BIBLIOTECA ONLINE Watchtower
BIBLIOTECA ONLINE
Watchtower
Italiano
  • BIBBIA
  • PUBBLICAZIONI
  • ADUNANZE
  • w53 1/9 pp. 306-312
  • Una lezione di canto

Nessun video disponibile.

Siamo spiacenti, c’è stato un errore nel caricamento del video.

  • Una lezione di canto
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Sottotitoli
  • Vedi anche
  • PREZIOSE LEZIONI
  • AMMAESTRAMENTO E PROVVISIONE
  • Guerrieri che cantano
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
  • Cantiamo con gioia!
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova (per lo studio) 2017
  • L’importanza del canto nella vera adorazione
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1987
  • Cantate lodi a Geova
    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1994
Altro
La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1953
w53 1/9 pp. 306-312

Una lezione di canto

1. In genere, qual è la nostra responsabilità, e come dev’esser considerata?

SPESSO, ma non troppo, il predominante tema de La Torre di Guardia è stato un invito a render lode a Geova. Nel nostro studio precedente, sono state considerate le ragioni, in relazione con la guerra, da un punto di vista generale o collettivo. Ora l’attenzione si limita più particolarmente al punto di vista individuale riguardo a ciò che voi, personalmente, potete apprendere per vostro incoraggiamento e per vostra guida da questa lezione di canto.

2. Quale citazione fece Paolo che rivela il proposito di Dio circa Faraone?

2 Prendiamo come nostra nota tonica lo stesso argomento iniziale che abbiamo usato prima, cioè, l’annunciato proposito di Dio come fu espresso a Faraone per mezzo del suo servitore Mosè, che Paolo cita: “Proprio per questo scopo ti ho fatto rimanere, per mostrare in relazione con te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra”. (Rom. 9:17, NW) Ma questa volta esaminiamo questa espressione dal punto di vista dell’apostolo, per vedere perché fece questa citazione, e per vedere perché il suo argomento contiene eccellente materiale per la nostra lezione di canto.

3. Come svolse Paolo il suo argomento preliminare riguardo all’Israele carnale?

3 Nei primi cinque versetti di Romani capitolo 9 versetti 1-5, Paolo esprime la sua grande pena per i suoi parenti carnali, gli Israeliti, che ebbero vantaggi ed opportunità così preziose sotto la Legge, ma vennero meno, come è menzionato precedentemente nella sua lettera. L’Israele carnale pensò che essi soli avevano il diritto dell’eredità del favore di Dio a causa della loro discendenza carnale da Abrahamo e a causa delle loro opere sotto la Legge. Ma, nei versetti da 6 fino a 8 di Romani 9 di questo capitolo, Paolo spiega che “non tutti quelli che vengono da Israele [carnale] son veramente ‘Israele’,” cioè, il vero Israele, o l’eletto popolo di Dio, come si propose Geova predicendolo nella sua Parola. Quindi, dopo aver ricordato che la progenie d’Abrahamo doveva venire dalla linea d’Isacco, la cui primogenitura adempiva la promessa di Dio e non avrebbe potuto umanamente essere altrimenti, l’apostolo dice che “i figli della carne non sono veramente i figli di Dio, ma i figli secondo la promessa son considerati come progenie“. Con questi ultimi egli si riferisce a quelli che divengono membri dell’Israele spirituale, la vera congregazione sotto Cristo il Capo, e che divengono figli di Dio solo a causa dell’immeritata benignità e promessa di Dio, non a causa di qualche cosa che essi abbiano fatto o ereditato. — Paragonate Galati 3:16, 29; 4:28.

4. Quale conclusione deduce l’apostolo, che implica quale principio?

4 E quale conclusione logica deduce l’apostolo da questo argomento? Ah, qui veniamo al primo principio, o verità fondamentale, della Bibbia, che richiama la nostra diligente attenzione perché cominciamo ad imparare la nostra lezione come si deve. Per dirlo con le parole dello stesso Paolo, Iddio ha disposto le cose in questo modo “affinché il proposito di Dio riguardo all’elezione continuasse a dipendere, non dalle opere, ma da Colui che chiama [cioè, Dio]. . . . Perciò, non dipende né da chi desidera né da chi corre, ma da Dio, che fa misericordia”. (Rom. 9:11, 16, NW) Il principio qui esposto è che Dio ha l’assoluto e insindacabile diritto di eleggere chi vuole perché riceva il suo favore.

