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  • L’archeologia e il paese sostengono la Parola di verità

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  • L’archeologia e il paese sostengono la Parola di verità
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1969
w69 1/3 pp. 142-147

L’archeologia e il paese sostengono la Parola di verità

“Voi sapete bene con tutto il vostro cuore e con tutta vostra anima che nessuna parola di tutte le buone parole che Geova vostro Dio vi ha proferite è venuta meno. Vi si son tutte avverate. Nessuna parola è venuta meno”. — Gios. 23:14.

1. Per chi sono i doni del paese e della Parola di Geova?

IL PAESE della Promessa, che Geova Dio diede al suo popolo d’Israele, sostiene e conferma la sua Parola di verità, la Bibbia, ch’egli ha data come inestimabile dono non solo agli Israeliti, ma a tutti coloro che lo avrebbero adorato. La Parola si riferisce al paese; il paese sostiene la Parola e particolarmente vince la malvagia critica biblica per mezzo di validi fatti forniti dall’archeologia. Riteniamo che vi interesseranno alcuni di questi fatti e i commenti relativi ad essi fatti da esperti nel campo dell’archeologia.

2, 3. Dite l’opinione degli esperti secondo cui la malvagia critica biblica è vinta dal bene dell’archeologia?

2 “È perfettamente corretto dire che l’archeologia biblica ha fatto molto per correggere l’impressione diffusa alla fine dello scorso secolo e nella prima parte di questo secolo, secondo cui la storia biblica era di dubbia attendibilità in molti punti”. Così dice J. A. Thompson in The Bible and Archaeology.

3 “In Palestina, luoghi e città frequentemente menzionati nella Bibbia son portati ancora una volta alla luce del giorno. Essi sono esattamente come la Bibbia li descrive e si trovano esattamente nel luogo indicato dalla Bibbia”. Questa è la veduta di Werner Keller nell’Introduzione di The Bible as History, dove continua: “Continuava a tornarmi in mente quest’unica frase: ‘Dopo tutto la Bibbia ha ragione!’”

4. C’è evidenza al di fuori della Bibbia circa il grande diluvio?

4 Avete sentito mettere in dubbio il racconto biblico del grande diluvio, il Diluvio universale? Esso è stato messo in ridicolo da alcuni critici della Bibbia che così hanno disonorato Dio e Cristo Gesù, nuocendo a coloro che sono riusciti a influenzare. Tuttavia gli scavi archeologici sono interpretati come conferma del racconto biblico del Diluvio, che si trova nel settimo capitolo del libro di Genesi. L’archeologia sostiene il verace racconto scritturale circa la “torre con la sua cima nei cieli”. — Gen. 11:3, 4.

5. Additate le carte per trovare i luoghi ora determinati e qui elencati.

5 I luoghi a cui si fa riferimento nel decimo e undicesimo capitolo del racconto di Genesi, la cui esistenza e posizione sono confermate da reperti archeologici, includono la località di Cala, Erec, Ur dei Caldei, Haran, tutte città; e le persone dell’undicesimo capitolo di Genesi, cioè Peleg, Serug, Nahor, Tera e Haran, a cui si fa riferimento negli scritti cuneiformi trovati nelle rovine del palazzo di Mari. L’antica località di Sichem e dei pozzi di Beer-Seba è similmente indicata.

