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  • Domande dai lettori (1)
    La Torre di Guardia 1972 | 1° giugno
    • Re Giacomo: “Egli stenderà la sua mano contro il settentrione, e distruggerà l’Assiria; e farà di Ninive una desolazione, e una regione arida come un deserto. E greggi giaceranno in mezzo a lei, tutte le bestie delle nazioni: sia il cormorano che il tarabuso dimoreranno nelle sue architravi; la loro voce canterà nelle finestre; la desolazione sarà sulle soglie”.

      Non è essenziale, comunque, che il qippôd sia in grado di salire in cima a colonne erette, perché l’allusione è piuttosto alle colonne abbattute dei palazzi di Ninive, non ai capitelli di colonne erette. La Traduzione del Nuovo Mondo rende la profezia di Sofonia: “Farà di Ninive una distesa desolata, una regione senz’acqua come il deserto. E in mezzo ad essa, i branchi per certo si accovacceranno, tutti gli animali selvaggi di una nazione. Sia il pellicano che il porcospino passeranno la notte proprio fra i capitelli delle sue colonne. Una voce continuerà a cantare nella finestra. Ci sarà devastazione sulla soglia”. Il pensiero è che le bestie selvagge avrebbero fatto la loro dimora fra i capitelli delle colonne abbattute di Ninive, il che i porcospini avrebbero potuto fare facilmente, giacché questi fanno la loro dimora fra le rocce. In quanto al terzo punto, la Versione del Re Giacomo dice: “La loro voce canterà nelle finestre”. Ma la parola “loro” non è nell’ebraico originale. Perciò la Traduzione del Nuovo Mondo dice: “Una voce continuerà a cantare nella finestra”, che potrebbe essere un riferimento a qualsiasi uccello che si posi nella finestra abbandonata o al suono del vento. La “voce” non si riferisce al pellicano o al porcospino, poiché si può dire che né l’uno né l’altro ha voce canora.

      Il tarabuso inoltre non ha voce canora ma un grido cupo, e questo uccello trampoliere non è probabile che si addica alla predetta “regione [di Ninive] arida come un deserto”. Il porcospino e il pellicano, comunque, vi si addicono. Il pellicano, benché sia un volatile acquatico, è anche un uccello del deserto, come scrisse il salmista: “Somiglio in effetti al pellicano del deserto”. (Sal. 102:6) Il pellicano, uccello impuro secondo Levitico 11:18, si ritira non infrequentemente nell’asciutto in un luogo deserto e se ne sta in melanconica attitudine, con la testa fra le spalle e il becco poggiato sul petto. Il pellicano inoltre sceglie isole deserte e remote spiagge rocciose lungi dalla caccia degli uomini come luoghi per l’accoppiamento. L’intento della profezia è che Ninive sarebbe divenuta del tutto desolata. New York, Londra e Parigi dovrebbero divenire del tutto desolate prima che il pellicano e il porcospino vi potessero fare la propria dimora.

      Quindi sia per il deserto di Ninive che per le rovine di Babilonia, il porcospino sarebbe in un luogo appropriato. In realtà, The Imperial Bible Dictionary dice del porcospino: “È abbondante in tutta la Palestina, la Siria e la valle dell’Eufrate. È un animale notturno e perciò adatto ad associarsi con le ‘creature dolenti’ che sono compagne del kippod. Di solito si nasconde in luoghi oscuri e solitari, e, infatti, si trova nelle rovine dell’Idumea [Isa. 34:11] e di Babilonia. Il sig. Rich [ex residente inglese di Bagdad] espressamente dice nei suoi tentativi di esplorare gli arsi cumuli dell’antica Babilonia, che sono pieni di passaggi e gallerie: ‘Trovai una grande quantità di aculei di porcospino’”.

      I porcospini, che dimorano nei palazzi in rovina di Babilonia: com’è appropriato! Quale terribile fine per una città così grande! A causa delle sue abitudini e della sua difesa di irti aculei lo strisciante porcospino è un’appropriata creatura per esprimere ciò che si abbatté su Babilonia e su Ninive, in armonia con la profetica Parola di Geova: l’assenza dell’uomo, la completa desolazione.

  • Domande dai lettori (2)
    La Torre di Guardia 1972 | 1° giugno
    • Domande dai lettori

      ● Giobbe 28:5 si riferisce forse all’apparente stato fuso dell’interno della terra dicendo: “In quanto alla terra, da essa spunta il cibo; ma sotto di essa, è stata capovolta come dal fuoco”? — Cipro.

      No. Il contesto rivela che si riferisce agli sforzi dell’uomo di trovare i tesori della terra. (Giob. 28:1-4) Sopra la terra l’agricoltore prepara pacificamente il suolo, semina il seme e ha cura del grano che cresce. Così la terra produce cibo. Sotto la superficie terrestre, comunque, l’uomo svolge una turbolenta attività di ‘capovolgimento’, con effetti paragonabili a quelli di un fuoco devastatore. I minatori scavano e strappano all’interno della terra pietre preziose e metalli.

      Si può notare che alcune traduzioni rendono Giobbe 28:5 in modo alquanto diverso. Per esempio, La Sacra Bibbia a cura di mons. S. Garofalo, dice: “Una terra dalla quale esce pane e che sotto è sconvolta come fuoco”. In base a questa versione, alcuni commentatori suggeriscono che il fuoco si riferisca allo scintillio delle pietre preziose e dei metalli scoperti

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