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Geova degli esercitiAusiliario per capire la Bibbia
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(I Re 22:19-21) L’uso del plurale nell’espressione “Geova degli eserciti” è appropriato, in quanto le forze angeliche sono descritte non solo divise in schiere di cherubini, serafini e angeli (Isa. 6:2, 3; Gen. 3:24; Riv. 5:11), ma anche come gruppi organizzati, tanto che Gesù Cristo poté dire che “più di dodici legioni di angeli” erano pronte alla sua chiamata. (Matt. 26:53) Nell’invocare l’aiuto di Geova Ezechia lo chiamò “Geova degli eserciti, Dio d’Israele, che siedi sui cherubini”, alludendo evidentemente all’arca del patto coi cherubini sul coperchio, la quale simboleggiava il celeste trono di Geova. (Isa. 37:16; confronta I Samuele 4:4; II Samuele 6:2). L’intimorito servitore di Eliseo fu rassicurato da una visione miracolosa che gli mostrò la regione montuosa circostante la città assediata dove dimorava Eliseo “piena di cavalli e di carri da guerra di fuoco”, che facevano parte degli eserciti angelici di Geova. — II Re 6:15-17.
L’espressione “Geova degli eserciti” dà dunque l’idea di potenza, la potenza del Sovrano Signore dell’universo, che ha al suo comando grandi schiere di creature spirituali. (Sal. 103:20, 21; 148:1, 2; Isa. 1:24; Ger. 32:17, 18) Infonde profondo rispetto e timore, pur essendo allo stesso tempo fonte di conforto e incoraggiamento per i servitori di Geova. Davide, solo e senza l’aiuto di alcun esercito terreno, sfidò il terribile filisteo Golia “nel nome di Geova degli eserciti, l’Iddio delle linee di battaglia d’Israele”. (I Sam. 17:45) Non solo durante combattimenti letterali, ma anche in tutte le altre situazioni difficili o in momenti importanti, i servitori di Dio sia collettivamente che singolarmente possono farsi coraggio e sperare riconoscendo la maestà della Sovranità di Geova, riflessa nella sua autorità sulle potenti schiere che lo servono nelle corti celesti. (I Sam. 1:9-11; II Sam. 6:18; 7:25-29) L’uso dell’espressione “Geova degli eserciti” da parte dei profeti dà a coloro che odono le profezie una ragione di più per essere certi del loro adempimento.
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Geova è la nostra giustiziaAusiliario per capire la Bibbia
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Geova è la nostra giustizia
Espressione che traduce le due parole ebraiche Yehowàh Tsidhqènu che ricorrono in Geremia 23:6 e 33:16. Altre traduzioni sono: “Iddio è la nostra salute” (Luzzatto); “Il SIGNORE è il nostro vendicatore” (AT).
Quella di Geremia 23:5, 6 è una profezia messianica che descrive il futuro re che doveva sorgere dalla discendenza di Davide per portare “diritto e giustizia nel paese”. Poiché regna quale rappresentante di Dio (come Davide ed altri che sedettero “sul trono di Geova” in qualità di unti re di Dio; I Cronache 29:23), la profezia dice: “Questo è il nome col quale sarà chiamato: Geova è la nostra giustizia”. Non c’è alcuna ragione per affermare, come qualcuno ha fatto, che ciò significhi che Gesù, il Messia, e Geova siano la stessa cosa, formando un unico Dio. Questo è evidente dal fatto che la simile profezia messianica di Geremia 33:14-16 contiene l’espressione identica riferita a Gerusalemme: “E questo è ciò che ella sarà chiamata: Geova è la nostra giustizia”. In entrambi i casi l’espressione indica che il nome di Dio, Geova, sia sul suo promesso re che sulla capitale da lui scelta, è una garanzia della loro giustizia. Inoltre il diritto e la giustizia che emanano o sono espressi da tali fonti sono il risultato della completa devozione a Geova e alla sua divina volontà, e hanno la direttiva e la benedizione di Geova.
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Geova stesso è lìAusiliario per capire la Bibbia
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Geova stesso è lì
Traduzione dell’espressione ebraica Yehowàh-shàmmah, riferita alla città vista dal profeta Ezechiele nella visione descritta nei capitoli 40-48. (Ezec. 48:35) La città della visione era quadrata (misurava 4.500 cubiti lunghi per lato [circa 2.330 m]) e aveva dodici porte, su ciascuna delle quali c’era il nome di una delle tribù d’Israele. (Ezec. 48:15, 16, 31-34) È in certo senso simile alla città santa, la Nuova Gerusalemme, vista in visione dall’apostolo Giovanni. (Riv. 21:2, 10-16) La città simbolica della profezia di Ezechiele deve appartenere “a tutta la casa d’Israele”. (Ezec. 45:6) Il nome Yehowàh-shàmmah o “Geova stesso è lì” indica una rappresentativa presenza di Dio simile a quella espressa in altri versetti, come Salmi 46:5; 132:13, 14; Isaia 24:23; Gioele 3:21 e Zaccaria 2:10, 11, dove Geova, che ‘il cielo dei cieli non può contenere’, è descritto come se risiedesse in un luogo o in una città terrena. — I Re 8:27.
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GerboaAusiliario per capire la Bibbia
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Gerboa
(gerbòa).
Il termine ebraico ʽakhbàr, tradotto “gerboa”, “sorcio”, “topo”, “topo campestre”, secondo molti studiosi includerebbe ogni specie di roditore. Comunque il lessico ebraico e aramaico di Koehler e Baumgartner rende il termine ebraico “gerboa”. La correttezza di tale definizione è avvalorata dal fatto che in arabo, lingua affine all’ebraico, ‘akbar significa “gerboa maschio”. Il nome proprio “Acbor” è ritenuto una variante del nome comune reso gerboa. — Gen. 36:38; II Re 22:12.
Il gerboa è un topo saltatore simile a un minuscolo canguro tuttora presente nelle zone aride del Medio Oriente. I gerboa, di cui esistono diverse varietà, sono lunghi, testa compresa, dai 5 ai 20 cm circa. Hanno orecchi e occhi grandi. Le zampe anteriori sono corte, mentre quelle posteriori hanno lunghezza pari a due terzi della lunghezza totale del corpo e della testa messi insieme. La coda è la parte più lunga dell’animale e termina a ciuffo. Questa permette al gerboa di mantenere l’equilibrio quando salta e lo sostiene quando si rizza sulle zampe posteriori. I gerboa sono generalmente di colore giallo–bruno, con addome bianco e la punta della coda spesso nera. Questo roditore notturno preferisce le zone desertiche e trascorre le giornate calde nella sua tana sotterranea da cui esce durante la notte più fresca per procurarsi il cibo.
Anche se gli arabi che abitano il deserto siriano sono soliti mangiare il gerboa, la Legge lo dichiarava impuro per gli israeliti. (Lev. 11:29) Ma sembra che gli israeliti apostati ignorassero tale divieto. — Isa. 66:17; confronta NW, ed. 1958, nota in calce.
I gerboa sono micidiali per il grano e altre messi. Mentre la sacra Arca si trovava in territorio filisteo, il flagello dei gerboa mandato da Dio ridusse in rovina il paese. — I Sam. 6:4, 5, 11, 18.
[Figura a pagina 519]
Il gerboa, topo saltatore del deserto, simile a un minuscolo canguro
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GeremiaAusiliario per capire la Bibbia
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Geremia
(Geremìa) [Geova scioglie (il seno) o Geova esalta].
1. Uno dei “profeti maggiori”, figlio di Ilchia sacerdote di Anatot, città sacerdotale nel territorio di
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