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  • L’adorazione dell’unico vero Dio viene innalzata
    La Torre di Guardia 1982 | 1° marzo
    • L’adorazione dell’unico vero Dio viene innalzata

      1, 2. Durante la prima guerra mondiale, perché l’adorazione del solo vivente e vero Dio scese a un livello molto basso, e com’era descritto questo in Michea 3:12?

      LA PRIMA guerra mondiale fu per l’umanità un tempo tenebroso senza precedenti. Fu come se le potenze delle tenebre avessero prevalso ovunque. Sembrava che “il governante del mondo” avesse trionfato. (Giov. 14:30) Mentre il suo impero mondiale della falsa religione, inclusa la cristianità, passava a dare patriottico sostegno alle nazioni guerrafondaie, su tutte le persone religiose veniva esercitata una tremenda pressione. Così persino l’adorazione dell’unico vivente e vero Dio scese a un livello molto basso. I suoi sostenitori furono perseguitati e sottoposti a restrizioni, fra cui l’imprigionamento. La loro condizione si fece critica, come quella descritta in Michea 3:12:

      2 “Sion sarà arata come un semplice campo, e Gerusalemme stessa diverrà semplici mucchi di rovine, e il monte della casa [del tempio] sarà come gli alti luoghi di una foresta”, simile a un campo abbandonato, che col passar del tempo si ricopre di fitta vegetazione fino all’altezza degli alberi.

      3. A quale idea si erano rassegnati gli adoratori del vero Dio, ma secondo la profezia cosa avevano ancora da fare prima che venisse la “fine”?

      3 Sembrava che fosse giunta la fine, la fine dell’intero sistema di cose sulla terra. “Odiati da tutte le nazioni”, gli adoratori dell’Iddio della Bibbia si erano rassegnati a questa idea. (Matt. 24:9) Tuttavia erano solo entrati nel “termine del sistema di cose”. Avevano ancora molto lavoro da compiere nell’opera di salvezza prima di arrivare alla parte finale di quel “termine del sistema di cose”. Come aveva predetto il grande Governante uscito da Betleem, ‘questa buona notizia del regno doveva essere predicata in tutta la terra abitata in testimonianza a tutte le nazioni, e allora sarebbe venuta la fine’. (Matt. 24:3, 14) La profezia di Michea era in armonia con questo, anche se Michea l’aveva scritta centinaia d’anni prima.

      4. Dopo aver descritto la desolazione che doveva abbattersi su Gerusalemme e sul paese di Giuda, quale cambiamento in meglio predice Michea 4:1-4 alla gloria di Geova?

      4 Dopo aver descritto la rovina in cui i babilonesi avrebbero ridotto il paese di Giuda e la sua capitale Gerusalemme (Sion), Michea proseguì dicendo: “E deve accadere nella parte finale dei giorni che il monte della casa [tempio] di Geova sarà fermamente stabilito al di sopra della cima dei monti, e sarà per certo innalzato al di sopra dei colli; e a esso devono affluire i popoli. E molte nazioni per certo verranno e diranno: ‘Venite, e saliamo al monte di Geova e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e la parola di Geova da Gerusalemme. Ed egli renderà per certo giudizio fra molti popoli, e metterà le cose a posto rispetto a potenti nazioni lontane. Ed esse dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non alzeranno più la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra. Ed effettivamente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato”. — Mic. 4:1-4.

      5. Quale edificio si trova oggi in cima al monte della casa di Geova, e adempie questo Michea 4:1-4?

      5 Durante la prima guerra mondiale la Gerusalemme terrestre fu occupata dalle truppe britanniche al comando del generale Allenby, e in riconoscimento di ciò la Lega delle Nazioni diede alla Gran Bretagna il mandato sul territorio, fino al 1948. Allo scadere del mandato scoppiò la guerra fra ebrei e arabi, e oggi lo stato di Israele occupa anche la città di Gerusalemme, circondata di mura. Ma la cima del monte su cui fino al 70 E.V. sorgeva la casa di adorazione di Geova è forse coronata da un tempio dedicato alla sua adorazione? No, su di esso si trova la Cupola della Roccia, in cui si adora la divinità islamica Allah, e persone di molte nazioni la visitano come attrazione turistica. Senza possibilità di smentita, questo non è l’adempimento di Michea 4:1-4.

