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  • Conquistate il premio della vita addestrandovi ora attivamente

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  • Conquistate il premio della vita addestrandovi ora attivamente
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
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  • ESEMPI DI CONTENDENTI VITTORIOSI
  • Attività e vita contro inattività e morte
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
  • “Correte in modo tale”
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 2001
  • Corriamo la corsa con perseveranza
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1991
  • Come state correndo la corsa della vita?
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1992
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1956
w56 1/10 pp. 593-598

Conquistate il premio della vita addestrandovi ora attivamente

1. Come sono considerati da Geova e Cristo Gesù gli uomini dal cuor doppio, e perché?

GEOVA e Cristo Gesù odiano gli uomini dal cuor doppio. (Sal. 119:113; Osea 7:8) Ah sì, costoro desiderano il premio della vita. Sono contenti di essere fra i testimoni di Geova, ma sono tiepidi. Vogliono sentire l’entusiasmo e partecipare alla celebrazione. Ma non fanno nulla per aver motivo di celebrare. Perché non sono né caldi né freddi, Cristo Gesù li vomiterà dalla sua bocca. (Apoc. 3:14-16) Perderanno la corsa.

2-4. Che cosa dobbiamo fare ed avere, e che cosa è necessario per vincere?

2 Quelli che correvano negli antichi giuochi di Corinto sapevano che era necessario impegnarsi nella contesa con tutta la loro forza. Una volta un corridore greco compì i ventiquattro giri dello stadio, resistendo fino alla fine e arrivando per primo. Mentre gli veniva posta la corona sulla testa egli cadde a terra morto. Aveva raggiunto la mèta; aveva vinto! E noi? Mettiamo la gara al primo posto per poter resistere fino alla fine? Gesù ci ammonì di cercare prima il Regno e la giustizia di Geova. (Matt. 6:33) Soltanto facendo ciò possiamo vincere. Non bisogna permettere che nulla, famiglia, affari, divertimenti, desideri, o qualsiasi altra cosa, ostacoli la contesa. Il vostro trionfo sarà messo in pericolo.

3 Determinate fermamente di perseverare nella lotta fino alla vittoria finale. Che vale che un corridore abbia un corpo forte se la sua volontà è debole? Egli correrà imprudentemente oppure, come un fiacco pugile in allenamento, colpirà l’aria invece del pallone elastico. (1 Cor. 9:26) Perderà la contesa senz’altro perché gli mancherà la resistenza. Per poter resistere egli ha bisogno della determinazione mentale. Dovete avere il vostro cuore nella corsa, rimanendo saldi, permanentemente stabiliti e fiduciosi in Geova. (Sal. 112:7) Di tutto cuore dovete impegnarvi a portare a termine la contesa. Sì, determinate di superare tutti gli ostacoli! Se lo fate, siete a più di metà della corsa. Come corridore, dovete conoscere il passo che la corsa richiede. È una corsa breve oppure lunga? Occorre un passo misurato o la massima velocità? Un campione del pugilato o della lotta deve avere una mente buona. Non può agire come un toro brutale privo d’intelligenza. Così anche per noi, non si tratta di avere soltanto gambe forti e una mente debole. Non è semplicemente il camminare di casa in casa, ma dobbiamo avere una mente forte e nei nostri sermoni colpire il bersaglio con la Bibbia. Correte saggiamente! Usate la conoscenza della Bibbia e l’intelligenza per vincere la corsa e conquistare la vittoria. Edificatevi e fornitevi di una conoscenza della Parola di Dio. “Avete sentito parlare della perseveranza di Giobbe e avete visto il risultato che diede Geova”. — Giac. 5:11, NM.

4 Gesù disse che “colui che ha perseverato sino alla fine è quello che sarà salvato”. (Matt. 10:22, NM) Continuerete voi a perseverare? Se non lo fate, perderete. Adottate le parole di Paolo: “Poiché io sono convinto che né morte, né vita, né angeli, né governi, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creazione potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”. — Rom. 8:38, 39, NM.

