-
Balsamo, balsamo di GalaadAusiliario per capire la Bibbia
-
-
poi le gocce di resina che si formano. Benché questo particolare arbusto si trovi principalmente nell’Arabia meridionale e attualmente non cresca in Palestina, lo storico ebreo Giuseppe Flavio indica che all’epoca di Salomone veniva coltivato nei dintorni di Gerico, mentre il geografo greco Strabore ricorda che in epoca romana cresceva anche sulla riva del Mar di Galilea.
Un’altra pianta balsamica suggerita è il sempreverde chiamato Pistacia lentiscus, che produce una resina fragrante giallo pallido chiamata “mastice”, e anche un olio usato in medicina ottenuto dalla corteccia, dalle foglie e dalle bacche Il mastice è tuttora usato dagli arabi per aromatizzare caffè e dolci. L’albero è comune in Palestina e il nome arabo è molto simile all’ebraico tsorì.
-
-
Bambini, figliAusiliario per capire la Bibbia
-
-
Bambini, figli
Il Creatore, Geova, dispose che la razza umana si moltiplicasse mediante la nascita di figli che, diventati adulti, avrebbero a loro volta generato figli. Il mandato di procreare è espresso in Genesi 1:28. Quello di avere figli è un desiderio normale. Gli antichi israeliti erano particolarmente ansiosi di generare figli a motivo della promessa di Dio di fare di loro una nazione potente, e perché per mezzo loro sarebbe venuto il seme di Abraamo che avrebbe benedetto tutte le famiglie della terra. (Gen. 28:14) Avere molti figli era considerata una benedizione di Dio. (Sal. 127:3-5; 128:3-6) La sterilità era ritenuta una vergogna. — Gen. 30:23.
Nei tempi biblici la nascita di un maschio era di solito un evento più felice della nascita di una femmina, anche se nella cerchia familiare la femmina era amata come il maschio. La preferenza per il maschio dipendeva dal fatto che assicurava (1) la continuità della discendenza e del nome della famiglia, e (2) la preservazione della proprietà familiare. La priorità del maschio è indicata anche dal fatto che sotto la legge il periodo di purificazione durava il doppio che per la nascita di una femmina. (Lev. 12:2-5) Il figlio primogenito apparteneva a Geova e veniva redento mediante un’offerta. — Eso. 13:12, 13; Num. 18:15.
Anticamente, appena nato, il bambino veniva prima lavato con acqua e poi strofinato con sale. (Ezec. 16:4) Questo serviva a rendere la pelle asciutta, liscia e resistente. Il neonato veniva avvolto ben stretto in fasce o strisce di stoffa. (Giob. 38:9; Luca 12:2) La madre lo allattava per due o tre anni, o più. Isacco fu svezzato evidentemente all’età di cinque anni circa. (Confronta Genesi 12:4; 21:5; 15:13, 14; Galati 3:17). In circostanze eccezionali, come la morte della madre o la sua impossibilità di allattare, si impiegavano nutrici.
All’inizio della storia umana il nome veniva imposto ai figli alla nascita, dal padre (Gen. 5:29; 16:15; 21:3; 35:18) o dalla madre (Gen. 4:25; 29:32; I Sam. 1:20), ma più tardi in Israele si imponeva il nome ai bambini al momento della circoncisione, che avveniva l’ottavo giorno. (Luca 1:59; 2:21) A volte al bambino veniva dato lo stesso nome del padre, ma di solito il nome aveva a che fare con le circostanze che precedevano o accompagnavano la nascita, oppure era un composto del nome di Geova; col tempo, certi nomi divennero solo tradizionali e persero ogni relazione col significato originale.
Le madri portavano i bambini in vari modi. A volte il bambino veniva legato sulla schiena o portato sulla spalla. Per mezzo di Isaia Geova menziona le madri che si stringono i bambini al seno, li sollevano sulle spalle, oppure li portano sul fianco appoggiati all’anca. (Isa. 49:22; 66:12) Le madri arabe portano ancora i bambini a cavalcioni sulle spalle o sul fianco. Anche Mosè parla di bambini portati stretti al seno. — Num. 11:12.
