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  • ‘La luce ha brillato per i giusti’
    La Torre di Guardia 1982 | 1° giugno
    • ‘La luce ha brillato per i giusti’

      “La luce stessa ha brillato per il giusto, e l’allegrezza pure per i retti di cuore”. — Salmo 97:11.

      1. Qual è una cosa che distingue i giusti dai malvagi?

      QUAL è una delle cose che distinguono i giusti dai malvagi, i veri servitori di Geova Dio da quelli che sono schiavi del Suo avversario, Satana il Diavolo? Indubbiamente, più di qualsiasi altra cosa, è il fatto che i giusti, i veri servitori di Geova Dio, hanno la luce. Per loro effettivamente “la luce stessa ha brillato”. (Salmo 97:11) In quanto ai malvagi, camminano nelle tenebre. Sì, “la via dei giusti è come la luce dell’alba, aumenta in splendore fino al pieno giorno. La via degli empi è come il buio, non sanno in che cosa inciampano”. — Proverbi 4:18, 19, La Bibbia Concordata.

      2. Come si potrebbe illustrare l’intensificarsi della luce sul sentiero dei giusti?

      2 Si noti che la luce risplende sul sentiero dei giusti in modo progressivo. Continua ad ‘aumentare in splendore’. Potremmo illustrarlo con l’esempio di un uomo che si alza prima del sorgere del sole e si avvia a piedi per i campi. In lontananza vede i contorni di una costruzione, ma lì per lì non riesce a distinguere se si tratta di un granaio o di una casa. Gradualmente, mentre albeggia il giorno ed egli si avvicina, vede che è una casa. Dopo un po’ è in grado di capire che è una casa di legno e non di mattoni. Più avanti riesce anche a distinguerne il colore, e così via.

      3. Quali fattori influiscono sull’intensificarsi della luce?

      3 I servitori di Dio hanno avuto proprio questa esperienza. Vedendo certe cose da lontano (per quanto riguarda il tempo) e con poca luce sull’argomento, spesso abbiamo visto le cose in modo incompleto e perfino inesatto. In tali situazioni siamo forse stati influenzati da precedenti opinioni. Man mano però che la luce aumenta e che ci avviciniamo molto di più agli avvenimenti, la nostra comprensione dello svolgimento dei propositi di Dio si fa più chiara. Le profezie si dischiudono ai nostri occhi mentre lo spirito santo fa luce su di esse e mentre trovano adempimento negli avvenimenti mondiali o in quello che accade al popolo di Dio. Non è stato forse così che Geova Dio ha trattato con i suoi servitori sin dall’antichità? Senz’altro!

      L’esempio di Abraamo

      4, 5. In che modo Dio rivelò gradualmente il suo proposito ad Abraamo?

      4 Prendete il caso di Abraamo, l’uomo di fede che Dio chiamò suo amico. (Isaia 41:8; Giacomo 2:23) Nonostante la sua stretta relazione con Geova Dio, all’inizio Abraamo non aveva un completo intendimento dei propositi di Dio. Da certi sviluppi della sua vita si nota che il suo intendimento aumentava gradualmente. Dio lo chiamò invitandolo a lasciare il suo paese natale, dicendogli che avrebbe fatto di lui una grande nazione e che mediante lui tutte le famiglie della terra si sarebbero benedette. Ma Abraamo non conosceva tutti i particolari; leggiamo che ubbidì “benché non sapesse dove andava”. (Ebrei 11:8) Inoltre, sebbene Dio gli avesse promesso che avrebbe dato il paese al suo seme, Abraamo non sapeva come questo si sarebbe realizzato. Espresse perfino la preoccupazione che la sua casa venisse ereditata dal suo servitore Eliezer. Allora Geova spiegò chiaramente ad Abraamo: “Uno che uscirà dalle tue proprie parti interiori ti succederà quale erede”. (Genesi 12:1-3, 7; 15:2-4) Sara, la moglie di Abraamo, essendo sterile, gli chiese di avere rapporti con la sua schiava, Agar, dalla quale nacque Ismaele. In seguito Dio spiegò ad Abraamo che l’erede della promessa sarebbe venuto da Sara. — Genesi 17:15-17.

      5 Possiamo quindi notare che anche se tutto ciò che Geova rivelava direttamente ad Abraamo era vero, Abraamo non capiva accuratamente in che modo Dio avrebbe attuato il suo proposito. Tuttavia continuò a esercitare fede in Geova e a confidare in lui, ricevendo ulteriore intendimento col passar del tempo. Similmente, quando Geova gli comandò di offrire il figlio Isacco in sacrificio sul monte Moria, Abraamo non sapeva esattamente come sarebbero andate le cose. Ma ebbe fede che Dio avrebbe suscitato un seme tramite Isacco, se necessario risuscitandolo dai morti. — Ebrei 11:17-19.

      Daniele e gli altri profeti

      6, 7. (a) Quali parole di Daniele mostrano che Dio rivela le cose solo al tempo da Lui stabilito? (b) A conferma di ciò, cosa dice l’apostolo Pietro?

      6 Fra i molti profeti che ebbero il privilegio di ricevere una diretta rivelazione da Geova, vi fu Daniele, “uomo molto desiderabile” dal punto di vista di Dio. (Daniele 10:11, 19) Geova gli diede molte informazioni specifiche sia sul tempo in cui viveva che su futuri periodi di tempo; eppure Daniele non capiva tutto. Riguardo ad alcune visioni avute, disse: “Ora in quanto a me, udii, ma non potei comprendere”. Quando chiese altre informazioni, gli fu detto: “Va, Daniele, perché le parole sono rese segrete e suggellate sino al tempo della fine”. (Daniele 12:8, 9) In modo simile Geova Dio continuò a rivelare molte verità ai suoi servitori, i profeti. Tuttavia, c’erano molte cose che non riuscivano a comprendere.

      7 Per questo l’apostolo Pietro scrisse: “Circa questa salvezza una diligente investigazione e un’attenta ricerca furono fatte dai profeti che profetizzarono intorno all’immeritata benignità a voi riservata. Essi continuarono a investigare quale particolare stagione o quale sorta di stagione lo spirito che era in loro indicasse circa Cristo, quando rendeva anticipatamente testimonianza delle sofferenze per Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite. Fu loro rivelato che non a se stessi, ma a voi, essi servivano le cose che vi sono state ora annunciate”. Persino gli angeli non avevano un chiaro e completo intendimento di come si sarebbero adempiuti i propositi di Dio. — I Pietro 1:10-12.

      8. In che modo una domanda di Giovanni il Battezzatore fa capire che aveva un intendimento incompleto?

      8 L’ultimo di quei profeti fu Giovanni il Battezzatore. Dio lo impiegò per preparare la via dinanzi al Cristo, Gesù. (Luca 1:16, 17, 76-79) Giovanni ebbe il grande privilegio di ricevere da Dio il segno che identificò il Messia e di presentarlo a Israele. (Giovanni 1:26-36) Ciò nonostante, Giovanni non capiva chiaramente tutti i particolari relativi alla prima venuta di Gesù. Lo si nota dal fatto che, mentre era in prigione, mandò i suoi discepoli a chiedere a Gesù: “Sei tu Colui che viene, o dobbiamo aspettarne un altro?” La domanda di Giovanni non era dovuta a mancanza di fede, ma al desiderio di avere una conferma più specifica. Senza dubbio la risposta di Gesù, che additava le sue opere, confortò Giovanni. — Matteo 11:2-6.

