Come restare intrepidi sino alla fine completa
1. Che significa o che richiede il parlare insieme per conoscere la verità?
SENZA dubbio il parlare insieme per conoscere il vero comprenderà la partecipazione regolare agli studi biblici, la presenza e la partecipazione nel limite delle possibilità alle adunanze di servizio e alle adunanze della scuola di ministero, l’assicurarci di poter essere presenti alle assemblee di circoscrizione e alle altre assemblee disposte dall’organizzazione del Signore. Tutte queste provvisioni sono fatte per apprendere la verità e per fortificarci “nel Signore e nella forza della sua possanza”. Mentre ciascun servitore accresce la sua conoscenza avrà desiderio di metterla a disposizione d’altri. In tal modo si proclamano le buone notizie, parlando a quelli che sono estranei al gruppo, al popolo in generale, sì, andando di casa in casa, facendo quindi nuove visite finché si riesce ad accendere l’interesse e il desiderio dello studio. Più spesso i figliuoli di Geova conversano insieme e recano questa notizia ad altri, più essi riscuotono il suo compiacimento.
2. Quale effetto ha su una persona tal fedele parlare insieme?
2 Non è forse un fatto accertato che i servitori i quali frequentano regolarmente le adunanze, s’interessano ai programmi del ministero e all’effettivo servizio di predicazione, i quali sono presenti ad ogni sessione delle loro assemblee di circoscrizione, son quelli che hanno maggiore vivacità, parlano sempre della verità e cercano le opportunità e i privilegi di servizio? Non parlano essi continuamente delle loro visite ulteriori, dei loro studi, del modo come alcuni sono stati aiutati nel servizio? Questi diletti non hanno tempo da occupare in altre cose, ma si tengono liberi dalle pratiche del vecchio mondo affinché possano essere volontariamente schiavi del Signore Gesù Cristo.
3, 4. Quali rassicurazioni ci danno contentezza, pace, felicità e libertà?
3 Nulla sfugge all’occhio del Signore. “Il Padre tuo che vede nel segreto, te ne darà la ricompensa”. (Matt. 6:4) Egli tien conto del servizio fedele e leale. Nessuna azione gli passa inosservata. “L’Eterno ha il suo trono nei cieli; i suoi occhi veggono, le sue palpebre scrutano i figliuoli degli uomini”. (Sal. 11:4) Sappiamo che il suo occhio non si addormenta mai ed egli è sempre attento per i migliori interessi dei suoi figliuoli. “Poiché egli comanderà ai suoi angeli di guardarti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno in palma di mano, che talora il tuo piè non urti in alcuna pietra”. (Sal. 91:11, 12) Ricordiamo le sue preziose promesse: “L’Eterno scorre collo sguardo tutta la terra per spiegar la sua forza a pro di quelli che hanno il cuore integro verso di lui”. (2 Cron. 16:9) “Egli non s’affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile. Egli dà forza allo stanco, e accresce vigore a colui ch’è spossato. . . . Ma quelli che sperano nell’Eterno acquistan nuove forze”. (Isa. 40:28, 29, 31) La contentezza e la pace sono riservate a coloro che vivono con la consapevolezza che la potenza di Geova è sempre disponibile per il loro bisogno, e ch’egli vigila sempre per i loro. migliori interessi, sicuri come sono che “tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali son chiamati secondo il suo proponimento”. — Rom. 8:28.
4 Perché dovrebbero dunque i Cristiani aver paura? Certo con tali assicurazioni voi potete procedere nel servizio della verità e crescere in amore, e così “fortificatevi nel Signore e nella forza della sua possanza”. Solo i testimoni di Geova si trovano in tale felice condizione, perché conoscono la verità e questa li ha resi liberi. Essi studiano la Bibbia, ne parlano, ubbidiscono ad essa, perché sanno che è la Parola di Dio. I loro studi comprendono la considerazione degli atti di fede e d’intrepidezza dei servitori di Dio nelle età passate, ed essi credono che, lo stesso Dio che compì opere meravigliose nel passato è quello che oggi conosciamo e serviamo”. Poiché questo Dio è il nostro Dio in sempiterno; egli sarà la nostra guida fino alla morte”. — Sal. 48:14.
