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  • Abdia: impiegato da Dio per avvertire e confortare

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  • Abdia: impiegato da Dio per avvertire e confortare
  • La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
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  • UMILIATO L’ALTEZZOSO EDOM
  • “SCRUTATI” MINUZIOSAMENTE
  • NESSUN AIUTO PER EDOM
  • LA RAGIONE
  • IL GIORNO DI GEOVA È VICINO’
  • EDOM DIVIENE COME “STOPPIA”
  • “E IL REGNO DEVE DIVENIRE DI GEOVA”
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    La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1980
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1982
w82 15/1 pp. 23-26

Abdia: impiegato da Dio per avvertire e confortare

“LA VISIONE di Abdia”. Così comincia il libro più breve delle ispirate Scritture Ebraiche. Contiene sia un avvertimento di calamità per il paese e gli abitanti di Edom (a sud-est del Mar Morto), sia un messaggio di conforto per i servitori di Dio. Il brano iniziale continua dicendo:

“Questo è ciò che il Signore Geova ha detto riguardo a Edom: ‘Abbiamo udito una notizia da Geova, ed è stato mandato un inviato fra le nazioni: “Levatevi, e leviamoci contro di lei in battaglia’”. — Abd. 1.

Il nome “Abdia” significa “Servitore di Iah [Geova]”, e questo è tutto ciò che si sa sul conto dello scrittore di questo libro profetico. Comunque il libro di Abdia è veramente utile per gli odierni adoratori di Dio. Il modo in cui Geova trattò Edom, secondo la descrizione che ne fa Abdia, costituisce un esempio ammonitore di come il Creatore un giorno eliminerà dalla terra tutti quelli che odiano Dio e il suo popolo. Dall’altro lato Abdia rincuora gli adoratori di Dio non solo con la promessa della libertà dall’oppressione, ma anche con quella di una prosperità senza fine.

Appropriatamente il messaggio di Abdia è definito una “visione”. (Abd. 1) Spesso le Scritture si riferiscono ai profeti come a ‘veggenti’. (I Sam. 9:9; II Sam. 15:27; I Cron. 9:22) Anche quando il profeta non vedeva nulla, spesso le comunicazioni profetiche erano chiamate visioni. — Dan. 9:24; Naum 1:1.

UMILIATO L’ALTEZZOSO EDOM

Secondo Abdia, Dio avrebbe suscitato nazioni perché impegnassero un distruttivo combattimento contro gli edomiti. Poiché le parole di Abdia venivano dal Sovrano “Signore Geova”, il loro adempimento era certo.

Può darsi che gli edomiti ridessero di tale predizione di calamità per la loro nazione. Edom aveva un territorio montagnoso. I primi abitanti della zona furono chiamati “Orei”, che significa abitatori di caverne. (Gen. 14:6; Deut. 2:12, 22) Le alture dei monti su cui abitavano, difficili da raggiungersi, facevano sentire gli edomiti troppo al sicuro da un attacco nemico.

Tenendo conto di questo, Dio dichiarò tramite Abdia: “‘Ecco, ti ho fatto piccolo fra le nazioni. Sei disprezzato assai. La presunzione del tuo cuore è ciò che ti ha ingannato, tu che risiedi nei recessi della rupe, l’alto dove dimori, dicendo in cuor tuo: “Chi mi tirerà giù a terra?” Se tu facessi la tua posizione alta come l’aquila, o se ponessi fra le stelle il tuo nido, di lì ti tirerei giù’, è l’espressione di Geova”. — Abd. 2-4.

I presuntuosi edomiti dovevano essere resi ‘piccoli’ in quanto a numero e dignità. Dio li avrebbe ridotti in rovina indipendentemente dall’altezza delle loro dimore o dalla loro inaccessibilità.

“SCRUTATI” MINUZIOSAMENTE

In seguito Geova indicò fino a che punto Edom sarebbe stato devastato dai suoi nemici: “Se fossero venuti a te i ladri, se fossero venuti di notte gli spogliatori, fino a che punto ti saresti ridotto al silenzio? Non avrebbero essi rubato quanto volevano? O se fossero venuti a te i vendemmiatori, non avrebbero lasciato rimanere dei racimoli?” — Abd. 5.

Di solito i ladri rubano solo ‘quanto vogliono’, anziché spogliare completamente la casa. Similmente i vendemmiatori avrebbero sempre lasciato indietro qualche grappolo. Ma con Edom le cose sarebbero andate diversamente.

Abdia spiega: “Oh fino a qual punto sono stati scrutati i figli di Esaù! Come sono stati cercati i suoi tesori nascosti!” (Abd. 6) I nemici degli edomiti avrebbero minuziosamente setacciato ogni caverna e ogni recesso nascosto. Non avrebbero tralasciato nessun tesoro celato.