6. Dichiarate i fatti confermati riguardo a Gerico, e trovatene il luogo su una delle nostre carte geografiche.

6 La distruzione dell’antica città di Gerico, situata nella parte occidentale della grande Rift Valley, è menzionata in Giosuè 6:20, 24, che mostra la miracolosa caduta delle mura di Gerico e la rovina di quella città ad opera degli Ebrei al comando di Giosuè. Quando non c’era nessuna conferma archeologica del racconto biblico, ne era liberamente discussa la veracità. Questo non è più possibile. L’archeologia conferma il racconto biblico della distruzione della città. Gli scavi cominciarono a Gerico nel 1930. Coloro che compivano gli scavi scoprirono che le mura doppie che circondavano la città erano cadute giù per il pendio come se fossero state fatte crollare da un terremoto o da qualche forza invisibile. Le case erano state costruite su travi che congiungevano la cima dei due muri e in un punto parte del muro era ancora in piedi e poteva essere il luogo dove la casa di Raab era stata preservata durante la catastrofe biblica. Dagli scavi si ebbe l’evidenza che v’era stato un violento incendio. La città era stata bruciata. Non era un incendio comune, perché lo strato di ceneri era insolitamente spesso e risultava che tutto il combustibile utilizzabile era stato raccolto per compiere una distruzione completa. La città non era stata saccheggiata, né v’era stata alcuna sostanziale ricostruzione della città che centinaia d’anni dopo, verso il tempo del re Acab, quando la Bibbia ci dice che fu ricostruita. Oggi potete recarvi nella Rift Valley, agli scavi fatti tra le rovine di quell’antica città di Gerico e vedere come l’archeologia sostiene in questo il racconto biblico.

7. Molti altri luoghi che sono qui richiamano l’attenzione. Qual è ciascuno di essi, e dove si trova sulla carta grande?

7 Come nel caso delle rovine di Gerico, così le rovine di un’altra città presa dagli Israeliti al comando di Giosuè, Hazor, con le evidenze della distruzione da parte di Giosuè, sono incluse nelle scoperte archeologiche. Evidenza documentata, al di fuori di quella della Bibbia, che si riferisce al fatto che gli Israeliti furono effettivamente nel paese di Canaan, è il monumento di Neftoa (Gios. 15:9) contenente tale riferimento. Nella lista delle scoperte archeologiche vi sono i resti di Betel (Giud. 1:22-25), le località di certe città filistee (Ger. 25:17, 20), le rovine di Ghibea (1 Sam. 10:20-26), il luogo di Micmas ancora in esistenza (1 Sam. 13:5, 23), il posto dove Davide vinse Golia (1 Sam. 17:2, 3), le rovine di Bet-San e la casa di Astoret (1 Sam. 31:10), Meghiddo nella pianura settentrionale di Izreel con le sue grandi scuderie (1 Re 9:15), Ezion-Gheber con il suo rame e le opere navali (1 Re 9:26), la località di Ghebal (Ezec. 27:9), la roccaforte di Mizpa (1 Re 15:16, 22) e i palazzi di Samaria con il loro avorio e altri arredi lussuosi (1 Re 22:39).

8. Narrate il racconto biblico concernente il re Mesa.

8 Il libro della Parola di verità dichiara in II Re 1:1: “Dopo la morte di Acab, Moab si rivoltava contro Israele”. In II Re 3:4, 5 questo è confermato: “Riguardo a Mesa re di Moab, divenne allevatore di pecore e pagò al re d’Israele centomila agnelli e centomila montoni non tosati. E avvenne che appena Acab fu morto, il re di Moab si rivoltava contro il re d’Israele”. Il capitolo continua narrando l’azione compiuta dal re Ieoram contro il re Mesa di Moab. I Moabiti furono grandemente umiliati e sconfitti.

9. Che cos’ha aggiunto l’archeologia al racconto di Mesa a sostegno della Bibbia?

9 L’archeologia ha provveduto il racconto della rivolta scritto dal re Mesa, una pietra detta pietra moabita. Scritta in un dialetto che differisce di poco dall’ebraico biblico, fu eretta dal re Mesa in parte per commemorare la sua rivolta. Nel 1868 fu trovata questa pietra nel territorio di Moab a metà strada circa sul lato orientale del mar Morto. Il re di Moab si mostra adoratore del dio Chemos. Nel suo racconto egli menziona il nome dell’Iddio d’Israele, Geova. Il falso dio Chemos non poté salvare Moab. L’iscrizione di Mesa sulla pietra moabita non poté nascondere la vittoria di Geova su Moab. Geremia disse: “Il popolo di Chemos è perito”. E Sofonia profetizzò: “Moab stessa diverrà proprio come Sodoma, e i figli di Ammon come Gomorra”. (Ger. 48:46; Sof. 2:9) Questo è avvenuto a Mesa e al suo popolo, i Moabiti. La pietra moabita non solo usa il Tetragramma in caratteri ebraico-fenici ma menziona quattordici luoghi che si trovano nel racconto biblico. Questa pietra è da lungo tempo accessibile ai ricercatori biblici.

