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  • w73 1/2 pp. 82-85
  • Che cosa dovete fare riguardo alle domande che vi turbano?

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  • Che cosa dovete fare riguardo alle domande che vi turbano?
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
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  • APPLICAZIONE “CONTESTUALE” ED “ESTESA”
  • PROFEZIE CON PIÙ DI UN ADEMPIMENTO
  • Scritture correttamente applicate
    Traete beneficio dalla Scuola di Ministero Teocratico
  • Domande dai lettori
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1984
  • Come hanno inizio “nuovi cieli e nuova terra”
    Come sopravvivere per entrare in una nuova terra
  • Gioiosi ora e per sempre
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1996
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1973
w73 1/2 pp. 82-85

Che cosa dovete fare riguardo alle domande che vi turbano?

I cristiani comprendono che Geova Dio e Gesù Cristo sono i loro Insegnanti. Sanno che, come guidò l’antico Israele, così Dio guida progressivamente il suo popolo, secondo il principio esposto in Proverbi 4:18: “Il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”.

Nel corso di questo sentiero, le verità fondamentali ne sono il fondamento, verità quali la sovranità di Geova, il suo regno messianico, il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo, la terra che deve divenire un paradiso e la vita eterna per tutti i fedeli e ubbidienti. Accresciuta luce d’intendimento risplende di continuo su queste grandi verità, chiarendone diversi aspetti attinenti. Questo include maggiore luce sull’intendimento e sull’applicazione di certi versetti scritturali e aggiustamenti di procedura e struttura organizzativa della congregazione cristiana. Tutte queste cose accrescono la gioia del popolo di Dio e lo aiutano a vivere e a fare l’opera di predicare e insegnare la buona notizia con maggiore libertà di movimento e accresciuta spiritualità.

A volte, nella mente di alcuni, possono sorgere dubbi su qualche cosa che vien detto. Qualche dichiarazione nelle pubblicazioni della Torre di Guardia può non essere chiaramente compresa o pienamente afferrata. Ad alcuni, può sembrare una contraddizione di ciò che è stato detto in precedenza.

Se sorgono tali dubbi nella vostra mente, che cosa potete fare? Anzitutto, accertatevi di non avere frainteso quello che è stato detto, o di non avervi letto qualche cosa che non c’era. Poi, meditate un po’ sul soggetto.

APPLICAZIONE “CONTESTUALE” ED “ESTESA”

Si può citare o indicare un versetto scritturale e poi applicarlo in modo tale che sembri contraddire un’applicazione fatta in un caso precedente. In alcuni casi può esser dovuto all’accresciuta luce dell’intendimento, che corregge una precedente veduta. In altri casi potete esser aiutati considerando se l’applicazione è “contestuale”, cioè se la scrittura è esaminata alla luce del contesto e dell’ambiente. O forse si tratta di un’applicazione “estesa”, cioè il principio del versetto può essere applicato a qualche altra circostanza.

Un esempio di un versetto il cui principio è spesso vigorosamente applicato è Ebrei 12:9, che dice: “Avevamo i padri che erano della nostra carne per disciplinarci, e rendevamo loro rispetto. Non ci sottoporremo molto di più al Padre della nostra vita spirituale e vivremo?”

Lì lo scrittore parla della “vita spirituale” dei fratelli di Gesù Cristo generati dallo spirito, che hanno speranze celesti. (Ebr. 12:22-24, 28) Ma il principio espresso in questo versetto può essere applicato anche alle “altre pecore”, che sono futuri figli di Dio, con la speranza della vita eterna sulla terra. (Giov. 10:16; Rom. 8:21) Anch’essi hanno una “vita spirituale”, in quanto vivono secondo la guida della Parola e dello spirito di Dio insieme a quelli generati dallo spirito. Non vivono una ‘vita carnale’, una vita dedicata a praticare “le opere della carne”. — Rom. 7:5; 8:5-8; Gal. 5:19-21; si paragoni I Corinti 2:14.