5. (a) Perché un allenamento casuale e spasmodico non ci rende vincitori? (b) Che cosa fece vincere Ezechia?

5 Un allenamento casuale significa perdere la corsa. Non proclamate spasmodicamente, poiché in tal caso correrete con incertezza. Paolo non fece così. Siate regolari nell’addestramento per essere qualificati. Non potete correre saltuariamente. Non si tratta di vincere con qualche sbalzo di energia ora e un rilassamento più tardi. Credete di poter redimere il vostro rallentamento con uno scatto di attività per un po’ di tempo e poi svignarvela e non farvi vedere per settimane? Non vi riuscirete. “La corsa non è dei veloci, né la guerra dei forti”. (Eccl. 9:11, Ti) Sennacherib re d’Assiria aveva l’esercito più grande e più forte, ma colui che vinse era l’assediato re Ezechia, che ebbe fede in Geova. Ricordate quella vecchia favola della lepre e della tartaruga? È vero che la lepre si lanciò con tale rapidità da quasi scomparire ma la tartaruga vinse la corsa. Ma un momento! Sappiamo che la sicura Parola di Geova è migliore di qualsiasi favola inventata dagli uomini. Perché vinse Ezechia? Era forse più veloce? Più forte? No, egli vinse perché si sottomise a Geova e pregò. Poi Ezechia accettò la risposta di Geova. Per mezzo del suo profeta Isaia, Geova disse ad Ezechia: “Io proteggerò questa città per salvarla, per amor di me stesso e per amor di Davide, mio servo”. (Isa. 37:35) Quella notte l’angelo di Geova colpì il nemico, uccidendo centottantacinquemila Assiri. (2 Re 19) Nella nostra lotta, inoltre, non si tratta di un colpo solo per mettere il nemico fuori combattimento. Dobbiamo continuare a battere molti colpi vigorosi. Così anche non possiamo avere soltanto una serie di scritture o un sermone per l’uso nell’opera di testimonianza. Perché ce ne sia una varietà dobbiamo aver molti sermoni e scritture adatti, e poi dobbiamo continuare ad usarli abilmente nell’attacco e nella difesa della buona notizia.

6. Chi non dovremmo temere? perché? e chi dobbiamo temere?

6 Per partecipare alla lotta di pugilato o alla prova di forza è regola che il contendente sia intrepido. Quindi dobbiamo essere intrepidi nella testimonianza, avendo fiducia nella nostra forza spirituale e nella nostra capacità di adoperare destramente la parola di verità. Oltre ai numerosi riferimenti alla corsa Paolo menziona anche la lotta di pugilato. (1 Cor. 9:26; 1 Tim. 6:12; 2 Tim. 4:7) Ricordate che la predicazione farà sorgere opposizione! Quando siete assaliti, che cosa farete? Avrete paura e cederete? Se fate ciò sarete squalificati e scartati dalla contesa. Geova dice: “Quanto ai codardi, a quelli senza fede, . . . e a tutti i bugiardi, la loro porzione sarà nel lago che brucia con fuoco e zolfo . . . la morte seconda”. (Apoc. 21:8, NM) Abbiate paura dell’uomo e vi sarà un laccio, la perdita del premio della vita. (Prov. 29:25) “Il timor dell’Eterno [Geova] è il principio della sapienza”. — Sal. 111:10.

