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Il pensiero che si cela nel proverbioLa Torre di Guardia 1963 | 15 febbraio
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previdentemente le provviste nella stagione in cui il cibo è abbondante. Alcuni critici hanno asserito che Salomone fosse in errore, supponendo che scambiasse per grano le larve delle formiche. Ma alcuni gruppi di formiche, chiamate “formiche mietitrici”, si nutrono normalmente solo di semi. Queste formiche si trovano soprattutto in paesi aridi, e “raccolgono i semi durante la dovuta stagione e li accumulano in cavità sotto la superficie del suolo per usarli quando le provviste si esauriscono”. (The Encyclopedia Americana, Vol. 2, Edizione del 1946) La formica nera (Atta barbara) e una formica scura (Atta structor), due delle varietà più comuni in Palestina, si nutrono essenzialmente di semi e nell’estate raccolgono grandi quantità di chicchi di grano. I contadini distruggono le colonie delle formiche nelle vicinanze delle aie dove si batte il grano per impedire che queste industriose creature portino via grandi quantità di grano, ciò che altrimenti farebbero senz’altro con straordinaria efficienza. Anziché dormire nella stagione favorevole per lavorare, il pigro dovrebbe imparare la sapienza dall’umile formica.
PROVERBI 11:15 E 22:26 (PB)
“Starà ben male chi fa sicurtà per un altro; chi fugge gli impegni, sta senza pensieri”. “Non esser di quelli, che stringono la mano, o che si impegnano per debiti”.
Prendere o dare denaro a prestito era comune ai giorni di Salomone. Gli speculatori avevano molte opportunità di prestare somme di denaro ad elevato tasso di interesse e con buone garanzie. La conclusione di un tale patto era attestata da una stretta di mano. Se aveste permesso a uno straniero di convincervi a “garantire” per lui, affinché potesse prendere del denaro a prestito, vi sareste esposti al rischio di veder scomparire dalla circolazione lo straniero, lasciandovi l’obbligo di restituire il suo prestito. A questo proposito può darsi che Salomone avesse in mente in modo particolare suo figlio Roboamo. Se l’erede presuntivo avesse permesso ai parassiti di corte di approfittare della sua generosità mediante l’adulazione, la sua eredità reale sarebbe stata stoltamente amministrata e il popolo avrebbe avuto un cattivo esempio.
“Esistono dei compagni disposti a farsi a pezzi gli uni con gli altri, ma esiste un amico ch’è più fedele di un fratello”.
I compagni attratti dai doni non sono quelli che restano fedeli in tempo di avversità. (Prov. 19:6) A quei giorni, allorché un uomo poteva avere figli da diverse mogli legali, i legami di fratellanza non erano così stretti come avrebbero potuto essere in altro caso. Salomone conosceva la differenza che v’è tra i veri e i falsi amici. Suo fratello Absalom si era fatto degli amici e aveva usurpato il trono che Geova aveva destinato a Salomone. Dopo la morte di Absalom, e prima che Salomone fosse unto re, anche suo fratello Adonija tentò di impadronirsi del regno. A differenza di questi fratelli senza amore, l’amico di Salomone, il profeta Nathan, rimase leale al re, essendo più fedele di un fratello.
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Nessun veto ai propositi di DioLa Torre di Guardia 1963 | 15 febbraio
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Nessun veto ai propositi di Dio
Non v’è nulla nella creazione che possa mettere il veto ai propositi di Geova: La “mia parola che esce dalla mia bocca . . . non tornerà a me senza frutto”. — Isa. 55:11, Na.
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La mano nelle ScrittureLa Torre di Guardia 1963 | 15 febbraio
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La mano nelle Scritture
L’incomparabile mano umana, con il suo pollice opponibile, è un’eloquente testimonianza della sapienza e dell’abilità del Creatore dell’uomo. Infatti, se non fosse per questa mano modellata in modo incomparabile, l’uomo sarebbe grandemente limitato nelle sue opere.
Giustamente, le mani sono frequentemente menzionate nelle Scritture, circa duemila volte. Esse furono usate come strumenti di misura. Un palmo era circa sette centimetri e mezzo. Una spanna, la distanza che intercorre tra la punta del pollice e quella del mignolo della mano distesa, era di circa ventidue centimetri, la metà di un cubito di circa quarantacinque centimetri. Perciò quando leggiamo che il gigante Golia era alto sei cubiti e una spanna sappiamo che era alto due metri e ottanta centimetri. — Eso. 37:12; 1 Sam. 17:4.
