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  • w56 15/11 pp. 687-694
  • Tenetevi al passo conformandovi alle esigenze teocratiche

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  • Tenetevi al passo conformandovi alle esigenze teocratiche
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
w56 15/11 pp. 687-694

Tenetevi al passo conformandovi alle esigenze teocratiche

“Ti ordino di osservare il comandamento in modo immacolato e irreprensibile fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo”. — 1 Tim. 6:13, 14, NM.

1. Quale grande responsabilità gravò sugli unti testimoni di Geova e sui Cristiani professanti dopo il 1914 d.C.?

ALL’ISTITUZIONE del regno di Geova nell’anno 1914 (d.C.) una grande responsabilità gravò sugli unti testimoni di Geova Dio e su tutti quanti professavano il Cristianesimo. Si sarebbero adoperati per dichiarare questa buona notizia del regno stabilito in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, oppure sarebbe venuta meno la loro fede, inducendoli a sprofondare nel disperato oblio di questo vecchio mondo? La fede e fiducia in Geova e nella sua Parola era un’esigenza da soddisfare prima che potessero essere adoperati da Dio quali suoi testimoni. Pertanto, Gesù chiede: “Quando il Figlio dell’uomo arriva, troverà veramente questa fede sulla terra?” Gettando uno sguardo indietro negli anni fino al 1918, quando Geova venne al suo tempio, possiamo sinceramente ringraziare Dio che egli trovò “questa fede sulla terra”, la fede di Abrahamo. Egli trovò uomini e donne interamente dedicati a lui come Altissimo Dio Geova, che abbandonarono “ogni cosa” di questo mondo e non amarono la loro vita, fino alla morte. — Luca 18:8, NM; Matt. 19:27; 24:14; Apoc. 12:11.

2, 3. (a) Perché e come fu usato da Geova l’unto rimanente? (b) Quali parole d’Isaia cominciarono ad adempiersi?

2 Quegli anni dal 1914 al 1918 furono anni difficili. Il nemico aveva demolito alquanto la loro visibile organizzazione terrestre, ma non era stato in grado di distruggere il loro amore e la loro devozione verso Dio. La loro fede in lui era rimasta incrollabile. Servendosi di questi devoti Geova cominciò ad edificare una nuova organizzazione terrestre, una società del nuovo mondo, sotto lo stabilito regno di Dio. Gesù ‘costituì sopra tutti i suoi beni’ questi fedeli servitori uniti insieme, ed essi sentirono immediatamente l’urgenza della loro responsabilità e fiducia. Poiché erano liberi da qualsiasi legame con la Babilonia mistica poterono intraprendere prontamente l’opera da compiere, l’adempimento della loro missione di dichiarare fino alle estremità della terra la buona notizia del regno di Geova. Avendo su di loro lo spirito di Dio e molto lavoro da fare, i membri dell’unto rimanente vennero alla luce ed un radiante e divinamente benedetto futuro apparve dinanzi a loro mentre formavano il nucleo della società del nuovo mondo. — Matt. 24:45-47, NM; Ezech. 37:1-14; Apoc. 11:11.

3 Le parole della profezia d’Isaia cominciarono ad adempiersi: “Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria dell’Eterno [Geova] s’è levata su te! Poiché, ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su te si leva l’Eterno, e la sua gloria appare su te. Le nazioni cammineranno alla tua luce, e i re allo splendore del tuo levare. Alza gli occhi tuoi, e guardati attorno: tutti s’adunano, e vengono a te; i tuoi figli giungono di lontano, arrivan le tue figliuole, portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante, il tuo cuore palpiterà forte e s’allargherà, poiché l’abbondanza del mare si volgerà verso te, la ricchezza delle nazioni verrà a te”. “E i figliuoli di quelli che t’avranno oppressa verranno a te, abbassandosi; e tutti quelli che t’avranno disprezzata si prostreranno fino alla pianta de’ tuoi piedi, e ti chiameranno ‘la città dell’Eterno [Geova]’, ‘la Sion del Santo d’Israele’”. Dopo il 1919, e specialmente sin dal 1935, grandi moltitudini di persone, da tutte le nazioni e tribù e popoli e lingue, cominciarono ad unirsi alla società del nuovo mondo per ricevere istruzioni teocratiche. L’organizzazione universale di Dio venne chiamata “la città dell’Eterno, la Sion del Santo d’Israele”. — Isa. 60:1-5, 14; Apoc. 7:9; Mich. 4:1-5.