7. Quali lezioni impariamo dal fatto che le contese sono vinte o perdute dall’intera squadra?

7 Anticamente le contese venivano vinte da una squadra o perdute da una squadra, non da un solo partecipante. Per organizzare una squadra ci volevano lanciatori di giavellotti e di dischi, lottatori, saltatori, pugili e corridori. L’organizzazione teocratica è una grande squadra, in cui ognuno di noi è una piccola unità. Un membro non può fare a meno degli altri. “Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra”. (1 Cor. 12:14-26) Dobbiamo aver in mente soltanto il successo della squadra. Quando la corsa è vinta o si ottiene la vittoria, la squadra l’ha conquistata, non l’individuo. L’onore e il credito devono andare al capitano della squadra, Cristo Gesù. È necessaria la considerazione di ognuno per tutti, e di tutti per ognuno. In tal modo c’è vera cooperazione nella squadra. Molte parti compongono una grande macchina, ma per funzionare senza attrito essa deve essere lubrificata. Lo spirito di Geova e la relativa unità sono per la nostra organizzazione ciò che l’olio è per la macchina.

8. Perché le cattive compagnie sono così pericolose?

8 Un’altra regola della contesa proibisce le cattive associazioni. Gli amici del vecchio mondo aderiscono ad alcuni nella verità, mentre altri aderiscono stoltamente agli amici del vecchio mondo. Paolo ammonì: “Non v’ingannate. Le cattive compagnie corrompono le utili abitudini”. (1 Cor. 15:33, NM) Anche alcuni nell’organizzazione hanno abitudini del vecchio mondo, che sono come il lievito. Il lievito s’infiltra in tutta la vostra vita. Se non vi separate dalle cattive compagnie perderete la corsa. (1 Cor. 5:9, 10; 6:9, 10) Ciò significa interrompere l’allenamento e conduce all’indebolimento dei nostri muscoli spirituali. Non si tratta di determinare se un amico è un “bravo ragazzo”. Un “bravo ragazzo” potrebbe essere buona compagnia, ma è forse compagnia teocratica? Se non lo è, evitatelo. Correte solo con quelli che corrono nella corsa. Ricordate il proverbio: “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”. C’è anche il racconto del contadino che aveva un cigno. Questo prezioso uccello voleva sempre nuotare insieme alle gru, e siccome le gru mangiavano il raccolto del contadino egli decise di ucciderle. Ma quando il contadino sparò contro le gru colpì anche il suo bel cigno. Non fatevi prendere ad Armaghedon come questo bello ma sventurato cigno.

9. Che cosa dobbiamo esercitare per non essere disapprovati?

9 Paolo scrisse che “ogni uomo che prende parte ad una lotta esercita padronanza di sé in tutte le cose. . . . [Conformemente] percuoto il mio corpo e lo conduco come uno schiavo, affinché, dopo aver predicato ad altri, io stesso non sia in qualche modo disapprovato”. (1 Cor. 9:24-27, NM) Anticamente i contendenti controllavano la loro condotta, la loro vita, le abitudini nel mangiare, le compagnie, il bere e i divertimenti. Evitavano qualsiasi cosa danneggiasse o indebolisse il loro allenamento. Anche noi quindi, come contendenti teocratici, dobbiamo individualmente controllarci per essere vittoriosi.

10, 11. Qual è la più grande regola? l’ultima regola? e come sono in relazione queste regole?

10 Desideriamo terminare la nostra considerazione delle regole e del loro effetto con la più grande di tutte le regole, l’amore. Paolo disse che se non abbiamo amore siamo, per prima, come “rame risonante o uno squillante cembalo”; secondo, come nulla, e terzo, come di “nessun profitto”. (1 Cor. 13:1-3, NM) Gesù stabilì la regola dicendo: “‘Tu devi amare Geova il tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e con tutta la forza tua’. . . . ‘Devi amare il tuo prossimo come te stesso’. Non v’è alcun altro comandamento maggiore di questi”. — Mar. 12:30, 31, NM.

11 Rendetevi conto che non c’è tempo da sciupare. (Efes. 5:16; Apoc. 10:6) Imparate bene le regole e come applicarle. Esercitatevi su queste cose, osservate le regole e conquisterete la vittoria, evitando il disastro. L’ultima regola dunque, come dichiarò Gesù, è che osserviamo tutte le regole della corsa o contesa. “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. (Giov. 14:15, NM) Tutte le regole devono essere rispettate e non si può violarne una senza essere puniti.

