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BiasimoAusiliario per capire la Bibbia
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diffamatorie sul suo conto. (Sal. 15:1, 3) Chi defrauda o deride gli umili in effetti biasima Dio (Prov. 14:31; 17:5), come fanno pure coloro che lanciano critiche contro i servitori di Dio. (Sal. 74:18-23) Alla fine chi biasima altri vedrà la propria calamità. — Sof. 2:8-10.
GEOVA METTE A TACERE CHI BIASIMA IL SUO POPOLO
Quando gli israeliti si davano alla falsa adorazione o a pratiche peccaminose, recavano biasimo a Geova Dio perché facevano apparire la sua adorazione non migliore di quella delle nazioni circostanti. (Isa. 65:7) Per la loro infedeltà Dio permise che la calamità si abbattesse su di loro, rendendoli oggetto di biasimo fra le nazioni. (Ezec. 5:14, 15) Non rendendosi conto che il castigo veniva da Dio, altre nazioni lo attribuivano alla sua incapacità di salvare Israele e quindi ulteriore biasimo ricadeva su Geova. Perciò, ristabilendo gli israeliti a motivo del loro pentimento, Geova liberò il suo nome da tale biasimo. — Ezec. 36:15, 20, 21, 30-36.
Ogni volta che si presentano situazioni in cui sembra che Dio abbia abbandonato il suo popolo, altri concludono che non lo protegge o non lo benedice e perciò riversano il biasimo su di esso. (Sal. 31:9-11; 42:10; 74:10, 11; 79:4, 5; 102:8, 9; Gioe. 2:17-19) Ma alla fine Geova manifesta i suoi atti salvifici e così mette a tacere quelli che biasimano. — Nee. 1:3; 2:17; 4:4; 6:16.
SOPPORTARE IL BIASIMO PER AMORE DI CRISTO
Anche nell’adempiere il loro incarico i servitori di Geova sono stati oggetto di biasimo da parte di coloro ai quali erano stati mandati. Questa fu l’esperienza di Geremia (Ger. 6:10; 15:15-18; 20:8), di Cristo Gesù (Matt. 27:44; Mar. 15:32; Rom. 15:3) e dei suoi seguaci. (Ebr. 10:33) È motivo di gioia essere biasimati per amore di Cristo, perché si avrà una grande ricompensa nei cieli (Matt. 5:11; Luca 6:22, 23) ed è una prova che si ha lo spirito di Dio. (I Piet. 4:14) Perciò non si dovrebbe temere il biasimo. A coloro che conoscono la giustizia Geova dice: “Non abbiate timore del biasimo degli uomini mortali, e non siate colpiti da terrore proprio a causa delle loro parole oltraggiose”. — Isa. 51:7.
Pur sapendo che grande biasimo sarebbe ricaduto su di lui, Gesù si assoggettò volontariamente alla volontà del Padre suo fino al punto di morire di una morte vergognosa su un palo di tortura. (Isa. 53:3-7; Giov. 10:17, 18; Ebr. 12:2; 13:12, 13) Per fare il bene ad altri, non cercò di compiacere se stesso ma fu pronto a subire il biasimo da parte di coloro che a parole e con le azioni biasimavano Geova Dio. L’apostolo Paolo lo sottolineò mettendo in risalto il giusto atteggiamento da avere verso chi è spiritualmente debole: “Noi che siamo forti dobbiamo portare però le debolezze di quelli che non sono forti, e non piacere a noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo in ciò che è bene per la sua edificazione. Poiché anche Cristo non fece piacere a se stesso; ma come è scritto: ‘I biasimi di quelli che ti biasimavano son caduti su di me’”. (Rom. 15:1-3) Nel capitolo precedente (Rom. 15:14), Paolo aveva considerato le debolezze di alcuni che avevano scrupoli di coscienza a proposito di certi cibi o dell’osservanza di un certo giorno; aveva spiegato che bisognava evitare di essere causa d’inciampo per costoro, e che bisognava rafforzarli. Questo significa che chi è forte in quanto a intendimento, fede e coscienza deve limitarsi nell’esercizio dei propri diritti, e ciò può essere alquanto spiacevole. Ciò nonostante deve “portare” (verbo che qui ha sia il senso di addossarsi che di sopportare [confronta Galati 6:2; Rivelazione 2:21) qualunque peso tali debolezze possano costituire, imitando Cristo. (Confronta Matteo 17:17-20; come pure le parole di Mosè in Numeri 11:10-15). Inoltre non devono limitarsi a cercare personalmente il favore, le benedizioni e le ricompense di Dio, schivando come un ostacolo quelli spiritualmente deboli o permettendo che siano preda dell’avversario per mancanza di comprensione e aiuto da parte di chi è forte. — Confronta I Corinti 9:19-23; 10:23-33.
