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  • Otterrete la vita sulla terra per sempre?
    La Torre di Guardia 1958 | 1° febbraio
    • nel corso del tempo. Questa è la condotta più pratica, la sola condotta pratica, in questa vita che non è che un attimo nel tempo. Perciò dopo aver mostrato tutta la vanità di questa vita e le futili preoccupazioni di frenetici puntolini di umanità, il Predicatore scarta tutte le vane occupazioni, opere e imperfezioni degli uomini per additare la sola ed unica cosa di qualche conseguenza in questa momentanea esistenza: “La conclusione di tutto il discorso: — Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo”. — Eccl. 12:13, NM; Eccl. 12:15.

      18. Le risposte a quali domande determineranno se otterremo la vita per sempre sulla terra o no?

      18 Possiamo guardarci intorno con i nostri occhi e vedere la prova dell’esistenza e potenza del Creatore, la sua sapienza e maestà. Possiamo leggere la sua Parola, la Bibbia, e aprire gli occhi della nostra mente a maggior verità riguardo lui, la sua terra, il suo proposito per la terra, e la nostra possibilità di vivervi per sempre. Faremo noi tutto il dovere dell’uomo: temere Dio, studiare la sua volontà, meditarla, compierla, dirla ad altri, aiutarli a compierla? Fuggiremo questo mondo sotto Satana, le sue opere, le sue empietà, la sua distruzione della terra? Useremo la terra in armonia con la volontà di Dio, coltivandola, abbellendola, avendo cura degli animali su di essa, aiutandola a riflettere la lode di Geova? O malvagiamente insudiceremo tanto questo specchio di Dio cosicché non rifletta chiaramente la sua sapienza e potenza e lode? Il modo in cui rispondiamo a queste domande e ci atteniamo a tali risposte determinerà se otterremo la vita sulla terra per sempre o no: “Gli uomini retti abiteranno la terra, e quelli che sono integri vi rimarranno; ma gli empi saranno sterminati di sulla terra e gli sleali ne saranno divelti”. — Prov. 2:21, 22.

  • Matteo (Lezione 54)
    La Torre di Guardia 1958 | 1° febbraio
    • Matteo (Lezione 54)

      Le scritture greche

      Malachia aveva terminato di scrivere l’ultimo libro del cànone ebraico. Per circa quattro secoli la penna degli scrittori biblici rimase inattiva. Poi Cristo Gesù venne sulla terra, testimoniò della verità, istituì un nuovo patto, e provvide il riscatto. La documentazione di tali cose dev’essere conservata; la penna per scrivere la Bibbia è ancora una volta chiamata in servizio. Ma questa volta le mani ispirate che la reggono scrivono in una lingua diversa dall’ebraica: questa volta essa traccia il suo messaggio in greco. Perciò questo libro adotta il titolo di “Scritture Greche” per designare quella parte della Bibbia scritta durante gli ultimi sessant’anni del primo secolo dopo Cristo, ed evita in tal modo l’espressione antiscritturale di “Nuovo Testamento”. Otto scrittori ispirati scrissero i ventisette libri delle Scritture Greche. Le diciassette lezioni di questa parte permettono al lettore di esaminare ciascun libro mediante una trattazione pari a quella dedicata ad ogni libro delle Scritture Ebraiche.

      Geova Dio si servì di Mosè per dar inizio al cànone delle Scritture Ebraiche. Era quindi appropriato che il Signore Dio si servisse del Profeta più grande di Mosè per cominciare il cànone delle Scritture Greche. Ciò non vuol dire che Gesù abbia letteralmente scritto parte delle Scritture Greche; egli non fece questo. Ma fu la sua nascita come creatura umana e la sua venuta come Messia Cristo che aprì la via ad un afflusso di adempimenti profetici

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