Producendo frutti nella vecchiaia
SIAMO ora nel trentacinquesimo anno del “Giorno di Geova”. Un buon numero di quelli che erano nel movimento della verità del Regno dal principio di questo importante giorno, che fu visibilmente segnato dallo scoppio della I Guerra Mondiale, sono oggi ben avanzati negli anni, ma ancora si attengono al servizio del Regno ora stabilito. Le difficoltà fisiche della vecchiaia si fanno sentire adesso nel loro corpo, come fu descritto dall’antico saggio, che Geova Dio suscitò e ispirò per essere predicatore, o “Kohelet” come era chiamato nella lingua ebraica in cui egli parlava e scriveva. Questi servitori dell’Iddio Altissimo in età avanzata possono ora ben apprezzare la saggezza della loro condotta nell’intraprendere il servizio come testimoni di Geova nei giorni dei decenni passati, quando il loro vigore e la loro vitalità erano maggiori e potevano così dare il loro meglio a un Dio degno; e possono anche apprezzare la solenne ammonizione contenuta nelle parole del saggio per la giovinezza di questi giorni, come egli scrive:
“Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il cuor tuo durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti mena il cuore e seguendo gli sguardi degli occhi tuoi; ma sappi che, per tutte queste cose, Iddio ti chiamerà in giudizio! Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l’aurora sono vanità. Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: ‘Io non ci ho più alcun piacere.’” — Eccl. 12:1-3.
Il mondo, particolarmente la cristianità con i suoi milioni di religionisti che sono “amanti del piacere anzichè di Dio” offre i suoi piaceri ai giovani e le giovanette, che si aggrappano alle delusioni; ma l’età avanzata ha dimostrato più e più volte che esse sono tutte vuote chimere. Questo mondo, ora nel suo “tempo della fine” dal 1914 d.C., non ha nulla di sostanziale da offrire per molto più a lungo, e perciò, a meno che la mente umana abbia trovato soddisfazione nel vivente e vero Dio Geova e nel suo Figliuolo Gesù Cristo, non vi è davvero alcun piacere nella vecchiaia. Il saggio Kohelet o Predicatore, ci presenta una vivida figura della vecchiaia scrivendo dei “cattivi giorni” del declino e le infermità fisiche, “dei quali dirai: ‘Io non ci ho più alcun piacere.’” Quindi continua per dirci il perchè, affermando:
“Prima che il sole, la luce, la luna e le stelle s’oscurino, e le nuvole tornino dopo la pioggia: prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perchè son ridotte a poche, quelli che guardan dalle finestre si oscurano”. — Eccl. 12:4, 5.
Qui possiamo vedere come Kohelet, in linguaggio poetico figurativo, si riferisce all’offuscarsi della vita nella vecchiaia, sia mentale che fisica in molti casi, e al fatto che le nuvole dei fastidi di questa o quella specie rapidamente si succedono l’una all’altra dopo ogni esperienza che rinfresca come la pioggia la quale per un momento reca la speranza di avere il sole della prosperità. Ma i guardiani della casa, cioè, le braccia e le mani del nostro corpo terreno, cominciano a tremare nei giorni della vecchiaia; e quei simbolici “uomini forti” i nostri arti inferiori, si piegano con difficoltà nel tentativo di sostenere il peso del corpo. Insieme a questo “le macinatrici” i nostri denti naturali, cessano di fare il loro dovere per la carie o la loro perdita, e le nostre forze visive e di percezione che guardano attraverso le finestre del nostro corpo, gli occhi, sono offuscati e aumenta il bisogno di occhiali più forti.
Ma questo non è tutto: “E i due battenti della porta si chiudono sulla strada perchè diminuisce il rumore della macina; in cui l’uomo si leva al canto dell’uccello, tutte le figlie del canto s’affievoliscono, in cui uno ha paura delle alture, ha degli spaventi mentre cammina, in cui fiorisce il mandorlo, la locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto perchè l’uomo se ne va alla sua dimora eterna e i piagnoni percorrono le strade”. — Eccl. 12:6, 7.