EVITARE IL BIASIMO DELLA TRASGRESSIONE
Pur aspettandosi di essere oggetto di biasimo per amore della giustizia, il cristiano non dovrebbe mai ‘soffrire quale assassino, ladro, malfattore, o per essersi intromesso negli affari altrui’. (I Piet. 4:15, 16) Uno dei requisiti di un sorvegliante nella congregazione cristiana è quello di “avere un’eccellente testimonianza da persone di fuori, onde non cada nel biasimo”. Ciò impedirebbe di recare disonore all’incarico che ricopre ed eviterebbe il diffondersi di voci sfavorevoli sui veri cristiani a motivo della condotta di uno degli uomini più in vista della congregazione. — I Tim. 3:7.
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Bibbia
Sacre Scritture, l’ispirata Parola di Geova, riconosciuta come il massimo libro di tutti i tempi per antichità, divulgazione, numero di lingue in cui è stato tradotto, per il suo insuperabile valore letterario, e a motivo della straordinaria importanza che ha per tutto il genere umano. Indipendente da tutti gli altri libri, non ne imita né copia nessuno. Grazie ai propri meriti, fa onore al suo unico Autore. La Bibbia si distingue anche per aver superato polemiche più violente di qualsiasi altro libro, odiata com’è da una folta schiera di nemici.
Il nome “Bibbia” deriva attraverso il latino dalla parola greca biblìa, che a sua volta è derivata da bìblos, termine che indica la parte interna della pianta di papiro da cui si ricavava una specie di carta.
SUDDIVISIONE
Sessantasei singoli libri da Genesi a Rivelazione compongono il canone biblico. La scelta di questi particolari libri, a esclusione di molti altri, è una prova che l’Autore divino non solo ne ha ispirato la stesura ma ne ha anche salvaguardato la raccolta e preservazione nel catalogo sacro. Trentanove dei sessantasei libri, pari a tre quarti della Bibbia, sono chiamati Scritture Ebraiche, poiché sono stati tutti scritti inizialmente in quella lingua a eccezione di alcuni brani scritti in aramaico. (Esd. 4:8-6:18; 7:12-26; Ger. 10:11; Dan. 2:4b–7:28) Unendo alcuni di questi libri gli ebrei avevano solo 22 o 24 libri, che però includevano lo stesso materiale. Sembra inoltre che fosse loro abitudine suddividere le Scritture in tre parti: ‘la legge di Mosè, i Profeti e i Salmi’. (Luca 24:44) L’ultima parte della Bibbia è chiamata Scritture Greche Cristiane, perché i ventisette libri che la compongono sono stati scritti in greco. Il fatto che questi libri sono stati scritti, raccolti e ordinati nel canone biblico dimostra la supervisione di Geova dall’inizio alla fine.
La suddivisione della Bibbia in capitoli e versetti (nell’AV, 1.189 capitoli e 31.173 versetti) non è opera degli scrittori originali, ma è un’aggiunta molto utile fatta secoli dopo. I masoreti divisero le Scritture Ebraiche in versetti; poi nel XIII secolo E.V. si aggiunse la divisione in capitoli. E l’edizione della Vulgata
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