5. Qual è dunque il modo di rimanere intrepidi fino alla fine?
5 Il modo di restar intrepidi fino alla fine è quindi quello di studiare la verità che è la Parola di Dio; apprendere delle sue opere a favore degli uomini nelle età trascorse; conoscere chi è Iddio e comprendere i suoi propositi. Apprezzate il fatto ch’egli è l’Eterno Iddio, l’Onnipotente, l’Altissimo, Colui che è sempre stato, e sarà; senza principio, senza fine, che conosce la fine sin dal principio ed è la sorgente della bontà e della vita. Apprendete del suo diletto Figlio, il principio di ogni creazione, poiché senza di lui nulla fu fatto delle cose che sono state fatte; apprendete come egli costituì sempre la delizia del Padre suo, e, quando fu mandato sulla terra, prese forma di carne umana nella quale egli soffrì e, in virtù dell’assoluta ubbidienza, intrepidezza, lealtà e amore fu sovranamente innalzato e ricevette un nome che è al disopra di ogni nome, perché egli è il Re dei re e Signor dei signori, il Padre Eterno, il Principe della pace. Studiate il santo Libro di Dio e siate ammaestrati intorno al nuovo mondo di giustizia e alle sue benedizioni, del quale potete apprendere ora come rallegrarvi. Serbate salda la vostra speranza di partecipare a queste benedizioni. “Beato il popolo che conosce il grido di giubilo; esso cammina, o Eterno, alla luce del tuo volto”. (Sal. 89:15) È bene conoscere queste promesse; sì, andate oltre la semplice conoscenza, imparatele magari a memoria, tanto da averle sempre presenti per vostro conforto e per vostra consolazione. Solo quelli che hanno appreso come confidare effettivamente in Geova sanno quanto valga poter ricordare a volontà alcune delle preziose dichiarazioni fatte da Dio per quelli che lo amano.
6. Onde valutiamo le promesse di Dio, quale contesa ci deve essere insegnata? Perché
6 Tutte le persone di buona volontà devono apprendere queste cose, imparare che cosa vi è implicato e chi sollevò per primo la contesa della supremazia universale. Se non sono messe con esattezza al corrente delle opere di Satana, non comprenderanno quanto valgano le promesse di protezione dell’Altissimo. Poiché non è forse un fatto che quelli che ricercano la giustizia e l’onore del Signore diventano bersaglio del Diavolo? Davide si fece profeticamente portavoce di Gesù dicendo: “Poiché lo zelo della tua casa mi ha roso, e i vituperi di quelli che ti vituperano son caduti su me”. (Sal. 69:9) Gesù non volle nulla per se stesso, ma volle compiacere in primo luogo il Padre suo celeste. “Poiché anche Cristo non compiacque a se stesso; ma, com’è scritto: Gli oltraggi di quelli che ti oltraggiano son caduti sopra di me”. — Rom. 15:3.
EFFETTI DELL’ACCETTAZIONE DELLA VERITÀ
7, 8. (a) Quale cambiamento produce in noi l’accettazione della verità, che conduce a quali timori? (b) In chi dobbiamo noi edificare la nostra fede, e come?
7 L’accettazione di queste verità da parte delle persone sincere ha un effetto immediato sulla disposizione e sul sentiero che stanno percorrendo. Si mostra la mancanza d’inclinazione a cercare la compagnia dei parenti e di quelli con i quali si andava e la tendenza a ricercare la compagnia di quelli che hanno la verità. Ed è proprio questo che si deve verificare. Più essi cercano la verità e la compagnia dei fratelli, più diventa palese ai loro primi amici e colleghi che è accaduto qualche cosa nella loro vita che ne ha cambiato il modo di agire, di conversare e di divertirsi. Può darsi che alcuni se ne facciano beffe, li mettano in ridicolo, si oppongano con diversi argomenti, o forse è in pericolo la nostra occupazione secolare, e quindi, se qualche responsabilità scritturale di famiglia grava su noi, che cosa accadrà? Chi penserà a loro? Gli amici che avevamo prima potremmo perderli ed essi potrebbero manifestare la loro disistima. Supponiamo ancora che le profezie non si realizzino nel modo che ci aspettiamo. Che cosa si dovrà fare allora? Può darsi che Harmaghedon non venga così presto come crediamo! Dunque, cosa faremo? E, a dir poco, si diventerebbe l’oggetto delle risa della gente. Tutte queste paure e molte altre possono affollarsi nella mente. È tempo ora di ricevere conforto ed essere fortificati.
8 Ascoltate le parole di Geova: “Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non ti stimar savio da te stesso; temi l’Eterno e ritirati dal male”. (Prov. 3:5-7) Forse a tutta prima non riesce facile confidare nel Signore, perché certo dobbiamo conoscerla prima una persona per averne fiducia. Comunque, con la preghiera fervida e sincera, con lo studio e l’unione nel servizio, voi potete apprendere come sia possibile confidare in Geova con tutto il cuore.