4. Perché è necessario che i mansueti si conformino alle esigenze di Geova, e quali sono alcune di queste esigenze?

4 Ora che questi mansueti si sono uniti all’organizzazione teocratica di Geova, non è che giusto che si conformino alle Sue esigenze; perché soltanto facendo ciò potranno tenersi al passo con la società del nuovo mondo. Fra le prime esigenze c’è la necessità di riconoscere l’organizzazione teocratica, e che mediante la classe dello “schiavo fedele e discreto” Geova provvede al suo gregge il cibo spirituale a tempo debito. Inoltre, lo studio e l’associazione sono esigenze gioiose, un mezzo di tenersi al corrente della luce sempre crescente d’intendimento diffuso mediante l’organizzazione del nuovo mondo. Si deve comprendere la necessità di scartare le abitudini e le ambizioni del vecchio mondo. Liti, odi razziali e religiosi, tradizioni nazionali, orgoglio, rivalità e innumerevoli altre teorie e pratiche divisive del vecchio mondo devono essere considerate cose da scartare prontamente perché appartengono a questo sistema di cose che sta per scomparire. Ogni forma di egoismo mondano, di gelosia, invidia, vana ambizione, guerra settaria religiosa, persecuzione reciproca; tutte le manifestazioni dello spirito di questo sistema morente e del suo dio, Satana, devono essere abbandonate con questo vecchio mondo. Non c’è posto per esse nel nuovo sistema di cose. E soltanto se ci conformiamo a queste esigenze teocratiche potremo tenerci al passo con la Società del nuovo mondo. — Giac. 3:13-18; 4:1-4; Matt. 24:45, 46.

ESERCITATE LA CONTINENZA

5. Come la continenza aiuta a tenersi al passo con la società del nuovo mondo?

5 Il cammino verso il nuovo mondo richiede continenza. Dopo aver servito diligentemente e fedelmente per molti anni come servitore di Geova, Mosè non entrò nella Terra Promessa, perché una volta non aveva mantenuto la padronanza di sé. Si era permesso di lasciarsi trasportare dall’ira, ed in un momento di rabbia aveva mancato, non santificando Geova dinanzi ad Israele. Ciò gli costò il privilegio di entrare nella Terra Promessa. Quelli che oggi sono in cammino verso l’antitipica Terra Promessa devono stare in guardia e non perdere la padronanza di sé. Continenza vuol dire moderazione e controllo in tutte le cose. Paolo diede ai Filippesi questo consiglio: “La vostra moderazione sia nota a tutti gli uomini”. Man mano che abbandoniamo le abitudini del vecchio mondo e seguiamo quelle del nuovo mondo, vogliamo impegnarci ad adottare una condotta moderata e ragionevole in ogni cosa. Il consiglio del saggio è: “Non esser troppo giusto, e non ti far savio oltremisura; perché ti distruggeresti? Non esser troppo empio, né essere stolto; perché morresti tu prima del tempo?” Ciò significa continenza, conoscenza di quando cominciare e quando terminare. Una caratteristica importante per tenersi al passo con la società del nuovo mondo è non esser sbilanciati o intemperanti ma equilibrati in tutte le cose. — Filip. 4:5; Eccl. 7:16, 17.