Sì, quando le possibilità operanti della vita si avvicinano alla loro fine, e la porta della bocca trova il parlare difficile o grave, allora è soggetto ad esservi poco in comune fra la persona vecchia e la generazione che sorge, e perciò vi è sempre meno comunicazione attraverso l’apertura della bocca e delle facoltà vocali. Le facoltà di udire con le quali una volta si rallegrava al suono di un uccello o alle note del canto sono ora deboli. Essendo incapace di dormire bene, si sveglia disturbato al minimo cinguettar d’uccello, e le sue facoltà morenti cessano di cogliere le melodie del terrestre incanto, “le figlie del canto”. È solo quando ha l’orecchio della fede, che coglie le assai più dolci note delle melodie celesti vergate sulle pagine della Bibbia e che Salomone in tutta la sua gloria non conobbe mai. Ma ancora deve affrontare il grande carico, lavoro, paura e i dolori dell’estrema vecchiaia con tutte le sue infermità, mancanza di appetito o di gusto, e i funesti gemiti e sospiri, fino a che tutti i desideri terreni vengono meno ed egli se ne va alla sua lunga dimora, la fossa, fortunato è se ha forza e desiderio del giusto nuovo mondo di Dio ora così vicino, e se ha le ragioni scritturali per aspettare il mattino della risurrezione con cui il nuovo mondo prende il posto di quello presente.
Mentre la vecchia persona si avvicina alla morte è soltanto un breve tempo, come dice Kohelet, “prima che il cordone d’argento si spacchi, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo; prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato”. “Vanità delle vanità, dice l’Ecclesiaste, tutto è vanità”. (Eccl. 12:8-10) Sì, il collasso nel corpo ha luogo alla morte. Il cordone d’argento del nostro attaccamento alla vita in questo mondo o il cordone spinale che si attacca al nostro cervello si stacca e non trasmette più impulsi. Il vaso d’oro del cervello si rompe mentre questo prezioso organo intelligente di vita si disintegra e anche il corpo umano, che come un vaso tiene il contenuto della vita, comincia la sua dissoluzione. La brocca o secchio del cuore che riceve e trasmette la corrente del sangue non riceve più il fluido sostenitor di vita esattamente come una brocca infranta al pozzo non può ricevere e contenere acqua viva; e come conseguenza la ruota della circolazione del sangue nell’organismo umano cessa di girare. Allora, dato che il corpo non può più eseguire il suo compito, la polvere di cui è composto ritorna ‘alla terra com’era prima’, per essere ora semplice polvere inanimata; e lo spirito, o il potere della vita, ritorna a Dio, che lo diede all’uomo, e il respiro dell’uomo si vuota nella grande riserva d’aria, la circostante atmosfera. L’anima umana così muore, non c’è più, eccetto che potrebbe essere scolpita indelebilmente sulla tavola della memoria di Dio per essere di nuovo riprodotta nel giorno in cui, come predisse Gesù Cristo “tutti quelli che son nei sepolcri [memoriali che rappresentano la memoria di Dio per loro], udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; e quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudicio”. (Giov. 5:28, 29) Se noi fedelmente ricordiamo Geova Dio mentre godiamo questa vita, possiamo essere certi che allora egli si ricorderà di noi.