      6. Ciò nonostante, perché Michea 4:1-4 è in corso di adempimento, e perché la Gerusalemme terrestre non figura nell’adempimento?

      6 Eppure quella profezia è in corso di adempimento sin dall’anno postbellico del 1919. Com’è possibile? È possibile perché vi è implicata una Gerusalemme più alta. Ricordiamo che il 9 nisan del 33 E.V. Gesù Cristo, il Governante uscito da Betleem, fece il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, dove però non fu accettato come re. Due giorni dopo, l’11 nisan, compianse quella Gerusalemme terrestre, dicendo: “Quanto spesso ho voluto radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali! Ma voi non avete voluto. Ecco, la vostra casa [il vostro tempio] vi è abbandonata”. (Matt. 23:37, 38) Tre giorni dopo, il 14 nisan, Gesù subì il martirio sul Calvario fuori di Gerusalemme. Allora Geova Dio, da parte sua, abbandonò quel tempio, nonostante fosse dedicato a lui. Non era più il suo approvato luogo di adorazione. Questo fatto fu reso drammaticamente evidente dalla distruzione che lo colpì nel 70 E.V.

      7. Quando fu che la Gerusalemme di sopra divenne la madre dei discepoli di Gesù, e cosa indica Paolo?

      7 Quaranta giorni dopo la sua risurrezione, Gesù ascese al cielo, e dieci giorni dopo, il giorno della Pentecoste, versò lo spirito santo sui suoi discepoli in attesa nella Gerusalemme terrestre. Con quell’avvenimento la Gerusalemme di sopra divenne la loro madre. Riguardo a ciò l’apostolo cristiano Paolo scrisse nella sua lettera alle congregazioni della Galazia: “La Gerusalemme di sopra è libera, ed essa è nostra madre”. (Gal. 4:26) Tuttavia quando in seguito scrisse agli ebrei cristiani in generale, lo stesso apostolo disse: “Ma vi siete accostati al monte Sion e alla città dell’Iddio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, in generale assemblea, e alla congregazione dei primogeniti che sono stati iscritti nei cieli, e a Dio giudice di tutti, e alle vite spirituali dei giusti che sono stati resi perfetti”. (Ebr. 12:22, 23; Riv. 21:2) È riguardo a questa Nuova Gerusalemme, la Gerusalemme spirituale, su uno spirituale monte Sion, che Michea 4:1-4 profetizza. È su questa Gerusalemme spirituale, il Regno Messianico, che la profezia di Michea si sta oggi adempiendo!

      8. Dal 1914 in che misura l’adorazione del solo vero Dio è stata innalzata qui sulla terra?

      8 Dai turbolenti anni del 1914-1918, l’adorazione dell’Iddio che veniva adorato nella “casa” o tempio che una volta sorgeva su uno dei monti dell’antica Gerusalemme continua a essere innalzata. L’adorazione di Geova è stata ‘stabilita al di sopra della cima dei monti’ su cui sorgevano o tuttora sorgono i templi dei falsi dèi di questo sistema. L’adorazione dell’unico vivente e vero Dio è stata davvero ‘innalzata al di sopra dei colli’.

      9. Dopo la prima guerra mondiale, in che modo la situazione consentì di innalzare l’adorazione di Geova, e cosa diceva in merito Michea 2:12, 13?

