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  • Assuero
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    • genocidio degli ebrei. Questo disegno fu sventato da Ester e da suo cugino Mardocheo, Aman fu impiccato, e un nuovo decreto diede agli ebrei il diritto di combattere gli aggressori. — Est. 3:1-8, 11; 8:3-14; 9:5-10.

      Serse I sembra sia anche il “quarto [re]” menzionato in Daniele 11:2, essendo i tre precedenti Ciro il Grande, Cambise e Dario [figlio di Istaspe]. Benché altri sette re siano succeduti a Serse sul trono dell’impero persiano, Serse fu l’ultimo imperatore persiano a far guerra alla Grecia, la cui ascesa come potenza mondiale dominante è descritta nel versetto immediatamente successivo. — Dan. 11:3.

      Serse fu infine assassinato da un cortigiano e gli successe al trono Artaserse Longimano. — Vedi ESTER, LIBRO DI.

  • Assurbanipal
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    • Assurbanipal

      Vedi ASENAPPAR.

  • Astoret
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    • Astoret

      (Àstoret).

      Dea dei cananei, ritenuta la moglie di Baal. Astoret è spesso rappresentata come una donna nuda con gli organi sessuali molto accentuati. L’adorazione di questa dea era diffusa fra vari popoli dell’antichità, e il nome “Astoret” era comune in una forma o nell’altra. La forma greca è Astarte. Astoret non è che una delle manifestazioni dell’antica dea madre babilonese, patrona dell’amore sensuale, della maternità e della fertilità, ed è stata identificata con Ishtar e simili dee della fertilità.

      L’adorazione di Astoret probabilmente esisteva in Canaan già al tempo di Abraamo, infatti c’era una città chiamata “Asterot-Carnaim”. (Gen. 14:5) Pure menzionata nelle Scritture è la città di Astarot, dimora del gigantesco Og re di Basan. Il nome stesso potrebbe indicare che era un centro dell’adorazione di Astoret. — Deut. 1:4; Gios. 9:10; 12:4.

      La forma singolare ʽashtòreth (Astoret) compare per la prima volta nella Bibbia a proposito dell’apostasia del re Salomone nell’ultima parte del suo regno. In quel tempo gli israeliti cominciarono ad adorare l’Astoret dei sidoni. (I Re 11:5, 33) Al singolare ricorre solo un’altra volta in relazione al re Giosia che abbatté gli alti luoghi che Salomone aveva edificati ad Astoret e ad altre divinità. (II Re 23:13) È stato suggerito che la forma ebraica ʽashtòreth sia probabilmente una combinazione della forma fenicia del nome di questa dea, ‘strt, con le vocali della parola ebraica bòsheth (vergogna), a indicare ripugnanza. Il plurale ʽashtaròhth (“immagini di Astoret”, NM; “Astarti”, PIB) probabilmente si riferisce alle immagini o manifestazioni di questa dea pagana. — Giud. 2:13; 10:6; I Sam. 7:3, 4.

      Il nome “Astoret”, secondo Gesenius, forse è derivato dal persiano sitara, che significa stella. Astoret fu identificata da alcuni antichi scrittori con la luna e da altri col pianeta Venere. I riferimenti scritturali all’adorazione del sole, della luna e delle stelle in relazione alla pratica del baalismo in Israele, suggeriscono che questa dea, considerata la moglie di Baal, può esser stata identificata con uno o più corpi celesti. (II Re 23:5; Ger. 7:9; 8:2) Forse Astoret è la dea chiamata “regina dei cieli” in Geremia 7:18 e 44:17, dov’è menzionato che veniva adorata con offerte di incenso, libagioni e focacce votive.

  • Astrologi
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    • Astrologi

      (astròlogi).