10. Dove giacciono le rovine di Sodoma e Gomorra, e secondo quale esperto?

10 “Moab stessa diverrà proprio come Sodoma, e i figli di Ammon come Gomorra”, dichiarò Sofonia. Quale fu la sorte di Sodoma e Gomorra e delle vicine città della pianura? “Oggi possiamo dire con certezza che . . . l’enigma della scomparsa delle due città è stato risolto”, dichiara Werner Keller. La soluzione è che queste corrotte città della pianura giacciono in rovina nell’area che al presente si trova sotto la superficie delle acque all’estremità meridionale del mar Morto, acque che sono a un livello più alto di quanto fossero prima della distruzione di queste città. Certo si può dire che “da . . . quando Israele ha consolidato la sua occupazione della . . . Palestina . . . la tradizione biblica è sempre più illuminata dal materiale archeologico e documentario d’ogni specie”. “Riassumendo, ora possiamo nuovamente considerare la Bibbia, dal principio alla fine, come autentico documento di storia religiosa”, dice l’archeologo Albright.

11. Menzionate le “meraviglie” qui elencate e trovate sulle carte accluse tutte quelle indicate.

11 L’adempimento delle profetiche dichiarazioni di distruzione da parte di Geova sui suoi nemici accentrati nelle varie città del loro tempo è indicato dalle rovine di queste città. Tali rovine sono meravigliose conferme dell’accuratezza delle dichiarazioni dei profeti di Dio. Queste “meraviglie” elencate da un esperto includono Tiro, Sidone, Betel, Samaria, Gerusalemme, Babilonia e le nazioni d’Egitto, Edom e dei Filistei. Tra i luoghi dove sono stati compiuti scavi per ricerche archeologiche vi sono: Hazor, Corazin, Nazaret, Cesarea, Samaria, Sichem, Silo, Betel, Gerico, Gabaon, Ghibea, Gerusalemme, Qumran, Bet-Zur, Lachis, Debir ed Ezion-Gheber, e questo non completa affatto la lista.

12. Che cosa sono Lachis e Azeca, dove sono situate, e quale sostegno danno ora alla Parola di Dio?

12 Sulla grande carta geografica di questa edizione troverete nella Sefela la località di Lachis, vicino a cui c’era Azeca. Le rovine di entrambe queste città sono state portate alla luce con gli scavi. Da questi scavi provengono tesori archeologici che stabiliscono una moltitudine di dettagli a conferma dei racconti biblici. Nel 1935 nelle rovine di un posto di guardia nella doppia porta furono trovati diciotto frammenti di vasellame con delle iscrizioni. Risultò che questi erano un certo numero di lettere, e la collezione è ora chiamata “Lettere di Lachis”. Esse confermano la menzione biblica dei segnali di fuoco in Geremia 6:1, e il fatto che Lachis era una città vicina ad Azeca, alle quali si fa riferimento in Geremia 34:7. Confermano le Scritture menzionando Lachis e Azeca quali ultime due città fortificate rimaste. Confermano il fatto che Giuda scese in Egitto a chiedere aiuto violando i comandi di Geova. Nelle “Lettere di Lachis” abbiamo la testimonianza circa questo avamposto militare che resisteva a Nabucodonosor. Inoltre, mostrano che a quel tempo i Giudei non erano contrari a usare il nome di Geova. Le quattro lettere ebraiche, il Tetragramma, del nome di Dio, Geova, sono incluse nelle “Lettere di Lachis”.

13. (a) Quali sono alcuni luoghi che si trovano oggi in Samaria e che sostengono la Bibbia? (b) Quali altri punti possono ora vedere i viaggiatori? Dove sono sulla carta?

