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    Ausiliario per capire la Bibbia
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      Una persona, oppure una nazione o una congregazione di persone dedicate a Dio che si allei con il mondo o si volga all’adorazione di falsi dèi viene paragonata nella Bibbia a una ‘prostituta’. Tale era la nazione di Israele, che fu indotta ad avere “rapporti immorali” con divinità straniere, e si rivolgeva a nazioni straniere per avere protezione ed essere salvata dai suoi nemici, invece di rivolgersi al suo “proprietario maritale”, Geova Dio, come una moglie infedele va a cercare altri uomini. (Isa. 54:5, 6) Inoltre Gerusalemme si degradò a tal punto nella sua infedeltà che andò oltre la normale consuetudine delle prostitute, come fu ispirato a dire il profeta Ezechiele: “A tutte le prostitute hanno l’abitudine di dare un regalo, ma tu, tu hai dato i tuoi regali a tutti quelli che appassionatamente ti amavano, e offri loro un dono perché vengano a te d’ogn’intorno nei tuoi atti di prostituzione”. (Ezec. 16:33, 34) Sia il regno delle dieci tribù di Israele che il regno delle due tribù di Giuda furono denunciati in questa maniera simbolica per la loro prostituzione. — Ezec. 23:1-49.

      L’esempio più noto di prostituzione spirituale è “Babilonia la Grande, la madre delle meretrici e delle cose disgustanti della terra”. — Riv. 17:5.

  • Proverbi, libro di
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • PROVERBI, LIBRO DI.

      Raccolta di proverbi o detti saggi da diverse collezioni precedenti. Il libro stesso espone il proprio obiettivo: “Per conoscere la sapienza e la disciplina, per discernere i detti d’intendimento, per ricevere la disciplina che dà perspicacia, giustizia e giudizio e rettitudine, per dare agli inesperti accortezza, al giovane conoscenza e capacità di pensare”. (Prov. 1:2-4) “Lo scopo è che tu cammini nella via dei buoni e osservi i sentieri dei giusti”. — 2:20.

      Le introduzioni di tre parti del libro attribuiscono a Salomone i proverbi ivi contenuti. (Prov. 1:1; 10:1; 25:1) Questo concorda col fatto che Salomone “pronunciava tremila proverbi”. (I Re 4:32) Quasi certamente molti di questi proverbi, se non tutti, furono messi per iscritto durante il regno di Salomone. — Confronta Ecclesiaste 12:9, 10.

      I proverbi non attribuiti a Salomone hanno avuto origine da detti di altri uomini saggi e di una donna. (Prov. 22:17; 30:1; 31:1) Non si sa con precisione quando tutti questi proverbi abbiano assunto la loro forma definitiva. L’ultima indicazione relativa al tempo contenuta nel libro stesso è un riferimento al regno di Ezechia. (25:1) Vi è dunque ragione di ritenere che i proverbi siano stati raccolti in forma di libro prima della morte di quel sovrano, avvenuta nel 716 a.E.V. La ripetizione di certi proverbi fa pensare che il libro sia stato compilato da varie raccolte diverse. — Confronta Proverbi 10:1 e 15:20; 10:2 e 11:4; 14:20 e 19:4; 16:2 e 21:2.

      STILE E COMPOSIZIONE

      II libro di Proverbi è scritto nello stile poetico ebraico, che consiste di un ritmo del pensiero ottenuto con parallelismi, m cui le idee sono simili (11:25; 16:18; 18:15) o contrastanti. (10:7, 30; 12:25; 13:25; 15:8) La prima parte (1:1 — 9:18) contiene brevi discorsi che un padre rivolge a uno o più figli. Questa è una specie di introduzione ai detti brevi, concisi che costituiscono le altre parti del libro. Gli ultimi ventidue versetti sono in forma acrostica o alfabetica, forma a cui ricorse anche Davide in diversi salmi. — Sal. 9, 10, 25, 34, 37, 145.

