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  • Rendiamo sacro servizio con tutta l’anima
    La Torre di Guardia 1978 | 15 gennaio
    • che vogliono ricevere le benedizioni del Regno.

      22 Questo non è il tempo di ridurre il nostro sacro servizio. Invece, Pietro ci supplica: “Quale sorta di persone dovete essere voi in santi atti di condotta e opere di santa devozione, aspettando e tenendo bene in mente la presenza del giorno di Geova”. (2 Piet. 3:11, 12) Gesù non diede l’incarico di fare discepoli agli angeli, attendendosi che si materializzassero per compiere l’opera di separare le “pecore” dai “capri”. Invece, l’affidò a quelli che mostrano d’essere suoi veri seguaci sia con il servizio che essendo devoti con tutta l’anima. (Riv. 12:17) Ora è il tempo di ottenere l’approvazione del nostro Re celeste con la regolare attività del Regno, e non offrendo un sacrificio di lode difettoso o indifferente con un servizio occasionale o irregolare. — Mal. 1:6-8; Luca 13:24, 25.

      23. Quali meravigliose prospettive hanno dinanzi coloro che rendono sacro servizio a Dio con tutta l’anima?

      23 Mentre riempiamo la nostra vita compiendo il sacro servizio con tutta l’anima, possiamo essere certi di trovarci in mezzo alla felice folla di superstiti di Armaghedon che si rallegreranno di continuare tale servizio giorno e notte dinanzi al trono di Dio dopo la fine della grande tribolazione. E, come ci dice Rivelazione 7:17, “l’Agnello, che è in mezzo al trono, li pascerà e li guiderà alle fonti delle acque della vita”. Quale meravigliosa prospettiva abbiamo dinanzi se continuiamo a rendere sacro servizio a Geova con tutta l’anima!

  • Che cosa intese dire il saggio?
    La Torre di Guardia 1978 | 15 gennaio
    • Che cosa intese dire il saggio?

      È saggio evitare gli estremi

      Per le creature umane imperfette è molto facile perdere l’equilibrio, assumere una veduta estremistica. Perciò il re Salomone diede questa ammonizione: “Non divenire troppo giusto e non ti mostrare eccessivamente saggio. Perché ti causeresti desolazione? Non essere troppo malvagio, e non divenire stolto. Perché moriresti quando non è il tuo tempo? È meglio che tu afferri l’uno, ma anche dall’altro non ritirare la tua mano; poiché chi teme Dio uscirà da tutti loro”. — Eccl. 7:16-18.

      Chi è troppo giusto si preoccupa troppo di questioni insignificanti. Per esempio, fa una grossa questione di cose che sono essenzialmente procedure o metodi dell’uomo, cose che non sono esposte nelle Scritture. Quando vede qualcuno che fa una gentilezza, o forse agisce in modo misericordioso, può darsi trovi da ridire perché è stato trascurato un certo “protocollo”. È molto simile ai Farisei che non si rallegrarono del meraviglioso sollievo recato agli afflitti da Gesù Cristo in giorno di sabato, ma si adirarono, concludendo che il Figlio di Dio aveva violato la legge operando guarigioni in quel giorno. (Mar. 3:1-6; Luca 14:1-6) Chi è troppo giusto spesso non pensa alla cosa misericordiosa, amorevole o utile da fare. Insiste fino all’ultimo sulle regole. Quando, secondo lui, è trasgredita qualche regola, non prende in considerazione nient’altro. — Confronta Matteo 12:2-7; 23:23; Romani 14:1-4, 10.

      In certi casi, quelli che sono troppo giusti si impongono delle rinunce fino al punto di nuocere alla propria salute. Vanno contro il ragionevole consiglio di Colossesi 2:20-23: “Perché, come se viveste nel mondo, vi sottoponete ancora ai decreti: ‘Non prendere, non assaggiare, non toccare’, riguardo a cose che son tutte destinate alla distruzione mediante l’uso, secondo i comandi e gli insegnamenti degli uomini? Queste stesse cose, in realtà, possiedono un aspetto di sapienza in un’autoimposta forma di adorazione e finta umiltà, in un severo trattamento del corpo; ma non hanno nessun valore nel combattere la soddisfazione della carne”.

      Come disse Salomone, chi è troppo giusto rischia senz’altro di ‘causarsi desolazione’. Può rovinarsi fisicamente, mentalmente o emotivamente con zelo avventato o estreme rinunce. Peggio ancora, a causa della sua insensibilità può perdere il favore e la benedizione di Dio.

      Quindi come fa vedere Salomone, c’è chi ‘si mostra eccessivamente saggio’, cercando di far colpo sugli altri con la sua sapienza. Si erge a critico e dà l’impressione di avere maggiore perspicacia di chiunque altro. L’elevata opinione che ha delle proprie capacità lo fa spesso intromettere negli affari degli altri, suggerendo soluzioni per i loro problemi che non gli sono state richieste. Col tempo si aliena gli altri, e forse essi faranno tutto il possibile per evitarlo. Inoltre, il tempo potrebbe rivelare che il suo consiglio non era poi così buono, e può essere incolpato delle difficoltà sorte inutilmente.

      Affinché non si perda l’equilibrio e non si assuma una veduta errata circa la corretta giustizia e sapienza, Salomone prosegue avvertendo di non ‘essere troppo malvagi’. Tutti noi, naturalmente, dobbiamo accettare l’imperfezione come una realtà. L’apostolo Giovanni scrisse: “Se facciamo la dichiarazione: ‘Non abbiamo nessun peccato’, sviamo noi stessi e la verità non è in noi”. (1 Giov. 1:8) Perciò dobbiamo rassegnarci a venir meno sotto molti aspetti. Tuttavia, bisogna badare di non passar sopra alla trasgressione con troppa leggerezza, e di non scusarci dicendo: ‘Dopo tutto, sono un peccatore’. Anche se si può godere la vita, bisogna fare attenzione a non gettare al vento ogni ritegno. Chi si comporta da stolto, pensando d’essere al di sopra della legge e della correzione, va incontro alla calamità. Chi conduce una vita sfrenata può procurarsi seri problemi e morire anche prematuramente.

      Come si possono evitare i dannosi estremi? È essenziale il timore di Geova, un sano riguardo per il Creatore. Questo timore trattiene dal fare il male e spinge anche l’individuo a seguire una condotta equilibrata, evitando gli eccessi. Chi teme Dio si sforza d’essere giusto e saggio ma evita d’essere troppo scrupoloso e di far mostra di sapienza. Poiché gode la vita in maniera sana, gli estremisti possono anche giudicarlo un malfattore, come Gesù Cristo fu erroneamente definito ubriacone e ghiottone. — Matt. 11:19.

      Comunque, la persona così coscienziosa ed equilibrata in effetti esercita uno stretto freno sulla propria condotta e non pratica la malvagità. Chi teme Dio va avanti senza essere toccato dai problemi e dalle difficoltà di coloro che ignorano i precetti (1) ‘non esser troppo giusto e non ti mostrare eccessivamente saggio’ e (2) ‘non essere troppo malvagio’. Come raccomandò Salomone, in tal modo egli ‘afferra l’uno, ma anche dall’altro non ritira la sua mano’. Egli si comporta con giustizia senza essere così severo da stabilire norme impossibili per sé e per gli altri, e senza rinunciare ai sani piaceri della vita.

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