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CecitàAusiliario per capire la Bibbia
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di Efeso che gli occhi del loro cuore erano stati illuminati. (Efes. 1:16, 18) Gesù fece notare che chiunque si professa cristiano ma non si rende conto del proprio bisogno spirituale è cieco e nudo, non accorgendosi della condizione pietosa, brancolante in cui si trova. (Riv. 3:17) E come lo stare nelle tenebre per un lungo periodo di tempo provocherà la cecità degli occhi naturali, così, rileva l’apostolo Giovanni, il cristiano che odia il suo fratello cammina senza meta nelle tenebre accecanti (I Giov. 2:11); e Pietro avverte che chi non produce frutti cristiani, il più importante dei quali è l’amore, è “cieco, e chiude gli occhi alla luce”. (II Piet. 1:5-9) L’origine di tali tenebre e cecità spirituale è Satana il Diavolo, che, trasformandosi in angelo di luce, è in effetti “l’iddio di questo sistema di cose” e l’iddio delle tenebre che ha accecato la mente degli increduli affinché non discernano la buona notizia intorno al Cristo. — Luca 22:53; II Cor. 4:4; 11:14, 15.
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CedroAusiliario per capire la Bibbia
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Cedro
[ebr. ʼèrez].
I cedri, e particolarmente quelli del Libano, erano rinomati in tempi biblici e hanno una parte importante nel resoconto della costruzione del tempio di Salomone.
Il cedro del Libano (Cedrus libani) è un albero maestoso di proporzioni imponenti, con radici forti e profonde, e quindi il nome ebraico, derivato da una radice che significa “essere saldo”, è molto appropriato. Grandi foreste di cedri un tempo ricoprivano i monti del Libano, ma oggi, a motivo dello sfruttamento indiscriminato senza la dovuta tutela e il rimboschimento, ne rimangono solo pochi esemplari. Le devastazioni della guerra hanno senza dubbio contribuito al loro esaurimento. Comunque gli alberi rimasti offrono ancora una vista imponente. — Confronta Cantico di Salomone 5:15.
I cedri possono raggiungere un’altezza di 40 m circa e il tronco ha a volte una circonferenza di 12 m. Con i lunghi rami che si allargano orizzontalmente dal tronco, possono raggiungere una circonferenza totale di 60–90 m. L’albero, di forma piramidale quando è giovane, crescendo tende ad appiattirsi in cima. Il fogliame è disposto in distinti strati orizzontali (anziché essere intrecciato); sui rami crescono ciuffetti di aghi simili a fiori rotondi di color verde brillante, lunghi poco più di 1 cm, e pigne giallo–brune che trasudano una fragrante resina. La corteccia è color bruno–rossiccio e assai ruvida. Il tronco con l’età diventa nodoso.
Il legno di cedro ha una calda sfumatura rossa, è liscio e molto apprezzato nell’edilizia per la sua bellezza, fragranza, durata e resistenza agli insetti. — Cant. 1:17; 4:11.
Il largo impiego di legno di cedro richiese il lavoro di migliaia di uomini per tagliare gli alberi, trasportarli a Tiro o Sidone sulla costa del Mediterraneo, farne delle zattere che scendessero galleggiando lungo la costa probabilmente fino a Ioppe, di dove erano trasportati via terra a Gerusalemme. Tutto questo lavoro veniva svolto grazie a un contratto stipulato fra Salomone e Hiram. (I Re 5:6-18; II Cron. 2:3-10) L’importazione di legname continuò anche in seguito tanto che si poteva dire che durante il suo regno Salomone aveva reso ‘il legno di cedro come i sicomori per quantità’. — I Re 10:27; confronta Isaia 9:9, 10.