5. (a) Quale lezione si deve imparare, e perché è importante? (b) Per ricevere il favore di Dio, quali sono le condizioni essenziali?

5 La lezione da imparare da questo è quella della nostra assoluta dipendenza da Dio. Non è errato, naturalmente, desiderar di ricevere il favore e la misericordia di Dio, né è errato seguire la via segnata da Dio per il suo popolo. Il fatto è che non si può divenire uno del popolo di Dio solo perché si desidera o determina di esserlo. Né dipende dal correre, o dal perseguire una condotta che dia a qualcuno il diritto, per così dire, di attendersi l’approvazione di Dio. Questo fu l’errore d’Israele. “Israele, quantunque seguisse una legge di giustizia, non si attenne alla legge. Per qual motivo? Perché la seguì, non per fede, ma come per opere”. (Rom. 9:31, 32, NW) Non decidiamo o determiniamo le cose per nostro conto. Siamo sempre vigili per esser certi di mantenere un vero apprezzamento delle condizioni che Dio stesso ha decise e stabilite nella sua Parola circa i necessari requisiti per ricevere il suo favore. Questo è necessario non soltanto per iniziare in modo corretto la nostra condotta cristiana, ma di continuo, poiché è possibile divenir trascurati o essere sviati. (Gal. 5:7) È interessante notare che al principio della Storia sacra sono esposti con chiarezza sia il suddetto principio che l’elezione viene fatta da Dio sia le necessarie per divenire eletti. Infatti mentre Geova disse a Mosè: “Farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà [e mostrerò misericordia a chi mostrerò misericordia, AS],” poco prima aveva espresso le condizioni essenziali per ricevere tale grazia e tale misericordia: “Uso benignità, fino alla millesima generazione, verso quelli che m’amano e osservano i miei comandamenti”. — Eso. 33:19; 20:6.

6. Nella citazione di Paolo di Esodo 9:10, quali due altri princìpi sono rivelati?

6 È dopo aver citato Esodo 33:19 e averne espresso il principio con parole sue che Paolo lo conferma aggiungendo: “Poiché la Scrittura dice a Faraone: ‘Proprio per questo scopo ti ho fatto rimanere, per mostrare in relazione con te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra’. (Rom. 9:17, NW) Questo arreca due altri princìpi fondamentali. Uno stabilisce che nessuno può resistere o porre ostacolo al proposito di Dio, né il superbo e potente Faraone né colui che rappresentava, Satana “l’iddio di questo sistema di cose”. (2 Cor. 4:4, NW) L’altro principio stabilisce che Dio è infinitamente grande. Dio è tutto. Questo è il più grande principio, e così sarà all’avveramento finale del suo glorioso proposito, poiché “allora il Figlio stesso si sottoporrà a colui che gli ha sottoposto tutte le cose, affinché Dio sia tutte le cose a ognuno”. — 1 Cor. 15:28, NW.

PREZIOSE LEZIONI

7. Come il primo di questi princìpi insegna un’importante lezione per oggi?

7 Ancora, notate le preziose lezioni per il corretto cantico delle lodi di Dio. La prima mostra che il vero apprezzamento del suddetto principio ispira fiducia e devoto timore. Ci sono forze malefiche di grande potere nel mondo oggi, forze di crudele oppressione che potrebbero scatenare una terza guerra mondiale. Non le temete. Dio può e farà tenere queste forze in una salda stretta dirigendole in maniera tale che nulla potrà veramente danneggiare uno solo degl’interessi del Regno o dei cantori e guerrieri del Regno. Noi possiamo ben permetterci di cantare con baldanza e con dolcezza — Apoc. 7:1.