Per illustrare ulteriormente questo principio, considerate il versetto di II Timoteo 4:2: “Predica la parola, datti ad essa con urgenza in tempo favorevole, in tempo difficoltoso”. La Torre di Guardia del 15 settembre 1972, pagine 572-574, spiegava che lì Paolo istruiva Timoteo, sorvegliante della congregazione, riguardo al suo insegnamento nella congregazione di Efeso, che attraversava un “tempo difficoltoso”, poiché alcuni cercavano di sovvertire la fede di altri insegnando false dottrine, facendo stolte discussioni, ecc. Timoteo doveva attenersi alla Parola di Dio, non a qualche sua idea o filosofia. — 2 Tim. 2:14-26; 3:1-17; 4:1-5.

Comunque, ne La Torre di Guardia del 15 agosto 1972, pagina 488, il versetto di II Timoteo 4:2 è citato a sostegno della predicazione della buona notizia a persone del mondo nonostante la persecuzione. Perché questa differenza?

La prima applicazione è quella contestuale ed esprime la forza di ciò che Paolo diceva realmente a Timoteo. La seconda applicazione si basa sul principio che la predicazione che facciamo nella congregazione la estendiamo anche a quelli di fuori. Se ci atteniamo alla Parola di Dio nella congregazione, anche quando sorgono situazioni sfavorevoli, ci atteniamo alla Parola di Dio anche predicando a quelli di fuori, e facciamo in modo che le persone di fuori abbiano l’opportunità di udire, sia che incontriamo difficoltà o no. — 1 Tess. 1:6.

Comunque, non dobbiamo applicare i versetti biblici in maniera indiscriminata e negligente, ricordando, piuttosto, che l’applicazione contestuale è quella principale e fondamentale. Se è possibile usare il versetto facendo un’applicazione del principio in maniera secondaria o più vasta, possiamo rendere più enfatica la nostra presentazione precisando agli uditori il basilare senso contestuale e chiarire che usiamo il versetto nella sua applicazione secondaria, applicandone solo il principio.

PROFEZIE CON PIÙ DI UN ADEMPIMENTO

Anche le profezie possono avere più di un adempimento. In ogni caso, la profezia dichiarata nei tempi antichi ebbe significato per chi l’udì; servì per loro, nonché per nostra guida. Il più delle volte ebbe qualche adempimento in quel tempo, adempiendosi in molti casi durante la vita di quella medesima generazione. Di frequente ci fu un secondo adempimento al tempo che Cristo fu sulla terra o nella storia della primitiva congregazione cristiana. Quindi, nel maggior numero dei casi, c’è un adempimento maggiore, spirituale o letterale, nel nostro tempo, o nel futuro.

Conformemente, applicando un passo che ha significato profetico, è bene riconoscere questi fatti. Per esempio, in Salmo 37:10, Davide dichiarò: “Ancora un pochino, e il malvagio non sarà più; e per certo presterai attenzione al suo luogo, ed egli non sarà”. Per il bene di chi fu scritto questo? Ha applicazione solo in questo “tempo della fine” in cui la malvagità sarà distrutta per sempre? Questo significherebbe circa tremila anni dopo che il salmo fu scritto e fu letto dal popolo d’Israele. Queste parole non significarono nulla per quelli che lo lessero eccetto una promessa per il remoto futuro?

No. Queste parole relative ai malvagi ebbero un significato e un messaggio per il popolo di allora. Infatti, ebbero adempimento nel tempo stesso di Davide. Davide vide e riscontrò che i malvagi, benché sembrassero prosperare per un po’, non durarono a lungo. (Versetti 35, 36) Per questa medesima ragione, ai versetti uno e due, consigliò di non accendersi a causa dei malfattori. Quindi egli dichiarava un principio di vita. Al tempo di Davide la “terra”, cioè la parte della terra assegnata da Dio a Israele, fu portata sotto il pacifico dominio da Davide, e durante il regno di Salomone il popolo fu lasciato in pace dai malvagi nemici. — Sal. 37:11; 1 Re 4:20, 25.

Questa verità o principio profetico trova pure un maggiore adempimento in questi “ultimi giorni” del malvagio sistema di cose, quando c’è la prospettiva di una purificazione della terra di gran lunga più estesa, poiché Dio ha espresso il suo proposito di togliere per sempre ogni malvagità dall’intera terra mediante l’esercizio del regale dominio di Cristo. — Riv. 11:18; 19:19-21.