6. Che cosa dovrebbe essere in grado di raccomandare ogni membro della società del nuovo mondo?

6 Ogni individuo in cammino verso il nuovo mondo, e specialmente un servitore, ha l’obbligo di dare un giusto esempio. Ogni servitore dovrebbe comportarsi così da poter raccomandare la sua condotta ad altri. Ciascuno dovrebbe essere in grado di dire come disse l’apostolo: “Siate miei imitatori, come anch’io lo sono di Cristo”. Che specie di esempio diede questo apostolo? Sotto ispirazione, ecco ciò che egli disse di se stesso: “Vi prendo quest’oggi a testimoni che sono netto del sangue di tutti, poiché io non mi sono trattenuto dal dirvi tutto il consiglio di Dio. . . . Perciò siate desti, e tenete presente che per tre anni, notte e giorno, io non cessai di ammonir ciascuno con lagrime. Ed ora vi raccomando a Dio e alla parola della sua immeritata benignità, alla parola che vi può edificare e vi può dare l’eredità fra tutti i santificati”. — 1 Cor. 11:1; Atti 20:26-32.

7. Perché il servitore non può permettere che le sue abitudini, e specialmente le sue abitudini di mangiare e bere, diventino indomabili?

7 I servitori del nuovo mondo devono copiare l’eccellente esempio di Paolo affinché anch’essi possano essere buoni esempi alle molte decine di migliaia di persone che si uniscono alla società del nuovo mondo ogni anno. Questi nuovi vedendo tale buon esempio di condotta posto dinanzi a loro saranno spronati ad imitare i servitori e così tenersi al passo con la società del nuovo mondo. Per questo motivo Paolo affermò con vigore: “Il sorvegliante dovrebbe perciò essere irreprensibile, marito di una sola moglie, di abitudini moderate, giudizioso”. Il servitore non deve permettere che le sue abitudini diventino indomabili. Il gregge di Dio ha lo sguardo rivolto a lui per una giusta direttiva. Alcune abitudini possono facilmente divenire immoderate se non si esercita la continenza, e ciò si verifica specialmente per le abitudini di mangiare e bere. Siamo avvisati che né i ghiottoni né gli ubriaconi erediteranno il regno di Dio. Il mangiare troppo indica una mancanza di giudizio, spreca l’energia dell’individuo e lo rende mentalmente pigro e dormiglione. Il bere troppo causa la perdita della padronanza di sé. L’ubriacone è privo di equilibrio, dignità e rispettabilità. Come può l’ubriacone rappresentare l’organizzazione teocratica con una coscienza pura? Impossibile! L’ubriachezza impedisce il progresso e disonora la congregazione di Dio e del suo Cristo. Certamente non si addice a quelli che si tengono al passo con la società del nuovo mondo. Perciò Paolo consiglia il sorvegliante di essere “di abitudini moderate, . . . non un ubriaco schiamazzatore, non un percotitore, ma ragionevole”. E alle donne cristiane il suo consiglio è: “[Che siano] dignitose, non maldicenti, di abitudini moderate, fedeli in tutte le cose”. Quindi alla casa di Dio egli dice: “Sia che mangiate o bevete o che fate qualsiasi altra cosa, fate ogni cosa alla gloria di Dio”. — 1 Tim. 3:2, 3, 11; 1 Cor. 9:25; 10:31, NM.

8. Che specie di vita dovrebbe cercare di vivere il Cristiano?

8 L’essere conforme alle esigenze di Dio permette al testimone cristiano di vivere una vita equilibrata e felice. Reca soddisfazione e dispone che “la devozione di Dio sia un mezzo di guadagno. Certo, è un mezzo di grande guadagno, questa devozione di Dio con contentezza”. Aiuta il Cristiano ad apprezzare che egli è soltanto uno del gran numero di lodatori che riflettono la gloria di Dio; che la sua condotta si riflette sull’intera organizzazione cristiana, sia promuovendo che ostacolando il progresso con la società del nuovo mondo. — 1 Tim. 6:5, 6, NM.