9. Che cosa è ancora necessario per edificare l’intrepidezza? In qual modo?
9 Gli onesti ricercatori della giustizia devono apprendere come andare più lontano se vogliono diventare campioni della verità, veri soldati nella guerra contro il mondo del Diavolo, combattenti per il nuovo mondo di giustizia, e intrepidi in questa fine del mondo. L’attività nell’opera di Geova si addice a quelli che desiderano far progresso ed effettivamente ottengono la completa approvazione del Signore e un posto nel nuovo mondo, la partecipazione con altri alla gioia e alle benedizioni nei futuri propositi di Geova. La paura intralcia il progresso. Essa produce ristagno, può anche creare ostacoli che impediscano d’essere accolti nel nuovo mondo. Quelli che sono paurosi sono continuamente nell’ansietà e preoccupati a riguardo di cose che non succedono mai. Il Signor Gesù istruisce: “Non siate dunque con ansietà solleciti del domani; perché il domani sarà sollecito di se stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”. “E chi di voi può con la sua sollecitudine aggiungere alla misura della sua vita pure un cubito?” (Matt. 6:34, 27, nota in calce) Non occorre dire che molti non prendono il Signore in parola, non affidano a lui tutte le loro cure. Perciò sono infelici perché hanno continuamente paura di qualche cosa che può accadere e, come disse Paolo, “per il timor della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù”. (Ebr. 2:15) Vi è un Liberatore, e questo è Cristo Gesù, il quale può liberare tutti i prigionieri dalla loro propria schiavitù, dalla schiavitù del Diavolo, anche dalla schiavitù delle attuali misere condizioni. La verità di Dio come fu annunziata da Cristo Gesù, affranca da tali paure. “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi”. — Giov. 8:32.
10. Quale comportamento il forte non deve tenere con il debole? Perché no?
10 Quelli che son forti possono compiacere se stessi in quanto alla loro condotta, ma devono aiutare i deboli. Come sarebbe facile per quelli che sono forti dire ai timidi e ai pavidi: Scostatevi e lasciatemi andare avanti! Oppure perdere la pazienza con le “altre pecore” del Signore e, perché essi stessi possono andare avanti con baldanza, pensar che tutti gli altri pure dovrebbero fare lo stesso e peggio per loro se non lo possono! No, non è in questo modo che devono procedere quelli che sono dedicati al Signore; infatti il comando di Geova è: “Proclamare la libertà a quelli che sono in cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri”. (Isa. 61:1) E ancora: “Scuotiti di dosso la polvere, levati, mettiti a sedere, o Gerusalemme! Sciogliti le catene dal collo, o figliuola di Sion che sei in cattività!” E inoltre: “Fortificate le mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: ‘siate forti, non temete!’ Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi”. — Isa. 52:2 e 35:3, 4.
11, 12. Come deve comportarsi il forte col debole, e perché?
11 Il rimanente degli unti e i loro compagni hanno la responsabilità di fortificare i deboli, non di scostarli da una parte. I timidi non devono essere scoraggiati o danneggiati o caricati di altri ostacoli. Non si deve procedere a loro riguardo in tal modo. Ubbidite piuttosto al comando di Dio: “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: ‘siate forti, non temete!”’ Quindi ammaestrate, e spiegate perché non devono aver paura. Fortificateli nella sicura conoscenza della verità; date loro la certezza di cui hanno bisogno. A loro additate il vero Liberatore e Vindice. “Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio; verrà egli stesso a salvarvi”. (Isa. 35:4) Quanto preziose e rassicuranti son queste parole per quelli che veramente amano Geova! Con lui viene “la vendetta”. Tutti i malfattori gli schernitori e i bestemmiatori, i persecutori, quelli che son pieni d’odio, i calunniatori e altri agenti di Satana saranno puniti, e verrà il male su quelli che fanno male ai figliuoli di Dio.
12 Sappiano i timidi che Geova regna e trovino coraggio in questa conoscenza. “Manda de’ gridi, de’ gridi di gioia, o abitatrice di Sion! poiché il Santo d’Israele è grande in mezzo a te”. (Isa. 12:6) Il Re è presente. Egli siede oggi sul trono d’autorità, e in breve ripeterà l’attacco contro l’organizzazione nemica e la ridurrà in pezzi. Fortificate i deboli dando loro la sicura certezza di questi fatti importanti e vitali, affinché possano rendersi conto che le cose alle quali si aggrappano in questa vita non sono in realtà degne di considerazione. Ognuno deve comunque trattare i deboli con gentilezza e non con tono dommatico e con attitudine autoritaria. Un breve ragionamento su alcuni di questi punti, che sarebbero spiegati nel tempo necessario, sarà bene impiegato e darà la ricompensa. Non affrettatevi a spazzar via i loro problemi e gli ostacoli che a loro sembrano formidabili, ma cercate di capire il loro stato e venite loro in aiuto. Ricordate che i timidi han bisogno d’essere rassicurati che tutto andrà bene se vanno avanti, e non sentirsi dire seccamente che non devono aver paura; perché molto spesso questo essi lo sanno. A volte quelli che sono stati paurosi diventano saldi, leali soldati di Cristo Gesù, imparando con difficoltà che la loro mancanza di forza nell’avanzare nel santo servizio di Dio ha richiesto completa fede in Geova, il Datore della forza.