      9 Particolarmente dopo la fine della prima guerra mondiale, nell’autunno del 1918, l’adorazione di Geova quale Iddio Altissimo è stata innalzata fino al cielo. In che modo? Perché, per la prima volta dopo la guerra, fu possibile la restaurazione degli adoratori di Geova dalla loro condizione di oppressione, dispersione e restrizione simile a quella degli esiliati giudei in Babilonia dal 607 al 537 a.E.V. La profezia di Michea prediceva che gli israeliti spirituali sarebbero stati di nuovo radunati e che sarebbe stata loro aperta la via per fuggire da una tale schiavitù babilonica, dicendo: “‘Positivamente raccoglierò Giacobbe, voi tutti; senza fallo radunerò insieme i rimanenti di Israele. Li porrò in unità, come un gregge in un recinto, come un branco in mezzo alla sua pastura; saranno rumorosi di uomini’. Chi fa una rottura per certo salirà dinanzi a loro: effettivamente faranno una rottura. E passeranno per la porta, e ne usciranno. E il loro re uscirà dinanzi a loro, con Geova alla loro testa”. — Mic. 2:12, 13.

      10. Chi è il “re” di cui parla la profezia di Michea, e come, quando e per chi egli fece una “rottura”?

      10 Quando nel 537 a.E.V. gli israeliti lasciarono Babilonia secondo il decreto del conquistatore persiano Ciro il Grande, non erano guidati da nessun re umano della casa reale di Davide. Sedechia, l’ultimo re davidico a regnare nell’antica Gerusalemme, era già morto e sepolto a Babilonia. È quindi evidente che la profezia deve avere un’applicazione spirituale. Chi è pertanto il “re”? È colui che doveva essere intronizzato alla destra di Dio nei cieli allo scadere dei “tempi dei Gentili” (o “fissati tempi delle nazioni”) nell’autunno del 1914 E.V. (Luca 21:24, Nardoni; Traduzione del Nuovo Mondo; Sal. 110:1, 2) Questi era un “re” più grande di Ciro il conquistatore di Babilonia. Era Gesù Cristo, il nuovo “re” insediato. Fu lui a fare la “rottura”, aprendo una breccia per gli oppressi israeliti spirituali, i “rimanenti” dell’Israele o Giacobbe spirituale. Fu così che nell’anno postbellico del 1919 il glorificato Gesù Cristo aprì una via d’uscita ai suoi dedicati e battezzati discepoli che durante la prima guerra mondiale erano stati “odiati da tutte le nazioni” a motivo del suo nome. — Matt. 24:9.

      11, 12. Chi era alla testa del rimanente nella loro marcia verso la libertà, e a quale suo comando stavano ubbidendo?

      11 Quei discepoli liberati erano pronti a seguirlo come loro re intronizzato alla destra di Geova. Attraverso la “porta” da lui aperta per la fuga, egli ‘uscì dinanzi a loro’. Li portò nella vera libertà cristiana. Questo avvenne “con Geova alla loro testa”, perché fu principalmente grazie a Geova che poterono marciare verso la libertà. Fu Lui a rivolgere ai suoi adoratori prigionieri della Babilonia religiosa il seguente invito:

      12 “Uscite da essa, o popolo mio, se non volete partecipare con lei ai suoi peccati, e se non volete ricever parte delle sue piaghe”. — Riv. 18:4; Ger. 50:8, 9; Isa. 48:20.

      IL NOME PERSONALE DELL’UNICO VERO DIO VIENE ALLA RIBALTA!

      13. Era giunto il tempo che il solo vero Dio si facesse che cosa, e in che modo lo indicò La Torre di Guardia del 15 novembre 1919?

      13 Geova stava allora cominciando a farsi un nome. Giustamente il suo nome iniziò a venire alla ribalta, come più illustre di quello del suo glorificato Figlio Gesù Cristo. Per esempio La Torre di Guardia e Araldo della Presenza di Cristo, nel numero inglese del 15 novembre 1919, pubblicò il primo di una serie di articoli dal tema “La rapsodia di Isaia”, la cui prima parte fra l’altro diceva:

      In questi primi undici versetti del quarantesimo capitolo ci vengono presentate tre figure di Geova: nella prima egli è descritto come un Confortatore dopo una lunga sofferenza; nella seconda viene rappresentato come il Verace, la cui parola sussiste anche quando ogni altra cosa viene meno; nella terza come il Pastore che guida il suo popolo con cura paterna.