NESSUN AIUTO PER EDOM

Quando le nazioni nemiche avrebbero cominciato i preparativi bellici contro Edom, questa nazione avrebbe naturalmente chiesto aiuto alle popolazioni che considerava sue alleate. Ma quando gli edomiti avrebbero mandato loro messaggeri per chiedere aiuto e protezione contro gli invasori, i messaggeri sarebbero stati mandati “fino alla linea di confine” dei paesi in cui erano andati a cercare aiuto. Sarebbero stati scortati fuori senza nessuna promessa di aiuto. Lo stesso trattamento avrebbero ricevuto gli edomiti che sarebbero fuggiti oltre i confini dei paesi vicini per sfuggire alla morte. Sarebbe stato loro rifiutato l’accesso o sarebbero stati espulsi. (Abd. 7) Anche fra gli stessi edomiti nessuno sarebbe stato abbastanza saggio e potente da impedire il disastro. — Abd. 8, 9.

LA RAGIONE

La ragione della calamità che doveva abbattersi su Edom è spiegata con queste parole: “A causa della violenza al tuo fratello Giacobbe, ti coprirà la vergogna, e dovrai essere stroncato a tempo indefinito. Nel giorno in cui te ne stesti da parte, nel giorno in cui gli estranei portarono le sue forze militari in cattività e quando completi stranieri entrarono nelle sue porte e gettarono le sorti su Gerusalemme, anche tu eri come uno di loro”. — Abd. 10, 11.

Gli israeliti discendevano da Giacobbe e gli edomiti dal suo gemello Esaù. Poiché Giacobbe aveva acquistato da lui il diritto di primogenitura, Esaù cominciò a nutrire un odio omicida nei confronti del fratello. (Gen. 25:27-34; 27:30-45) In tutta la loro storia gli edomiti continuarono a manifestare questo odio verso Israele. (Num. 20:14-21; II Re 8:20-22; II Cron. 21:8-10; 28:16-20; Sal. 83:4-8) Nel IX secolo a.E.V., tramite il profeta Amos, Geova accusò Edom “a motivo del suo inseguire il suo proprio fratello con la spada, e perché rovinò le sue proprie qualità misericordiose, e la sua ira continua a sbranare per sempre; e la sua furia, l’ha conservata in perpetuo”. — Amos 1:11.

Più di due secoli dopo, tale odio si manifestò in modo particolarmente perfido quando i babilonesi al comando del re Nabucodonosor distrussero Gerusalemme e il suo tempio. Ripensando a quell’avvenimento, l’ispirato salmista scrisse: “Ricorda, o Geova, riguardo ai figli di Edom il giorno di Gerusalemme, i quali dicevano: ‘Denudatela! Denudatela fino al fondamento entro di essa!’” — Sal. 137:7.

Mediante Abdia, Dio accusò Edom per quello spirito ostile, dicendo: “E non saresti dovuto stare a guardare nel giorno del tuo fratello, nel giorno della sua sfortuna; e non ti saresti dovuto rallegrare dei figli di Giuda nel giorno che perirono; . . . E non saresti dovuto stare alla divisione delle vie, per stroncare i suoi scampati; e non avresti dovuto cedere i suoi superstiti nel giorno dell’angustia”. (Abd. 12-14) La slealtà di Edom verso Israele arrivò al punto di inseguire quelli che fuggivano e di consegnarli al nemico. Ma agendo in quel modo gli edomiti mostrarono di ignorare un fatto essenziale. Quale?

IL GIORNO DI GEOVA È VICINO’

Geova continuò a dire: “Poiché il giorno di Geova contro tutte le nazioni è vicino. Nel modo che tu hai fatto, sarà fatto a te. La tua sorta di trattamento ricadrà sulla tua propria testa. Poiché nel modo in cui voi avete bevuto sul mio santo monte, tutte le nazioni continueranno a bere di continuo. E per certo verranno e trangugeranno e sarà come se non fossero mai stati”. — Abd. 15, 16.

Gli edomiti si erano uniti ai nemici del popolo di Dio per celebrare con sbevazzamenti e gozzoviglie la disfatta e il saccheggio di Israele. Ora sarebbe stato il loro turno di ‘bere il calice’ dell’ira di Dio. Un giorno non solo la loro nazione, ma tutte le nazioni ostili alla nazione scelta da Dio sarebbero divenute ‘come se non fossero mai state’.

EDOM DIVIENE COME “STOPPIA”

Geova aveva promesso che la progenie di Abraamo, Isacco e Giacobbe avrebbe preso possesso del paese che in seguito fu chiamato Palestina. (Gen. 15:7, 17-21) Ciò avvenne, ma in seguito il popolo fu portato in esilio dai babilonesi e il paese divenne una distesa desolata.

Tramite Abdia Geova garantì che gli israeliti ne avrebbero ripreso possesso. Infatti mediante il profeta Dio disse: “E gli scampati saranno sul monte Sion, e deve divenire qualche cosa di santo; e la casa di Giacobbe deve prender possesso delle cose che dovrebbero possedere. E la casa di Giacobbe deve divenire un fuoco, e la casa di Giuseppe una fiamma, e la casa di Esaù come la stoppia; e li devono bruciare e divorare. E non ci sarà nessun superstite della casa di Esaù; poiché Geova stesso ha parlato”. — Abd. 17, 18.