ESEMPI DI CONTENDENTI VITTORIOSI

12-14. Come si dimostrò Gesù un eminente e vittorioso contendente, e conquistando quale premio?

12 Non possiamo lasciare qui questo soggetto dei partecipanti nelle contese teocratiche senza considerare alcuni degli eminenti lottatori per la fede, intrepidi combattenti e corridori che perseverarono.

13 Il più grande combattente di tutti nella squadra di Geova è il nostro Capitano, Gesù Cristo. Essendo egli il nostro modello, consideriamolo per primo. (1 Piet. 2:21) Il primo notevole ostacolo che gli fu posto dinanzi nella sua corsa fu l’opportunità di conquistare tutti i regni di questo mondo. Con fermezza Gesù si mantenne nella corsa rispondendo al Diavolo: “Va’ via, Satana! Poiché è scritto: ‘Devi adorare Geova il tuo Dio, e a lui solo devi rendere sacro servizio’”. (Matt. 4:10, NM) Un’altra barriera posta da Satana nella corsa di Gesù era Pietro e il suo umano e profano modo di pensare. Pietro prese Gesù da parte e sollevò vigorose obiezioni intorno al male che minacciava Gesù. Pietro disse: “Sii buono con te stesso, Signore”. Riuscì questo a far sostare Gesù? Egli rispose: “Va’ via da me, Satana! Tu mi sei una pietra d’inciampo”. (Matt. 16:22, 23, NM) Anche dinanzi a Pilato Gesù combatté per la fede dicendogli: “Per questo scopo io son nato e per questo scopo son venuto nel mondo, per recare testimonianza alla verità”. — Giov. 18:37, NM.

14 Poco tempo dopo Gesù fu interamente solo, senza compagni. Rimase solo nella corsa fino alla fine, essendo stato abbandonato dai suoi associati, ma si mantenne fedele fino all’ultimo fiato. Impegnò nella corsa tutto quello che aveva, la vita stessa. I suoi abiti gli furono strappati, fu inchiodato al palo, e sulla sua testa fu posta una corona di spine. Sembrava a tutti che Geova l’avesse completamente abbandonato. Al cospetto di Satana e dei suoi strumenti terreni Gesù morì come un criminale. Ma Geova presto cambiò la scena, proprio dinanzi agli occhi di Satana. Entro tre giorni Geova premiò Gesù con una risurrezione alla vita eterna, e poche settimane dopo Gesù ascese alla destra del suo Dio e Padre. — Sal. 110:1; Giov. 20:17.

15. Quale esempio diede Stefano quale contendente vittorioso? E quale esempio ne diede Paolo?

15 Il primo seguace di Gesù Cristo riconosciuto per aver compiuto fedelmente la sua corsa dopo che Gesù aveva terminato la sua fu Stefano. Egli completò la sua lotta fra gli artigli dei suoi nemici. Continuò a predicare anche mentre lo lapidavano. Sì, egli aveva corso e conquistò la corona della vittoria. Neanche la morte poté privarlo del suo premio. Un altro vincitore fu Paolo, che superò molti ostacoli posti nel sentiero della sua corsa. Considerate il suo rapporto in Secondo Corinzi, capitolo undici, versetti 23 a 27 (Cocorda). Egli disse che era stato “in carceri, molto più; in battiture, oltre misura, in pericoli di morte, spesse volte. — Cinque volte ho ricevuto, dai Giudei, quaranta colpi meno uno; — tre volte sono stato flagellato; una volta son stato lapidato; tre volte ho fatto naufragio; ho passato una notte ed un giorno nel profondo [mare]; — in viaggi, spesse volte; in pericoli di fiumi, in pericoli di ladroni, in pericoli da parte della [mia] razza, in pericoli da parte delle nazioni, in pericoli in città, in pericoli nel deserto, in pericoli sul mare, in pericoli fra i falsi fratelli, — in fatiche e travagli, in veglie spesso, in fame ed in sete, in digiuni spesso, in freddo e nudità”. Più tardi Paolo aggiunse: “Ho corso la corsa sino alla fine, ho osservato la fede”. — 2 Tim. 4:7, NM.