13. Quali gioie e quali opportunità ne derivano per il forte che così agisce?
13 Certo è un’occupazione gioiosissima quella di aiutare i piccoli del Signore in questo modo, vedere i ginocchi di quelli che son deboli rinforzarsi in guisa tale da far procedere il servitore nel suo servizio, osservare le mani e le braccia che prima penzolavano debolmente rinvigorirsi tanto da cominciare ad essere attive al servizio altrui. Certo è rallegrante vedere una persona inattiva che diventa attiva. A quelli che sono trovati in atto di porgere la mano ai loro fratelli con gentilezza e riguardo, ottenendo così dei buoni, risultati, saranno certamente accordate altre misericordiose opportunità di servizio. Non sa forse il Signore che saranno solleciti, intelligenti e fiduciosi, sempre pronti a cercar di edificare e fortificare i fratelli? Prendiamo dunque a cuore il modo come Geova tratta con ciascuno di noi e usiamo lo stesso trattamento verso i paurosi e i timidi. Questo nostro ministero avrà allora per risultato una più vasta espansione nel servizio di Geova. Tutti i servitori fedeli si aiuteranno così l’un l’altro a serbarsi intrepidi sino alla fine.
IL TIMOR DI DIO È GIUSTO
14. Mediante quale attitudine riceviamo noi forza da Geova? In che modo?
14 L’apostolo Paolo ammonì: “Perciò chi si pensa di stare ritto, guardi di non cadere”. (1 Cor. 10:12) Geova ha fatto scrivere che “per correre non basta esser agili, né basta per combattere esser valorosi”. (Eccl. 9:11) Nessuno è tanto forte da non aver bisogno di essere ancora fortificato. Le esperienze di Paolo costituiscono un esempio significativo, poiché egli esclamò: “Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando son debole, allora sono forte”. (2 Cor. 12:10) Ma voi chiederete: Com’è dunque possibile ricevere sempre forza da Geova? La risposta è che dobbiamo tutti vivere nel timor del Signore. Per quanto possa sembrar strano, è tuttavia un fatto comprovato dall’esperienza che, più abbiamo timor di Geova, meno temiamo le creature, le condizioni e il mondo con i suoi empi demoni e con il suo dominatore. Il nostro timore di Geova non è quello che si potrebbe avere per un gran mostro. Geova è giusto, verace, saggio e amorevole. Questi attributi sono parte dell’Onnipotente. Noi lo temiamo, e perciò lo amiamo. Alcuni potranno chiedersi come questo sia possibile. Se anche voi ve lo chiedete, ricordate per esempio che l’amore dei bambini per i loro genitori non è affatto diminuito dalla conoscenza che se disubbidiscono e si comportano male vengono puniti. I buoni genitori devono disciplinare i loro figli. “Abbiamo avuto per correttori i padri della nostra carne, eppur li abbiamo riveriti; non ci sottoporremmo noi molto più al Padre degli spiriti per aver vita? Quelli, infatti, per pochi giorni, come parea loro, ci correggevano; ma Egli lo fa per l’util nostro, affinché siamo partecipi della sua santità”. — Ebr. 12:9, 10.
15. Perché è di estrema importanza temere Geova piuttosto che le creature?
15 Presso Geova si tratta di ubbidienza o di disubbidienza. Egli indica la via che conduce alla vita mediante l’ubbidienza, e quelli che camminano in essa son beati; quelli che rifiutano di camminare secondo la luce che hanno sono ostinati o negligenti e vengono disciplinati, e se diventano ribelli sono cacciati fuori dalla via che conduce alla vita. Non dovremmo noi, dunque, temere il Datore della vita? L’uomo che rifiuta di temerlo è insensato. Può sembrare che non sia una questione vitale quella di essere paurosi o intrepidi, ma non vi dev’essere alcun malinteso sul modo come la Parola di Geova tratta le due classi. “La paura degli uomini costituisce un laccio, ma chi confida nell’Eterno è al sicuro. Molti cercano il favore del principe, ma l’Eterno fa giustizia ad ognuno”. (Prov. 29:25, 26) “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima; temete piuttosto colui che può far perire e l’anima e il corpo nella geenna”. (Matt. 10:28) “Il timor dell’Eterno è fonte di vita e fa schivare le insidie della morte”. (Prov. 14:27) Quando verrà reso il giudizio sappiamo che il giusto Giudice sarà leale e imparziale, tuttavia egli esprime la sua decisione che il destino di quelli che saranno giudicati come paurosi è la distruzione. “Ma per i paurosi, . . . il posto assegnato sarà nello stagno ardente di fuoco e di zolfo cioè la seconda morte”. (Apoc. 21:8, Tintori) Nessuno può permettersi d’ignorare queste esplicite dichiarazioni delle Scritture.