      Il secondo motivo di conforto è indicato dalle parole “che la sua iniquità è perdonata”. Nella sua sapienza Dio capì che i settant’anni di umiliazione nazionale subiti dal popolo ebraico sarebbero stati sufficienti a fare ammenda nei libri della giustizia divina per la tendenza, da loro manifestata per molti secoli, a commettere idolatria o ad adorare altri dèi all’infuori di Geova.

      . . . Ma sappiamo che Geova non avrebbe mai inflitto una punizione ingiusta. Egli non può contraddire se stesso. . . .

      . . . Suggerimenti [per il nome di un giornale pubblicato dalla Società] hanno messo in risalto il fatto che l’equivalente yiddish dell’espressione “la voce” verrebbe immediatamente inteso da tutti gli ebrei come qualcosa che riguarda uno speciale messaggio da Geova.

      Certo qualsiasi classe debba essere usata da Geova per il nobile scopo di servire come coeredi di Cristo ha bisogno di lunghe esperienze preparatorie prima di essere resa “idonea per l’eredità dei santi nella luce”.

      . . . Ma, quale doppia garanzia dell’adempimento delle cose promesse sopra, Geova appone di nuovo il suo nome, come se controfirmasse il proprio assegno: “la parola del nostro Dio rimane per sempre”, a dispetto degli ostacoli, veri o presunti. — Pagina 343, paragrafo 5; pagina 344, paragrafi 5-7; pagina 345, paragrafo 4; pagina 346, paragrafo 4.

      14. In che modo anche nel libro L’Arpa di Dio, pubblicato nel 1921, si dava risalto al nome di Dio?

      14 Inoltre nel primo libro pubblicato dalla Società (Watch Tower Bible and Tract Society) dopo la prima guerra mondiale, cioè L’Arpa di Dio (1921), al secondo paragrafo della prefazione si diceva: “Geova aveva un gran piano avanti alla fondazione del mondo; ma nessuno lo conosceva. Durante i primi 4000 anni della storia dell’umanità, il piano di Dio rimase segreto”.

      15. Sette anni dopo, quale risoluzione fu adottata al congresso internazionale di Detroit?

      15 Al congresso internazionale tenuto a Detroit (Michigan, U.S.A.) dal 30 luglio al 6 agosto 1928, le migliaia di presenti adottarono all’unanimità la risoluzione intitolata “Dichiarazione contro Satana e per Geova”, presentata dall’allora presidente della Società. — Vedi La Torre di Guardia inglese del 15 settembre 1928, pagine 278, 279.

      16. Quale evento culminante ebbe luogo tre anni dopo al congresso internazionale di Columbus?

      16 Ma l’evento culminante ebbe luogo nel 1931. La domenica 26 luglio le migliaia di presenti al congresso internazionale di Columbus (Ohio, U.S.A.) adottarono una risoluzione intitolata “Un nuovo nome”. Con questa risoluzione quei dedicati e battezzati adoratori dell’Iddio Altissimo assunsero un nome basato sulle Scritture, cioè “testimoni di Geova”. — Isa. 43:10, 12.

      17. Adottando questo nuovo nome, cosa fecero i congressisti, e in seguito cosa fecero le congregazioni in tutto il mondo, assumendosi quale responsabilità?

      17 In tal modo quei cristiani eliminarono tutti gli spregevoli soprannomi affibbiati loro dalla cristianità e accettarono l’onorevole designazione appropriata a loro secondo la Sacra Bibbia. Dopo il congresso di Columbus la risoluzione adottatavi fu sottoposta a tutte le congregazioni dei dedicati e battezzati discepoli del Signore Gesù Cristo in tutta la terra, nelle rispettive lingue. Tutte le congregazioni che adottarono la risoluzione lo comunicarono alla sede centrale della Società. Tutti coloro che l’accettarono si assunsero una seria responsabilità dinanzi a Geova Dio. Se non fossero vissuti all’altezza del nuovo nome sarebbero andati incontro a gravi conseguenze. Onorandolo avrebbero celebrato il nome di Dio. — La Torre di Guardia inglese del 15 settembre 1931, pagine 278, 279.