      Gesù e gli apostoli

      9. Cosa mostra che Gesù non aveva un completo intendimento dei propositi del Padre suo?

      9 Dio rivela la sua volontà ai suoi servitori solo al tempo da lui stabilito, e questo fu vero anche nel caso di Gesù Cristo. Senz’altro Gesù aveva ricevuto precise informazioni mentre era in cielo col Padre suo. Eppure egli stesso non sapeva quando sarebbe venuta la fine di questo sistema di cose. Per questo ammise: “In quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno sa, né gli angeli dei cieli né il Figlio, ma solo il Padre”. — Matteo 24:36.

      10, 11. (a) Quale errata conclusione trassero i discepoli di Gesù per quanto riguarda il Regno? (b) Perché Gesù non diede agli apostoli tutte le informazioni in merito al futuro e ad altre questioni?

      10 Gesù stesso, nei suoi rapporti con i discepoli, seguì il principio esposto in Proverbi 4:18. Disse loro molte cose circa il Regno: che egli sarebbe andato via, che sarebbe tornato dopo un lungo periodo di tempo e che li avrebbe portati a casa con sé nei cieli. Nonostante tutto questo, però, gli apostoli erano convinti che il regno messianico sarebbe stato il regno di Davide ristabilito a Gerusalemme. Per questo chiesero al risuscitato Gesù: “Signore, ristabilirai in questo tempo il regno d’Israele?” Gesù, indicando che c’erano alcune cose che ancora non potevano capire, disse loro: “Non appartiene a voi d’acquistar conoscenza dei tempi o delle stagioni che il Padre ha posti nella propria autorità”. — Atti 1:6, 7.

      11 Che ci sia un tempo stabilito per acquistare intendimento di certi aspetti dei propositi di Dio è evidente dalle parole che Gesù rivolse agli apostoli: “Ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete in grado di sostenerle al presente”. (Giovanni 16:12) Questo indica che Dio dà ai suoi servitori intendimento della sua volontà in proporzione alla loro capacità di afferrare tali informazioni e farne uso. È vero che Gesù disse agli apostoli che lo spirito di Dio li avrebbe guidati “in tutta la verità”. (Giovanni 16:13) Ma Gesù voleva forse dire che il giorno in cui avrebbero ricevuto lo spirito santo avrebbero capito tutta la verità, senza avere più bisogno di acquistare ulteriore intendimento in seguito? I fatti indicano di no.

      Accettati i gentili

      12, 13. (a) Cosa capirono meglio i discepoli di Gesù alla Pentecoste, e che effetto ebbe questo su di loro? (b) Sebbene Gesù avesse comandato loro di fare discepoli di persone di tutte le nazioni, quando fu che cominciarono a farlo, e perché solo allora?

      12 Il giorno di Pentecoste del 33 E.V. i discepoli ricevettero effettivamente spirito santo e con esso una comprensione molto più chiara della verità relativa alla risurrezione di Gesù, alla sua ascensione al cielo e al significato del regno di Dio. Questa conoscenza infuse in loro lo zelo di annunciare la “buona notizia” ad altri. Anche se Gesù aveva detto loro di fare discepoli di persone di tutte le nazioni, dapprima essi limitarono la predicazione ai giudei, ai proseliti non giudei e poi, a suo tempo, ai samaritani. Non comprendevano che sarebbero dovuti andare dagli incirconcisi gentili. (Matteo 28:19, 20) Senza dubbio Geova tratteneva tale intendimento, poiché la profezia di Daniele aveva detto che il Messia avrebbe mantenuto in vigore il patto con i giudei per il resto della settantesima settimana. — Daniele 9:24-27.

      13 Quando quella “settimana” finì, nel 36 E.V., Geova Dio agì positivamente per mettere la “buona notizia” a disposizione delle persone delle nazioni. Pietro ebbe davvero bisogno d’aiuto per correggere il proprio modo di pensare prima di entrare in casa di un incirconciso gentile, considerato impuro dalla Legge. Mentre era in trance, ricevette queste necessarie istruzioni: “Smetti di chiamare contaminate le cose che Dio ha purificate”. Perciò Pietro e gli altri apostoli dovettero cambiare il loro punto di vista su questa questione. Pietro si adeguò e Dio lo impiegò per dichiarare ai gentili che la via del celeste regno di Dio era aperta. — Atti 10:9-43.

      14. Come furono illuminati anni dopo i primi cristiani in quanto alle esigenze della legge mosaica?

      14 Eppure, tredici anni dopo, la circoncisione era ancora motivo di disputa fra alcuni cristiani. Fu necessario che Paolo e altri discepoli andassero a Gerusalemme per sottoporre la questione agli apostoli e agli altri anziani che all’epoca formavano il corpo direttivo delle congregazioni cristiane. Il corpo direttivo ascoltò Pietro in merito alla conversione di Cornelio e la testimonianza di Paolo sulle opere potenti che Dio aveva compiuto in relazione col suo ministero presso i gentili. Poi considerarono ciò che l’ispirata Parola di Dio diceva in merito. Con l’aiuto dello spirito santo pervennero alla giusta conclusione, cioè che, pur essendo necessario osservare certe norme di condotta, non occorreva che i gentili si circoncidessero e osservassero la legge mosaica per divenire cristiani. — Atti 15:1–16:5.

      15, 16. (a) Con quali parole Paolo mostrò di riconoscere che la rivelazione della verità era progressiva? (b) Quale simile testimonianza diede l’apostolo Pietro?

      15 Circa sei anni dopo quell’adunanza, Paolo scrisse la sua prima lettera ai corinti, in cui, parlando dei cristiani generati dallo spirito a quel tempo, disse: “Poiché abbiamo conoscenza parziale e profetizziamo parzialmente; ma quando sarà arrivato ciò che è compiuto, ciò che è parziale sarà eliminato. Poiché al presente vediamo a contorni vaghi per mezzo di uno specchio di metallo, ma allora sarà a faccia a faccia. Al presente conosco parzialmente, ma allora conoscerò accuratamente come anche sono accuratamente conosciuto”. Perciò anche a quel tempo i cristiani generati dallo spirito, incluso l’apostolo Paolo, non erano stati condotti dallo spirito santo alla completa conoscenza di tutta la verità. La loro conoscenza era ancora soltanto parziale, nella misura in cui Dio aveva dato loro intendimento fino a quel momento. Ma era sufficiente per i bisogni che avevano allora. — I Corinti 13:9, 10, 12.

      16 Circa nove anni dopo che Paolo ebbe scritto quanto sopra, cioè verso il 64 E.V., cosa scrisse Pietro ai suoi conservi cristiani? Dopo aver parlato della trasfigurazione, la quale aveva confermato che Gesù era il Figlio di Dio, proseguì dicendo: “Quindi abbiamo la parola profetica resa più sicura; e voi fate bene prestandole attenzione come a una lampada che risplenda in luogo tenebroso, finché albeggi il giorno e sorga la stella del mattino, nei vostri cuori”. (II Pietro 1:16-21) Perciò i cristiani avevano ancora bisogno di scrutare le Scritture, prestando molta attenzione alla parola profetica, che sarebbe stata come una lampada risplendente in un luogo tenebroso. Avrebbero dovuto continuare a farlo fino al tempo in cui gli unti cristiani avrebbero ricevuto la ricompensa alla gloriosa rivelazione di Gesù Cristo.