9. Come possiamo controllare le nostre abitudini?

9 Non è facile formare buone abitudini in un mondo imperfetto, perché le abitudini non si formano automaticamente. Le buone abitudini devono essere coltivate ponderatamente e con molta fatica. E per la maggior parte le buone abitudini sono il frutto dello spirito di Dio, il risultato dell’applicazione diligente della sua Parola. Le abitudini cattive o ingiuste ci faranno fare inevitabilmente un passo falso e ci allontaneranno dalla società del nuovo mondo. Quindi controllate le vostre abitudini e progredite. Domandatevi: Si sarebbe comportato come me Gesù? Come avrebbe egli agito in questa situazione che esige padronanza di sé? Copiate il suo esempio. Se state per intraprendere una condotta equivoca, domandatevi: Sarà il mio apprezzamento del Creatore accresciuto o corrotto da questa condotta? Che cosa accadrà se permetto che le cose si sviluppino al massimo? Sarà il suo frutto teocratico, ragionevole, pratico? Oppure nuocerà al mio benessere spirituale? Tenete in mente le parole di Paolo: “Provate se siete nella fede”. Provate per vedere se camminate a pari passo con la società del nuovo mondo, esaminando la vostra attitudine mentale, la vostra disposizione, la vostra condotta e il vostro progresso. Divenite più maturi non solo in senso orizzontale, cioè, in avanti con gli anni nella verità, ma anche all’insù, in senso verticale nella spiritualità, nell’apprezzamento, nell’amore e nell’intendimento. “Provate ciò che voi siete”. — 2 Cor. 13:5, NM.

L’UBBIDIENZA AI RAPPRESENTANTI TEOCRATICI

10, 11. In che modo dovrebbero essere considerati le norme e i princìpi del nuovo mondo come anche la classe dello “schiavo fedele e discreto”?

10 I nuovi associati devono imparare ad adattarsi ai princìpi e alle norme della società del nuovo mondo e ad agire in armonia con essi, affinché tutto possa funzionare agevolmente per il benessere e la benedizione di tutti nell’organizzazione, alla gloria di Dio Padre. Per alcuni dei nostri nuovi associati a volte è piuttosto difficile fare questo cambiamento. Sono inclini ad essere un po’ ribelli o indisciplinati. Ma per divenire veramente parte della società del nuovo mondo è indispensabile mostrare il dovuto rispetto per il sistema e ordinamento teocratico. È necessaria un’attitudine mentale umile e ubbidiente. Non possiamo permettere alle disposizioni e tendenze del vecchio mondo di influire sui nostri pensieri e sulle nostre azioni una volta che siamo venuti nell’organizzazione del nuovo mondo. Abbiamo lasciato indietro il vecchio mondo, quindi perché non lasciarlo indietro del tutto e per tutto il tempo? Perché cercare di trascinare i suoi concetti e metodi nell’ordinamento del nuovo mondo? I suoi concetti non hanno recato nessun profitto al vecchio mondo; come dunque potranno essere di qualche valore nel nuovo? Soltanto con uno sforzo coscienzioso di rinnovare la nostra mente, rifiutando di conformarci a questo sistema di cose, saremo in grado di provare a noi stessi la buona e accettevole e completa volontà di Dio. — Rom. 12:2.

11 Dato che allo “schiavo fedele e discreto” sono stati affidati tutti i beni del Signore, dobbiamo dunque considerare con la giusta percezione mentale che tutto ciò che lo “schiavo fedele” fa è per il nostro bene. Lo schiavo quindi assolve la sua responsabilità dinanzi a Geova compiendo l’opera Sua. Pertanto la volontà dello schiavo è la volontà di Geova. La ribellione contro lo schiavo è ribellione contro Dio. La dovuta attitudine mentale rispetto alla direttiva dello schiavo è un modo di tenersi al passo con la società del nuovo mondo.

