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  • ‘I pensieri di Geova sono più alti di quelli degli uomini’

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  • ‘I pensieri di Geova sono più alti di quelli degli uomini’
  • Svegliatevi! 1973
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Svegliatevi! 1973
g73 8/7 pp. 27-29

“La tua parola è verità”

‘I pensieri di Geova sono più alti di quelli degli uomini’

NON è raro che uomini considerino e giudichino gli altri secondo i propri pensieri e le proprie azioni. Basandosi su una norma che li soddisfa personalmente, molti hanno addirittura tentato di giudicare la giustezza delle azioni di Dio. Questo è proprio ciò che fecero in passato gli infedeli Israeliti.

Ma il supremo Sovrano dell’universo, Geova Dio, non permise a quegli Israeliti di continuare a supporre che ‘egli sarebbe positivamente divenuto come loro’ e avrebbe visto le cose alla loro maniera. Egli li ‘riprese e mise le cose in ordine dinanzi ai loro occhi’. (Sal. 50:21) Come? Nell’ottavo secolo a.E.V., per mezzo del suo profeta Isaia Geova Dio dichiarò: “I vostri pensieri non sono i miei pensieri, né le mie vie sono le vostre vie. . . . Poiché come i cieli sono più alti della terra, così le mie vie sono più alte delle vostre vie, e i miei pensieri dei vostri pensieri”. — Isa. 55:8, 9.

Queste parole richiamarono l’attenzione sul fatto che la veduta dell’apostata Israele sui rapporti di Geova con il genere umano era sbagliata. In che modo? Ebbene, fra l’altro, non comprendevano che la condizione in cui la persona si trovava all’esecuzione dell’avverso giudizio di Geova determinava se sarebbe stata risparmiata o distrutta. La passata condotta di trasgressione di una persona non le sarebbe stata imputata se era veramente pentita e conformava la sua vita alle vie di Dio. D’altra parte, i giusti atti di una persona non le sarebbero stati attribuiti a merito se al tempo dell’esecuzione dell’avverso giudizio di Dio essa fosse stata trovata a camminare in maniera contraria alle vie di Dio.

Per questo motivo Geova invitò gli infedeli Israeliti ad abbandonare le loro egoistiche vie e a vivere in armonia con le sue vie, dicendo: “Ricercate Geova, mentre si può trovare. Invocatelo mentre mostra d’esser vicino. Lasci il malvagio la sua via, e l’uomo dannoso i suoi pensieri; e torni a Geova, che avrà misericordia di lui, e al nostro Dio, poiché egli perdonerà in larga misura”. — Isa. 55:6, 7.

Quando nel primo secolo E.V. fu stabilita la congregazione cristiana, Geova Dio, per mezzo dei suoi servitori, cominciò a incoraggiare persone di tutte le nazioni ad abbandonare le loro vie sbagliate. A coloro che erano radunati nell’Areopago dell’antica Atene, in Grecia, l’apostolo Paolo disse: “Vedendo, perciò, che siamo la progenie di Dio, non dobbiamo immaginare che l’Essere Divino sia simile all’oro o all’argento o alla pietra, simile a qualche cosa di scolpito dall’arte e dall’ingegno dell’uomo. È vero che Dio non ha tenuto conto dei tempi di tale ignoranza, ma ora dice al genere umano che tutti, in ogni luogo, si pentano”. (Atti 17:29, 30) Pentirsi significa provare sincero dolore per avere seguìto le proprie vie invece che quelle di Dio.

Naturalmente, come nell’antico Israele e nel primo secolo E.V., oggi molti non vogliono riconoscere che le vie di Dio sono più alte delle loro. Preferiscono agire secondo le proprie norme.

Alcuni considerano che sia loro diritto ricorrere alla disonestà per vivere in modo “decente”. Faranno un lavoro di qualità inferiore, useranno materiali scadenti facendoli tuttavia pagare per buoni, deruberanno i loro datori di lavoro o cercheranno in altri modi di ottenere cose a cui non hanno diritto. Questa è la loro attitudine: ‘Dobbiamo provvedere a noi stessi meglio che possiamo. Dio non ci procurerà da vivere’. Per cui non hanno nessun desiderio di ubbidire al comando biblico: ‘Il ladro non rubi più, ma piuttosto fatichi, facendo con le sue mani ciò che è buon lavoro”. — Efes. 4:28.