      Il termine gezàr ricorre solo nella parte di Daniele scritta in aramaico (Dan. 2:4b–7:28), ed ha il significato fondamentale di “dividere”, si pensa a indicare coloro che dividono i cieli in configurazioni. Alcune versioni italiane (Di, CEI) traducono la parola originale aramaica gezàr con il termine “indovino”. (Dan. 2:27; 4:7 [v. 4, CEI]; 5:7, 11) Questo culto astrologico era praticato da coloro “che, dalla posizione delle stelle all’ora della nascita, con varie arti di calcolo e divinazione, determinavano il fato degli individui” (Lexicon di Gesenius nella revisione di Tregelles, pp. 166, 167). L’astrologia è essenzialmente politeistica; la sua origine nella bassa Mesopotamia risale probabilmente a poco dopo il Diluvio quando gli uomini si allontanarono dalla pura adorazione di Geova. Il nome “caldeo” col tempo divenne praticamente sinonimo di “astrologo”.

      Secondo la pseudoscienza dell’astrologia si credeva che un dio diverso controllasse ciascuna sezione dei cieli. Ogni movimento o fenomeno celeste, come il sorgere e il calare del sole, gli equinozi e i solstizi, le fasi lunari, le eclissi e le meteore, era attribuito a questi dèi. Perciò si osservavano tali movimenti cosmici, si facevano elaborati grafici e tabelle della loro ricorrenza, e su questa base venivano predetti avvenimenti terrestri e casi umani. Ogni cosa, pubblica e privata, si credeva fosse determinata da queste divinità astrali. Di conseguenza non si prendevano decisioni politiche o militari senza invitare gli astrologi a leggere e interpretare i presagi ed esprimere un parere. In tal modo la classe sacerdotale acquistò grande potere e influenza nella vita dei singoli. I sacerdoti vantavano grande sapienza, percezioni e poteri soprannaturali. Nessun grande tempio costruito dai babilonesi mancava del suo osservatorio astronomico.

      Nell’VIII secolo a.E.V. il profeta Isaia, nel predire la distruzione di Babilonia, sfidò i consiglieri astrologici che osservavano le stelle a salvare quella città condannata: “[Tu, Babilonia,] ti sei affaticata con la moltitudine dei tuoi consiglieri. Stiano in piedi, ora, e ti salvino, gli adoratori dei cieli, quelli che guardano le stelle, che alle lune nuove danno conoscenza circa le cose che verranno su di te”. — Isa. 47:13.

      Nel corso della storia Daniele e i suoi tre compagni furono portati prigionieri in questo paese di astrologi. Dopo averli messi alla prova “riguardo a ogni affare di sapienza e di intendimento”, il re di Babilonia trovò che quegli ebrei erano “dieci volte migliori di tutti i sacerdoti che praticavano la magia e gli evocatori che erano in tutto il suo regale reame”. (Dan. 1:20) Da allora in poi Daniele fu chiamato “capo dei sacerdoti che praticano la magia” (Dan. 4:9), ma è importante notare che non rinunciò mai all’adorazione di Geova per diventare uno che scruta le stelle e ‘divide i cieli’. Per esempio, Nabucodonosor si infuriò talmente quando gli astrologi e gli altri “saggi” non riuscirono a rivelargli il sogno, che esclamò: “Sarete smembrati, e le vostre proprie case saranno mutate in latrine pubbliche”. (Dan. 2:5) Daniele e i suoi compagni erano inclusi in quest’ordine imperioso, ma prima che fosse eseguita la sentenza, Daniele, condotto dinanzi al re, gli annunciò: “Esiste un Dio nei cieli che è il Rivelatore dei segreti”, ma “in quanto a me, non per alcuna sapienza che esista in me più che in qualsiasi altro vivente questo segreto mi è rivelato”. — Dan. 2:28, 30.

      I MAGI CHE ANDARONO DA GESÙ

      Alcuni astrologi (gr. màgoi; reso di solito in italiano “magi”; “uomini sapienti”, PS; “maghi”, ED) portarono doni al bambino Gesù. (Matt. 2:1-16) Osservando chi fossero questi màgoi, The Imperial-Bible Dictionary (Vol. II, p. 139) dice: “Secondo Erodoto i magi erano una tribù della Media, che professavano di interpretare sogni, e avevano l’incarico

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