16. Perché dobbiamo assicurarci di non aver solo la pretesa di ubbidire a Dio?
16 È bene che ognuno esamini sovente se stesso per osservare se ubbidisce ai comandamenti di Geova e di Gesù Cristo. Partecipiamo noi effettivamente al ministero affidato agli eletti? Mettiamo davvero tutto il nostro cuore nel nostro servizio? Dedichiamo noi fedelmente tutto? “Amarlo con tutto il cuore, con tutto l’intelletto e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso, è assai più che tutti gli olocausti e i sacrifici”. (Mar. 12:33) Se tale è il caso nostro, possiamo essere certi che non saremo paurosi. Naturalmente, se accampiamo dei pretesti, se non facciamo altro che andare avanti con la folla, se non consolidiamo i nostri passi, se non prendiamo una decisione personale, possiamo aspettarci di diventar paurosi. Per essere intrepidi dobbiamo essere compenetrati della verità, dei comandi, del servizio, delle esperienze, con tutto quanto è in noi, dobbiamo dedicarci interamente, completamente alla santa volontà di Geova. Possiamo essere soddisfatti se il nostro esame rivela onestà e sincerità e non ipocrisia. “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio”. — Matt. 5:8.
17. Ci rende nemici il timore di lui, o quale effetto ha su di noi?
17 È chiaro che se c’è vero timore dell’Onnipotente nessuna creatura dalla mente sana oserebbe dispiacergli. Per il nostro miglior benessere è indispensabile che impariamo a temere l’Altissimo. Quelli che lo temono sono suoi amici. “L’amicizia dell’Eterno è per coloro che lo temono, ed il suo Patto ne dà loro la conoscenza”. (Sal. 25:14, Cocorda) È di massima importanza essere correttamente informati. Per ricevere tale giusta istruzione dobbiamo affidarci alla Parola di Dio. Egli è la fonte della conoscenza, e quelli che desiderano ricevere intelligenza devono per prima cosa imparare che il timor dell’Eterno è il principio della sapienza”. (Sal. 111:10) Dobbiamo tributargli la nostra adorazione con timore. “Perciò, ricevendo un regno che non può essere scosso, siamo riconoscenti, e offriamo così a Dio un culto accettevole, con riverenza e timore! perché il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. — Ebr. 12:28, 29.
18, 19. Dove si legge che Geova è un fuoco divorante? Com’è egli tale?
18 Soffermatevi e meditate sulle parole: “Il nostro Dio è anche un fuoco consumante”. Che cosa significa questo?. L’apostolo Paolo si riferiva molto probabilmente a Deuteronomio 4:24 dove Mosè ricorda come in una certa occasione Geova si era adirato contro di lui. Questo era avvenuto a Kades, la località dove fu sepolta Maria, e i figliuoli d’Israele avevano mormorato, ribellandosi al modo in cui Dio li trattava, perché quivi non c’era acqua da bere. Geova aveva dato istruzione a Mosè di radunare l’assemblea e di parlare davanti agli occhi loro alla rocca, dalla quale sarebbe scaturita l’acqua. Evidentemente Israele doveva essere testimone di una maravigliosa dimostrazione della potenza di Dio. Mosè convocò Israele, prese il suo bastone e quindi disse: “Ora ascoltate, o ribelli; vi farem noi uscir dell’acqua da questo sasso? E Mosè, alzò la mano, percosse il sasso col suo bastone due volte, e ne uscì dell’acqua in abbondanza; e la raunanza e il suo bestiame bevvero. Poi l’Eterno disse a Mosè e ad Aaronne: ‘Siccome non avete avuto fiducia in me per dar gloria al mio santo nome agli occhi dei figliuoli d’Israele, voi non introdurrete questa raunanza nel paese che io le do”. — Num. 20:10-12.
19 Mosè sapeva bene che la dovuta adorazione è accettevole solo se accompagnata dal timore di Geova. Poiché non diede credito a Geova, e non lodò il nome del Creatore, Iddio gli negò l’onore e la grande responsabilità di condurre Israele proprio nel paese. Non vi è dunque da sorprendersi se egli ricordò queste verità a Israele: “Or l’Eterno s’adirò contro di me per cagion vostra, e giurò ch’io non passerei il Giordano e non entrerei nel buon paese che l’Eterno, l’Iddio tuo, vi dà in eredità”. Egli aggiunse inoltre: “Guardatevi dal dimenticare il patto che l’Eterno, il vostro Dio, ha fermato con voi, e dal farvi alcuna immagine scolpita, o rappresentazione di qualsivoglia cosa che l’Eterno, l’Iddio tuo, t’abbia proibita. Poiché l’Eterno, il tuo Dio, è un fuoco consumante, un Dio geloso”. (Deut. 4:21, 23, 24) Israele avrebbe dovuto sapere queste cose, poiché al Monte Sinai Iddio aveva rivelato la sua gloria mediante il fuoco. “E l’aspetto della gloria dell’Eterno era agli occhi de’ figliuoli d’Israele come un fuoco divorante sulla cima del monte”. (Eso. 24:17) Indi, quarant’anni dopo, Mosè comandò: “Sappi dunque oggi che l’Eterno, il tuo Dio, è quegli che marcerà alla tua testa, come un fuoco divorante; ei li distruggerà.” “Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, se non temi questo nome glorioso e tremendo dell’Eterno, DELL’IDDIO TUO [GEOVA]”. (Deut. 9:3 e 28:58) Mosè invero temeva il Signore com’è indicato nelle sue seguenti parole: “Poiché l’Eterno, il vostro Dio, è l’Iddio degli dèi, Signor dei signori, l’Iddio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta presenti.” — Deut. 10:17.
