo fratello’.

Gesù nacque come figlio di Maria, e fu quindi, a tutti gli effetti, un giudeo della famiglia di Davide. Come fu in seguito rivelato, però, egli aveva già avuto un’esistenza preumana in cielo. La miracolosa potenza di Geova trasferì la sua vita nel seno di Maria, affinché il Figlio di Dio potesse nascere come uomo. (Giov. 1:1-3, 14) In questo modo Gesù non ereditò la peccaminosità che aveva contagiato tutta l’umanità fino ad allora. Come Adamo, Gesù era perfetto. A differenza di Adamo, rimase ubbidiente. Perciò, caso unico nella storia umana, Gesù fu un uomo che non peccò mai. L’apostolo Pietro disse: “Egli non commise peccato, né fu trovato inganno nella sua bocca”. Paolo spiegò che Gesù fu “leale, semplice, incontaminato, separato dai peccatori”. — I Piet. 2:22; Ebr. 7:26.

Perciò Gesù possedeva l’unica cosa equivalente a una vita umana perfetta: un’altra vita umana perfetta. Quando morì, la sua morte non fu il “salario che il peccato paga”. (Rom. 6:23) Gesù non meritava di morire. Quindi alla sua morte egli sacrificò qualcosa che equivaleva esattamente alla vita umana perfetta persa da Adamo. — I Tim. 2:6.

Il sacrificio di Gesù ebbe esattamente l’effetto opposto a quello del peccato di Adamo. L’apostolo Paolo disse: “Poiché come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. (I Cor. 15:22) Gesù fu in grado di usare la sua vita umana perfetta come prezzo per acquistare l’umanità dalla schiavitù del peccato. “Diede se stesso per i nostri peccati, affinché ci liberasse dal presente sistema di cose malvagio secondo la volontà del nostro Dio e Padre”. — Gal. 1:4.

Liberazione dal peccato

Perciò ora l’umanità ha una via d’uscita! Il prezzo della redenzione è stato pagato. Significa questo che ora tutti saranno automaticamente liberati dalla schiavitù del peccato e riportati alla perfezione? No. Il modo in cui opera questo provvedimento fu descritto da Gesù stesso, che disse: “Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figlio, onde chiunque esercita fede in lui non sia distrutto ma abbia vita eterna”. (Giov. 3:16) Sì, quelli che esercitano fede in Gesù Cristo, mediante il quale Dio provvide il riscatto, riceveranno la vita eterna che la deliberata disubbidienza di Adamo aveva sottratto loro.

Anche ora quelli che accettano veramente il sacrificio di Gesù ricevono dei benefici. Certo, sono ancora imperfetti. Non è ancora giunto il tempo stabilito da Dio per riportare l’umanità all’effettiva perfezione umana. Ma se, a causa dell’imperfezione, commettono qualche peccato, ciò non compromette irreparabilmente la loro relazione col Padre celeste. L’apostolo Giovanni scrisse: “Vi scrivo queste cose affinché non commettiate peccato. Eppure, se qualcuno commette peccato, abbiamo un soccorritore presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto”. (I Giov. 2:1, 2) Sì, se a causa dell’imperfezione cadiamo nel peccato, possiamo pregare Geova Dio in base al sacrificio di Gesù, fiduciosi che ci perdonerà. — I Giov. 1:7-9.

Questo significa forse che in realtà il peccato non ha più alcuna importanza? In virtù di questo amorevole provvedimento, possiamo forse commettere qualsiasi peccato vogliamo, con la certezza che saremo perdonati in base al sacrificio di Gesù? No, niente affatto. Se vogliamo beneficiare di questo provvedimento, dobbiamo dimostrare che consideriamo il peccato come lo considera Gesù. Egli ‘ama la giustizia e odia l’illegalità’, e lo stesso dovremmo fare noi. (Ebr. 1:9) Come Paolo, dovremmo ‘trattare con durezza il nostro corpo e condurlo come uno schiavo’ per resistere all’inclinazione a peccare. (I Cor. 9:27) Questo richiede che si capisca chiaramente ciò che è il peccato e si lotti per resistervi. Dio ci aiuterà in questo, e così la nostra personalità potrà veramente trasformarsi. — Rom. 12:2.

Se invece non combattiamo le nostre tendenze peccaminose, può darsi che si applicheranno a noi le ulteriori parole dell’apostolo Paolo: “Poiché se pratichiamo il peccato volontariamente dopo aver ricevuto l’accurata conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma vi è una certa paurosa aspettazione del giudizio”. — Ebr. 10:26, 27.

Infine, quelli che, nonostante la loro carne imperfetta, dimostrano di voler veramente liberarsi dalla schiavitù del peccato, hanno una prospettiva anche più meravigliosa. È promessa loro l’opportunità di vivere in un nuovo ordine in cui il peccato sarà una cosa del passato. Sarà stato del tutto eliminato dalla creazione di Dio. A quel tempo “non faranno nessun danno né causeranno alcuna rovina su tutto il mio monte santo; perché la terra sarà per certo piena della conoscenza di Geova come le acque coprono il medesimo mare”. (Isa. 11:9) L’ispirato salmista ci promette che “il malvagio [il peccatore volontario] non sarà più”. Al contrario, “i mansueti stessi possederanno la terra, e in realtà proveranno squisito diletto nell’abbondanza della pace”. — Sal. 37:10, 11.

Tutti i cattivi risultati del peccato — malattie, morte e lontananza da Dio — saranno cose del passato. (Riv. 21:3, 4) Il proposito di Dio per la terra sarà invece pienamente compiuto. — Matt. 6:9, 10.

Sì, grazie al sacrificio di riscatto di Gesù l’umanità credente ha la meravigliosa opportunità di uscire definitivamente dalla schiavitù del peccato. Quindi l’incoraggiamento del salmista è proprio opportuno: “Dipartiti da ciò ch’è male e fa ciò che è bene, e risiedi dunque a tempo indefinito. Poiché Geova ama il diritto, e non lascerà i suoi leali. Saranno per certo guardati a tempo indefinito”. — Sal. 37:27, 28.

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