La conclusione di tutta l’esperienza della vita, se tale vita non è stata usata col ricordo continuo di Dio, è quella in cui giungono tutti gli uomini presto o tardi. “Vanità, delle vanità, dice l’Ecclesiaste, tutto è vanità”. (Eccl. 12:10) Dopo una vita sprecata, questo è il ritornello funebre del povero mondo, quando vedono che sarebbe stato meglio temere il vivente e vero Iddio e di serbare i suoi comandamenti. È per noi l’ora di decidere, se ancora non l’abbiamo fatto, che la nostra vita non venga a una tale vana, deludente fine come questa. E per aiutarci nel decidere sulla sicura via del presente vivere a evitare un tale risultato, l’uomo saggio ci fa la sua conclusione, ispirata dallo spirito di Dio: “La conclusione di tutto il discorso: — Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, [perchè?] perchè questo è il tutto dell’uomo. — Poiché Dio farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò ch’è occulto, sia bene, sia male”. — Eccl. 12:13, 14, NM; 12:15, 16.a
STORIA DI UN CASO VERO
Per i giusti che persistono nel servire Dio non vi è una tale dolente vecchiaia, ma essi trovano che Iddio fa ancora uso di loro malgrado la loro vecchiaia, e possono continuare a rendergli testimonianza fino al loro ultimo respiro. In quanto ad essi è scritto: “Il giusto fiorirà come la palma, crescerà come il cedro sul Libano. Quelli che son piantati nella casa dell’Eterno fioriranno nei cortili del nostro Dio. Porteranno ancora del frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti, per annunziare che l’Eterno è giusto; egli è la mia rocca, e non v’è ingiustizia in lui”. (Sal. 92:12-15) Vi sono molti esempi che si possono presentare della veracità di queste parole confortanti e rassicuranti; ma come storia di un caso tratto dalla vita vissuta citiamo per i nostri lettori una lettera recentemente ricevuta dalla Svezia. La signora che scrive vive con suo marito a bordo di un piccolo battello: “Doric” in cui fanno i pionieri. Ella dice:
“Per la grazia del Signore, ho avuto il privilegio di essere una lavoratrice a pieno tempo nel servizio del Regno per 40 anni. Per quasi 20 anni tradussi La Torre di Guardia americana e altra letteratura proveniente dall’ufficio d’America per la Filiale qui in Isvezia. Dopo di ciò fui una pioniera, e lo sono ancora. La mia età è ora di 71 anni.
”Prima che venissi in contatto con la verità (il primo libro che mi capitò fra le mani fu Millenni Dagning, nel 1899, tradotto e stampato negli Stati Uniti d’America), pensavo che il miglior modo di usare la mia vita per piacere a Dio e servirlo sarebbe stato di essere missionaria e di andare dove non era stato nessuno prima, e così intendevo di andare nell’Africa Centrale Occidentale dal popolo Vey nella parte estrema dello Stato Libero di Liberia. Ma fui sempre ansiosa di vedere chiaramente la via del Signore affinché non facessi un solo passo senza essere certa che mi avrebbe guidato. Ero allora in una banca e la lasciai, confidando pienamente in Dio in ogni cosa. Non entrai in una società missionaria, perchè temevo di essere impegnata in un modo o nell’altro così che non potessi seguire la via del Signore per fare la sua volontà come poteva piacergli di rivelarmela passo per passo. I miei parenti e i miei conoscenti pensavano che io fossi folle. Indi piacque al Signore di aprirmi la via per andare alla Casa Educativa per Missionari del Dottor Grattan Guinness a Londra gratuitamente; e questa non era settaria.
“Ritornando da Londra ebbi un’opportunità di studiare la verità in modo più accurato con la Bibbia, e m’inginocchiai molte volte mentre studiavo e lodai il Signore. E allora il mio più grande desiderio e la mia preghiera era: in che modo posso servire nella verità? Dopo un po’ venni a conoscenza che vi era un ufficio in Isvezia, e andai a trovare quelli che vivevano, siccome non avevo ancora incontrato alcuno che conoscesse la verità. Dopo quella visita ricevetti una lettera dall’Ufficio, e la richiesta di fare l’opera di traduzione della WATCH TOWER, perchè quello di prima non la faceva più, ed essi non sapevano chi lo potesse fare. Quindi la cosa fu considerata con preghiera e ora chiedevano a me. Avevo preso la sciatica cronica in tutte e due le mie gambe, così quello era veramente l’unico modo in cui io potessi servire la verità allora.
“Più tardi scrissi al fratello Russell [allora presidente della WATCH TOWER] circa la mia intenzione di andare nell’Africa Centrale Occidentale come missionaria, ma che avevo imparato la verità e ora desideravo usare la mia vita in armonia con essa. Una piccola somma di denaro mi fu donata da alcuni amici perchè la usassi nell’Africa Occidentale quando vi fossi andata. Quella somma di denaro in parte fu ripresa da quegli amici quando seppero che avrei voluto usare il denaro per diffondere la verità. Ciò che rimase lo mandai al fratello Russell per essere usato quando sarebbe venuto il tempo di Dio per mandare la sua verità nell’Africa Occidentale. Mai avrei pensato allora che il messaggio sarebbe andato là prima di Harmaghedon. Sai, fratello Knorr, a quel tempo non era piaciuto al Signore di lasciarci vedere oltre il 1914. Puoi immaginare che ho letto nel Libro Annuale con grande interesse dell’opera in Africa Occidentale. Mai il popolo del Signore durante l’opera d’Elia poteva sognare dell’opera mondiale compiuta dopo il 1918.