      17. (a) Tramite il libro di Rivelazione, di quali nuove verità vennero a conoscenza i cristiani? (b) Quando sarebbe stata fatta ulteriore luce su quel libro?

      17 Circa trentadue anni dopo che Pietro ebbe scritto la sua seconda lettera, cioè circa 63 anni dopo la Pentecoste del 33 E.V., l’apostolo Giovanni ricevette e mise per iscritto la serie di visioni che compongono il libro di Rivelazione. In queste visioni furono rivelate per la prima volta ai cristiani generati dallo spirito alcune verità riguardanti i propositi di Dio. Per esempio appresero che 144.000 uomini e donne sarebbero stati comprati da tutte le nazioni per essere coeredi di Cristo Gesù in cielo, dove sarebbero stati re, sacerdoti e giudici nel regno messianico, il quale sarebbe durato mille anni. (Rivelazione, capp. 7, 14 e 20) Eppure anche i cristiani di quel tempo non avevano una conoscenza completa. Oggi quelli che studiano la Parola di Dio capiscono che le visioni di Rivelazione, per quanto istruttive e incoraggianti per i cristiani dei giorni di Giovanni, sono particolarmente importanti per quelli che vivono nel “giorno del Signore”, nel quale oggi ci troviamo. (Rivelazione 1:10) Rivelazione 5:1-14 descrive simbolicamente un rotolo, per aprire il quale si dovevano togliere dei sigilli. Questo indica che nel tempo dell’adempimento delle profezie di Rivelazione la conoscenza e l’intendimento sarebbero stati gradualmente dischiusi man mano che ciascun sigillo sarebbe stato tolto.

      18. In che modo quindi Geova rivelò le verità ai suoi servitori dei tempi antichi e del primo secolo?

      18 Possiamo quindi vedere che sia i fedeli servitori di Geova dei tempi precristiani, sia la congregazione degli unti cristiani del primo secolo dell’èra volgare avevano tutti, senza eccezione, una conoscenza e un intendimento incompleti. Dovettero continuare a fare progresso, riaggiustando il loro intendimento man mano che osservavano e vivevano il graduale sviluppo dei propositi di Geova. Per loro il sentiero dei giusti era davvero come una “fulgida luce che risplende sempre più”. (Proverbi 4:18) Con l’intensificarsi della luce la loro conoscenza aumentò e compresero meglio le meravigliose verità che Geova continuava a rivelare loro.

      19. Cosa disse Geova al profeta Daniele riguardo alla conoscenza e all’intendimento nel “tempo della fine”?

      19 Ma che dire dei servitori di Geova nel tempo della fine? Un angelo aveva detto a Daniele: “O Daniele, rendi segrete le parole e sigilla il libro, fino al tempo della fine. Molti lo scorreranno, e [di conseguenza] la vera conoscenza diverrà abbondante”. (Daniele 12:4) Nel versetto 10, parlando dei servitori di Dio, si aggiunge: “Molti si purificheranno e s’imbiancheranno e saranno raffinati. E i malvagi agiranno per certo malvagiamente, e nessun malvagio comprenderà; ma quelli che hanno perspicacia comprenderanno”. Questo intendimento sarebbe giunto tutto in una volta? Per corrispondere a “quelli che hanno perspicacia”, i servitori di Dio avrebbero dovuto avere una conoscenza e un intendimento completi e particolareggiati, così da non aver bisogno di apportare nel corso del tempo alcuna correzione o cambiamento al loro modo di considerare certi insegnamenti o altre questioni? Queste e altre domande saranno prese in esame negli articoli che seguono.

  • L’intensificarsi della luce nei tempi moderni
    La Torre di Guardia 1982 | 1° giugno
    • L’intensificarsi della luce nei tempi moderni

      “Il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più finché il giorno è fermamente stabilito”. — Proverbi 4:18.

      1. Quali prove abbiamo già considerato circa l’adempimento di Proverbi 4:18?

      IL RACCONTO biblico da Genesi a Rivelazione mostra che il sentiero dei servitori di Geova è stato davvero come una fulgida luce che risplende sempre più. (Proverbi 4:18) Ai giorni di Gesù e degli apostoli si cominciarono a capire molte profezie relative al Messia, come mostrano Matteo e altri scrittori del Vangelo. Il versamento dello spirito di Dio alla Pentecoste e l’annuncio della “buona notizia” ai gentili furono accompagnati da ulteriore luce sulla Parola di Dio. — Atti 2:14-36; 10:34-43; 15:6-21.

      2. (a) Come si spiega il periodo di tenebre in cui vennero a trovarsi quelli che dicevano di seguire Gesù Cristo? (b) Cosa ha avuto un ruolo determinante nell’opera di separazione alla mietitura?

      2 Tuttavia, dopo la morte degli apostoli, quelli che dicevano di essere seguaci di Gesù Cristo furono gradualmente sopraffatti da un periodo di tenebre. (Atti 20:29, 30) Gesù lo aveva predetto in una delle sue parabole. Aveva paragonato il regno dei cieli a “un uomo che seminò seme eccellente nel suo campo”. Poi un “nemico venne e seminò zizzanie fra il grano”. Come risultato le zizzanie predominarono per molti e molti secoli in quel campo religioso mondiale. Ma alla mietitura ci sarebbe stata una separazione. Il tempo della mietitura è ora giunto, poiché “la mietitura è il termine di un sistema di cose”. Felicemente, una classe di veri cristiani, il “grano”, è stata raccolta. I fatti mostrano che la sempre crescente luce sul sentiero di questi cristiani ha avuto un ruolo determinante nel separarli dalle illegali “zizzanie” che vanno incontro alla distruzione. — Matteo 13:24-30, 36-43.a

      Luce riguardo a Geova Dio e alla sua Parola

      3, 4. Quali fatti relativi al Creatore, Geova Dio, cominciarono a capire i primi Studenti Biblici?

      3 Poco dopo il 1870 un gruppo di sinceri studenti biblici di mente aperta cominciarono a riunirsi per studiare senza pregiudizi la Parola di Dio. Invece dei credi della cristianità, scelsero come guida le Scritture ispirate. La saggezza, la ragionevolezza, l’armonia e la potenza del messaggio biblico cominciarono a risplendere nel loro cuore. Si convinsero — contrariamente ai predominanti insegnamenti ateistici ed evoluzionistici — della fondamentale verità che esiste davvero un Creatore intelligente. Compresero che “ogni effetto deve avere la sua causa relativa” e che “l’immensità della creazione, la sua simmetria, la sua bellezza, il suo ordine, l’armonia che regna nella sua diversità” testimoniano che egli è il grande Progettista.b (Romani 1:20) Si fecero anche una chiara idea della personalità del Creatore, cioè dei suoi quattro principali attributi o qualità fondamentali: infinita sapienza, illimitata potenza, perfetta giustizia e incomparabile amore. — Deuteronomio 32:4; Salmo 62:11; Proverbi 2:6, 7; I Giovanni 4:8.