Dei bambini fino al quinto anno d’età si occupava sopratutto la madre. Naturalmente il padre aveva la principale responsabilità d’insegnar loro le Scritture fin dall’infanzia, con l’aiuto della moglie. (Deut. 6:7; Prov. 1:8; Efes. 6:4; II Tim. 3:15) Diventati più grandicelli venivano ammaestrati dal padre e imparavano i lavori agricoli, come coltivare i campi badare alle pecore o al bestiame, potare le viti, oppure imparavano il mestiere del padre, come falegname, vasaio, ecc. Sia Giuseppe che Davide da ragazzi erano pastori. — Gen. 37:2; I Sam. 16:11.
Le bambine erano soggette all’immediata cura materna, naturalmente sotto la giurisdizione del padre. Finché erano in casa venivano insegnati loro i lavori domestici, che sarebbero stati preziosi nella vita da adulte. Rachele faceva la pastorella (Gen. 29:6-9); giovani donne lavoravano nei campi insieme a Rut spigolando il grano (Rut 2:5-9), e la Sulammita dice che i suoi fratelli l’avevano costituita custode delle vigne. — Cant. 1:6.
In Israele i bambini conoscevano la gioia dei giochi e degli svaghi. Gesù parlò di bambini che giocavano nella piazza del mercato, imitando quello che avevan visto fare ai grandi. (Matt. 11:16, 17) Le Scritture parlano di ragazzi che giocano nelle pubbliche piazze. — Zacc. 8:5.
Ma i piccoli israeliti ben addestrati si ricordavano del Creatore nei giorni della loro giovinezza. Samuele era un bambino quando cominciò a servire Geova presso il tabernacolo. (I Sam. 2:11) Gesù, solo dodicenne, era molto ansioso di servire il Padre suo, e di imparare tutto quello che poteva conversando con gli insegnanti nel tempio. (Luca 2:41-49) Una ragazzina ebrea, che aveva completa fede in Geova e nel suo profeta Eliseo, riuscì a persuadere Naaman ad andare da Eliseo per essere guarito dalla lebbra. (II Re 5:2, 3) Nel Salmo 148:12, 13 sia ai ragazzi che alle ragazze è comandato di servire Geova. Grazie all’istruzione biblica che avevano ricevuta, dei ragazzi vedendo Gesù nel tempio poterono gridare: “Salva, preghiamo, il Figlio di Davide!” Gesù li lodò per questo. — Matt. 21:15, 16.
I genitori avevano la responsabilità di educare e istruire i figli, essendo essi stessi insegnanti e guide, sia a parole che con l’esempio. Il programma educativo era il seguente: (1) Veniva insegnato il timore di Geova. (Sal. 34:11; Prov. 9:10) (2) Il figlio era esortato a onorare il padre e la madre. (Eso. 20:12; Lev. 19:3; Deut. 27:16) (3) Disciplina o insegnamento della Legge: i comandamenti, le dottrine e l’istruzione circa le attività e le verità rivelate da Geova erano inculcate con diligenza nella mente sensibile dei figli fin da piccoli. (Deut. 4:5, 9; 6:7-21; Sal. 78:5) (4) Veniva data molta importanza al rispetto per le persone anziane. (Lev. 19:32) (5) L’ubbidienza era impressa in modo indelebile sulle giovani menti. (Prov. 4:1; 19:20; 23:22-25) (6) Si dava risalto all’addestramento pratico per la vita da adulti, come imparare a fare le faccende di casa, se si trattava di una ragazza, o imparare il mestiere del padre o qualche altro mestiere, se invece si trattava di un ragazzo. (7) Si insegnava a leggere e scrivere.
Dopo l’esilio in Babilonia, sorsero sinagoghe in quasi tutte le città, e lì i ragazzi erano istruiti da insegnanti. Inoltre veniva impartita istruzione religiosa
-