      18. La cristianità e il giudaismo hanno forse compiuto qualche azione simile? Perciò, di chi si è servito Dio per adempiere Michea 4:1-4?

      18 La storia secolare dalla prima guerra mondiale in poi menziona forse che qualche denominazione religiosa della cristianità o del giudaismo abbia compiuto un’azione simile a quella di quei testimoni di Geova? No! Perciò è stato mediante quei Testimoni che Geova Dio ha adempiuto la profezia di Michea 4:1-4. Così l’adorazione dell’unico vivente e vero Dio è stata veramente stabilita, per così dire, “al di sopra della cima dei monti”, perché ne è stata mostrata la superiorità rispetto a qualsiasi altra forma di adorazione. È ‘fermamente stabilita’ e quindi non sarà mai smossa dalla sua elevata posizione. I testimoni di Geova le conferiscono dignità, per cui, figurativamente parlando, viene ‘innalzata al di sopra dei colli’.

      19. Innalzando, per così dire, l’adorazione divina “al di sopra dei colli”, la si è resa visibile a chi, e, in armonia con ciò, quale emozionante discorso fu pronunciato a Los Angeles nel 1918?

      19 Questa elevazione dell’adorazione dell’unico vivente e vero Dio, cosa che la rende visibile da lontano, doveva servire a beneficio di persone di ogni nazione e popolo. Così, sotto la guida divina, la domenica 24 febbraio 1918, mentre era ancora in corso la prima guerra mondiale, l’allora presidente della Società pronunciò a Los Angeles, in California, un discorso molto pubblicizzato. L’argomento era sensazionale, ma in armonia col profondo significato dei tempi considerato dal punto di vista biblico. Il titolo era: “Milioni ora viventi non morranno mai”. Esso si basava sull’insegnamento biblico secondo cui ci saranno sopravvissuti umani alla “grande tribolazione” che porrà fine a questo condannato sistema di cose. (Riv. 7:9, 14) Quei privilegiati superstiti sarebbero stati introdotti nell’Età del Millennio sotto il regno di Cristo. Mediante quel governo avrebbero potuto ottenere la vita eterna su una terra riportata in condizioni paradisiache.

      20. Nel 1923, quale parabola di Gesù fu considerata al congresso di Los Angeles, e come fu applicata?

      20 Cinque anni dopo si tenne un altro congresso nella stessa città, Los Angeles, dal 18 al 26 agosto 1923, e il sabato 25 agosto il presidente della Società considerò la parabola di Gesù circa le pecore e i capri simbolici. Poiché questa parabola fa parte della profezia di Gesù sul “segno” che avrebbe contrassegnato il “termine del sistema di cose”, l’oratore la applicò alla “parte finale dei giorni” e ne collocò l’adempimento prima del Millennio. Chi erano dunque quelli rappresentati dalle “pecore” che fanno del bene ai “fratelli” spirituali del Re venendo incontro ai loro bisogni? Erano le cosiddette ‘persone di buona volontà’ che dovevano essere ricompensate con la possibilità di sopravvivere alla distruzione dell’attuale sistema di cose ed essere introdotte nel millenario sistema di cose sotto il regno di Cristo! (Vedi La Torre di Guardia inglese del 1º novembre 1923, pagina 326, e del 15 ottobre 1923, pagina 307). Queste simboliche “pecore” d’oggi sono i “popoli” che affluiscono al tempio spirituale della vera adorazione di Geova, rappresentato dal rimanente dei “fratelli” spirituali di Cristo, gli israeliti spirituali. — Mic. 4:1; Matt. 24:3; 25:31-46.

  • ‘I popoli devono affluire’ all’adorazione vivificante
    La Torre di Guardia 1982 | 1° marzo
    • ‘I popoli devono affluire’ all’adorazione vivificante

      1, 2. (a) Quando Giovanni ebbe la visione descritta in Rivelazione 7:9-17, in che condizioni si trovava il tempio di Gerusalemme? (b) Quando e dove fu identificata la “grande folla”, e quale fu la reazione dei congressisti?