      4 Cominciarono inoltre a comprendere che Dio è “da tempo indefinito a tempo indefinito” e che il suo nome è Geova. (Salmo 83:18; 90:2) Compresero che il dogma principale della cristianità — la dottrina della Trinità — è sia irragionevole che antiscritturale. La luce della verità biblica mostrò loro che Dio è “il solo Geova”, che Gesù è il Figlio di Dio (egli stesso disse: “Il Padre è maggiore di me”) e che lo spirito santo di Dio, lungi dall’essere la terza persona della Trinità, è ‘l’energia di Dio, che egli usa per compiere diverse cose’c. — Marco 12:29; Giovanni 14:28; Atti 2:17, 18.

      5. Che posizione assunsero nei confronti della Bibbia quei sinceri ricercatori di verità?

      5 Con baldanza e convinzione predicarono che la Bibbia è l’ispirata Parola di Dio; che, tenendo conto degli attributi di Dio, è ragionevole aspettarsi che il Creatore abbia provveduto una divina rivelazione come guida dell’uomo. Descrissero la Bibbia come “la fiaccola della civiltà e della libertà”. È ‘il libro più antico che esista; essa è sopravvissuta alle tempeste di trenta secoli’. Inoltre “tutti gli altri libri presi nel loro insieme non sono stati capaci di recare al creato gemente la gioia, la pace e la felicità che la Bibbia ha recato”.d Per quei sinceri studenti, l’altruismo e lo spirito di sacrificio degli scrittori biblici erano una chiara prova della purezza dei loro motivi. In sostanza compresero che ‘la Bibbia è una relazione ragionevole e armonica delle cause del male, del rimedio e dei risultati finali; e serve a guidare e a rafforzare i servitori di Geova Dio’.

      Gesù Cristo e il Regno

      6. Quali verità riguardanti Gesù Cristo appresero quegli Studenti Biblici?

      6 Sin dall’inizio quegli zelanti Studenti Biblici, come usavano chiamarsi, capirono chiaramente le verità basilari riguardanti Gesù Cristo. Egli è l’“unigenito Figlio” di Dio. Ebbe un’esistenza preumana. Diede la sua vita quale ‘riscatto per tutti’. Fu risuscitato in spirito, ascese al cielo in spirito per poi tornare in spirito, quale invisibile re messianico del regno di Dio. L’argomento della seconda venuta di Cristo — perché, come, quando — era veramente importante. — Giovanni 3:16; 17:5; I Timoteo 2:5, 6; I Pietro 3:18.

      7. Cosa rivelò la crescente luce circa il regno di Dio e le sue benedizioni?

      7 Il continuo intensificarsi della luce fece capire a quei cristiani l’importanza del regno di Geova quale unico rimedio per i mali dell’umanità. Quel regno è formato da Gesù Cristo e dai suoi 144.000 coeredi, comprati di fra gli uomini, che saranno re e sacerdoti con lui per mille anni. In virtù del proprio sacrificio, il re Gesù Cristo risuscita tutti i redenti che sono nelle tombe commemorative, con la prospettiva della vita eterna su una terra paradisiaca. La Bibbia, perciò, indica due prospettive per l’umanità salvata: una celeste, per un “piccolo gregge” di eredi del Regno, e l’altra, sulla terra, per le “altre pecore” di Gesù, le quali includono una “grande folla” di sopravvissuti alla più grande “tribolazione” mai avvenuta sulla terra, come pure i moltissimi milioni di persone che sono nelle tombe commemorative e che ne usciranno per godere la vita sulla terra paradisiaca. — Luca 12:32; Giovanni 5:28, 29; 10:16; Rivelazione 7:9, 14; 14:1, 4; 20:6.

      8. Cosa si comprese riguardo all’anima umana e alla condizione dei morti?

      8 La crescente luce rivelò inoltre a quegli studenti biblici di mente aperta che gli insegnamenti della cristianità sulla natura dell’anima umana e sulla condizione dei morti erano completamente sbagliati! Compresero chiaramente che Adamo, quando fu creato, “divenne un’anima vivente” e che, quando tornò alla terra a causa della sua disubbidienza, morì come anima, cessò semplicemente di esistere. Sì, tornò alla polvere da cui era stato inizialmente tratto. Nella morte non ci sono né coscienza né attività. (Genesi 2:7; 3:19; Ecclesiaste 9:5, 10) ‘Il salario del peccato è la morte’, non il tormento eterno. L’inferno di fuoco e il purgatorio con i suoi tormenti esistono solo nella mente di religionisti disinformati. È proprio perché alla morte l’uomo cessa di esistere che c’è bisogno di una risurrezione, onde egli possa trarre beneficio dal sacrificio di Cristo. — Romani 6:23.

      Doveri del cristiano

      9. Che posizione assunsero quegli illuminati cristiani in merito alla santità?

      9 Quei cristiani presero seriamente anche ciò che la Bibbia dice circa la vera santità, la quale non va confusa con una finta pietà o con la santocchieria. Compresero di dover vivere in armonia con princìpi biblici come “il matrimonio sia onorevole fra tutti, e il letto matrimoniale sia senza contaminazione, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri”. (Ebrei 13:4) Si resero conto di non poter chiudere un occhio su pratiche condannate dalla Bibbia, come fornicazione, adulterio, omosessualità, o tollerarle fra loro. (I Corinti 6:9, 10) Dovevano similmente evitare ogni forma di illegalità, dando “a Cesare le cose di Cesare” e “a Dio le cose di Dio”. Dovevano essere onesti in tutti i rapporti col prossimo, vivendo in armonia con la norma cristiana: “Come volete che gli uomini facciano a voi, fate lo stesso a loro”. — Matteo 22:21; Luca 6:31.

      10. Quale verità circa il loro incarico compresero presto quei cristiani?

      10 La cosa di cui quegli Studenti Biblici si preoccupavano di più era evidentemente quella di coltivare una personalità cristiana. Capivano anche che bisognava rendere testimonianza riguardo a Dio e a Gesù. Si rendevano conto che ogni cristiano, avendo ricevuto la luce della verità, aveva il dovere di trasmetterla ad altri. Riconobbero il bisogno di essere ministri di Dio, di far risplendere la propria luce sia con un’eccellente condotta cristiana sia dando testimonianza. (Matteo 5:14-16) Ben presto fu rivolto l’invito: “Occorrono 1.000 predicatori”. Esso era specialmente diretto a coloro che, non avendo responsabilità familiari, potevano dedicare almeno metà del loro tempo alla divulgazione della “buona notizia” mediante pubblicazioni stampate.

      11. Quali passi si dovevano fare per diventare ministri cristiani, e perché fu respinta la distinzione clero-laici?

      11 Per divenire un ministro cristiano ciascuno doveva credere alla Parola di Dio, pentirsi, convertirsi ed esercitare fede in Dio e in Gesù Cristo quale Redentore dell’umanità. La persona doveva “consacrarsi” a Dio, fare la sua volontà ed essere battezzata per immersione totale in acqua. (Atti 3:19; Matteo 28:19, 20) Essendo tutti ministri, quei cristiani rifiutarono la distinzione clero-laici. Dalla Parola di Dio, comunque, riconobbero la necessità di nominare uomini qualificati come “anziani” e “diaconi”, perché avessero cura dei bisogni di ogni congregazione. — Filippesi 1:1; I Timoteo 3:1-10, 12, 13.

