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  • Domande dai lettori
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1971
w71 1/11 pp. 670-672

Domande dai lettori

● Qual è il significato di Proverbi 20:19, e come questo si applica al fatto che il cristiano deve tenere per sé certe cose confidenziali? — E. M., U.S.A.

Il versetto in questione dice: “Chi va in giro come un calunniatore scopre discorsi confidenziali; e non ti devi accompagnare con chi è adescato con le sue labbra”. La prima parte è abbastanza chiara. Il calunniatore è una persona che intenzionalmente diffonde voci dannose per mettere qualcuno in cattiva luce. Spesso per conseguire ciò fa deliberatamente dichiarazioni pubbliche e alterate che si sarebbero dovute tenere come confidenziali.

La seconda parte del testo è qualche cosa di parallelo, ma parla di “chi è adescato con le sue labbra”. Una persona può essere adescata con le sue labbra come può esserlo con i suoi occhi o con le sue mani, in quanto ciascuno di questi organi lo può tentare e attirare in vie empie. (Matt. 5:27-29) Chi è adescato con le sue labbra è sviato e condotto in difficoltà nel senso che la sua bocca si apre per proferire qualsiasi cosa udita. Non ha nessuna protezione, poiché non controlla le sue parole. Il re Davide osservò: “Certo guarderò le mie vie per astenermi dal peccare con la mia lingua. Certo metterò una museruola a guardia della mia propria bocca”. (Sal. 39:1) La persona che ‘è adescata con le sue labbra’ fa tutto l’opposto; di rado tiene per sé qualche cosa di confidenziale. Proverbi 20:19 consiglia: “Non ti devi accompagnare” con lui, poiché ti può causare tante difficoltà quanto un calunniatore.

In effetti ci sono due aspetti di questo argomento delle cose confidenziali. La seconda metà di Proverbi 20:19 ne considera uno. Il consiglio è basilarmente di badare a colui al quale affidate cose confidenziali. A volte una persona ha certe informazioni o piani privati che per il momento non vuol rendere pubblici. Forse dice queste cose a un conoscente, attendendosi che tenga le cose confidenziali, e può anche chiedere che faccia questo. In seguito viene a sapere che la seconda persona ha divulgato ad altri le informazioni private che non erano per loro di reale interesse. Il saggio apprenderà da tale esperienza con un conoscente e determinerà conformemente quanto dirà in futuro.

Comunque, senza scusare in alcun modo colui che per abitudine tradisce le confidenze, si deve ammettere che tutti gli uomini sono imperfetti. Il discepolo Giacomo scrisse: “La lingua, nessuno del genere umano la può domare”. (Giac. 3:8) Anche le persone con le migliori intenzioni occasionalmente fanno sbagli e senza intenzione menzionano o indicano cose che sanno dovrebbero esser tenute private. Così, un grado di responsabilità ricade sulla stessa persona che non vuole rendere pubblica una questione. A più persone si dice la cosa confidenziale, maggiore è la possibilità che sia generalmente conosciuta. E quando si dice una cosa di questo genere a una persona che ha dato prova d’essere ‘adescata con le sue labbra’ la possibilità diviene probabilità.

L’altro aspetto importante di questo argomento è quello d’essere personalmente degno di fiducia. Proverbi 25:9, 10 lo raccomanda, dicendo: “Perora la tua propria causa col tuo prossimo, e non rivelare il discorso confidenziale di un altro; affinché chi ascolta non ti svergogni e la cattiva notizia da te non possa essere revocata”. C’è dunque uno stigma su colui che inutilmente e senza autorizzazione rivela informazioni che si attendeva egli tenesse per confidenziali. E una volta resa pubblica una notizia privata, non c’è modo di ritirarla nonostante tutte le complicazioni a cui possa portare.

Consideriamo alcune situazioni e relazioni della vita che portano all’attenzione di una persona informazioni private.

Essendo marito e moglie “una sola carne”, conoscono molte cose familiari, predisposizioni o debolezze che si comprende sono confidenziali. (Matt. 19:5) Se un coniuge prendesse l’abitudine di dire sconsideratamente ad altri tali cose, ne potrebbero derivare molti problemi. Per esempio, forse un marito fa scherzosamente commenti ad altri su un insolito tratto della personalità di sua moglie. Quando lo viene a risapere la moglie, si può facilmente offendere. Sebbene questo sia solo un’illustrazione, mostra come un cuneo si può inserire fra il coniuge che si attendeva che la cosa fosse tenuta confidenziale e il coniuge che l’ha resa pubblica. D’altra parte, il vincolo d’amore fra i coniugi si rafforza quando ciascuno fa in modo che l’altro sia degno di piena fiducia riguardo alle cose personali e familiari. (Efes. 5:25, 28) Ai figli si può pure insegnare l’uso della discrezione in quanto a ripetere le cose che odono dire nella cerchia familiare.

