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Indice scritturale dei versetti spiegati nel 1972La Torre di Guardia 1972 | 15 dicembre
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1972 | 15 dicembre
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Domande dai lettori
● Perché Salmo 102:25, 26 ed Ebrei 1:10, 11 dicono che i cieli e la terra ‘periscano’ e ‘siano sostituiti come una veste consumata’? — Hawaii.
Rispondendo a questa domanda, alcuni possono additare il fatto che i termini “cieli” e “terra” non sono sempre applicati ai cieli e alla terra letterali. In Salmo 96:1, per esempio, la “terra” è incoraggiata a cantare “un canto nuovo”. È ovvio che in questo caso si fa riferimento alle persone della terra. La Bibbia pure parla di “malvage forze spirituali che sono nei luoghi celesti”. (Efes. 6:12) Questo farebbe pensare che tali malvage forze spirituali costituiscano un “cielo” sopra la malvagia società umana. Infatti, al Diavolo si fa riferimento come all’“iddio di questo sistema di cose”. (2 Cor. 4:4) In base a ciò, alcuni potrebbero concludere che i cieli e la terra menzionati in Salmo 102:25, 26 (citati in Ebrei 1:10, 11) si riferiscano ai cieli malvagi composti da Satana e dai suoi demoni e che controllino la terra costituita del genere umano alienato da Dio. Ma consente il passo stesso di fare questa applicazione?
Salmo 102:25, 26 dice: “Molto tempo fa [Dio] gettasti le fondamenta della stessa terra, e i cieli sono l’opera delle tue mani. Essi stessi periranno, ma tu stesso continuerai a stare; e proprio come un vestito essi si consumeranno tutti. Proprio come una veste tu li sostituirai, e finiranno il loro turno”. Questo fa sorgere la domanda: Come avrebbe potuto Dio essere mai il Creatore dei cieli malvagi e della terra malvagia?
Ebbene, si potrebbe argomentare che Dio in effetti creò le creature spirituali che si ribellarono e alla fine divennero cieli malvagi sul genere umano, e che Dio creò Adamo ed Eva, dai quali son discese tutte le persone alienate da Dio. Comunque, si dovrebbe notare che né il passo stesso né il contesto portano prontamente a questa conclusione. E poi non ci sono altre scritture attestanti che Geova ponga il fondamento per una società umana malvagia o crei cieli malvagi. Ragionevolmente, perciò, dovremmo cercare una spiegazione più naturalmente e logicamente adatta al contesto.
Come rivela la soprascritta del Salmo 102, questo salmo è una “preghiera dell’afflitto nel caso che si indebolisca e versi dinanzi a Geova stesso la sua preoccupazione”. Un tale afflitto poteva logicamente pensare all’eternità di Geova in relazione con i cieli e la terra fisici. Sì, la creazione fisica dei cieli e della terra è peritura. Potrebbe esser distrutta, se tale fosse il proposito di Dio. A differenza dell’esistenza eterna di Dio, la permanenza di qualsiasi parte della sua creazione fisica non è indipendente. Come si vede sulla terra, la creazione fisica deve subire di continuo un processo di rinnovamento perché duri o ritenga la sua forma esistente. Che i cieli fisici dipendano dalla volontà di Dio e dalla sua facoltà di sostenerli è indicato nel Salmo 148. Dopo essersi riferito al sole, alla luna e alle stelle come anche ad altre parti della creazione di Dio, questo Salmo (al versetto 6) afferma che Dio “li fa stare per sempre, a tempo indefinito. Ha dato un regolamento e non passerà”.
In Ebrei 1:10, 11 le parole di Salmo 102:25, 26 sono applicate a Gesù Cristo. Egli pure, potrebbe dirsi, ha ‘posto le fondamenta della terra’ e ha prodotto i cieli come ‘opera delle sue mani’ perché fu il personale Agente di Dio impiegato nella creazione dell’universo fisico. (Giov. 1:1, 2; Col. 1:15, 16) Dando risalto alla grandezza del Figlio di Dio, che ora ha l’incorruttibilità, la “vita indistruttibile” (Ebr. 7:15, 16), lo scrittore della lettera agli Ebrei mette in contrasto la permanenza del Figlio con quella della creazione fisica, che Dio, se lo decretasse, potrebbe ‘avvolgere come un mantello’ e metter da parte. — Ebr. 1:12.
Conformemente, la maggiore permanenza è attribuita a Geova Dio (Sal. 102:25, 26) e al suo glorificato Figlio Gesù Cristo (Ebr. 1:10, 11) anziché alla creazione fisica, la quale è corruttibile e potrebbe perire. Altre scritture pure sostengono questa conclusione. In Luca 21:33, per esempio, Gesù disse che “il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno affatto”. Gesù mise qui in contrasto la stabilità e l’eterna veracità delle sue parole con la natura peritura dei cieli e della terra fisici. Non che Dio abbia il proposito di distruggerli, ma che essi sono distruttibili. Il significato di questa espressione pare dunque che sia simile a quello di Matteo 5:18: “Veramente vi dico che il cielo e la terra passeranno [o, “è più facile che passino il cielo e la terra”, Luca 16:17] piuttosto che una minima lettera o una particella di lettera passi in qualche modo dalla Legge senza che tutte le cose siano adempiute”.
Poiché Geova Dio e il suo Figlio possiedono maggiore permanenza dei cieli e della terra fisici, questo ci dà la piena assicurazione che Gesù sarà sempre in vita per perorare la causa degli afflitti e che Dio sarà sempre in vita per udire e rispondere a tali suppliche. (Si paragoni Ebrei 7:25). Questa conoscenza ci dovrebbe incoraggiare a riporre completa fiducia in ogni promessa di Dio, con la piena assicurazione che sarà adempiuta, indipendentemente da ciò che può sembrar d’intralciarne la via.
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