8. Quale altra lezione si può imparare, e come dovremmo risentirne individualmente?

8 La seconda lezione è quella della gratitudine. Come dovremmo esser grati se diveniamo ripieni della misericordia di Dio, invece d’essere indurati, come Faraone. Questa è una buona ragione personale perché cantiamo le lodi di Geova per la salvezza benevolmente provveduta per mezzo della misericordia. “La benignità e l’amore per l’uomo da parte del nostro Salvatore, Dio, furono manifestati, non per qualche attività di giustizia che avessimo compiuta, ma secondo la sua misericordia egli ci salvò”. — Tito 3:4, 5, NW.

9. Quale preziosa lezione ci è insegnata dall’infinita grandezza di Dio?

9 La terza lezione, basata particolarmente sull’ultimo principio che abbiamo menzionato, indica che dovremmo comprendere che tutto il credito, quindi tutta la lode, è dovuto a Dio, dal quale dipendono tutte le cose e dal quale noi possiamo assolutamente dipendere. In altre parole, è una lezione d’umiltà. Come Paolo disse di se stesso e di un altro fratello: “Io piantai, Apollo innaffiò, ma Dio ha fatto crescere; perciò né colui che pianta, né colui che innaffia è qualche cosa, ma Dio che fa crescere.“ (1 Cor. 3:6, 7, NW) Teniamo questa visione e questo punto di vista ben presenti. Questo dà a Geova il suo giusto posto e tiene noi al posto dovuto. Ci tiene in armonia col Creatore perché cantiamo le sue lodi rettamente. Ci mantiene molto umili e grati, e questa è la sola sicura e appropriata attitudine nella quale possiamo cantare le lodi di Geova in maniera accettevole.

10. Come potremmo sentirci in contrasto con Mosè e Davide, e come ci aiuta a questo riguardo la Parola di Dio?

10 “Le circostanze nelle quali Mosè, Davide ed altri fedeli servitori proclamarono il nome e il proposito di Geova furono spesso molto drammatiche, ed essi furon messi chiaramente in mostra. In contrasto, voi potreste forse sentirvi fin troppo consci delle vostre limitazioni e noiose condizioni di vita, come donna di casa, o operaio di una fabbrica, ecc. Potreste esser tentati di domandarvi: ‘Che parte ho io? L’unica lezione di canto che io ricevo è quella dell’orologio a sveglia la mattina presto. Io mi sento troppo piccolo e indegno.’ E noi fino a un certo punto siamo d’accordo con voi. È vero, siete piccolo e indegno. Ma in questo è la parte meravigliosa, poiché Dio, che ha l’insindacabile diritto di impartire il suo favore, ha determinato di farvi venire a condividere con altri, similmente piccoli e indegni, il privilegio del servizio del Regno sotto la direttiva della sua organizzazione, Sion. Quale forza e conforto si può ottenere dal modo in cui Geova stesso mette insieme questi due contrastanti princìpi della sua grandezza e della nostra piccolezza! “Poiché così parla Colui ch’è l’Alto, l’eccelso, che abita l’eternità, e che ha nome ‘il Santo’: Io dimoro nel luogo alto e santo, ma son con colui ch’è contrito ed umile di spirito, per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore dei contriti”. — Isa. 57:15.

11. Col giusto punto di vista, come dovremmo considerare la nostra partecipazione al servizio del Regno?

11 Questo, dalla parte pratica della vostra lezione di canto, vuol dire che non c’è il minimo bisogno di attendere la circostanza drammatica per cantare la lode di Geova. Piuttosto, non disprezzate o trascurate la più piccola e apparentemente inconsiderevole opportunità di parlare del Regno. Non dovete lasciare la casa e frequentare la nostra scuola biblica di Galaad prima che possiate partecipare alla proclamazione del nome di Geova “in tutta la terra”. No. Voi potete senz’altro partecipare, con l’aggiunta della benedizione di Geova, durante quelli che potrebbero sembrare i “doveri quotidiani” di visitare, in maniera normale, le persone dei poderi e delle abitazioni vicine o del quartiere povero del vostro paese.

