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‘Udite queste parole e mettetele in pratica’La Torre di Guardia 1979 | 1° giugno
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una persona che ha autorità, e non come i loro scribi”. — Matt. 7:28, 29.
Il “modo d’insegnare” di Gesù, cioè tutte le istruzioni contenute nel sermone del monte, stupirono i suoi uditori. Non era il tipo d’insegnamento che erano abituati a ricevere dai “loro scribi”, dotti nella tradizione orale giudaica. Quando gli scribi insegnavano qualcosa, lo dicevano “nel nome di” qualche precedente autorità. A questo riguardo, leggiamo nel Theological Dictionary of the New Testament:
“Il termine mishshum [“nel nome di”] è importante nella tradizione giudaica. Il r[abbino] Meir dice una parabola nel nome (mishshum) del rabban Gamaliele, . . . Chi udiva qualcosa nella casa dell’istruzione e la trasmetteva era obbligato a citare l’autorità a cui faceva appello, nel cui nome trasmetteva la tradizione. Una delle 48 condizioni per imparare la Torà è che ‘si pronunci ogni parola nel nome del suo autore . . .,’ Ab[oth], 6, 6; cf. Meg[illah], 15a. Ciò mostra quale o quanta autorità ha la dichiarazione”.
Un racconto rabbinico riferisce che Hillel il Grande, vissuto nel primo secolo E.V., insegnò correttamente una particolare tradizione. “Ma, sebbene trattasse quel soggetto per tutto il giorno, non accettarono la sua dottrina, per cui alla fine disse: Così ho udito da Shemaia e Abtalion [autorità anteriori a Hillel]”.
Gesù non insegnò in questo modo. Anziché parlare nel nome di un altro uomo, il Figlio di Dio dichiarò spesso: “Comunque, io vi dico”, “Difatti io ti dico”. (Vedi ad esempio Matteo 5:18, 20, 22, 26, 28, 32, 34, 39, 44). Egli parlò come “una persona che ha autorità”, uno che rappresentava direttamente Dio, come avvenne nel caso dei profeti ispirati dei tempi precristiani. (Confronta Matteo 28:18). Come possiamo essere grati che Dio abbia ritenuto opportuno far scrivere nella sua Parola ispirata questo meraviglioso discorso!
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L’adultero pecca contro la propria vitaLa Torre di Guardia 1979 | 1° giugno
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L’adultero pecca contro la propria vita
LO SCRITTORE del libro di Proverbi parla come un padre che dà consigli al proprio figlio. Proverbi 6:30-35 dice: “Non si disprezza il ladro solo perché commette ladrocinio per riempire la sua anima quando ha fame. Ma, quando è trovato, renderà sette volte tanto; darà tutte le cose di valore della sua casa. Chiunque commette adulterio con una donna manca di cuore; chi lo fa porta la sua propria anima alla rovina. Troverà piaga e disonore, e il suo stesso biasimo non sarà cancellato. Poiché il furore dell’uomo robusto è la gelosia, ed egli non mostrerà compassione nel giorno della vendetta. Non avrà considerazione per alcuna sorta di riscatto, né mostrerà buona volontà, non importa quanto grande tu faccia il regalo”.
Qui vengono paragonati un ladro e un adultero. Si può provare qualche sentimento di compassione per il ladro che ruba perché ha fame. Alcune versioni, comunque, dicono: “Non si disprezza il ladro?” Che sia disprezzato o no, quando è preso, il ladro viene punito. Sotto la legge mosaica il ladro doveva pagare il doppio, il quadruplo o il quintuplo, secondo le cose rubate e le circostanze. (Eso. 22:1, 4, 7) Qui in Proverbi 6 il ‘settuplo’ significa probabilmente il pagamento completo secondo quanto stabilito dai giudici, essendo il numero “sette” usato spesso per indicare completezza. O può significare che, per placare la parte lesa e fare la pace con lui, il ladro poteva dover dare tutto ciò che possedeva.
D’altra parte, l’adultero “manca di cuore”; non c’è nulla nel suo motivo che permetta agli altri di provare compassione per lui. Lo disprezzeranno molto più di quanto disprezzerebbero il ladro. Inoltre, l’adultero non perde semplicemente i suoi beni, ma porta alla rovina la propria anima, la propria vita. Sotto la Legge gli adulteri erano messi a morte. (Lev. 20:10) Ma anche se, come nei tempi moderni, può non essere punito con la morte, il disonore e il biasimo che reca su di sé non saranno mai cancellati; il suo adulterio lascerà su di lui, sul suo coniuge, sulla sua famiglia, sui suoi rapporti con gli amici un segno indelebile. E può contrarre una pericolosa malattia venerea.
Inoltre, l’adultero deve affrontare l’ira del marito geloso. Quando il marito viene a saperlo, la sua ira non accetterà argomenti né scuse. Mentre il ladro può fare la pace restituendo ciò che ha rubato, nessun riscatto o pagamento può placare il marito offeso e proteggere dalla sua vendetta. — Confronta Proverbi 27:4.
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