Ma la disonesta via della maggioranza degli uomini è forse migliore della via di Dio? Decisamente no. La disonestà non ispira fede e fiducia nei propri simili. Invece, le persone diventano estremamente caute, temendo che altri approfittino di loro. Quelli che sono stati ingannati sono delusi e spesso amareggiati e adirati. Il lavoro scadente e i materiali di qualità inferiore hanno anche causato danni e perfino morte.

Non viene nulla di buono dalla disonestà. Chi pensa di guadagnare tramite la propria disonestà ci perde nello stesso tempo per la disonestà altrui. Anch’egli paga beni e servizi a prezzo più alto perché chi lavora ruba. Pertanto la disonestà dà luogo a un cerchio vizioso. Man mano che più persone approfittano degli altri, frustrazioni, delusioni, violenza, infortuni e decessi aumentano.

La moralità sessuale è un altro campo in cui molti credono che dovrebbero poter seguire le proprie vie. Credono che la condanna biblica intorno a omosessualità, adulterio, fornicazione e altra condotta dissoluta sia un’usurpazione del loro diritto di trarre piacere dalla vita. — 1 Cor. 6:9, 10; Gal. 5:19-21.

Ma non è forse vero che la dissolutezza ha prodotto solo cattivi frutti? Quale persona ha migliorato mai la sua relazione coniugale e la sua vita familiare con la dissolutezza? Separazione, divorzio e case divise sono spesso il risultato dell’immoralità sessuale. Detestabili malattie veneree si propagano oggi come la peste. Le aggressioni sessuali sono in aumento. Amanti gelosi sono ricorsi alla violenza fisica fino al punto di commettere assassinio. Ci sono poi le gravidanze indesiderate, i figli illegittimi e gli aborti, “legali” e illegali. Oltre al danno fisico, molti che praticano l’immoralità sessuale soffrono di disturbi mentali ed emotivi. I figli nati dalla fornicazione o dall’adulterio crescono comunemente senza vero amore e affetto.

Le coppie di fidanzati che ripetutamente non mantengono la padronanza di sé nella loro relazione prima del matrimonio si accorgono che i fuggevoli momenti di piacere danno luogo a difficoltà in seguito. La fornicazione o la condotta dissoluta che è poco meno della fornicazione non permette di dare inizio al loro matrimonio su una solida base. Indeboliscono il reciproco rispetto e così distruggono il fondamento di una famiglia felice.

Pertanto si vede che chi segue le vie di Dio, non le proprie, si protegge contro i danni. Questo perché le leggi stabilite dal Creatore sono fatte per assicurare felicità e benessere all’uomo. I comandi che si trovano nella Bibbia non vi sono per recare beneficio a Dio. La sua posizione di Sovrano universale non è rafforzata in alcun modo perché certi uomini scelgono di farsi guidare dalle sue vie. D’altra parte la sua posizione non cambia nemmeno quando le persone ignorano le sue vie, a loro proprio danno. Tale fallimento umano rende solo più notevole la giustizia di Dio e dimostra che le vie di Dio sono più alte di quelle degli imperfetti peccatori.

Tutti coloro che seguono le proprie egoistiche vie, ma desiderano ricevere del bene devono pentirsi e abbandonare la loro condotta sforzandosi di regolare la loro vita secondo le vie di Dio. Se vivremo ora in armonia con le vie di Dio, miglioreremo le relazioni con i nostri simili e avremo una sana e felice vita familiare. Manterremo anche la coscienza pura agli occhi di Dio e degli uomini. E abbiamo dinanzi la gloriosa prospettiva della vita eterna in un giusto nuovo ordine dove tutte le creature intelligenti vivranno in armonia con le elevate vie di Dio.

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