“Ebbi il privilegio d’incontrare personalmente il fratello Russell qui in Isvezia ed anche il fratello Rutherford [presidente della WATCH TOWER nel 1918-1942] quando venne qui, e posso ancora ricordare come era ansioso di attendere il Signore in modo che ogni cosa potesse essere fatta in armonia con la Sua volontà. Specialmente fu questo il caso quando fu qui nel 1925. Non dimenticherò mai quel giorno quando vi fu un mutamento nell’ufficio qui e come fummo grati a Geova, tutti quelli che confidavano in lui in questa faccenda. Dissi al fratello Rutherford: ‘non vedo come possiamo andare avanti in questo modo.’ Dovetti dargli una lista di tutti gli articoli nella Torre di Guardia americana che erano stati trattenuti dagli amici e che non erano stati pubblicati ne La Torre di Guardia svedese, e questo fu letto dal fratello Rutherford all’intero uditorio al congresso di Orebro, e proprio in quel giorno avvenne il cambio.
“Dopo di ciò lavorai come pioniera. Ancora più tardi sposai un pioniere più giovane di me ch’era stato un marinaio. Abbiamo usato un battello nell’opera per 12 anni. Piacque al Signore di darci questo battello senza alcun contributo nostro, e noi lo avemmo con l’espressa parola che nessun uomo, ma Geova, lo aveva donato. E questo lo presi come una risposta al desiderio del mio cuore che io potessi continuare nel servizio anche nei miei ultimi anni, dato che i miei piedi e le mie gambe non sono molto buoni.
Abbiamo lavorato in molte isole e specialmente la Costa Occidentale della Svezia. Siamo qui ancora adesso. Una mia sorella che era un’infermiera divenne interessata e simbolizzò; e uscì come pioniera nel 1911. Ella pure è ancora nel servizio. Ha 69 anni di età.
“Puoi immaginare quanto siamo grati a Geova per il grande privilegio che abbiamo avuto e che ancora abbiamo di usare la nostra vita nel servizio del Regno. Molta della nostra forza è ora esaurita, ma noi siamo ansiosi di fare tutto ciò che possiamo, fino all’estremo. E la nostra preghiera è che noi possiamo essere serbate ed usate da Geova fino a quando piace a lui di sostenerci e darci la forza col suo santo potere. Molte prove dovemmo sorpassare nel passato in vari modi che volevano stornarci dal servizio del Regno, ma molta allegrezza e molte benedizioni abbiamo sperimentate nel servizio in ogni tempo, e la longanimità del Signore senza misura. Possiamo rendere testimonianza in verità che Geova non lascia o abbandona mai quelli che gli ubbidiscono e confidano in lui. Tutta la gloria sia a lui! Tutto è per la sua grazia!
“Quale privilegio vivere in questo tempo e vedere come Geova, il Sovrano dell’intero universo, ed il suo Re Cristo Gesù marciano maestosamente in avanti in tutto il mondo! Noi Lo salutiamo in unità ed armonia con tutti i suoi fedeli testimoni dappertutto”.
La vecchiaia non è una ragione o segno perché qualche consacrato testimone all’Altissimo Iddio si dimetta dal servizio. Mosè servì Iddio fino a 120 anni, e Giovanni fino a 100 anni, Abrahamo fino a che ne aveva 175, Enoc fino a 365 anni, e Noè fino a 950 anni. Come nel caso della sopramenzionata scrittrice della lettera, vi sono molti altri di età avanzata fra i testimoni di Geova che oggi seguono le orme di Gesù i quali non cercano di dimettersi o ritirarsi dall’attivo dovere perchè sono vecchi. A causa di questa appropriata ubbidienza al comando divino e per questo appropriato apprezzamento del suo beato servizio, Iddio li rende fruttuosi anche nei loro giorni di Vecchiaia. “E considerando com’hanno finito la loro carriera, imitate la loro fede”. — Eb. 13:7.
[Nota in calce]
a Per una completa considerazione di Ecclesiaste 12:3-14, NM; 12:3-16 vedere La Torre di Guardia del 1º Maggio 1947.