12. Perché è necessario prestare attenzione al nostro aspetto esteriore nell’opera di Geova?

12 Un altro punto pratico. Non dimenticate che per cantare con efficacia si deve prestare attenzione, non solo a ciò che si deve udire, ma anche a ciò che si deve vedere. Con questo ci riferiamo al vostro aspetto personale, compresi il vestito, il comportamento e in particolar modo l’espressione del vostro viso e dei vostri occhi. Per quanto le vostre condizioni siano umili, voi potete esser pulito e ordinato, ma specialmente potete lasciare che il vostro viso sia sorridente e rifletta il messaggio stesso del Regno, con la sua gioia, pace e speranza. (2 Cor. 3:18) Per adoperare un termine musicale, dovrebbe essere “una canzone senza parole”. Noi comprendiamo, naturalmente, che il nostro messaggio è molto più importante del nostro aspetto, ma dobbiamo ricordare che i nostri ascoltatori non lo apprezzano, almeno al principio.

13. Per il servizio efficace, che cosa si può imparare dall’illustrazione del canto?

13 Evitiamo tutto ciò che è esagerato o falso. Come nell’illustrazione naturale, non è colui che canta con un costante tremolìo nella voce e con molti movimenti del corpo ed altri manierismi che è il cantante più efficace, benché venga considerato tecnicamente brillante. Piuttosto, è colui che sa comunicare, in modo semplice, diretto, il vero messaggio del suo cantico e che si rende, per così dire, parte del cantico, cantando con tutto il cuore dando sincera espressione ai suoi sentimenti. Così, proprio nello stesso modo, dovrebbe agire ciascuno di noi ad ogni opportunità cantando il messaggio del Regno che Geova ha messo nelle nostre labbra di suoi testimoni. — Deut. 31:19.

14. Come l’umiltà e la gratitudine aiutano a conservare l’armonia e l’unità?

14 C’è ancora un’altra lezione che desideriamo portare alla vostra attenzione. Queste due cose, l’umiltà e la gratitudine, sono essenziali per mantenerci in armonia gli uni con gli altri nel nostro comune servizio del Regno, il quale è un servizio di lode. Dopo che Paolo ebbe detto che lui ed Apollo non erano nulla, in paragone con Dio, il quale è il solo che può far germogliare il seme della verità posto nella mente dell’ascoltatore e farlo crescere, aggiunse: “Ora colui che pianta e colui che innaffia sono uno”. (1 Cor. 3:8, NW) Questo, in pratica, significa che se noi teniamo presente la nostra piccolezza e indegnità in quanto alla nostra persona, non saremo indebitamente sensibili o risentiti anche se dovessimo essere maltrattati o considerati oltraggiosamente da qualcuno nel gruppo. Ma, mantenendoci grati verso Geova e ricordando la sua grandezza, vorremo continuare a proclamare il suo nome in tutto il nostro vicinato. Naturalmente, possiamo stare attenti di non divenir colpevoli maltrattando qualche altro dei minimi di Geova, perché non vi sia una nota discorde. Gesù disse che cantando e diffondendo il messaggio del Regno in perfetta armonia e unità sarebbe stato mostrato un segno al mondo, dal quale tutti avrebbero capito quali sono i veri discepoli, scelti da Dio per rappresentarlo ed essere i suoi testimoni in tutta la terra. — Giov. 17:23.

15, 16. Quali ulteriori benefici si devono ottenere da queste due qualità, che portano a quale risultato?

15 Inoltre, l’umiltà e la gratitudine v’aiuteranno a sopportare le avversità e le persecuzioni, sia piccole che di qualche gravità, da parte di quelli ai quali dovete essere associati nel mondo, siano essi membri della vostra famiglia, o vostri impiegati, o colleghi di lavoro. Voi non ve la prenderete tanto, ricordando che è davvero un privilegio soffrire come Cristiano e che Gesù avvertì che tutti i suoi seguaci sarebbero stati sicuramente perseguitati, come lo fu lui. (Giov. 15:20; 1 Piet. 2:21) Ma, sempre mantenendovi grati, sarete desti per suonare la lode di Geova anche nelle circostanze più impensate e ostili, e forse in tal modo potrete volgere a vostro profitto gli attacchi di Satana.