16, 17. Come i tre Ebrei e Sansone mostrarono di essere nella “squadra” vittoriosa? Con quale esito per ciascuno?

16 Abbiamo esempi precedenti di notevole fede in Geova in Sidrac, Misac e Abdenago. Questi tre fedeli Ebrei furono comandati di prostrarsi ad adorare la statua d’oro innalzata nella pianura di Dura. Avrebbero rifiutato essi di farlo a costo di essere gettati nella fornace ardente? Avendo intrapreso la corsa, essi perseverarono in essa, dicendo tranquillamente al re Nabucodonosor: “Sopra questo non è necessario darti una risposta; perché senza dubbio il nostro Dio, da noi adorato, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente, e sottrarci, o re, al tuo potere, e se anche non lo volesse fare, sappi, o re, che noi non veneriamo i tuoi dèi, non adoriamo la statua da te eretta”. La loro audace sfida rese furioso il re, ed egli comandò che la fornace fosse accesa sette volte più ardente del solito. Ma essi non indietreggiarono, rifiutarono di prostrarsi e rimasero nella contesa. Quindi furono gettati nelle intensificate fiamme del fuoco. Premiati da Geova, uscirono dalle fiamme illesi e trionfarono per la loro fede e perseveranza. — Dan. 3:1-27, Ti.

17 Non vogliamo dimenticare Sansone. In custodia dei suoi nemici finché i suoi capelli furono lunghi abbastanza, Sansone girava la macina in prigione. Pensava agli oltraggi commessi contro il suo Dio Geova e contro se stesso mentre veniva sferzato dagli scherni e insulti e ferito dalla frusta dei Filistei, i nemici che gli avevano cavato gli occhi. La sua indignazione toccava il più alto livello ed egli stava sul punto di dar sfogo alla sua determinazione di rivendicare il nome di Geova. Sapeva che la sua vita era in pericolo nella sua finale contesa. Per rivendicare il nome di Geova Sansone impegnò tutto il suo cuore e tutta la sua forza nell’ultimo combattimento nel tempio dei festeggianti filistei di Dagon. Si rendeva conto che la contesa gli sarebbe costata la vita. Ciò nonostante egli esclamò: “Signore Iddio [Geova], ricordati di me, e restituiscimi adesso la mia prima forza, mio Dio, affinché io mi vendichi dei miei nemici, e faccia vendetta in una sola volta per la perdita dei miei due occhi. E prendendo le due colonne, sulle quali posava la casa, e tenendone una colla destra, e l’altra colla sinistra, disse: Muoia la mia anima coi Filistei; e scosse con forza le colonne, la casa rovinò addosso a tutti i principi, e a tutto il resto della moltitudine, che vi era; e molti più egli ne uccise morendo, che non ne avesse uccisi per l’innanzi da vivo”. — Giud. 16:28-30, Sales.