20. Come manifesterà egli questo fatto?
20 Dov’è l’uomo, dov’è il capo, infatti dov’è un governo che non debba piegare i ginocchi nel timore di questo Onnipotente, che ha per abitazione l’eternità, che discioglie i monti e fa piovere fuoco dal cielo? Egli può ardere col fuoco questo vecchio mondo malvagio, e consumare tutti i malvagi che sono sulla faccia della terra. E infatti ha determinato di farlo. Tutti quelli che non ottengono un posto nel nuovo mondo di giustizia saranno distrutti per sempre. Veramente “il nostro Dio è anche un fuoco consumante”! Una volta che abbiamo compreso questa realtà e l’abbiamo fatta nostra, allora e allora soltanto possiamo vivere nel timore di Geova, timore di camminare fuori della via che ci ha segnata, timore di andare contro le sue istruzioni, timore di danneggiare in qualche modo quelli che sono suoi figli. Il mondo intero tenterà di danneggiare gli unti di Dio ed i loro compagni, e andrà incontro al ben meritato disastro. Geova dice: “Non chiamate congiura tutto ciò che questo popolo chiama congiura; e non temete ciò ch’esso teme, e non vi spaventate. L’Eterno degli eserciti, quello, santificate! Sia lui quello che temete e paventate!” — Isa. 8:12, 13.
21. Chi è esente dal temere Geova? Perché?
21 Cercate d’immaginare la paura che potreste avere di queste malvage potenze mondiali. Immaginate quanto vi è di peggio, e quindi rendetevi conto con tutta la forza possibile che il timore di Geova dev’essere di gran lunga maggiore di tutta tale paura. Non ci fa capire il buon senso che Geova, il Datore della vita, può toglierei la vita così facilmente come può darcela? Il fedele Giobbe espresse questo pensiero dicendo: “Nudo sono uscito dal seno di mia madre, e nudo tornerò in seno della terra; l’Eterno ha dato, l’Eterno ha tolto; sia benedetto il nome dell’Eterno”. (Giob. 1:21) La conoscenza del grande Creatore è indispensabile, e quelli che lo conoscono meglio hanno maggior fiducia in lui e hanno per lui tutto il loro timore. Nessuno è dispensato dal temere Geova, neppure il diletto e prezioso Figlio di Dio, poiché è scritto: “Il quale nei giorni della sua carne avendo, con forte grido e con lagrime, offerto preghiere e supplicazioni a Colui che poteva salvarlo dalla morte, ed essendo stato esaudito riguardo al suo timore, sebbene fosse Figliuolo, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì”. (Ebr. 5:7, 8, Cocorda) Sì, egli fu esaudito per il suo devoto timore, per il suo timore riverente.
22. Qual è il completo significato del “timore”, vale a dire del timore di Geova?
22 Qualche volta si ha la tendenza di attenuare l’espressione “timore” dicendo che significa solo “riverenza” verso Geova. È vero, la riverenza deve far parte del nostro timore per lui, ma questo timore significa anche paura, spavento. Prendete per esempio il passo di Isaia 8:13: “Sia lui quello che temete”. La parola “temete” traduce qui la parola ebraica mo·rawʹ e significa pure “paura, spavento, terrore”. In Salmi 2:11 la parola “timore”, tradotta da yi·rawʹ, è derivata dallo stesso verbo ebraico yi·rehʹ che significa “temere, riverire, onorare”.
23. È il timore di lui contro l’amore? Dite il perché.
23 Le molte narrate opere di Geova insegnano chiaramente che le creature dovrebbero avere un corretto, intelligente timore verso Iddio. Dovrebbero stare in riverenziale terrore dinanzi a lui e prostrarsi dinanzi al suo grande e terribile nome di Geova, perché nessuno dovrebbe osar d’incorrere volontariamente nel suo sfavore. La disubbidienza comporta la punizione di morte. Non ha egli il diritto e la potenza di distruggere? Mentre hanno il timore d’incorrere nella sua ira per ribellione, ostinazione, idolatria e ogni altra forma di disubbidienza, i figliuoli di Dio devono ciò nondimeno amarlo. Il perfetto o completo amore caccerà via il timore di schiavo, e farà provare alla creatura un giusto apprezzamento della sua relazione col suo Creatore. Nessuno che abbia paura, spavento, riverenza, sì, timore di Geova, ha timore dell’uomo e delle condizioni esistenti nel mondo. I leali e fedeli figliuoli dell’Altissimo Iddio conoscono dalle Scritture e mediante l’esperienza che il timore e l’amore per Geova procedono concordi, e non sono, relativamente a Lui, contrastanti. Essi temono di fare qualsiasi cosa che sia contraria alla sua volontà, perché egli può distruggere; tuttavia lo amano con tutte le loro facoltà. Se serberemo il timore di Dio, ci manterremo intrepidi davanti agli uomini; e a questa fine del mondo, questo è della massima importanza.