12. Perché è pericoloso seguire la via del “libero pensatore”?

12 Nella nascente generazione c’è tendenza ad esaltare l’individualità, la cosiddetta “libertà di pensiero”. Il “libero pensatore” esprime un desiderio personale per l’indipendenza. Egli si oppone ad essere “legato” ad una norma o regola fissa. Ha il proprio modo di fare le cose, che a lui sembra sempre il migliore. La sottomissione all’autorità o alla rappresentanza teocratica gli diventa difficile. Si sente oppresso e costretto, come se fosse circuito con istruzioni da ogni lato. Tutti nella società del nuovo mondo sbagliano il passo eccetto lui. Sembra saper sempre un modo migliore di fare le cose. La sua condotta è gonfia di orgoglio e stima personale. Se egli non bada a correggere la sua superbia o testardaggine, il suo orgoglio lo condurrà ad una caduta vergognosa. È sempre meglio riconoscere in modo scritturale l’ordinamento teocratico che ci portò la verità e conformarci ad esso invece che resistere alla sua direttiva solo perché a volte non comprendiamo perché le cose si fanno in un certo modo. “Confidati nell’Eterno con tutto il cuore, e non t’appoggiare sul tuo discernimento. Riconoscilo in tutte le tue vie, ed egli appianerà i tuoi sentieri. Non ti stimar savio da te stesso; temi l’Eterno e ritirati dal male”. “La superbia precede la rovina, e l’alterezza dello spirito precede la caduta. Meglio esser umile di spirito coi miseri, che spartir la preda coi superbi”. Queste parole dovrebbero bastare. — Prov. 3:5-7; 16:18, 19.

13. Come dimostrano le Scritture la necessità di ubbidienza e rispetto verso la rappresentanza teocratica?

13 Nell’organizzazione di Geova l’ubbidienza e il rispetto verso la rappresentanza teocratica costituiscono un’esigenza. “Gli anziani che presiedono in modo giusto siano riconosciuti degni di doppio onore, specialmente quelli che lavorano molto nel parlare e nell’insegnare”. (1 Tim. 5:17, NM) Geova è responsabile dell’organizzazione delle sue creature e conferisce potere e autorità a queste e stabilisce quale onore debba essere dato loro. “Ora Dio ha posto ciascuno dei membri nel corpo, come ha voluto”. I sorveglianti terrestri rappresentano Geova nel loro incarico proprio come lo rappresentano quelli celesti. “Siate sottoposti l’uno all’altro nel timore di Cristo. Siano le mogli sottomesse ai loro mariti come al Signore, . . . Infatti, come la congregazione è sottomessa al Cristo, così pure lo siano le mogli ai loro mariti in ogni cosa. . . . La moglie dovrebbe avere profondo rispetto per il marito”. Questo dimostra la necessità di ordine e rispetto nella congregazione cristiana verso l’autorità delegata. — 1 Cor. 12:18; Efes. 5:21-33, NM.

14-16. (a) Come è illustrato il rispetto per la rappresentanza teocratica nel caso di Zaccaria? (b) Nel caso di Paolo con il sommo sacerdote Anania? (c) Nel caso di Davide e il re Saul? (d) Dell’arcangelo Michele e il Diavolo?

14 Quando Gabriele disse a Zaccaria che avrebbe avuto un figlio, Zaccaria non credette all’angelo. Con la sua miscredenza egli mostrò mancanza di rispetto. Perciò l’angelo gli disse: “Io son Gabriele che sto davanti a Dio; e sono stato mandato a parlarti e recarti questa buona notizia. Ed ecco, tu sarai muto, e non potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si adempiranno a suo tempo”. Gabriele era il rappresentante di Geova. Le sue parole non dovevano essere messe in dubbio. Il disprezzo di questa autorità portò una grave punizione da Dio. — Luca 1:19, 20.

15 Quando Anania comandò che Paolo fosse percosso sulla bocca, Paolo gli disse: “Iddio percuoterà te, parete imbiancata. Siedi tu per giudicarmi secondo la Legge e al tempo stesso, trasgredendo la Legge, comandi che io sia percosso?” Coloro che stavano vicino dissero: “Oltraggi tu il sommo sacerdote di Dio?” Paolo quindi chiese scusa, dicendo: “Fratelli, io non sapevo che fosse sommo sacerdote. Poiché sta scritto: ‘Non devi parlare ingiuriosamente di un governante del tuo popolo’”. In altre occasioni dinanzi a re e governanti di questo mondo, Paolo fu sempre molto attento a mostrare dovuto rispetto. Quanto più dovremmo noi essere rispettosi verso quelli a cui Geova delega l’autorità! — Atti 23:1-5, NM.