      12. Quali verità compresero circa le organizzazioni esistenti, e cosa ne conseguì logicamente?

      12 Mentre la luce continuava ad aumentare, si rendevano sempre più conto dell’importanza di proclamare il nome di Geova e il suo regno quale unica speranza dell’umanità. Capirono che nell’universo ci sono soltanto due organizzazioni e che ogni persona appartiene o all’organizzazione di Dio o a quella di Satana, composta sulla terra dai grandi sistemi commerciali, politici e religiosi. La celeste organizzazione di leali creature spirituali di Dio era rappresentata sulla terra dai suoi testimoni organizzati. (Galati 4:26; II Corinti 4:4) Ne conseguiva che i cristiani non potevano impegnarsi nella politica né farsi coinvolgere nella violenza fra le nazioni; anzi, non potevano nemmeno partecipare a cerimonie nazionalistiche. I servitori di Geova dovevano sostenere il Regno e lottare per esso, anche se non con armi carnali. — Matteo 26:52; Giovanni 15:19; 18:36; II Corinti 10:4; Giacomo 1:27; 4:4.

      13. Dell’esistenza di quale grande contesa si resero conto quegli Studenti Biblici? In che modo questo li spinse ad adottare il nome “testimoni di Geova”, e perché esso era così appropriato?

      13 Col tempo quei fedeli servitori di Geova capirono che la grande contesa che si presenta all’umanità è quella della rivendicazione della sovranità di Geova, e che questa è molto più importante persino della salvezza delle creature umane. Questo fu un vero bagliore, più luminoso di qualsiasi cosa precedentemente capita. Questa straordinaria verità rese ancora più evidente la distinzione fra la vera religione cristiana e la falsa. Una volta afferrata questa profonda verità, non passò molto che quei cristiani capirono che il loro nome, Studenti Biblici, sebbene non errato, non li distingueva abbastanza. Innanzi tutto il loro principale incarico e scopo nella vita non era semplicemente quello di studiare la Bibbia, ma di essere testimoni di Geova. Inoltre il nome Studenti Biblici non li distingueva dai milioni di altri che dicevano di studiare la Bibbia, ma che nondimeno seguivano errori dottrinali. Così, grazie all’illuminante potere dello spirito santo di Dio, capirono che il nome appropriato ed esclusivamente adatto a loro era quello riportato in Isaia 43:10-12: “testimoni di Geova”. Nel 1931 accettarono gioiosamente questo nome.

      Luce su profezie e parabole

      14. Quale intendimento rivelò la crescente luce in merito alle profezie della restaurazione?

      14 Fino a quel tempo molti avevano creduto che il ritorno degli ebrei in patria adempisse le profezie bibliche. Invece quelle belle e incoraggianti profezie sulla restaurazione avevano avuto il loro adempimento iniziale nel lontano VI secolo a.E.V., quando i giudei erano tornati da Babilonia, e hanno il loro principale adempimento nel nostro tempo, sull’Israele spirituale. Una prova del loro adempimento è il paradiso spirituale in cui oggi si trovano l’“Israele di Dio” e i suoi leali compagni. — II Corinti 12:4; Galati 6:16.

      15, 16. Come si fece luce su due parabole di Gesù?

      15 Si compresero più accuratamente anche certe parabole di Gesù. Un esempio lampante è quello della parabola delle pecore e dei capri, riportata in Matteo 25:31-46. Per molto tempo si era pensato che questa parabola si sarebbe adempiuta durante il regno millenario di Cristo. Ma poi i testimoni di Geova capirono che non poteva riferirsi a quel tempo. Una delle tante ragioni era che durante il regno millenario di Cristo i suoi “fratelli” non sarebbero stati sulla terra e tanto meno nel bisogno a causa di malattie o persecuzione. Perciò la parabola doveva necessariamente adempiersi ora, mentre l’intronizzato Gesù in cielo raduna le nazioni per il giudizio, come confermano i fatti visibili in adempimento della parabola.

      16 In modo simile è stata fatta luce sulla parabola del ricco e di Lazzaro. Si comprese che il ricco non rappresentava la nazione giudaica nell’insieme, ma i ricchi e ipocriti capi religiosi del tempo di Gesù, e, in modo corrispondente, l’attuale clero religioso della cristianità. — Luca 16:19-31.

      17. Quale notevole intendimento acquistarono circa il libro di Rivelazione?

      17 In modo analogo, l’accresciuta luce spinse i servitori di Geova a capire che il libro di Rivelazione ha il suo culminante adempimento dall’inizio del “giorno del Signore”, cioè dal 1914, e non durante l’intera storia della congregazione cristiana dai tempi apostolici ai tempi attuali, come prima si pensava. (Rivelazione 1:10) Compresero che l’inizio del “giorno del Signore” era stato contrassegnato da una guerra in cielo, in cui Michele, l’intronizzato Gesù Cristo, e i suoi angeli, avevano scacciato Satana e i suoi angeli dal cielo. (Rivelazione 12:1-12) Il popolo di Geova si rallegrò grandemente nel vedere che la loro opera in relazione al Regno era stata predetta, in particolare nei capitoli 2, 3 e 6-11 di Rivelazione.

      Ordine teocratico

      18. Cosa si apprese in merito all’ordine teocratico nelle congregazioni cristiane, e come fu messo in atto?

      18 Si potrebbero menzionare molti altri esempi dell’intensificarsi della luce nei tempi moderni, ma per ragioni di spazio ne indichiamo soltanto un altro. Riguarda la legge teocratica, la procedura indicata da Dio. Nell’ultima parte del XIX secolo le congregazioni degli Studenti Biblici erano rette in maniera democratica, avendo voluto liberarsi del dispotico sistema gerarchico. Ma nel 1938 si resero conto che quel metodo democratico non aveva una base scritturale. Non era in armonia con l’ordine teocratico, cioè col governo che procede da Dio in giù, non dagli uomini in su. (Isaia 60:1, 17-19) Perciò ora, sotto la guida dello spirito santo, lo “schiavo fedele e discreto”e provvede a nominare uomini perché prestino servizio come anziani e servitori di ministero nelle congregazioni. (Atti 20:28) Questi devono avere i requisiti scritturali esposti in I Timoteo 3:1-13 e in Tito 1:5-9.

      19. Perché non ci si poteva aspettare che la luce piena e completa arrivasse tutta in una volta?

      19 Quanto precede dimostra veramente che il sentiero del popolo di Geova è stato ed è come la fulgida luce che risplende sempre più. (Proverbi 4:18) Quando uscirono dalle dense tenebre che avvolgono “Babilonia la Grande”, l’impero mondiale della falsa religione, non ci si poteva aspettare che vedessero istantaneamente tutte le cose nella loro giusta luce. (Rivelazione 17:5) Lo splendore della verità rivelata avrebbe potuto produrre su di loro, in senso spirituale, un effetto accecante, perfino disorientante. Lo si potrebbe paragonare a quando una persona esce da una stanza completamente buia e si trova esposta alla fulgida luce del sole. Ci vuole del tempo prima che i suoi occhi si abituino all’improvviso bagliore della forte luce del sole.

