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  • g81 8/4 pp. 25-28
  • Quando nella famiglia c’è un solo genitore

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  • Quando nella famiglia c’è un solo genitore
  • Svegliatevi! 1981
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  • Manifestate il vostro amore
  • Disciplina ferma ma amorevole
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Svegliatevi! 1981
g81 8/4 pp. 25-28

Quando nella famiglia c’è un solo genitore

“HO DETTO no, Chiara, e basta così!” Queste furono le parole di Dora, una donna che doveva tirare avanti da sola una famiglia di cinque persone. Tuttavia, la tredicenne Chiara le gridò di rimando: “Ti odio!” e uscì precipitosamente dalla stanza.

“Quando dice quelle parole mi sento venir meno”, disse la madre afflitta e aggiunse: “Io la ferisco e lei cerca di ferire me, e ci riesce. Ho cercato di nascondere i miei sentimenti e di non dare a vedere quanto mi addolora, ma non posso farci niente”. Poi, dopo una lieve esitazione, disse: “So che ha bisogno del padre. Ogni ragazzina ha bisogno del padre: è il primo uomo della sua vita. Ora che lui se ne è andato, si sente tanto frustrata”.

Dora ben descrive alcune delle angosce di quelle donne che sono costrette ad allevare i figli da sole. Tuttavia uno che aveva osservato e intervistato varie madri senza marito dichiarò: “In vari casi le famiglie con un solo genitore ottengono migliori risultati nell’educare i figli delle famiglie dove ci sono entrambi i genitori. Senz’altro questo avviene perché quando c’è un solo genitore questi spesso è più vivamente consapevole dei problemi e fa sforzi maggiori per risolverli”.

Lo scorso decennio le famiglie con un solo genitore sono sensibilmente aumentate in molti paesi. In Gran Bretagna, Australia e Canada quasi il 10 per cento delle famiglie hanno un solo genitore. Negli Stati Uniti la proporzione è di quasi una famiglia su sei, e negli scorsi dieci anni il numero è raddoppiato. Essendoci la prospettiva che ogni cinque bambini ora viventi due trascorreranno parte della loro vita in una famiglia con un solo genitore (almeno negli Stati Uniti), ci si dovrebbe vivamente interessare della loro educazione.

L’interesse per i problemi delle famiglie con un solo genitore ha spinto recentemente a fare una serie di interviste a varie centinaia di famiglie con un solo genitore fra i testimoni di Geova di tutto il mondo. I risultati offrono non solo un chiaro quadro dei problemi connessi alla situazione, ma anche alcuni utili suggerimenti. Un consiglio menzionato spesso è stato quello di

Comunicare

“Ho scoperto che confidandomi coi ragazzi, dicendo loro come stavano esattamente le cose, erano più che disposti a collaborare, e in casa è andato tutto molto meglio”, ha detto una divorziata, madre di due figli, rispettivamente di 9 e 12 anni. Un modo per tenere aperte le linee di comunicazione è quello di confidarsi coi figli, chiedere la loro collaborazione. Spesse volte nelle famiglie con un solo genitore sorgono problemi perché i figli non capiscono bene tutte le limitazioni, economiche e d’altro genere, che la loro situazione comporta.

Per impartire un’abile direttiva ai figli, il genitore deve sapere cosa passa per la loro mente. Una donna dice cosa fa per riuscire a scoprirlo: “La sera dopo il lavoro faccio tutto il possibile per penetrare nel piccolo mondo di mia figlia. Lei mi racconta quello che è successo a scuola, i suoi problemi con gli insegnanti e i compagni. Mi interesso vivamente della sua vita. E ascolto. Poi le parlo del mio lavoro e della gente che frequento”.

Comunque, i figli non raccontano automaticamente tutti i propri problemi al genitore. I genitori che sono riusciti a stabilire questo rapporto con il proprio figlio o la propria figlia ci sono riusciti manifestando lo spirito descritto nella Bibbia: “Se puoi, rispondimi, preparati davanti a me, sta’ pronto. Ecco, io sono come te di fronte a Dio e anch’io sono stato tratto dal fango: ecco, nulla hai da temere da me, né graverò su di te la mano”. — Giob. 33:5-7, versione della CEI.

Questa è una disposizione d’animo molto affettuosa, aperta e sincera. Se il figlio scorge nel genitore un tale spirito, di solito lo contraccambia, perché non ha ‘nulla da temere’ da parte sua. Il genitore non cerca di dare un’immagine perfetta di sé. Così si comportò una vedova che aveva tre figli adolescenti da allevare: “Vidi che era più facile mantenere una stretta relazione con i ragazzi se ero disposta ad ammettere i miei sbagli”.