      QUANDO verso il 96 E.V. l’apostolo Giovanni, un ebreo cristiano, scrisse l’ultimo libro della Bibbia, Rivelazione, il tempio giudaico a Gerusalemme era già stato distrutto dai soldati romani al comando del generale Tito. Ciò nondimeno l’apostolo Giovanni, in Rivelazione 7:9-17, descrive un’innumerevole “folla” proveniente da ogni popolo, nazione, razza e lingua, la quale viene vista mentre rende a Dio sul suo trono sacro servizio nel cortile del suo tempio. Ovviamente doveva trattarsi del tempio spirituale di Geova Dio.

      2 Nel 1935 grande fu la gioia dei testimoni di Geova e di persone di buona volontà quando i componenti di quell’innumerevole “folla” internazionale furono identificati con le “pecore” della parabola di Gesù circa le pecore e i capri. (Matt. 25:31-46) Sì, furono identificati anche con le “altre pecore” menzionate nella parabola di Gesù del Pastore eccellente. (Giov. 10:16; vedi il libro L’Arpa di Dio, pubblicato nel 1921, pagina 343, paragrafo 577; La Torre di Guardia inglese del 15 ottobre 1923, pagina 310, al sottotitolo “Due classi”). L’identificazione dei componenti della “grande folla” di Rivelazione 7:9-17 ebbe luogo al congresso tenuto a Washington (District of Columbia, U.S.A.) dal 30 maggio al 3 giugno 1935, grazie a un’aggiornata spiegazione della parabola di Gesù delle pecore e dei capri. Il giorno successivo a quella considerazione (sabato), furono battezzati 840 congressisti guidati dal nuovo intendimento conforme alla spiegazione della parabola di Gesù.

      3. Quando cominciò ad adempiersi Michea 4:2, e a quale Gerusalemme si rivolsero quelli che parteciparono all’adempimento?

      3 Le dedicate e battezzate “altre pecore” partecipano con i fratelli spirituali del re Gesù Cristo alla predicazione di “questa buona notizia del regno” in ogni luogo, “in tutta la terra abitata, in testimonianza a tutte le nazioni”. (Matt. 24:14) Così cominciò ad adempiersi Michea 4:2: “E molte nazioni per certo verranno e diranno: ‘Venite, e saliamo al monte di Geova e alla casa dell’Iddio di Giacobbe; ed egli ci istruirà intorno alle sue vie, e noi cammineremo nei suoi sentieri’. Poiché da Sion uscirà la legge, e la parola di Geova da Gerusalemme”. Per avere la “legge” basata sulla Bibbia e la “parola di Geova”, le “altre pecore” della “grande Folla” non si rivolsero alla Gerusalemme terrestre, allora occupata dalle truppe britanniche, ma alla Nuova Gerusalemme sul celeste monte Sion, tramite gli unti testimoni di Dio, gli israeliti spirituali.

      4. Fra chi cominciò allora ad adempiersi Michea 4:3, 4?

      4 Non fra le nazioni mondane che ammassavano armamenti per la seconda guerra mondiale, ma fra i componenti simili a pecore dell’internazionale “grande folla” cominciarono ad adempiersi le parole di Michea 4:3, 4: “E [Geova] renderà per certo giudizio fra molti popoli, e metterà le cose a posto rispetto a potenti nazioni lontane. Ed esse dovranno fare delle loro spade vomeri e delle loro lance cesoie per potare. Non alzeranno più la spada, nazione contro nazione, né impareranno più la guerra. Ed effettivamente sederanno, ciascuno sotto la sua vite e sotto il suo fico, e non ci sarà nessuno che li faccia tremare; poiché la medesima bocca di Geova degli eserciti ha parlato”.