18. In quale contesa particolare Davide dimostrò di essere un potente campione?

18 Un altro potente campione fu Davide. Anche da giovane egli personificò l’intrepidezza, e nessuno lo poteva spaventare e indurlo ad abbandonare la contesa. Egli ricevette coraggio da Geova. Goliath aveva sfidato l’Onnipotente Dio e il suo popolo. Il giovane Davide traboccava giustamente d’indignazione a causa di questo obbrobrio recato al suo Dio, Geova. Adirato egli gridò ad alta voce: “‘Chi è dunque questo Filisteo, questo incirconciso, che osa insultare le schiere dell’Iddio vivente?’ . . . E Davide rispose a Saul: ‘Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre; e quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora di mezzo al gregge; io gli correvo dietro, lo colpivo, gli strappavo dalle fauci la preda; e se quello mi si rivoltava contro, io lo pigliavo per le ganasce, lo ferivo e l’ammazzavo. Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di quelli, perché ha coperto d’obbrobrio le schiere dell’Iddio vivente’”. Intrepidamente, Davide si fece avanti per la contesa. Malgrado fosse soltanto un giovane, egli affrontò il vile gigante Goliath con coraggio, dichiarando a quel Filisteo: “Tu vieni a me con la spada, con la lancia e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome [di Geova] degli eserciti, dell’Iddio delle schiere d’Israele che tu hai insultato”. Notate la differenza: un gigante protetto dall’armatura, un guerriero esperto, sfidato da un semplice ragazzo nelle sue vesti di pastore, armato soltanto di una fionda e di pietre! Ma abbandonò Davide il campo della contesa? Ebbe forse paura di perdere la sua vita? Si ritirò dalla lotta? Impavidamente egli gridò: “Oggi [Geova] ti darà nelle mie mani, e io ti abbatterò, ti taglierò la testa, . . . e tutta la terra riconoscerà che v’è un Dio in Israele”. (1 Sam. 17:26, 34-36, 45, 46) Con ciò Davide, la fionda in mano, scagliò la pietra infallibilmente alla fronte del gigante! Il bersaglio fu colpito! Geova diede a Davide la vittoria. Il gigante cadde a terra morto. Per la sua intrepidezza e per il suo amore verso Geova, Davide è nominato fra quelli che ottennero l’approvazione di Geova. (Ebr. 11:32-34) Egli riceverà sicuramente il suo premio di trionfo.

19. Perché Paolo elencò alcuni di questi vittoriosi combattenti in Ebrei 11?

19 Alcuni di questi vittoriosi combattenti per la fede sono elencati da Paolo fra gli antichi testimoni di Geova per incoraggiare noi oggi a correre continuamente nello stesso modo vittorioso in cui essi corsero. Per noi Paolo scrisse: “Poiché dunque abbiamo un così gran nuvolo di testimoni che ci circondano, deponiamo anche noi ogni peso e il peccato che facilmente ci avvince, e corriamo con perseveranza la corsa che ci è posta davanti, mentre guardiamo attentamente il capo e perfezionatore della nostra fede, Gesù”. — Ebr. 12:1, 2, NM.

20-22. Quale condotta mena alla morte, e quale condotta alla conquista del premio della vita nel nuovo mondo di Dio?

20 Ora la questione è: Sarete voi fra gli attivi Cristiani che corrono vittoriosamente verso il premio della vita? Oppure sarete fra gli inattivi infingardi e violatori del patto, trascinandovi verso la condanna della morte eterna? (Rom. 1:28-32) Non divenite un inattivo infingardo, troppo pigro perfino per nutrirvi, per poi morire. (Prov. 19:24; 14:14) Ricordate che se non siete attivi per Gesù sarete contro di lui e dovrete subire la condanna dei suoi nemici. (Matt. 12:30) Siete usciti dal retto cammino della corsa per scivolare nel fango dell’inattività? Riprendetevi e tornate subito nella corsa! La finale e più terrificante di tutte le contese, Armaghedon, è imminente. Mediante la nostra attività vittoriosa vogliamo tutti “impegnare strenuamente una lotta per la fede”. — Giuda 3, NM.

21 Sotto il penetrante sguardo di Geova, ora che scorgiamo il regno trionfante stabilito nei cieli vogliamo tutti determinare di evitare inattività e morte. Invece, mediante l’attività, sforziamoci di conquistare il premio del trionfo, la VITA nel nuovo mondo sotto il regno di Geova.

22 Possa Geova il nostro Dio benedirvi mentre ‘contendete per la vittoria nella giusta contesa della fede’. — 1 Tim. 6:12, NM.

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