16 Il re Saul minacciò la vita di Davide diverse volte. Eppure, quando Davide ebbe la possibilità di prendere la vita di Saul, egli disse: “Chi potrebbe metter le mani addosso all’unto dell’Eterno senza rendersi colpevole?” Davide manifestò il timor di Dio e profondo rispetto per i suoi servitori nominati rifiutando di metter le mani su Saul. (1 Sam. 26:9; Sal. 105:14, 15) Giuda fa un parallelo tra la condotta degli uomini di Sodoma e Gomorra e delle città circonvicine e quella di Michele. Degli empi, egli disse: “Anche questi uomini, che indulgono in sogni, corrompono la carne e trascurano la signoria e parlano ingiuriosamente dei gloriosi. D’altra parte, quando l’arcangelo Michele ebbe una controversia col Diavolo e disputava circa il corpo di Mosè, non ardì portare contro di lui un giudizio con termini oltraggiosi, ma disse: ‘Ti rimproveri Geova’. Tuttavia questi uomini parlano ingiuriosamente di tutte le cose che essi in realtà non conoscono, ma tutte le cose che comprendono naturalmente come gli irragionevoli animali, in tali cose essi persistono corrompendosi”. Pietro lanciò un’accusa consimile contro i dispregiatori e fuori legge: “Audaci, caparbi, essi non tremano dei gloriosi ma parlano ingiuriosamente, mentre gli angeli, benché siano più grandi in forza e potenza, non portano contro di loro alcuna accusa con termini ingiuriosi, non facendo questo per rispetto verso Geova. Ma questi uomini, come gli irragionevoli animali nati secondo natura per esser presi e distrutti, subiranno, nelle cose delle quali sono ignoranti o parlano ingiuriosamente, la distruzione nella loro propria condotta di distruzione, recandosi del male come premio dell’empietà”. — Giuda 8-11; 2 Piet. 2:6-13, NM.

17, 18. Quali gravi conseguenze per aver mostrato disprezzo verso l’autorità sono messe in risalto nei casi di Anania e sua moglie Saffira, Kore, Maria e Aaronne?

17 Il servitore fedele farà attenzione e mostrerà il dovuto rispetto verso l’autorità in ogni tempo, rendendosi conto che questi rappresentanti parlano nel nome di Geova. Quando Anania e Saffira mentirono a Pietro, l’apostolo disse loro: “Tu hai fatto il falso, non agli uomini, ma a Dio”. Essi pagarono con la loro vita per questa mancanza di rispetto verso Geova e il suo rappresentante. Kore si ribellò contro la direttiva di Mosè e Aaronne, ma Mosè dimostrò che il disprezzo di Kore era di una portata molto più vasta. Mosè disse: “Da questo conoscerete che l’Eterno mi ha mandato per fare tutte queste cose, e che io non le ho fatte di mia testa. Se questa gente muore come muoion tutti gli uomini, se la loro sorte è la sorte comune a tutti gli uomini, l’Eterno non mi ha mandato; ma se l’Eterno fa una cosa nuova, se la terra apre la sua bocca e li ingoia con tutto quello che appartiene loro e s’essi scendono vivi nel soggiorno de’ morti, allora riconoscerete che questi uomini hanno disprezzato l’Eterno”. Con la loro condotta ribelle, Kore e la sua schiera avevano “peccato al prezzo della loro vita”. Tali uomini si oppongono a Dio, non agli uomini. — Atti 5:1-6, NM; Num. 16:1-38; Atti 5:38, 39.

18 Le gravi conseguenze del disprezzo sono anche messe in risalto nel caso di Maria e Aaronne, i quali sdegnarono Mosè quale scelto portavoce di Geova. Essi domandarono: “L’Eterno ha egli parlato soltanto per mezzo di Mosè? non ha egli parlato anche per mezzo nostro?” Per il loro comportamento antiteocratico Maria fu colpita da lebbra, e soltanto per il loro pentimento e l’intercessione di Mosè a favore di lei Maria venne guarita. Tuttavia, il dispiacere di Geova per la condotta di Maria è evidente nelle Sue parole a Mosè: “Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe ella la vergogna per sette giorni? Stia dunque rinchiusa fuori del campo sette giorni; poi, vi sarà di nuovo ammessa”. Sia i fratelli che le sorelle da tutto questo dovrebbero prendere a cuore l’avvertimento che parlare ingiuriosamente o in disprezzo dell’autorità, i rappresentanti di Geova, è un peccato abbastanza serio da allontanare il colpevole “fuori del campo”, l’organizzazione teocratica. Sappiano tutti che “è cosa spaventevole cadere nelle mani dell’Iddio vivente”. — Num. 12:1-15; Ebr. 10:31.