Un’altra profezia, quella di Isaia 65:17, riguardo alla creazione di “nuovi cieli e nuova terra” da parte di Dio, non fu proclamata da Isaia perché i Giudei udissero semplicemente qualcosa che si sarebbe adempiuto 2.700 anni dopo. Piuttosto, ebbe un primo adempimento circa 200 anni dopo che era stata scritta per la prima volta, quando gli esuli israeliti si ristabilirono in Gerusalemme. Un nuovo corpo amministrativo provveduto da Geova con Zorobabele come governatore e Giosuè come sommo sacerdote costituì i “nuovi cieli” e il paese di Giuda fu ripopolato con un popolo organizzato, costituendo la “nuova terra”. In questa restaurazione, non ci fu nessun nemico come Nabucodonosor che venisse a uccidere neonati e bambini piccoli e gli uomini vissero la loro vita di normale durata. Edificarono case e piantarono vigne in sicurtà, senza temere che il nemico venisse di nuovo a desolare il loro paese come avevano fatto i Babilonesi nel 607 a.E.V. (Isa. 65:20-22) Questo fu un adempimento significativo per gli Israeliti di quel tempo. Poterono agire con fede nella profezia d’Isaia per il loro proprio bene.

Dio amava il suo popolo a quel tempo e se ne ricordò quando erano nella condizione di prigionieri a Babilonia. Agì per ristabilirli dalla cattività e benedirli nel loro proprio paese. L’apostolo Paolo dice che quanto accadde loro raffigura cose più grandi. (1 Cor. 10:11) Di conseguenza sappiamo che nel suo grande amore verso la congregazione cristiana, l’‘Israele spirituale’, Dio l’avrebbe liberata dai suoi nemici. Nel primo secolo liberò un rimanente di fedeli Giudei, portandoli nella congregazione cristiana stabilita alla Pentecoste. (Giov. 8:31-36; Atti 2:41, 47) Similmente in questi “ultimi giorni”, Dio ha mostrato lo stesso amore ristabilendo l’Israele spirituale dalla cattività di Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. Ha progressivamente ridato loro le verità e le pratiche della primitiva congregazione cristiana e li ha fatti prosperare liberando altri dalla schiavitù religiosa. C’è stato così un triplice adempimento della profezia biblica relativa alla liberazione del popolo di Geova da Babilonia.

L’apostolo Pietro corrobora questo intendimento secondo cui c’è più di un adempimento quando fa una futura applicazione della profezia di Isaia 65:17, in relazione al dominio di Cristo. Scrivendo all’Israele spirituale del suo giorno, Pietro dice: “Secondo la sua promessa noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, e in questi dimorerà la giustizia”. (2 Piet. 3:13) Anche il libro di Rivelazione, scritto all’Israele spirituale verso il 96 E.V., riporta la visione di “un nuovo cielo e una nuova terra” per il bene, la sicurezza e la benedizione del genere umano nel nuovo ordine di Dio sotto il dominio del Regno di Cristo. — Riv. 21:1-4.

Di conseguenza, se abbiamo difficoltà a capire la spiegazione di una profezia data nelle pubblicazioni della Torre di Guardia, la cosa da fare è di pensarci più a fondo. Considerate la possibilità che abbia più di un adempimento. Spesso la nostra fede si rafforza molto leggendo che Dio adempì una profezia verso il suo popolo a quel tempo. Abbiamo un’assicurazione anche più vigorosa che egli può recare e recherà il maggiore adempimento sul suo odierno popolo.

Inoltre, se dubitiamo dell’applicazione di un versetto scritturale, consideriamo il contesto di quella scrittura e chiediamoci anche: ‘L’uso che se ne fa qui è semplicemente un’applicazione del suo principio esteso oltre l’immediato uso contestuale della scrittura?’

Ma che dire dei cambiamenti di punti di vista che possono aver luogo ogni tanto? Questo è un argomento che sarà trattato nel prossimo articolo.

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