13 Nell’ottavo capitolo di Giosuè il racconto dichiara che il monte Ebal era il luogo dove Giosuè edificò un altare a Geova, e il popolo d’Israele, i loro anziani, gli ufficiali, i giudici, i sacerdoti, i Leviti, i residenti forestieri e i nativi, si radunarono tutti di fronte al monte Ebal e al monte Gherizim. Furono lette a Israele la benedizione e la maledizione. Il monte Gherizim e il monte Ebal sono lì ancor oggi. Potete visitarli. Nel 1963 centinaia di testimoni di Geova andarono in questa località geografica e in altri luoghi del Paese della Promessa, e lì nella parte meridionale del paese di Samaria vicino al monte Gherizim e al monte Ebal molti di loro, come aveva fatto Gesù, bevvero acqua dal pozzo di Giacobbe vicino al villaggio di Sichar dove scorre ancora il fresco, ristoratore corso d’acqua sotterraneo. Il fiume Giordano, il mar di Galilea, le città di Betleem e di Ebron, la valle di Hinnom, e molte, molte altre località geografiche, sono ancora lì e potete visitarle. Chiunque può vederle, e, dal momento che si possono osservare ancor oggi, servono da sostegno alla Parola di verità.

14. Oggi, che cosa corrisponde alla vista che ebbe Gesù quand’era seduto sul monte degli Ulivi?

14 Questi ultimi esempi menzionati sono molto ovvi, come lo è questo che stabilisce l’accuratezza del luogo scritturale dove fu fatta la grande profezia di Gesù. Marco 13:3 dice: Gesù “sedeva sul monte degli Ulivi di fronte al tempio”. Il monte degli Ulivi è lì ancor oggi. Di lì potete guardare a ovest, oltre il giardino di Getsemani, attraverso la valle di Chidron, fino alle mura orientali dell’attuale città di Gerusalemme e vedere il luogo dove, al giorno di Gesù, sorgeva il meraviglioso tempio raffigurato nel calendario della Società Torre di Guardia per il 1968. La località precedentemente occupata dal tempio è ora occupata da una moschea maomettana, il Duomo della Roccia. Il luogo è lì, il paese è lì, la geografia conferma Marco 13:3. Mentre Gesù sedeva sul monte degli Ulivi era di fronte al tempio e la località si vede oggi dal monte degli Ulivi.

15. Oltre alla Bibbia, qual è la prova dell’esistenza di Ponzio Pilato? Dove fu trovata?

15 Ponzio Pilato comparve nel ministero di Gesù, mentre quel ministero stava per terminare, e a Cesarea, sulla pianura costiera, è stata fatta abbastanza recentemente una preziosa scoperta archeologica relativa a Ponzio Pilato, il Governatore romano di Gerusalemme al tempo di Cristo Gesù. Pilato era conosciuto solo per il racconto che lo riguarda nella Bibbia e per gli scritti di antichi storici, particolarmente Giuseppe Flavio, ma non si conosceva alcuna prova archeologica riguardo a lui. Comunque, nel 1961 una spedizione archeologica italiana dell’Università di Milano trovò vicino a Cesarea una lastra di pietra di settantanove centimetri per cinquantotto, con iscrizioni che includevano i nomi latini di Ponzio Pilato e Tiberio. Questa è la prova archeologica dell’esistenza di Pilato. I testimoni di Geova sanno che Pilato esistette a motivo di ciò che dice la Bibbia. In quanto a coloro che negano la Bibbia: che cosa faranno dell’iscrizione di Ponzio Pilato?

16. Che beneficio ci reca il sostegno provveduto alla Bibbia dall’archeologia?

16 La testimonianza del sostegno che il paese dà alla Parola di verità continua e qui non ne è esposta che una piccola parte. Che effetto dovrebbe avere su di noi questa conoscenza? Che beneficio ci reca? Che beneficio ci reca il sostegno provveduto alla Bibbia dall’archeologia? In che cosa il meraviglioso dono di Geova della Terra Promessa ci è d’aiuto in questa tarda data? La conoscenza della Bibbia e del paese, il sostegno dato alla Bibbia dall’archeologia e dal paese stesso dovrebbero accrescere il nostro apprezzamento per la Parola di verità. Come la scoperta di antichi manoscritti ha contribuito a ristabilire il puro, originale testo della Bibbia, così la scoperta della moltitudine di prodotti lavorati ha recato la convincente conferma che le cose dichiarate nel testo biblico sono storicamente, cronologicamente e geograficamente fidate sin nei minimi particolari.

17, 18. (a) Qual è l’opinione pubblicata del principale bibliotecario del Museo Britannico? (b) dell’archeologo Glueck?