DIO È IMPARZIALE

19. Perché non è consigliabile osservare l’uomo nella sua imperfezione carnale?

19 Pietro dichiarò che Geova “non è parziale, ma in ogni nazione l’uomo che lo teme ed opera giustizia gli è accettevole”. Scartate dunque le idee del vecchio mondo che l’organizzazione di Geova sia piena di “preferiti”. Non vi sono preferiti. Se lo temete e fate opere di giustizia, sarete i suoi preferiti come qualsiasi altra persona. Nella congregazione, i servitori sono scelti per le loro capacità di servire. La congregazione dovrebbe mostrar loro il rispetto spettante al loro incarico, perché questo è il mezzo usato da Geova per trattare con voi e voi con Lui. Non indebolite la vostra relazione teocratica inciampando contro la “carne” per cui potreste non aver molta simpatia. Infatti, Paolo dice: “Da ora in poi non conosciamo alcuno secondo la carne. Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, certamente ora non lo conosciamo più così. Quindi, se uno è in unione con Cristo, egli è una nuova creazione; le cose vecchie son passate, ecco! nuove cose sono venute all’esistenza”. Se siamo inclini ad osservare qualsiasi uomo nella sua imperfezione carnale ciò tenderà a diminuire il nostro apprezzamento per la sua posizione teocratica, la sua responsabilità come schiavo di Geova. Se comprendiamo chiaramente questo principio della rappresentanza teocratica, non insisteremo ad imporre i nostri diritti ed interessi personali, ma seguiremo i saggi consigli dei servitori nominati da Geova. Questi sono “doni negli uomini” provenienti da Geova. Ci aiuteranno a guadagnare la nostra salvezza all’onore di Dio e alla rivendicazione del suo grande e santo nome. — Atti 10:34, 35; 2 Cor. 5:16, 17; Efes. 4:8, NM.

20. Che cosa significa dunque tenersi al passo con la società del nuovo mondo?

20 Quindi, tenerci al passo con la società del nuovo mondo significa per noi molte cose. Significa una vita di dedicazione, di sacrificio, essendo completamente e senza riserve dedicati a Geova Dio come lo era ed è tuttora Cristo Gesù. Significa per noi sbarazzarci delle abitudini del vecchio mondo e conformarci alle esigenze di Geova. Significa riconoscere lo “schiavo fedele e discreto”, e mostrare il dovuto rispetto per quelli che hanno autorità. Significa ‘provare ciò che noi veramente siamo’. In sostanza tutto ciò significa “osservare il comandamento in modo immacolato e irreprensibile”. — 2 Cor. 13:5; 1 Tim. 6:14, NM.

21. Quali vantaggi otterremo tenendoci al passo con la società del nuovo mondo?

21 Facendo ciò, diventeremo maturi per immeritata benignità di Geova. Ci renderemo conto dell’abbondante benedizione di tenerci a pari passo con la Sua organizzazione. Gioiremo dell’espansione teocratica. Arderemo con lo spirito all’aumento di conoscenza e intendimento. Mieteremo con gioia ciò che abbiamo seminato. La nostra convinzione sarà forte, la nostra fede incrollabile, il nostro apprezzamento profondo, la nostra gioia abbonderà della piena certezza che siamo a pari passo con la società del nuovo mondo di Dio, la cui guida e direttiva non solo ci nutrirà bene spiritualmente negli ultimi giorni di questo vecchio mondo, ma anche ci preserverà in vita fino al Nuovo Mondo di giustizia e per sempre.

[Diagramma a pagina 689]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

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