Le mani erano usate anche nella preghiera, non per essere giunte in modo ipocrita, ma per essere stese in modo significativo e implorante verso Geova Dio, come fece Salomone in occasione della dedicazione del tempio: “Salomone . . . stese le mani verso il cielo, e disse: ‘O Eterno, Dio d’Israele! Non v’è Dio che sia simile a te’”. Si dice che la sapienza stenda le mani per chiamare coloro che ne hanno bisogno. D’altra parte, vien detto che Dio stende la mano contro i nemici quando esegue su loro il suo giudizio. — 1 Re 8:22, 23, VR; Esd. 9:5; Neem. 8:6; Prov. 1:24; Isa. 5:25; 31:3.
Le mani avevano un ruolo preminente nell’adorazione diretta dal sacerdozio levitico, in particolare nella cerimonia dell’insediamento. Aaronne e i suoi figli posero ripetutamente le mani su certi animali che dovevano essere sacrificati, per indicare che questi animali li rappresentavano o erano sacrificati in loro favore. E certe offerte furono messe sulle palme (mani) di Aaronne e dei suoi figli, ciò che raffigurava Dio che mette nelle mani di Gesù Cristo e dei membri del suo corpo il potere e l’autorità di servire in modo accettevole come sacerdoti. — Lev. 8:14, 18, 22, 27.
Nell’antico Israele, quando veniva fatto un accordo, con una stretta di mano si concludeva o si ratificava l’accordo: “Promisero, dando la mano, di mandar via le loro mogli [pagane]”. E quando uno garantiva per un altro, lo indicava battendo le palme o dando la mano, cosa questa sconsigliata dal saggio scrittore del libro di Proverbi, che disse: “Starà ben male chi fa sicurtà per un altro; chi fugge gli impegni, sta senza pensieri”. — Esd. 10:19, VR; Prov. 11:15, PB; 6:1; 17:18; 22:26.
Nelle Scritture Greche Cristiane leggiamo che le mani erano usate quando si compivano guarigioni miracolose: “Sul tramontar del sole, tutti quelli che aveano degli infermi di varie malattie, li menavano a lui; ed egli li guariva, imponendo le mani a ciascuno”. Si faceva anche l’imposizione delle mani quando veniva impartito lo spirito santo: “Allora imposero loro le mani, ed essi ricevettero lo Spirito Santo”. E quando lo spirito santo rese noto alla congregazione di Antiochia che era volontà di Dio che Paolo e Barnaba fossero messi a parte per compiere un’opera speciale, “dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani, e li accomiatarono”. A proposito, si noti che a motivo di questo incarico Barnaba fu chiamato apostolo, non uno dei dodici inviati da Gesù, ma uno dei due inviati dalla congregazione di Antiochia. — Luca 4:40; Atti 8:17; 13:1-3, VR; 14:14.
Nelle Scritture la mano è spesso usata in senso simbolico per indicare la potenza in atto, sia quella di Geova Dio che dell’uomo. “La mano [potenza in atto] dell’Eterno si aggravò su quei di Asdod”. A Giuda fu promesso: “La tua mano sarà sulla cervice de’ tuoi nemici”. — 1 Sam. 5:6; Gen. 49:8, VR. Vedere anche Esodo 6:1; 9:3.
Le mani sono anche simbolo di attività e cooperazione. Perciò al fedele re Asa fu detto dal profeta Oded: “Siate coraggiosi, e non lasciate infiacchire le vostre mani, perché vi è una ricompensa alla vostra attività”. D’altra parte, il re Saul uccise alcuni sacerdoti perché avevano cooperato con Davide, “perché anch’essi [avevano tenuto] mano a Davide”. — 2 Cron. 15:7; 1 Sam. 22:17, PB.
Poiché l’assassino toglie la vita a un altro con le mani, si dice che esse sono ‘piene di sangue’. Invano Pilato cercò di togliersi questa responsabilità lavandosi letteralmente le mani. — Isa. 1:15; Matteo 27:24.
Tutti quelli che apprezzano i doni di Dio, comprese le mani, daranno ascolto al consiglio: “Tutto quello che la tua mano trova da fare, fallo con tutte le tue forze”. Sì, qualsiasi attività in cui ci impegnamo dobbiamo farla con tutte le nostre forze, cioè con tutto l’animo. — Eccl. 9:10, VR; Col. 3:23.
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