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Malachia (Lezione 53)La Torre di Guardia 1958 | 15 gennaio
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santa di Geova. Osservandola essa li terrebbe sulla diritta e stretta via della vera adorazione e lungi dalla strada larga e deleteria del culto demonico e della falsa religione. Ora colui che conclude il cànone ebraico, Malachia, la indica una volta ancora come loro guida durante i pochi secoli che restano finché non raggiunga la sua mèta nel Messia Cristo.
La canonicità di questo libro che chiude il cànone ebraico non è mai stata contestata. Viene citato spesso nelle Scritture Greche, dove sono annotati adempimenti su piccola scala delle sue profezie. A questo riguardo, paragonate Malachia 3:1 e 4:5, 6 con i seguenti versetti delle Scritture Greche: Matteo 11:10-15; 17:10-12; Marco 1:2, 3; 9:11-13; Luca 1:15-17, 76; 7:27; Giovanni 1:6-8, 15; paragonate pure Malachia 1:2, 3 con Romani 9:13. In questi ultimi giorni adempimenti maggiori hanno avuto luogo, determinando con gli indiscutibili fatti fisici dei nostri giorni l’autenticità dell’ultimo libro del canone ebraico.
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Domande dai lettoriLa Torre di Guardia 1958 | 15 gennaio
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Domande dai lettori
◆ Una nota in calce a pagina 127 del libro “Nuovi Cieli e Nuova Terra” si riferisce a certi numeri come perfetti. Uno di questi è il numero “3”. In che senso esso è un numero perfetto? — R.I., Stati Uniti.
Il numero “3” è un numero di perfetta o completa enfasi. In diversi punti della Bibbia certe cose sono state dichiarate tre volte proprio per dar loro enfasi. Per esempio, prima che i Giudei fossero abbattuti e fatti prigionieri da Babilonia, furono avvertiti: “Non ponete la vostra fiducia in parole fallaci, dicendo: ‘Questo è il tempio dell’Eterno, il tempio dell’Eterno, il tempio dell’Eterno!’” Gl’infedeli Giudei avevano contaminato il tempio, tuttavia vi si recavano per essere perdonati delle loro abominazioni. Geova mostrò che non avrebbe preservato quel tempio contaminato, così come non aveva preservato il tabernacolo a Shiloh quando era stato contaminato, e che era una menzogna chiamarlo “il tempio dell’Eterno”. Queste mendaci parole furono dichiarate tre volte per metterle in risalto. Pure con una triplice ripetizione Geova diede rilievo al rovesciamento del regno infedele: “Ruina! ruina! ruina! Questo farò di lei”. — Ger. 7:4-14; Ezech. 21:32.
Nel giardino di Getsemani Gesù era afflitto e profondamente turbato, e per tre volte pregò affinché, se possibile, il calice che doveva bere fosse allontanato da lui, ma che la volontà di Geova fosse fatta. Questo diede alla preghiera enfasi completa, proprio come dopo la sua morte e risurrezione la sua istruzione a Pietro, tre volte ripetuta, rese pienamente enfatico il comando di cibare le sue pecore. In un’altra occasione Pietro vide messo in risalto un fatto con una triplice ripetizione, e cioè quando si trovò sul tetto di casa e in estasi vide animali considerati impuri, ma la sua obiezione a mangiarne per tale motivo fu superata dal divino comando di mangiarne, comando reso perfettamente enfatico venendo ripetuto tre volte. Enfasi ed intensità di grado superlativo nell’estasi di Paolo sono indicate con l’espressione che fu rapito “fino al terzo cielo”. Un’altra illustrazione di enfasi perfetta mediante una dichiarazione ripetuta tre volte è quella delle quattro creature viventi che dicono: “Santo, santo, santo è Geova Dio, l’Onnipotente, che era, che è e che viene”. — 2 Cor. 12:2; Apoc. 4:8; Matt. 26:39-44; Giov. 21:15-17; Atti 10:9-16, NM.
Supplementare informazione sui numeri perfetti si può trovare a pagina 249 e 250 de La Torre di Guardia (inglese) del 15 aprile 1952.
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