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I due comandamenti da cui dipende la LeggeLa Torre di Guardia 1960 | 15 giugno
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questo quando disse: “Andate dunque e fate discepoli delle persone di tutte le nazioni”. — Matt. 28:19.
Sì, nella vita del cristiano l’amore è indispensabile come lo era l’ubbidienza alla Legge per gli Israeliti. Noi non siamo sotto la Legge, ma abbiamo l’obbligo di amare Geova, nostro Dio, con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta l’anima, e il nostro prossimo come noi stessi.
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Vera sapienza nell’èra spazialeLa Torre di Guardia 1960 | 15 giugno
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Vera sapienza nell’èra spaziale
“La sapienza ha il vantaggio di sempre riuscire”. — Eccl. 10:10, VR.
1. Nonostante le recenti conquiste dell’uomo in questa “èra spaziale”, perché manca qualche cosa alla sua sapienza?
RECENTEMENTE la sapienza dell’uomo l’ha lanciato in quella che egli chiama “l’èra spaziale”. Eppure la sua sapienza non gli ha aperto la via del cielo. Con i suoi strumenti l’uomo è penetrato per centinaia di migliaia di chilometri nello spazio per scoprire alcuni dei suoi segreti. Nonostante tutta questa sapienza, l’uomo non ha avuto accesso al cielo, alla dimora di Dio. Con tutti i suoi sondaggi nelle profondità infinite dello spazio, lo scienziato umano non si è neanche interessato di conoscere meglio Dio, il Creatore. Non manca dunque qualche cosa alla sapienza umana dell’“èra spaziale”? È pratica questa sapienza?
2, 3. (a) In che modo lo scienziato umano che scruta lo spazio si dimostra simile alla mucca irragionevole? (b) A quali parole di Salomone non presta ascolto?
2 Più l’uomo indagatore giunge lontano nello spazio con razzi e satelliti muniti di strumenti misuratori, più si trova dinanzi all’evidenza che vi è un Dio di tutta la creazione, che Dio esiste, che esiste il Creatore intelligente di tutto l’universo. L’uomo è obbligato a vedere e riconoscere la sapienza, l’intendimento, la conoscenza e il discernimento a cui tutto l’universo deve la sua esistenza. Ma la fiducia nella propria sapienza e l’orgoglio per i propri successi hanno reso l’uomo irragionevole, come una stupida bestia. La mucca che è nel prato guarda le meraviglie della terra e del cielo ma non può rendersi conto che vi è un supremo, onnipotente e onnisciente Creatore che ha fatto e disposto tutte queste cose meravigliose con tanto ordine ed armonia. Così è diventato l’orgoglioso uomo di scienza in questa èra spaziale. Egli vede, ma non ragiona e non capisce. Non vuole ammettere che c’è un Dio al quale egli deve rispondere e la cui volontà dovrebbe cercare di conoscere e di compiere. Perciò non usa egli stesso le qualità che vede manifestate nelle opere del creato, e dimostra che la sua sapienza materialistica non è pratica. Non dà ascolto alle seguenti parole vergate da un famoso re che possedeva effettiva sapienza migliaia d’anni prima dell’èra spaziale:
3 “Geova stesso con sapienza fondò la terra. Fissò saldamente i cieli con discernimento. Per la sua conoscenza le crescenti acque furono divise, e i cieli nuvolosi stillarono una leggera pioggia. Figlio mio, non si dipartano queste cose [cioè sapienza, discernimento e conoscenza manifestati nella creazione di Dio] dai tuoi occhi. Serba effettiva sapienza e capacità di pensare”. — Prov. 3:19-21.
4, 5. (a) Per quali ragioni il re Salomone ci disse di serbare tali facoltà? (b) Perché le ragioni addotte da Salomone si applicano particolarmente a questo tempo?
4 Ma perché dobbiamo avere sapienza, discernimento e conoscenza dinanzi agli occhi della mente, in relazione con Geova Dio quale Creatore? Perché serbare la sapienza pratica, e perché preservare la nostra capacità di pensare, senza lasciarci irreggimentare da uomini prepotenti ed egoisti? Quel re che ebbe vera sapienza continuò a scrivere spiegandocene la ragione: “Esse saranno la vita dell’anima tua e un ornamento al tuo collo. Allora camminerai sicuro per la tua via, e il tuo piede non inciamperà. Quando ti metterai a giacere non avrai paura; giacerai, e il sonno tuo sarà dolce. Non avrai da temere i sùbiti spaventi, né la ruina degli empi, quando avverrà; perché l’Eterno [Geova] sarà la tua sicurezza, e preserverà il tuo piede da ogni insidia”. — Prov. 3:22-26, VR.
5 Tali benefici derivanti da vera sapienza, discernimento, conoscenza e capacità di pensare in relazione a Geova Dio sono certo necessari in questo tempo in cui si teme un attacco di sorpresa, una pioggia di morte dai cieli, si teme per l’anima nostra una morte violenta proveniente dallo spazio o dalle profondità sottomarine dei grandi oceani. Oltre a tali cose d’origine umana, vi è la guerra universale di Armaghedon che s’avvicina come un uragano per tutti coloro che sono empi agli occhi di Dio. Gli scienziati militari ammettono facilmente di essere indifesi contro una guerra balistica. Tanto più lo sono di fronte ad Armaghedon.
6, 7. (a) In che modo uno studente dell’Università Columbia dimostrò che è inutile rivolgersi agli uomini perché insegnino l’effettiva sapienza? (b) Nel respingere l’accusa che cosa sentenziò il giudice della Corte Superiore in quanto al cercare sapienza nelle cose umane?
6 Di fronte a tale evidente mancanza di discernimento e di intendimento da parte degli scienziati di quest’èra spaziale, è inutile attendersi dall’uomo la sapienza che ci assicurerà una vita felice e pacifica. Ecco un esempio di questo. Un giovanotto dello Stato del New Jersey (USA) aveva frequentato l’Università Columbia di New York. In seguito fece causa contro l’università perché gli fossero rimborsate le tasse che aveva pagate e per avere il risarcimento dei danni per il tempo trascorso all’Università Columbia come studente. Perché? Il giornale World Telegram and Sun di New York riferisce: “Affermava che l’Università Columbia l’avesse trattenuto con la falsa promessa di insegnare la sapienza”.
7 Gerald Foley, giudice della Corte Superiore, respinse l’accusa il 13 giugno 1958. Egli disse: “Se vi è una cosa che la persona d’intelligenza normale sa, è che la sapienza non può essere insegnata, poiché non può neanche essere definita”. Quindi il giudice fece un’efficace allusione all’incapacità umana concludendo con queste parole: “Nessuna persona ragionevole accetterebbe, da parte di un individuo o di un’istituzione, la pretesa che si possa insegnare la sapienza e nessuna persona ragionevole dedurrebbe dal materiale [presentato in questa causa] che la Columbia abbia dato l’impressione di potere o volere insegnare la sapienza”. Ma il giornale World Telegram and Sun di New York riferì che l’ex studente dell’Università Columbia non era soddisfatto e diceva che “avrebbe ripresentato in appello l’accusa contro l’istituzione che ha mancato d’insegnargli la sapienza”. — 14 giugno 1958.
8, 9. (a) Perché non era di competenza del giudice dire da dove soltanto l’uomo riceve la sapienza? (b) Da dove riconobbe Salomone di aver ricevuto la sapienza, e che cosa disse dei suoi benefici?
8 Abbiamo ogni ragione per credere che la Corte d’Appello confermerà la saggia sentenza di quel giudice della Corte Superiore, secondo cui la sapienza non può essere insegnata da alcuna istituzione umana.
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