Nella propria relazione quale intimo amico o socio in affari una persona a volte viene a sapere cose di natura confidenziale. Sarebbe impossibile stabilire qualsiasi regola su ciò che esattamente si dovrebbe tenere come confidenziale in queste relazioni. Ma una persona può tener presente che un forte vincolo fra intimi amici è la fiducia reciproca. (Prov. 18:24) Se nella vostra mente c’è qualche dubbio se si può menzionare qualche cosa che vi è stata detta dal vostro amico, è meglio non parlarne, o almeno non parlarne finché non ne abbiate il permesso. La stessa veduta generale vale nelle questioni di lavoro, tenendo presente che si potrebbe gravemente danneggiare il datore di lavoro in senso economico con la rivelazione di confidenziali piani di lavoro. Le Scritture esortano quelli che hanno relazioni di lavoro a mostrare “appieno buona fedeltà”. — Tito 2:9, 10.

Altre situazioni che si dovrebbero considerare implicano la congregazione cristiana. In ogni congregazione dei testimoni di Geova ci sono maturi ministri nominati per aver cura dei vari incarichi. (2 Tim. 3:1, 12) Mentre adempiono i loro doveri spesso sono dette loro cose confidenziali, ed è essenziale che rispettino questa fiducia. Per esempio, Giacomo 5:13-16 mostra che un componente della congregazione che ha qualche problema spirituale, forse avendo perfino commesso un peccato, dovrebbe rivolgersi agli uomini spiritualmente anziani per aiuto. Isaia 32:2 profeticamente raffigura questi uomini come luoghi di conforto e di protezione. Quale cosa eccellente è poter spiegare il proprio problema e avere un equilibrato aiuto spirituale, nutrendo nello stesso tempo la piena fiducia che la cosa non sarà risaputa generalmente nella congregazione o comunità.

Quei ministri maturi non parleranno nemmeno con la moglie e gli amici intimi delle cose che hanno saputo così in confidenza. Sanno che se facessero ciò minerebbero il rispetto per il loro incarico; gli individui esiterebbero a rivolgersi a loro; sì, col passar del tempo potrebbe anche essere impossibile che adempissero il loro ruolo di pastori spirituali. Un’altra ragione per cui mantengono questa fiducia è al fine di evitar di porre un peso su altri. Per esempio, se un uomo dice a sua moglie qualche cosa di confidenziale riguardo ai suoi doveri di ministero, ella è posta sotto l’obbligo di mantenere tale fiducia. È giusto fare questo verso il “vaso più debole”? (1 Piet. 3:7) Anche se in un momento di debolezza per curiosità ella chiedesse al marito ciò che è accaduto o perché parlava con una certa persona, la condotta amorevole e corretta sarebbe che egli dica gentilmente che è una cosa confidenziale che riguarda la congregazione. In tal modo ella non deve inutilmente portare pesi mentali. E se qualcuno le chiede della questione, può sinceramente dire che non conosce i particolari.

Tutti nella congregazione dovrebbero cooperare con i servitori nominati non cercando di ottenere i particolari su tali cose confidenziali. Gli uomini sono per natura alquanto curiosi, e di solito ci piace sapere cose nuove. Questo non è un male. Il numero di nozioni nuove circa la Bibbia e il ministero cristiano che possiamo imparare e condividere con altri è illimitato. (Filip. 4:8) Tuttavia dobbiamo esercitare il controllo sulla nostra curiosità quando si tratta di cose confidenziali. Ricordate Sansone e Delila. Quando egli non le diceva un segreto che aveva relazione con il suo incarico teocratico, in effetti ella disse: ‘Tu non mi ami’. E “siccome gli faceva di continuo pressione con le sue parole e continuava a sollecitarlo, la sua anima divenne impaziente fino al punto di morire. Infine le rivelò tutto il suo cuore”. (Giud. 16:15-17) Di conseguenza, Sansone soffrì personalmente e temporaneamente danneggiò inoltre la vera adorazione privando Israele della sua direttiva. (Giud. 16:20, 21) Di sicuro nessun parente o amico cristiano vorrà imitare oggi l’esempio di Delila.

Può esserci un’occasione in cui il ministro che presiede annuncia alla congregazione che i suoi rappresentanti han dovuto espellere un peccatore impenitente o hanno dovuto infliggere severa disciplina a qualcuno a causa della sua condotta anticristiana. I componenti della congregazione sono informati così che possano evitare completamente quell’individuo o stare attenti alla sua presenza, secondo che il caso lo richieda. (1 Cor. 5:11-13; 2 Tess. 3:14, 15) Ma non dovrebbero cercar di andare a caccia di tutti i particolari. Quelli sono confidenziali e dovrebbero esser tenuti come tali.

Quanta gratitudine possiamo provare che Geova abbia provveduto nella sua parola perfetti consigli su questo essenziale soggetto. Egli fece scrivere, per esempio, il proverbio: “Chi va attorno come un calunniatore scopre il discorso confidenziale, ma chi è fedele di spirito copre la questione”. (Prov. 11:13) Egli ovviamente sapeva che era una comune mancanza della natura umana imperfetta parlare di cose confidenziali che dovrebbero esser tenute private. Ma richiamando l’attenzione su questo pericolo Egli aiuta tutti quelli che vogliono piacergli a indirizzare i propri passi in una via che incoraggi pace, amicizia e unità.

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