      20. (a) Quali molteplici aspetti ha riguardato la progressiva luce della verità? (b) Quali domande restano da considerare?

      20 Inoltre, come abbiamo visto, la progressiva luce della verità riguarda un’ampia gamma di aspetti. C’è un perfezionamento nell’intendimento di dottrine, profezie, condotta e incarico dei cristiani, significato delle parabole di Gesù, corretta organizzazione delle congregazioni, e così via. Tutto questo è abbastanza chiaro. Ma qualcuno potrebbe chiedere: Perché sembra che il sentiero dei veri cristiani non proceda sempre in linea retta? Come spiegarlo? Il lettore troverà la risposta a queste domande nel prossimo articolo.

      [Note in calce]

      a Si vedano le pagine 101-103 del libro “Venga il tuo Regno”, pubblicato dalla Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania.

      b Il Divin Piano delle Età, pp. 25-32.

      c “The Watch Tower Reprints”, Vol. 1, pp. 369-371.

      d Il Divin Piano delle Età, pp. 33-35, 56.

      e Gesù Cristo predisse che avrebbe affidato tutti i suoi averi a questo “schiavo fedele e discreto” perché provvedesse cibo spirituale ai suoi seguaci. I fatti già menzionati mostrano che questo “schiavo” è una persona composita, ed è da mettersi in relazione con i cristiani testimoni di Geova. — Matteo 24:45-47.

      [Riquadro a pagina 25]

      I moderni servitori di Geova compresero presto che:

      Geova è l’unico vero Dio e Gesù Cristo è il suo unigenito Figlio.

      Lo spirito santo è la forza attiva di Dio.

      L’anima è mortale e la speranza per i morti è la risurrezione.

      Cristo avrà 144.000 coeredi nei cieli, mentre il resto dell’umanità ubbidiente riceverà la vita eterna sulla terra paradisiaca.

      Col tempo compresero anche che:

      Dio ha permesso la malvagità a causa della contesa della sovranità universale.

      Le profezie sulla restaurazione riguardano l’Israele spirituale.

      L’adempimento di Rivelazione ha luogo nel “giorno del Signore”.

      [Immagine a pagina 24]

      L’intendimento dei propositi di Geova, reso noto mediante “La Torre di Guardia”, si è fatto più chiaro col passar degli anni

  • Il sentiero dei giusti risplende sempre più
    La Torre di Guardia 1982 | 1° giugno
    • Il sentiero dei giusti risplende sempre più

      “Quando chi governa il genere umano è giusto, . . . allora è come la luce del mattino, quando rifulge il sole” — II Samuele 23:3, 4.

      1. Cosa ci si aspetta in base a II Samuele 23:3, 4, e si è questo realizzato?

      LA LUCE sul sentiero dei servitori di Geova ha continuato ad aumentare dai primi tempi sino ad ora. È stato così in particolare dal notevole anno 1914, allorché, come mostrarono gli sviluppi qui sulla terra, ‘il regno del mondo divenne il regno del nostro Signore Geova e del suo Cristo’. (Rivelazione 11:15) La luce della Parola di Dio ha rifulso come la luce del sole in un “mattino senza nubi” per illuminare ancor più chiaramente il sentiero dei servitori di Geova. — II Samuele 23:3, 4.

      2. Come possiamo considerare il fatto che di tanto in tanto certi punti di vista sono soggetti ad aggiustamenti?

      2 A qualcuno, però, potrebbe sembrare che quel sentiero non abbia sempre seguito un percorso rettilineo. A volte spiegazioni date dalla visibile organizzazione di Geova hanno rivelato aggiustamenti, con un apparente ritorno a precedenti punti di vista. Ma in effetti non è stato così. Si potrebbe fare un paragone con una tecnica che in gergo nautico è chiamata “bordeggio”. Manovrando le vele, i marinai possono mandare la barca da destra a sinistra, avanti e indietro, ma sempre procedendo verso la meta nonostante i venti contrari. La meta verso cui si dirigono i servitori di Geova sono i “nuovi cieli e nuova terra” promessi da Dio. — II Pietro 3:13.

      3. Che prova abbiamo che Geova continua a benedire i suoi testimoni?

      3 Non c’è dubbio che Geova Dio continui a benedire l’attività mondiale dei suoi testimoni, diretta dallo “schiavo fedele e discreto”. Lo si vede dai frutti. Come ricorderete, Gesù disse: “Ogni albero buono produce frutti eccellenti”. E questi giusti frutti si vedono oggi a livello internazionale soltanto in un popolo: l’unita società mondiale dei testimoni di Geova. — Matteo 7:17.

      4, 5. Oltre alla sua ispirata Parola, quale altro strumento ha usato Geova Dio per guidare il suo popolo?

      4 Indipendentemente dal luogo in cui viviamo, la Parola di Dio continua a essere una luce sul nostro sentiero e una lampada al nostro cammino per quanto riguarda la nostra condotta e le nostre credenze. (Salmo 119:105) Ma Geova Dio ha anche provveduto la sua organizzazione visibile, il suo “schiavo fedele e discreto”, formato da persone unte con lo spirito, per aiutare i cristiani in tutte le nazioni a capire e ad applicare nel giusto modo la Bibbia nella loro vita. A meno che non si sia in contatto con questo canale di comunicazione che Dio usa, non si farà progresso nella via della vita, non importa quanto si legga la Bibbia. — Confronta Atti 8:30-40.

      5 Riguardo al canale di comunicazione che Dio usa, Gesù disse che lo “schiavo fedele e discreto” avrebbe provveduto nutrimento spirituale a tempo debito a tutti i suoi seguaci, e che egli avrebbe posto questo “schiavo” su tutti i suoi averi. (Matteo 24:45-47) È anche degno di nota che l’apostolo Paolo, in Efesini 4:11-16, indicò che la congregazione cristiana non aveva bisogno solo di strumenti ispirati come gli apostoli e i profeti, ma anche di evangelizzatori, pastori e maestri, per aiutare i cristiani a pervenire all’unità della fede e all’accurata conoscenza del Figlio di Dio, e per raggiungere la piena maturità spirituale. — Vedi anche I Corinti 1:10; Filippesi 1:9-11.

      6. Quali fattori hanno a volte reso necessario riconsiderare certi punti di vista?

      6 Questo “schiavo fedele e discreto”, che è da mettersi in relazione con i testimoni di Geova, è stato veramente usato da Geova Dio per guidare, rafforzare e dirigere il suo popolo. È vero che, a motivo del fatto che la luce risplende in modo progressivo e a causa di errori dovuti all’imperfezione e alle debolezze umane, questi cristiani hanno dovuto a volte riconsiderare punti di vista e insegnamenti. Ma il risultato non è stato forse un benefico raffinamento? Consideriamo alcuni esempi.