UN MODERNO ESEMPIO DI INTREPIDEZZA
24. Fin da quando è stata mostrata in modo speciale la nostra intrepidezza? In che modo?
24 In questi anni sin dalla fine della prima guerra mondiale avvenuta nel 1918, quelli che amavano e temevano veramente Geova hanno molte volte dimostrato la loro intrepidezza verso gli uomini. Hanno imparato a conoscerlo e a considerarlo come la loro forte torre. I suoi propositi nel suo popolo sono nettamente visibili. Le prove che sono guidati dalla sua mano nelle loro attività si accumulano. Essi si affidano a lui e sono alimentati per il loro servizio futuro, come affermò Paolo: “Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d’amore e di correzione. Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro, né di me che sono in catene per lui; ma soffri anche tu per l’Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio; il quale ci ha salvati”. (2 Tim. 1:7-9) Ma quanto poco si resero conto della necessità che avevano di ottenere tutti questi favori e queste assicurazioni! Una spietata opposizione era stata organizzata nel 1933 contro gli unti del Signore, e si scatenò con furore pochi anni dopo. Furiose turbe indemoniate aggredirono questi pacifici Cristiani finché la persecuzione diventò una causa nazionale in America. L’intolleranza, l’odio, le calunnie d’ogni specie e la maldicenza si accumularono contro questi fedeli testimoni, giovani e vecchi, maschi e femmine. Occorreva intrepidezza per resistere a una tale brutale oppressione; quelli che non avevano forza la ricevettero dall’Onnipotente nel quale avevano confidato. La loro fiducia e la loro fede furono ricompensate e i torti e i danni si cambiarono in testimonianza contro i loro nemici.
25. In quali circostanze e in che modo è Iddio diventato per loro una realtà concreta?
25 Venne le seconda guerra mondiale, ma quando la pace fu rotta nessuno aveva capito quanto devastante sarebbe stata la guerra. Le orde totalitarie invasero l’Europa. I testimoni di Geova furono arrestati in gran numero e in breve tempo cacciati in prigione o in campi di concentramento. L’opera della Società Watch Tower Bible and Tract fu intralciata e alcuni uffici filiali furono occupati da uomini armati. Ma l’opera di Dio non poteva arrestarsi. I suoi comandamenti erano tassativi. Dure e tremende persecuzioni si abbatterono sui testimoni di Geova nel maggior numero delle nazioni, e ciò non ostante, che cosa ne fu dei fedeli servitori di Dio? Smisero di compiere il servizio di Geova? Assolutamente no! Il mondo intero era contro di loro, tuttavia essi confidavano nell’Iddio Altissimo. Essi erano soggetti alle umane fragilità, al timore e al dubbio, ma avendo lo sguardo rivolto verso il Signore, e affidandosi alla sua potenza e alla sua forza, procedettero con la fiducia ch’egli era il loro sicuro appoggio e li sosteneva. È un fatto che in tutti i paesi dove i servitori di Geova compivano l’opera di predicazione dell’evangelo come meglio potevano Geova Dio divenne, per così dire, una realtà concreta. Tutti furon rassicurati, tanto che nessuno avrebbe potuto dubitare che Dio era con noi. Noi lo sapevamo.
26. Come furono fortificati in noi la fede in lui e l’amore per lui?
26 Come sanno tutti i fratelli leali, il Signore diede costante consolazione e tante mirabili dimostrazioni ch’egli operava con noi, che manifestava la sua potenza a nostro favore, che ne fummo fortificati ed incoraggiati per andare avanti. Quante occasioni si potrebbe ricordare nelle quali si verificavano situazioni che erano in apparenza insormontabili, che talvolta s’interponevano anche nel servizio di Geova e negli interessi e nel benessere dei fratelli; tuttavia, si presentava una via d’uscita! Sapendo che colui che aveva così operato non era altri che Geova, la gratitudine ci colmava il cuore; il nostro amore per lui si approfondiva, si rinvigoriva e il vero timore del Signore produsse la sua munifica ricompensa. “Amate l’Eterno, voi tutti i suoi santi! L’Eterno preserva i fedeli, e rende ampia retribuzione a chi procede alteramente. Siate saldi, e il vostro cuore si fortifichi, o voi tutti che sperate nell’Eterno!” (Sal. 31:23, 24) Gli unti conoscevano la loro chiamata e la loro promessa ricompensa nel regno del cielo, e le “altre pecore” del Signore eran fortificate nella loro speranza delle benedizioni del nuovo mondo e del favore di Geova. “Ah! se non avessi avuto fede di veder la bontà dell’Eterno sulla terra de’ viventi! Spera nell’Eterno! Sii forte, il tuo cuore si rinfranchi, sì, spera nell’Eterno!” — Sal. 27:13, 14.