16 Mettendo dunque in pratica queste preziose lezioni, come un buon cantante deve fare di continuo pratica, confidiamo che voi potrete rimaner padroni della situazione rivolgendovi a Geova alla fine di ogni giorno con un cantico nel cuore.

AMMAESTRAMENTO E PROVVISIONE

17. In che modo siamo ammaestrati per il sacro servizio, e qual è la nostra provvisione?

17 Geova, il nostro grande Maestro di canto, ha provveduto tutto l’ammaestramento e la provvisione che occorrono per i nostri completi bisogni. Egli non ci istruisce separatamente, come alunni singoli, ma ha la sua scuola di musica, che è la sua organizzazione, Sion. Questa è sotto la direttiva del suo diletto Figlio, che prende l’iniziativa cantando le lodi del Padre celeste, in adempimento, come mostra Paolo, delle parole profetiche del Salmo 22:22: “Dichiarerò il tuo nome ai miei fratelli, in mezzo alla congregazione ti loderò con canti”. (Ebr. 2:12, NW) La provvisione fornita a tutti in Sion in questo giorno di Geova ci è piacevolmente riassunta in Isaia 59:21: “Il mio spirito che riposa su te e le mie parole che ho messe nella tua bocca non si dipartiranno mai dalla tua bocca . . . in perpetuo”.

18. Come Gesù ammaestrò e provvide i suoi discepoli, e con quale risultato?

18 Per capire meglio nei particolari il modo in cui Dio sta facendo adempiere questa profezia, torniamo a quella rallegrante lezione di canto che Cristo diede ai suoi discepoli subito dopo la sua risurrezione. Due discepoli andavano ad Emmaus con spirito abbattuto e perplesso, quando Gesù, senza esser riconosciuto, si unì a loro. Dopo che ebbe portato la conversazione all’argomento dovuto, che cosa dice il racconto? “E cominciando da Mosè e da tutti i Profeti egli interpretò loro le cose che gli concernevano in tutte le Scritture”. E con quale effetto? Come si dissero in seguito: “Non ardevano i nostri cuori . . . mentre ci apriva pienamente le Scritture?” Quella stessa notte la lezione fu ripetuta agli undici e ad altri, quando, come si legge: “Aprì interamente le loro menti perché afferrassero il senso delle Scritture”. Infine egli disse quindi che sarebbero stati mandati come testimoni di queste cose che avevano vedute e udite, ma solo dopo essere stati “rivestiti di potenza dall’alto“. Perciò, in un adempimento in miniatura, Dio mise le sue parole nella bocca dei suoi testimoni, e li dotò dell’energetica, illuminante potenza del suo spirito. Oggi, nell’adempimento maggiore, avviene la stessa cosa in misura mondiale, essendo la corda maggiore del nostro cantico “questa buona notizia del regno”. — Luca 24:27, 32, 45, 49; Matt. 24:14, NW.

19. In qual modo pratico possiamo applicare questo a noi stessi oggi?

19 Traiamo profitto da questo perfetto esempio di Gesù e comprendiamo che la nostra opera principale è quella di aiutare coloro che lo desiderano ad imparare a cantare ‘aprendo interamente le loro menti perché afferrino il senso delle Scritture’. Dopo tutto, la Parola è il nostro Libro di canto, e se quest’opera è fatta rettamente essa farà ardere in loro i loro cuori. Se, per esempio, avete il privilegio di pronunciare un discorso pubblico, non impiegate molto tempo per citare e commentare ciò che hanno detto i capi mondani. Piuttosto, venite prontamente al vostro soggetto scritturale, e spiegate con chiarezza il significato delle Scritture e il loro adempimento. Questo fu il metodo di Paolo. “Egli ragionò con loro sulle Scritture, spiegando e dimostrando con riferimenti”. Notate inoltre come Apollo trasse profitto dal giusto ammaestramento e dalla giusta provvisione. “Poiché con zelo [ardente nello spirito] . . . dimostrò pubblicamente con le Scritture che Gesù era il Cristo”. (Atti 17:2, 3; 18:25, 28, NW) Non mancate inoltre di trar profitto dall’attuale ammaestramento e dalla presente provvisione forniti per mezzo del regolare studio de La Torre di Guardia e di altre pubblicazioni della Società, e anche mediante il corso della scuola di ministero teocratico, col suo aiuto pratico.