17 Così l’archeologia confonde i critici della Bibbia. Un noto studioso britannico, direttore e principale bibliotecario del Museo Britannico per parecchi anni, disse riguardo alla Bibbia: “L’evidenza archeologica è servita a ristabilirne l’autorità e ad aumentarne similmente il valore rendendola più intelligibile per mezzo di una più piena conoscenza dell’ambiente e dei luoghi. L’archeologia non ha ancora detto l’ultima parola; ma i risultati già conseguiti confermano ciò che la fede suggerirebbe, che la Bibbia non può che trarre beneficio dall’aumento della conoscenza”.

18 L’archeologo Nelson Glueck, nel suo libro Rivers in the Desert (1959, pag. 31), dice: “In realtà, comunque, si può dire categoricamente che nessuna scoperta archeologica ha mai contraddetto un riferimento biblico”.

19. (a) L’archeologia che cosa conferma? (b) Come possiamo conoscere bene la Terra Promessa?

19 Elenchiamo o rielenchiamo i benefici recati alla causa della verità e della Parola di Dio dai fatti dell’archeologia. Archeologia: conferma le narrazioni relative ai patriarchi, il dominio di Saul, il regno di Davide, aiuta a localizzare posizioni geografiche, aiuta a stabilire la cronologia di avvenimenti biblici, ci informa riguardo alle usanze e alla cultura dei tempi biblici, dà alla Bibbia uno sfondo storico e aiuta a capire il significato di alcune parole bibliche. Innegabilmente il paese della Parola di verità esiste; è lì. Cercheremo dunque di conoscerlo meglio che possiamo? Quando nel racconto biblico o nel nostro studio della Parola di Dio sono menzionati luoghi e aree, consulteremo le carte geografiche che abbiamo nella Bibbia o altre carte e troveremo questi luoghi? Desideriamo accrescere il nostro intendimento di ciò che leggiamo nella Bibbia? Certo. Visualizzando la geografia accresciamo l’intendimento della Parola scritta (cosa che dovremmo desiderare). Possiamo imparare a poco a poco a conoscere bene la Terra Promessa e in tal modo a conoscere meglio la Bibbia stessa.

20. Come dovremmo contraccambiare il dono fatto da Geova del paese e della Parola?

20 Il paese esalta il suo Creatore. Siamo lieti che lo esalti. Il dono rivendica il Donatore. Ci rallegriamo nella rivendicazione di Geova. Amiamo e apprezziamo il dono della Parola di Dio. Con il Salmo 119:130, 140 diciamo: “Il medesimo dischiudersi delle tue parole dà luce, facendo comprendere agli inesperti. Il tuo detto è assai raffinato, e il tuo proprio servitore l’ama”. Siamo servitori di Geova. Amiamo la sua Parola di verità!

21. Per noi, che significato ha Giosuè 23:14?

21 I critici e coloro che contraddicono la Parola di Dio non hanno nulla da offrire tranne falsità, dubbio, perplessità, perversione. Questo non fa per noi. Piuttosto, i testimoni di Geova riconoscono la verità espressa da Giosuè, e insieme a lui dicono: ‘Noi sappiamo bene con tutto il nostro cuore e con tutta la nostra anima che nessuna parola di tutte le buone parole che Geova nostro Dio ci ha proferite è venuta meno. Ci si son tutte avverate. Nessuna parola è venuta meno’. — Gios. 23:14.

“Geova non abbandonerà il suo popolo, né lascerà la sua propria eredità. Ma Geova diverrà per me una sicura altezza, e il mio Dio la roccia del mio rifugio”. — Sal. 94:14, 22.

[Cartina a pagina 143]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

MESOPOTAMIA

Haran

Ninive

Cala

Mari

Fiume Eufrate

Fiume Tigri

Babilonia

SINAR

Erec

Ur

Golfo Persico

[Immagine a pagina 144]

La pietra moabita, indicante il Nome divino

[Immagine a pagina 145]

Una delle “Lettere di Lachis”, contenente le antiche lettere ebraiche per “Geova”

[Immagine a pagina 146]

Iscrizione parziale trovata a Cesarea, in cui si legge “[Pon]tius Pilatus” nella seconda riga

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