A volte il genitore può dover insistere che un figlio si comporti in un certo modo, per il suo bene, ma il figlio non è d’accordo. Ad esempio, la madre di un ragazzo di 17 anni insisteva perché troncasse una relazione che gli nuoceva e che lo avrebbe messo nei guai. Dopo varie settimane di accese discussioni, il ragazzo ubbidì e disse: “Mamma, non puoi immaginare quanto ero arrabbiato con te, ma ora ti capisco”. Questo grazie all’aperto dialogo.

Manifestate il vostro amore

Quando un bambino perde un genitore, specie in seguito a divorzio o separazione, la situazione può turbare i suoi fragili sentimenti. Una divorziata descrive ciò che può accadere: “Il bambino reagisce spesso con scatti di rabbia, inspiegabili scoppi di pianto, manifestazioni di gelosia, un disperato attaccamento e ritorno all’infanzia”. Spesso il bambino pensa che la colpa della separazione sia sua. Può temere di perdere anche l’altro genitore e di rimanere orfano. Ha bisogno d’essere rassicurato, di ricevere attenzioni, dimostrazioni di sincero interesse: in una parola, amore.

Per dare risultati, l’amore dev’essere mostrato apertamente con le opere. “Amiamo non a parole né con la lingua”, raccomanda la Bibbia, “ma con opera e verità”. (I Giov. 3:18) Questo non significa che non dobbiate mai dire ai vostri figli che li amate, ma le opere, ciò che fate in pratica, sono più eloquenti. I bambini sanno che è facile parlare. Coloro che vivono in famiglie dove i genitori hanno divorziato sanno cosa vuol dire una promessa infranta. Ma come si può mostrare sincero amore ai figli quando l’altro genitore se n’è andato?

“Coi bambini piccoli è importante il contatto fisico. La stringo quando le parlo”, ha scritto un genitore con una bambina di cinque anni. Un altro si è detto d’accordo: “Ogni tanto mi fermo e metto le braccia attorno alla bambina”. Espressioni di tenerezza come queste possono servire a convincere il figlio che il genitore si interessa sempre di lui.

Il genitore può mostrare amore anche con la sua empatia o la capacità di mettersi nei panni del figlio. (I Piet. 3:8) Una figlia adolescente inveì con violenza contro la madre quando questa le chiese di fare certe faccende. La madre rispose: “Indipendentemente da come agisci, ti amo. Non amo il modo in cui ti comporti, ma amo te. Niente di quello che dici o che fai mi indurrà a smettere di amarti”. La ragazza chinò immediatamente il capo, trattenne a stento una lacrima e poi con calma fece quanto le aveva chiesto la madre. Nel profondo del suo cuore sapeva che la madre si interessava di lei, che la madre l’amava.

“Non dimenticherò mai quella mattina in cui la mia piccolina mi disse: ‘Mamma, non andare a lavorare oggi’. Quell’implorazione veniva da un cuore insicuro”, riferì una madre sola. Cosa fece allora? “Ritenni che la cosa più importante era quella di mantenere con lei la più stretta relazione possibile”, disse, “e decisi di smettere di lavorare e cavarmela con meno”. Naturalmente, non tutte le madri che non hanno più il coniuge possono risolvere il problema in questo modo. Tuttavia molte hanno considerato in modo realistico l’effetto che il loro lavoro secolare poteva avere sull’educazione dei figli.

Per provvedere alla famiglia, alcune madri senza marito lavorano in casa. Offrono servizia o vendono articoli fatti in casa, come quella donna con quattro bocche da sfamare che, con la cooperazione dei figli, faceva ciambelle e altre leccornie da vendere ai ristoranti. Altre hanno cercato lavoro a mezza giornata per essere a casa coi figli quando tornano da scuola. Questo tuttavia non è sempre possibile, come riferisce Joyce Miller, presidentessa di un sindacato femminile: “Oltre il quarantadue per cento delle donne che lavorano sono il solo sostegno della famiglia. Come si può dir loro di accontentarsi di un lavoro a mezza giornata quando devono pagare l’affitto per intero?”

Ad ogni modo, pur dovendo lavorare a tempo pieno, molte donne riescono a stare molto vicine ai figli, come una che ha detto: “Ho spiegato più volte ai miei bambini che l’unica ragione per cui vado a lavorare è di provvedere vitto, vestiario e un alloggio per la famiglia. Ho detto che sarei rimasta a casa con loro se non fossi stata costretta a lavorare fuori. Alla fine hanno capito, perfino il piccolo di due anni, e ora accettano molto meglio la situazione”.