      Il riscatto e il nome di Geova

      7. Perché e in base a che cosa gli Studenti Biblici diedero tanto risalto alla dottrina del riscatto?

      7 Nel 1878 Charles Taze Russell, che in seguito divenne il primo presidente della Watch Tower Society, troncò i suoi rapporti con N. H. Barbour, coeditore dell’Araldo del Mattino, per una divergenza sulla questione del riscatto. Barbour aveva rinnegato la sua fede nel potere del sacrificio di Gesù di togliere i peccati. In seguito, per anni, gli Studenti Biblici, come allora si chiamavano i testimoni di Geova, considerarono il riscatto come il principale insegnamento della Bibbia. E non c’è dubbio che la Parola di Dio dia risalto alla salvezza mediante la fede nel riscatto di Cristo. (Giovanni 3:16; Atti 4:12; Ebrei 5:9; Rivelazione 7:10) Il sacrificio di riscatto di Gesù era stato profeticamente prefigurato dall’offerta di Isacco da parte di Abraamo e dai sacrifici compiuti sotto la legge mosaica. Era stato anche predetto dai profeti. Perciò gli Studenti Biblici davano grande risalto a ciò che Gesù Cristo aveva fatto per l’umanità. — Luca 24:25-27, 44.

      8. (a) Quale cosa ancora più importante fu quindi compresa? (b) A cosa portò questo, ma quale aggiustamento è stato successivamente fatto?

      8 Tuttavia la Bibbia mostra che c’è qualcosa di molto più importante della nostra salvezza personale. È la grande contesa relativa alla sovranità universale di Geova, che fu sfidata da Satana al tempo della ribellione in Eden. (Genesi 3:15; I Corinti 15:24, 25; Rivelazione 11:15; 12:10) Essa esige la rivendicazione del nome di Geova. In effetti il tema dell’intera Bibbia, da Genesi a Rivelazione, è il regno messianico, mediante il quale quel Nome glorioso sarà rivendicato ed esaltato per sempre! Nella Bibbia ricorre circa 75 volte la dichiarazione di Dio stesso: “Dovranno conoscere che io sono Geova”.a I suoi testimoni col tempo capirono che le creature potevano supplicare Geova Dio in base al fatto che vi era implicato il suo nome e che “chiunque invoca il nome di Geova sarà salvato”. (Romani 10:13; Gioele 2:32; Sofonia 3:9) Quindi per alcuni anni il nome di Geova e la sua rivendicazione furono resi così preminenti che i critici dei Testimoni li accusarono di non credere in Gesù Cristo. Ma, al massimo, si trattava solo di un eccesso di enfasi. Come ben sanno quelli che negli ultimi decenni hanno letto regolarmente La Torre di Guardia, i cristiani testimoni di Geova danno senz’altro il giusto merito al ruolo di Gesù nell’adempimento dei propositi di Dio. La profetica Parola di Geova addita Gesù quale ‘principale Agente di salvezza’ provveduto da Dio. — Ebrei 2:10; 12:2; Rivelazione 19:10.

      9. Quale principio relativo al progresso scientifico sembra potersi applicare in questi casi?

      9 Si potrebbe dire che questi aggiustamenti seguano un principio che spesso è risultato valido nel progresso della verità scientifica. In breve funzionerebbe così: dapprima viene presentato un argomento che è sottoposto a discussione. Sembra avere grandi possibilità di chiarire molte cose o nel campo delle applicazioni pratiche. Ma poi col tempo si nota che ha certi difetti o lacune. Allora si tende ad adottare un argomento diametralmente opposto. In seguito si riscontra che nemmeno quella posizione rappresenta l’intera verità, e allora si giunge a una combinazione dei punti validi di entrambe le posizioni. Questo principio si è più volte applicato in relazione all’adempimento di Proverbi 4:18.b

      Condotta e predicazione

      10, 11. In tempi diversi, a quali due posizioni fu dato risalto, ma quale fu il risultato finale?

      10 Consideriamo un altro esempio di intendimento progressivo. Per una quarantina d’anni gli Studenti Biblici diedero molto risalto all’importanza di coltivare un’eccellente personalità cristiana, cosa che chiamavano “sviluppo del carattere”. Il motivo per cui vi si dava così tanto risalto era che nella cristianità ciò era stato trascurato. È vero che i cristiani dovevano anche dare testimonianza parlando ad altri dei propositi di Dio, ma questo occupava un posto più o meno secondario. In seguito, quando il popolo di Dio si rese conto dell’importanza del nome di Geova e del fatto che dovevano essere testimoni del suo nome e del suo regno, si diede risalto a questo, col risultato che si prestò meno attenzione allo sviluppo di una personalità cristiana. Si sosteneva che Gesù era venuto soprattutto per dare testimonianza, e che ciò che veramente contava era la predicazione. Si rese necessario trovare un equilibrio fra le due posizioni. — Romani 10:10; Galati 5:22, 23.

      11 A suo tempo si trovò il giusto equilibrio: i cristiani devono sia coltivare i frutti dello spirito di Dio, sia dare intrepidamente e fedelmente testimonianza riguardo a Geova. Entrambe queste esigenze sono importanti. Non possiamo trascurarne una con la scusa che facciamo l’altra. L’apostolo Paolo disse: “Guai a me se non dichiarassi la buona notizia!” Ma disse anche: “Tratto con durezza il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. — I Corinti 9:16, 27.

      Sottomissione alle “autorità superiori”

      12, 13. (a) All’inizio chi si comprendeva che fossero le “autorità superiori” di Romani 13:1? (b) A quale estremo opposto si giunse, ma con quale evidente beneficio?

      12 Un altro esempio di “navigazione” verso il corretto punto di vista è quello che ha portato a un giusto intendimento di Romani 13:1-7. I primi Studenti Biblici comprendevano correttamente che le “autorità superiori” erano i governanti di questo mondo. Secondo quell’intendimento pensavano che se un cristiano veniva richiamato in tempo di guerra poteva servire nell’esercito, indossare la divisa e andare in battaglia. Ma si diceva che, qualora si fosse trovato a dover effettivamente uccidere un altro uomo, avrebbe dovuto sparare in aria.

      13 Era comunque abbastanza chiaro che l’apostolo Paolo non poteva aver raccomandato un simile modo d’agire. Ci si chiese allora se le “autorità superiori” non potessero riferirsi a Geova Dio e a Gesù Cristo. Per un certo tempo i servitori di Dio seguirono questo punto di vista. E durante i turbolenti anni della seconda guerra mondiale questo come minimo li rafforzò affinché ‘ubbidissero a Dio quale governante anziché agli uomini’, ed essi diedero in tutta la terra una meravigliosa testimonianza di intrepida neutralità cristiana. (Atti 5:28, 29) Non è mai stato minimamente messo in dubbio che i cristiani devono essere innanzi tutto leali al Sovrano Signore Geova e al suo re messianico Gesù Cristo. Ma significa questo che essi siano le “autorità superiori” a cui si devono rendere ‘la tassa, il tributo e l’onore’? — Romani 13:7.