      ISPIRATO DA DIO

      Gli scrittori delle Scritture Greche Cristiane confermano che il libro di Proverbi fa parte dell’ispirata Parola di Dio. L’apostolo Pietro (I Piet. 4.18; II Piet. 2:22; Prov. 11:31 [LXX]; 26:11) e il discepolo Giacomo (4:6; Prov. 3:34, LXX) lo citarono, come fece l’apostolo Paolo scrivendo ai corinti (II Cor. 8:21; Prov. 3:4, LXX), ai romani (12:16, 20; Prov. 3:7; 25:21, 22) e agli ebrei. (12:5, 6; Prov. 3:11, 12) Inoltre nelle Scritture Greche Cristiane si trovano molti pensieri paralleli. — Confronta Proverbi 3:7 con Romani 12:16; Proverbi 3:12 con Rivelazione 3:19; Proverbi 24:21 con I Pietro 2:17; Proverbi 25:6, 7 con Luca 14:7-11.

      CONOSCERE GEOVA È LA VIA DELLA VITA

      Il libro di Proverbi parla molto della conoscenza in relazione a discernimento, sapienza, intendimento e capacità di pensare. La conoscenza che cerca di impartire e incoraggiare è dunque più che semplice conoscenza mentale, una serie di fatti o cognizioni. Proverbi sottolinea che la vera conoscenza deve avere come punto di partenza l’apprezzamento per la propria relazione con Geova. Infatti, al versetto 7 del primo capitolo, viene esposto il tema del libro: “Il timore di Geova è il principio della conoscenza”.

      Naturalmente la conoscenza più importante che si possa acquisire riguarda Dio stesso. “La conoscenza del Santissimo è l’intendimento”, dice Proverbi 9: 10. Questa conoscenza va oltre il semplice fatto che Dio esiste ed è il Creatore, e pure oltre la conoscenza di molti particolari circa la sua attività. Per “conoscere” Dio bisogna avere profondo apprezzamento per le sue ottime qualità e il suo gran nome, e un’intima relazione con lui.

      Gesù Cristo disse agli ebrei che avevano conoscenza di Dio: “Nessuno . . . conosce pienamente il Padre eccetto il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. (Matt. 11:27) La conoscenza delle qualità di Geova accresce il giusto timore di Dio, e aiuta a comprendere che Geova merita adorazione e servizio completo, e che conoscerlo e ubbidirgli è la via della vita. “Il timore di Geova è una fonte di vita, per schivare i lacci della morte”, e: “Il timore di Geova tende alla vita”. — Prov. 14:27; 19:23.

      Il Creatore, Geova

      Geova, con incomparabile sapienza, ha creato tutte le cose e stabilito le leggi che le governano; perciò ha diritto all’adorazione di tutte le creature. (Prov. 3:19, 20) Ha fatto l’orecchio per udire e l’occhio per vedere, sia letteralmente che in senso morale. Quindi bisogna rivolgersi a Lui per vedere e udire con vero intendimento, e bisogna riconoscere che si deve rendere conto a Colui che vede e ode tutto. — 20:12.

      Giustizia

      Il libro esalta Geova, il centro di tutte le cose e Colui da cui ha origine ogni principio giusto. Per esempio: “L’indice e la bilancia giusti appartengono a Geova; tutti i pesi di pietra della borsa sono opera sua”. (Prov. 16:11) È sua volontà quale Legislatore che onestà e giustizia regnino in tutti gli affari commerciali. (11:1; 20:10) Temendolo si impara ad amare ciò che Lui ama e a odiare ciò che Lui odia e così si può correggere il proprio modo di vivere, poiché “il timore di Geova significa odiare il male”. (8:13) Proverbi rivela che Geova odia in special modo gli occhi alteri, la lingua falsa, le mani che spargono sangue innocente, il cuore che architetta disegni nocivi, i piedi che corrono in fretta al male, il falso testimone menzognero e chi suscita contese tra

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