I bambini si rendono conto se il genitore preferisce andare a lavorare anziché stare con loro. Per andare avanti con meno forse si deve ridurre il tenore di vita e anche i ragazzi dovranno essere disposti a farlo. Molti genitori tuttavia, come anche molti figli, hanno riconosciuto la veracità del proverbio biblico (15:17): “È meglio un piatto di verdura [poca roba] dove c’è amore che un toro ingrassato [l’abbondanza] insieme all’odio”.

Disciplina ferma ma amorevole

“Amare non basta”, avverte il dott. Arnon Bentovim, un esperto in materia di educazione dei figli. “Il bambino ha bisogno di disciplina e di principi che gli infondano sicurezza”. Alcune madri cercano di compensare la mancanza del padre essendo troppo permissive coi figli. Spesso non è facile per una madre disciplinare i figli, specialmente i maschi, che forse sono irritati per la perdita del padre.

Una madre che è riuscita da sola a tirare su bene cinque figli ha ammesso: “È solo naturale che i figli cerchino di fare cose che non farebbero se ci fosse mio marito. Ho dovuto essere molto decisa. A volte ho riscontrato che era meglio metterci tutti a sedere e ragionare con loro anziché avere uno scontro diretto. In questo modo mi sono conquistata il loro rispetto”.

I figli riconoscono il bisogno di disciplina, inclusa la punizione, anche se di solito lo riconoscono molto più tardi. Un gruppo di ragazzi che si era messo nei guai con la giustizia formulò un codice di regole per i genitori. Ammisero: ‘Nell’impartire la disciplina siate severi e coerenti. Ci dà un senso di sicurezza. I ragazzi non vogliono tutto quello che chiedono’. Queste parole rispecchiano la veracità di ciò che disse molto tempo fa la Bibbia: “Chi trattiene la sua verga [l’autorità del genitore] odia suo figlio, ma chi lo ama è colui che lo cerca in effetti con la disciplina”. — Prov. 13:24.

Buoni risultati

Non è facile fare lo sforzo necessario per allevare un figlio quando un genitore è solo. Ma molti di coloro che si sono impegnati hanno ottenuto buoni risultati. Stanno vicini ai figli e li vedono crescere come persone di sani principi. Una donna ha detto: “La lealtà dei miei figli è stata di grande conforto per me. Mi trattavano non solo come loro madre ma come un’amica. Le loro conversazioni e la loro sincerità mi hanno dato molta gioia”.

Spesso i figli di donne sole maturano più in fretta, perché sono costretti dalle circostanze ad assumere più responsabilità nella famiglia. Una donna, dopo avere assegnato ai figli compiti quotidiani di cui lei non poteva più occuparsi, osservò: “Ora i ragazzi sono abituati alle faccende, le fanno bene e in casa non ci sono problemi. Sanno dove mettere gli abiti quando se li tolgono e tengono in ordine la casa. Sanno lavare i piatti, preparare da mangiare, lavare e stirare i panni, fare la spesa e anche ripulire il giardino dalle erbacce”. Questi ragazzi ben addestrati diventano adulti responsabili e sono ben preparati per svolgere il loro ruolo nella vita.

Naturalmente a volte anche in una famiglia unita possono sorgere gravi difficoltà. In questo articolo non è considerata la soluzione di tutti i problemi. Comunque, in linea di massima quei genitori che hanno fatto del loro meglio per seguire le norme esposte nella Bibbia da Colui che diede origine alla vita familiare hanno provato gioia nell’allevare i propri figli. Studiando la Bibbia coi figli, inculcando questi principi in loro, i genitori senza coniuge possono far molto per proteggere i figli dall’influenza dei compagni che li spingono a fare il male.

Se tanto i genitori che i figli seguono il comando divino dato in Efesini 6:1-4 (Trad. del Nuovo Mondo, ediz. inglese del 1971) si eviteranno molte angosce: “Figli, siate ubbidienti ai vostri genitori unitamente al Signore, poiché questo è giusto: ‘Onora tuo padre e tua madre’; il quale è il primo comando con la promessa: ‘Affinché ti venga bene e duri a lungo sulla terra’. E voi, padri, non irritate i vostri figli, ma continuate ad allevarli nella disciplina e nella norma mentale di Geova”.

[Nota in calce]

a Per avere suggerimenti, vedere in Svegliatevi! dell’8 febbraio 1976, pagine 9-12, l’articolo intitolato “Createvi un’attività”, e nel numero dell’8 marzo 1976, pagine 9-13, l’articolo intitolato “Come trovare un lavoro che rende più liberi”.

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