      14. Come fu infine vista nella giusta luce la questione della sottomissione alle autorità governative del mondo?

      14 Felicemente, nel 1962 Geova aiutò il suo popolo a capire il principio della sottomissione relativa. Si comprese che i dedicati cristiani devono ubbidire ai governanti di questo mondo quali “autorità superiori”, riconoscendo lietamente che essi fungono da ‘ministri [o servitori] di Dio’ per il loro bene. (Romani 13:4) Ma cosa si deve fare nel caso queste “autorità” chiedano loro di violare le leggi di Dio? Fino a quel punto i cristiani hanno ubbidito al comando di Romani 13:1, che dice: “Ogni anima sia sottoposta alle autorità superiori”. Ma che ci sia un limite è indicato dalle parole di Gesù riportate in Matteo 22:21: “Rendete dunque a Cesare le cose di Cesare, ma a Dio le cose di Dio”. Perciò ogni volta che “Cesare” chiede ai cristiani di fare qualcosa che contrasta con la volontà di Dio, essi devono mettere la legge di Geova al di sopra di quella di “Cesare”. Questo è il contrario di quanto avviene generalmente nella cristianità. Molti cosiddetti cristiani si fanno pochi scrupoli di violare la legge di Dio quando lo comanda “Cesare”. Un patriota addirittura disse: “Paese nostro! . . . possa esso essere sempre nel giusto; ma [è] il nostro paese, nella ragione o nel torto”. Ma i cristiani testimoni di Geova non la pensano così. Quando viene comandato loro di andare contro la volontà di Dio, fanno eco alle parole degli apostoli di Gesù, dicendo: “Dobbiamo ubbidire a Dio quale governante anziché agli uomini”. — Atti 5:29.

      Chi è ministro?

      15, 16. (a) Quale fu per molto tempo l’intendimento circa l’identità dei ministri di Dio? (b) Quale aggiustamento fu fatto, e perché? (c) Quali lacune presentava però questo aggiustamento?

      15 Per citare ancora un altro esempio di intendimento progressivo, c’è la questione se tutti i cristiani sinceramente dedicati, a prescindere da età o sesso, siano ministri. Per molti anni i testimoni di Geova sostennero che tutti quelli che si pentivano, si convertivano, esercitavano fede in Dio e in Cristo, si dedicavano a Geova per fare la sua volontà rivelata da Cristo e si battezzavano erano effettivamente ministri. Ma poi alcuni sollevarono delle obiezioni. Spesso le autorità governative non comprendevano questa posizione. Si disse anche che in molte lingue non esisteva un termine equivalente a “ministro”, e che quindi, in quelle lingue in cui il termine esisteva, non si doveva usarlo in senso religioso. Si sostenne anche che difficilmente il battesimo poteva sembrare un’idonea cerimonia di ordinazione. Ma queste ragioni erano sufficientemente valide per restringere l’applicazione del termine “ministro” solo a quelli nominati in qualche incarico nella congregazione, come anziani e “diaconi” o servitori di ministero?

      16 Di solito la legge del paese riconosce a ciascuna organizzazione religiosa il diritto di determinare chi accettare come proprio ministro. Se altri non comprendono la loro posizione o non la condividono, questo non ha alcuna importanza. Né importa che in molte lingue non esista un termine equivalente a “ministro”. Questo non dovrebbe impedire a coloro nella cui lingua questo termine esiste — italiano, inglese, spagnolo e altre — di usarlo se serve a uno scopo valido.

      17, 18. In realtà, chi può chiamarsi “ministro”, e come dovrebbe considerare il proprio “ministero”?

      17 Il termine “ministro” è utile perché si riferisce a un particolare tipo di “servitore”, uno che ha un nobile e speciale incarico di servizio. Chiunque, indipendentemente da età o sesso, sia in grado di dimostrare che ha un chiaro intendimento della volontà e dei propositi di Dio per il genere umano, che ha messo la propria vita in armonia con i princìpi biblici e che ha anche fatto una dedicazione e si è battezzato in osservanza del comando di Gesù riportato in Matteo 28:19, 20, è un vero ministro di Dio. Anzi, si può dire che tale persona è più qualificata come portavoce di Dio di quelli che hanno frequentato i seminari teologici, ma che non comprendono i propositi di Dio e che forse non hanno conformato la loro vita alle giuste esigenze di Dio. Coloro che servono veramente Dio possono dire come l’apostolo Paolo: “Io glorifico il mio ministero”. — Romani 11:13.

      18 Va precisato che il termine “ministro” non è un titolo ma una descrizione. (Confronta Matteo 20:28). Non basta fare i passi che rendono idonei per essere battezzati come servitori di Geova Dio. Bisogna fare del proprio ministero, del proprio “sacro servizio” a Geova Dio, lo scopo principale della propria vita. Altrimenti, non importa quanto tempo uno possa dedicare al ministero a causa di circostanze indipendenti dalla sua volontà, egli non potrebbe giustamente definirsi ministro di Dio o essere considerato tale dagli altri. — Romani 12:1; II Timoteo 4:5.

      19. (a) Che cosa hanno rappresentato questi sviluppi nell’intendimento, ma come sono stati benedetti i leali? (b) Qual è la disposizione di Geova per dispensare il cibo spirituale, e perché dovremmo sempre riconoscerla?

      19 Certo, questi sviluppi dell’intendimento, paragonabili in un certo senso alla tecnica nautica del “bordeggio”, hanno spesso messo alla prova la lealtà di quelli associati allo “schiavo fedele e discreto”. Tuttavia si continua sempre a fare progresso verso una migliore comprensione della “buona notizia” e di tutto ciò che comporta. Quelli che sono rimasti vicini all’organizzazione di Dio hanno riscontrato che domande e punti difficili a capirsi si sono sempre chiariti col passar del tempo. E mentre la luce risplende sempre più chiaramente, com’è incoraggiante e soddisfacente percorrere questo cammino! Quando alcuni discepoli inciamparono per un certo insegnamento di Gesù, Pietro disse: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”. (Giovanni 6:68) Il Signore Gesù Cristo ha ancora queste “parole”, e le dispensa tramite l’unica organizzazione che egli usa oggi sulla terra, lo “schiavo fedele e discreto”. Questa è come l’“albero buono” riguardo al quale Gesù disse che avrebbe portato “frutti eccellenti”. All’infuori di essa, l’unica alternativa è quella di unirsi alla politica “bestia selvaggia” di Satana e a “Babilonia la Grande”, l’impero mondiale della falsa religione. (Rivelazione 13:1; 17:5) Nessun cristiano dedicato vorrebbe ritornarci! — II Pietro 2:22; Giovanni 14:6.

      20. (a) Perché ora possiamo avere più fiducia che mai per quanto riguarda ‘la luce che risplende’? (b) Quale felice futuro attende tutti quelli che scelgono il sentiero della crescente luce?

      20 Veramente “la luce stessa ha brillato per il giusto”. (Salmo 97:11) Proverbi 4:18 si sta adempiendo, perché “il sentiero dei giusti è come la fulgida luce che risplende sempre più”. Se a volte ci sono certi aggiustamenti, ne deriva invariabilmente un miglioramento. Il raffinamento non è stato vano. Con Cristo che ora regna, l’intendimento di cui gode il popolo di Geova “è come la luce del mattino, quando rifulge il sole”. (II Samuele 23:3, 4; Matteo 25:31) Che privilegio servire lealmente insieme all’organizzazione dello “schiavo fedele e discreto”, il visibile strumento di comunicazione di Geova! Quelli che fanno questa scelta sono saggi, perché il loro sentiero conduce alla preziosa meta della vita eterna nel nuovo ordine di Geova. — Isaia 65:17, 18; 66:22.

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