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  • Siate ammaestrati da Geova
    La Torre di Guardia 1962 | 1° giugno
    • Sua via’. Dobbiamo essere disposti a farci ammaestrare: “Mostrami, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. “Insegnami a fare la tua volontà, perché tu sei il mio Dio”. — Sal. 25:12, 9, 4; 143:10, Na.

      Questo mondo dà chiare prove che non è ammaestrato da Geova. Quale follia, quando si considera che egli ha tutta la sapienza e la conoscenza, ed è il più grande Insegnante e Istruttore dell’universo! Come abbiamo visto, fra i mezzi che usa per insegnare vi sono: il “libro della natura”, i provvedimenti, lo spirito santo, la sua visibile organizzazione e la sua ispirata Parola. Ed egli è sempre pronto a insegnare a tutti coloro che lo temono e sono mansueti.

      Mancare di essere addestrati da Geova significa distruzione. Perché morire? Geova non si compiace della morte degli empi. (Ezech. 33:11) Siate ammaestrati da Geova e renderete felici lui, voi stessi ed altri. (Prov. 27:11) In considerazione del tempo in cui viviamo, non indugiate. Cominciate subito ad essere ammaestrati da Geova e vivete.

  • “Un uomo spregevole”
    La Torre di Guardia 1962 | 1° giugno
    • “Un uomo spregevole”

      LO STORICO romano Svetonio scrisse una storia dei dodici Cesari. Figlio di un cavaliere romano, Svetonio raccolse parecchie informazioni sulle peggiori azioni dei Cesari essendone testimone oculare. Egli stesso visse quasi trent’anni sotto i Cesari ed ebbe libero accesso agli archivi dell’Impero e del Senato. È interessante esaminare la descrizione che Svetonio fece di Tiberio Cesare, colui che la Bibbia menziona profeticamente chiamandolo “un uomo spregevole”; questo, a causa delle sue cattive qualità. (Dan. 11:21, VR) Di questa persona spregevole, nel suo libro Vite (tradotto in inglese da Robert Graves col titolo The Twelve Caesars), Svetonio scrive:

      ● “Alcuni segni del carattere selvaggio e crudele di Tiberio potevano notarsi anche nella sua fanciullezza. Pare che Teodoro il Gadareno, che gli insegnò retorica, fosse il primo a notarlo, infatti, quando aveva occasione di rimproverare Tiberio, lo chiamava ‘vile, assetato di sangue!’ Ma quando divenne Imperatore, mentre godeva ancora del favore popolare grazie alla sua ostentata moderazione, non poté esservi dubbio che Teodoro aveva avuto ragione. . . .

      ● “Un magistrato romano chiese a Tiberio se, secondo lui, si doveva riunire la corte per decidere i casi di lesa maestà. Tiberio rispose che si doveva rendere esecutiva la legge; e la rese esecutiva, nel modo più selvaggio. Un uomo fu accusato di aver decapitato un’immagine di Augusto con l’intenzione di sostituirgli un’altra testa; egli fu processato davanti al Senato e, poiché vi erano prove contraddittorie, Tiberio fece mettere alla tortura i testimoni per esaminarli. L’accusato fu condannato a morte, e questo fornì il precedente per fare delle immaginarie accuse; ora le persone potevano essere giustiziate per . . . essersi cambiate d’abito vicino ad un’immagine di Augusto, per aver portato l’anello o una moneta, con la testa di Augusto, in una latrina o in un bordello; o per aver criticato qualunque cosa Augusto avesse detto o fatto. Fu il colmo quando un uomo fu messo a morte solo perché aveva permesso che il consiglio della sua città natale gli rendesse gli onori lo stesso giorno in cui un tempo si rendevano gli onori ad Augusto.

      ● “Tiberio commise molte altre azioni malvage con la scusa di correggere la pubblica moralità, ma in realtà per appagare la sua brama di veder soffrire le persone, e per questo si scrissero molte satire contro i mali del tempo . . .

      ● “Alcuni giorni dopo il suo arrivo a Capri un pescatore interruppe la sua solitudine per offrirgli un’enorme muggine, che aveva trascinato sulle scogliere prive di strada nella parte posteriore dell’isola. Tiberio ne fu talmente spaventato che ordinò alle sue guardie di scorticare il viso del pescatore con il muggine. Le squame gli spellarono il viso, e il pover’uomo gridò nella sua agonia: ‘Sia ringraziato il Cielo, che non portai a Cesare quel granchio che avevo anche preso!’ Tiberio mandò a prendere il granchio e lo fece impiegare nello stesso modo. . . .

      ●

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