Israele non sarebbe più stato diviso nel regno delle due tribù di Giuda e Beniamino (a volte chiamato “Giacobbe” nella Bibbia) e nel regno settentrionale delle dieci tribù (a volte chiamato “la casa di Giuseppe”). Queste parole preannunciavano la restaurazione dell’unità di tutt’e dodici le tribù d’Israele. Edom, al contrario, doveva scomparire. Gli israeliti avrebbero divorato i discendenti di Esaù come il fuoco divora la stoppia.

Questa devastazione di Edom ebbe effettivamente luogo? Sì, e in adempimento della dichiarazione di Dio tramite Abdia vi presero parte sia gentili (versetto 1) che israeliti (versetto 18). Consideriamo alcune prove dell’adempimento di quel che era stato predetto.

Antiche iscrizioni narrano la conquista di Edom avvenuta nel VI secolo a.E.V. per opera di truppe babilonesi al comando del re Nabonedo. Secondo C. J. Gadd, studioso di storia e letteratura babilonese, le truppe di Nabonedo che conquistarono Edom e Tema includevano soldati giudei. Commentando questo fatto, John Lindsay, in un articolo intitolato “I re babilonesi ed Edom”, scrive: “Perciò, almeno in parte, le parole del profeta, secondo cui Yahweh aveva detto: ‘Recherò la mia vendetta su Edom per mano del mio popolo Israele’, si adempirono (Ezec. 25:14). Abbiamo anche un parziale adempimento delle parole di Abdia, che disse che gli ‘alleati’, ‘confederati’, ‘amici fidati’ di Edom lo avrebbero ‘ingannato’, avrebbero ‘prevalso contro’ di esso e ‘posto una trappola sotto’ di esso. Possiamo notare qui un riferimento ai babilonesi, che, sebbene ai giorni di Nabucodonosor fossero stati disposti a concedere loro di partecipare al saccheggio di Giuda, sotto Nabonedo stroncarono una volta per tutte le velleità commerciali e mercantili di Edom (cfr. Abd. 1 e 7)”. — Palestine Exploration Quarterly, gennaio-giugno 1976, pagina 39.

Questo concorda con le evidenze bibliche riguardanti il tempo della caduta di Edom. Come già detto, Edom era una nazione indipendente quando Gerusalemme cadde in mano alle truppe di Nabucodonosor. Tuttavia il libro di Malachia, scritto verso la metà del V secolo a.E.V. (circa cento anni dopo la campagna di Nabonedo contro Edom), narra che Dio aveva già reso ‘i monti di Edom una distesa desolata e la sua eredità per gli sciacalli del deserto’. — Mal. 1:3.

“E IL REGNO DEVE DIVENIRE DI GEOVA”

Gli israeliti avrebbero preso nuovamente possesso del paese dal quale erano stati portati in esilio in Babilonia. Oltre a ciò il libro di Abdia descrive che il territorio d’Israele si sarebbe esteso in tutte le direzioni: a sud nel Negheb, a est nell’ex territorio di Edom e a ovest nella Sefela e in territorio filisteo. L’estensione a nord-ovest sarebbe arrivata, seguendo tutta la costa fenicia, fino a Zarefat, a nord, fra Tiro e Sidone. A nord-est si sarebbero estesi in tutta la zona precedentemente occupata dal regno d’Israele, composto di dieci tribù, inclusi Efraim, Samaria e la zona di Galaad a est del fiume Giordano. Invece di essere confinati in una lontana terra straniera, gli esiliati di Gerusalemme avrebbero fatto ritorno perfino da Sefarad (che pare si trovasse in Asia Minore) e avrebbero preso possesso di un’eredità territoriale che si sarebbe estesa a sud fino a comprendere il Negheb, territorio un tempo invaso dagli edomiti. — Abd. 19, 20.

Il libro di Abdia termina in tono incoraggiante, dichiarando: “E salvatori per certo saliranno al monte Sion, per giudicare la regione montagnosa di Esaù; e il regno deve divenire di Geova”. (Abd. 21) Dopo la morte di Giosuè, Dio aveva suscitato giudici per ‘salvare’ Israele dall’oppressione e riconquistare il territorio invaso dal nemico, e Abdia descrive gli israeliti rimpatriati come se fossero stati impegnati in un compito simile. — Giud. 2:16.

Felicemente questa profezia, se se ne estende il significato, garantisce che un giorno tutti i nemici di Dio saranno annientati e che il dominio divino sarà esteso a tutta la terra. (Sal. 22:27, 28) Questo messaggio di avvertimento e di conforto da parte del vero Dio merita di ricevere la più ampia divulgazione. Prendete regolarmente parte all’opera di annunciarlo ad altri?

[Immagine a pagina 24]

EDOM

Il messaggio di Abdia: avvertimento di distruzione per Edom e promessa di restaurazione per il popolo di Dio

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