20. Perché la giusta attitudine è così importante, e quale speciale benedizione reca in questo giorno?

20 Ma, soprattutto, non trascurate mai l’importanza della giusta attitudine da tenere. Non vi fate dire dal Signor Gesù come disse a quei due che andavano ad Emmaus: “O insensibili e tardi di cuore a credere tutte le cose pronunciate dai profeti!“ (Luca 24:25, NW) Non vi preoccupate se credete d’essere alquanto lenti nell’afferrare le cose e nell’esprimervi. Se siete di cuore pronto, potete divenire cantori fidati ed efficaci più del fratello che sa di essere svelto. Ricordate: è perché quelli che sono in Sion cantano “con tutto il cuore” che si reca al cuore di Geova una tale allegrezza che egli pure ‘esulta, per via di te, con canti’. Quale meraviglioso favore è quello di abitare in questa città nella quale Geova stesso dimora, una città piena di canti che sono molto più dolci delle più melodiose e dolci note di qualsiasi inno echeggiante fra le alte navate di una cattedrale, cantato da un coro ecclesiastico di professione_ — Sof. 3:14, 17, AS; Sal. 132:13, 14.

21, 22. Quale dramma profetico mette in stretta relazione il canto e la guerra, ponendo in risalto quali caratteristiche, e conducendo a quale conclusione?

21 In breve, troviamoci come quei privilegiati che prendono parte a questo dramma profetico in cui canto e guerra erano in si stretta relazione, come narra 2 Cronache, capitolo 20. Allora le forze alleate di Ammon, Moab e Monte Seir mossero contro Giosafat, re di Giuda, rappresentando le forze alleate del mondo di Satana d’oggi che minacciano e avanzano contro il popolo di Dio. Come è più che appropriato, l’esercito di Giosafat non dovette adoperare armi carnali in quella battaglia. Ma notate l’ordine in cui essi andarono incontro al nemico, per istruzione teocratica, preceduti da quelli che “vestiti in santa magnificenza [con abiti santi, AS], cantassero le lodi dell’Eterno [Geova]”, col tema del cantico: “Celebrate l’Eterno, perché la sua benignità dura in perpetuo!” Notate anche le parole preliminari dette dal re: “Credete nell’Eterno, ch’è l’Iddio vostro e sarete al sicuro; credete ai suoi profeti, e trionferete!“ (2 Cron. 20:20, 21; paragonate Luca 24:25) Anche prima di questo, appena il rassicurante messaggio di Geova fu ricevuto mediante Jahaziel, conforme allo stimolante invito del re, i Leviti “si levarono per lodare ad altissima voce l’Eterno [Geova], l’Iddio d’Israele”. — 2 Cron. 20:19.

22 Continuiamo dunque a cantare, e continuiamo a combattere, finché Geova stesso non intervenga come “guerriero”, e per mezzo di Cristo Gesù, il forte “braccio dell’Eterno”, la battaglia sia condotta alla trionfante vittoria, ‘precipitando in mare cavallo e cavaliere.’ (Eso. 15:1, 3; Isa. 51:9) Mantenete la vostra formazione, tenetevi in armonia con gli ordini dell’Onnipotente, e in tal modo “adorate Geova con abiti santi”.

    Pubblicazioni in italiano (1950-2025)
    Disconnetti
    Accedi
    • Italiano
    • Condividi
    • Impostazioni
    • Copyright © 2025 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania
    • Condizioni d’uso
    • Informativa sulla privacy
    • Impostazioni privacy
    • JW.ORG
    • Accedi
    Condividi