27. Quale attitudine è stata perciò ricompensata, e in chi?
27 Perciò oggi tutti i figliuoli dell’Altissimo si rallegrano della fedele, intrepida attività di quelli che ebbero l’onore e il privilegio di ricevere l’incarico di tali opportunità di servizio, opportunità che hanno contribuito tutte all’avanzamento e all’espansione del servizio del Signore. Il ministero è stato eseguito. Essi furono adoperati e altri ne hanno ricevuto beneficio. L’intrepidezza viene ricompensata.
RICOMPENSA PER L’INTREPIDEZZA ALLA FINE DEL MONDO
28. Qual è la ricompensa di quelli che hanno il puro timore di Geova?
28 Nessuna buona cosa sarà tolta a quelli che temono il Signore e camminano con lealtà, mentre quelli che sono senza timore di Dio e si comportano empiamente dovranno perdere la vita e nessuna buona cosa sarà data loro. “Il timor dell’Eterno accresce i giorni, ma gli anni degli empi saranno accorciati”. (Prov. 10:27) “Egli non ricuserà alcun bene a quelli che camminano nell’integrità. O Eterno degli eserciti, beato l’uomo che confida in te!” (Sal. 84:11, 12) “Il timor dell’Eterno è fonte di vita e fa schivare le insidie della morte”. (Prov. 14:27) Non solo il Signore preserverà quelli che lo temono e aggiungerà molti anni alla loro vita, ma egli concede loro il preziosissimo dono della sapienza. “Il timor dell’Eterno è il principio della sapienza”. (Sal. 111:10) Quindi seguiranno sempre maggiori benedizioni, poiché ha promesso: “Il frutto dell’umiltà e il timor dell’Eterno è ricchezza e gloria e vita”. (Prov. 22:4) Quelli che temono Geova sono puri e odiano il male, perché è impossibile aver mente, cuore e corpo contaminati o provare amore per le cose ingiuste e malvage e al tempo stesso temere veramente Iddio. “Il timore dell’Eterno è puro, dimora in perpetuo”. (Sal. 19:9) “Il timor dell’Eterno è odiare il male”. — Prov. 8:13.
29. Malgrado gli sconvolgimenti mondiali, perché è beata la sorte di quelli che Lo temono?
29 Gli ultimi giorni di questo empio, abominevole mondo ci sovrastano, e ne vedremo la fine completa durante questa generazione. Terribili calamità si abbatteranno su coloro che vivono sulla terra oggi, perché questo è il tempo in cui sta per spandersi l’indignazione di Geova. Questo è un tempo di tenebre, di desolazione, di caligine. Carestia, infermità e morte sopraffaranno quelli che vivono oggi sulla terra. Sarà usata ogni forma di oppressione e di azione corrotta, sadica. Dappertutto vi sarà violenza, tutto il mondo sarà scosso fin dalle fondamenta. L’odio verso i figli di Dio sarà violentemente espresso dagli empi. Ma beata è la sorte di quelli che temono Geova, che confidano in lui. Studiate il Salmo 91, e conoscete quale sorte Geova ha riservato a quelli che possono applicare a se stessi le preziose promesse: “Tu non temerai lo spavento notturno, . . . tu non ne sarai colpito. . . . O Eterno, tu sei il mio rifugio; poiché hai preso l’Altissimo per il tuo asilo”. (Sal. 91:5, 7, 9) La protezione è garantita per quelli che temono Geova, perché anche gli angeli li guardano. “L’angelo dell’Eterno s’accampa intorno a quelli che lo temono, e li libera”. (Sal. 34:7) “Gerusalemme è circondata dai monti; e così l’Eterno circonda il suo popolo, da ora in perpetuo”. (Sal. 125:2) “Dio è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto sempre pronto nelle distrette. Perciò noi non temeremo, anche quando fosse sconvolta la terra, . . . L’Eterno degli eserciti è con noi; l’Iddio di Giacobbe è il nostro alto ricetto”. — Sal. 46:1, 2, 11.
30. Qual gioia ci è posta dinanzi, e quale finale esortazione ci è data?
30 Qual gioia regnerà quando ogni cuore umano celebrerà le lodi di Geova e lo temerà con timore puro e durevole! Nessun malvagio ci sarà più, poiché nel giusto nuovo mondo di Dio ci saranno solo i suoi amici. Non solo nel futuro, ma ora in questo stesso giorno le ricche benedizioni ed i favori di Geova sono accordati agli intrepidi. Imparate tutti a conoscere Geova. Studiate le sua preziosa Parola. Fortificatevi in lui e nella forza della sua possanza. Rivolgete lo sguardo a una sola meta e tenete il cuore saldo affidandovi completamente a Geova e serbandovi intrepidi nella fine del mondo.