Nelle Scritture il maestoso cedro è usato figurativamente per rappresentare imponenza, eccellenza e forza, sia reali che apparenti. (Ezec. 31:2-14; Amos 2:9; Zacc. 11:1, 2; Giob. 40:17) Infatti Ioas re di Israele intendeva con la sua risposta insultare Amazia re di Giuda paragonando il suo regno a un’“erbaccia spinosa” e assomigliando invece il proprio regno a un possente cedro del Libano. (II Re 14:9; confronta Giudici 9:15, 20). Il cedro ha una parte drammatica nell’enigma di Ezechiele (cap. 17), in cui il re e i principi di Giuda sono paragonati alla cima di un cedro del Libano portata a Babilonia. (Ezec. 17:1-4, 12, 13) Più avanti il Messia è rappresentato profeticamente da un ramoscello della cima stessa del cedro, che Geova pianta poi su un alto monte. — Ezec. 17:22-24; confronta Isaia 11:1; Geremia 23:5; 33:15; Salmo 2:6; Rivelazione 14:1; Daniele 4:17.
È chiaro che il cedro fu usato figurativamente sia in senso buono che cattivo. Divenne simbolo di alto rango per gli infedeli e materialistici re di Giuda e ne simboleggiò l’autoesaltazione e il falso senso di sicurezza. (Ger. 22:13-15, 23; Isa. 2:11-13) Ma anche la crescita e lo sviluppo del giusto sono paragonati a quelli del cedro ben radicato. (Sal. 92:12; confronta Isaia 61:3 con Salmo 92:12; 104:16). Quindi, mentre da una parte Geova promette di manifestare la sua potenza spezzando i possenti cedri del Libano e facendoli ‘saltare sui monti come vitelli’ (Sal. 29:4-6), dall’altra predice il tempo in cui farà crescere il cedro anche nel deserto (Isa. 41:19, 20) e lo sceglie fra gli alberi come una delle molte creazioni che loderanno il suo eccelso Nome. — Sal. 148:9, 13.
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CefaAusiliario per capire la Bibbia
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Cefa
Vedi PIETRO.
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CelibatoAusiliario per capire la Bibbia
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Celibato
Stato di chi non è sposato. Nel principio, dopo aver creato Adamo, “Geova Dio proseguì, dicendo: ‘Non è bene che l’uomo stia solo. Gli farò un aiuto, come suo complemento’”. (Gen. 2:18, 21-24) D’allora in poi il matrimonio è la normale regola di vita per il genere umano e le eccezioni sono state rare e dovute a ragioni speciali. — Vedi MATRIMONIO.
Uno di questi casi speciali fu quello di Geremia. Egli ebbe da Dio il comando di rimanere scapolo e non generare figli, data la situazione disperata in cui si sarebbe trovata quella nazione i cui figli sarebbero stati uccisi senza pietà da un crudele conquistatore. (Ger. 16:1-4) La figlia di Iefte fu un’altra eccezione. Per rispettare il voto di suo padre essa non esitò a rimanere nubile e a prestare servizio ininterrotto nella casa di Geova. — Giud. 11:34-40.
L’apostolo Paolo menzionò i benefici del celibato a patto che uno non sia soggetto a eccessiva pressione, non sia ‘infiammato dalla passione’ e quindi rischi di commettere fornicazione o adulterio. Rimanere celibi o nubili è “meglio” in quanto consente di servire Dio “senza distrazione”. (I Cor. 7:1, 2, 8, 9, 29-38; 9:5) Non è precisato se le quattro figlie di Filippo l’evangelizzatore si siano poi sposate, ma quando Luca scriveva erano “vergini, che profetizzavano”. — Atti 21:8, 9.
Cristo Gesù non si sposò, come Geremia. Considerando in una conversazione coi discepoli se il celibato fosse preferibile al matrimonio, Gesù disse: “Non tutti fanno posto alla parola, ma solo quelli che hanno il dono . . . e vi sono eunuchi che si son fatti eunuchi a motivo del regno dei cieli. Chi gli può far posto gli faccia posto”. — Matt. 19:10-12.
Il celibato è dunque un dono che offre a chi lo possiede il vantaggio della libertà. Gesù parlava qui in senso figurativo. Alcuni ‘gli fanno posto’ non evirandosi letteralmente, ma nel proprio cuore, risolvendo di rimanere fisicamente nella condizione
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