      5. Durante la seconda guerra mondiale, quale atteggiamento assunsero essi, e, simbolicamente parlando, dove dimorano?

      5 Intrepidamente, senza lasciare che nessuna persona di questo mondo li facesse tremare, anche dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, avvenuto il 1º settembre 1939, i Testimoni dichiararono e proclamarono apertamente la loro neutralità nei confronti di tutte le nazioni impegnate nei violenti combattimenti. (Vedi La Torre di Guardia inglese del 1º novembre 1939, il cui articolo principale è intitolato “Neutralità”). Da allora essi hanno mantenuto questa posizione neutrale. In molti casi ciò ha significato per loro essere rinchiusi in campi di concentramento o imprigionati, e perfino uccisi dietro l’accusa di antipatriottismo. Si rifiutano di divenire parte di questo mondo, proprio come si rifiutò Gesù Cristo. Giustamente, quindi, ci si aspetta che i Testimoni mantengano la pace entro le proprie congregazioni, dimorando insieme come fratelli. (Sal. 133) Simbolicamente parlando, essi siedono ciascuno “sotto la sua propria vite e sotto il suo proprio fico”, in sicurezza, come gli israeliti durante i pacifici quarant’anni del regno di Salomone, figlio di Davide. (I Re 4:25) Durante questo “termine del sistema di cose” essi predicano pacificamente “questa buona notizia del regno . . . in tutta la terra abitata”. — Matt. 24:3, 14.

      I SOPRAVVISSUTI AD HAR-MAGHEDON CONTINUERANNO A PRATICARE LA VERA ADORAZIONE

      6, 7. Cosa diceva circa l’adempimento di Michea 5:6-9 La Torre di Guardia del 15 dicembre 1928?

      6 Perciò, fra tutti i popoli, i Testimoni sono un elemento di ristoro, proprio come predetto in Michea 5:6-9: “E [Geova] recherà per certo la liberazione dall’Assiro [la potenza mondiale assira], quando verrà nel nostro paese e quando calcherà il nostro territorio. E i rimanenti di Giacobbe devono divenire in mezzo a molti popoli come la rugiada da Geova, come copiosi acquazzoni sulla vegetazione, che non spera nell’uomo e non aspetta i figli dell’uomo terreno. E i rimanenti di Giacobbe devono divenire fra le nazioni, in mezzo a molti popoli, come il leone fra le bestie della foresta, come il giovane leone fornito di criniera fra i branchi di pecore, che, quando effettivamente passa, per certo calpesta e fa a brani; e non c’è nessun liberatore. La tua mano sarà in alto sopra i tuoi avversari, e tutti i tuoi nemici saranno stroncati”.

      7 Riferendosi a questo, l’articolo “Il Dominatore uscito da Betleem”, pubblicato nella Torre di Guardia inglese del 15 dicembre 1928, diceva:

      Questa può essere considerata un’indicazione che alcuni del rimanente saranno sulla terra anche dopo la battaglia di Armaghedon e avranno dell’altro lavoro da compiere nel nome del Signore, a sua lode e gloria. Le persone sopravvissute alla grande e terribile tribolazione non si rivolgeranno più agli uomini per avere aiuto né ai figli degli uomini per avere assistenza e conforto, ma si volgeranno al Signore e ascolteranno lietamente la sua Parola. Alcune creature avranno il privilegio, in veste di rappresentanti e messaggeri del Signore, di portare al popolo il messaggio di pace.

      Il rimanente del Signore, secondo questa profezia, andrà trionfalmente avanti nella forza di Geova. Il leone è il re della foresta, e nessuno può opporsi ad esso. I greggi di pecore sono impotenti davanti a un forte leoncello in mezzo a loro. Così il profeta descrive il fedele rimanente di Dio. Essi saranno forti e vigorosi nel nome del Signore in mezzo alle nazioni di molti popoli, per aiutare quelli che desidereranno aiuto e additare il metodo di Dio di distruggere quelli che gli si oppongono. — Pagina 376, paragrafi 35 e 36.

      8. Trattando ulteriormente l’argomento, cosa disse La Torre di Guardia del 15 marzo 1929?

      8 Trattando ulteriormente l’argomento, La Torre di Guardia inglese del 15 marzo 1929 (pagina 88, paragrafo 41) diceva:

      Anche la classe della grande moltitudine dev’essere portata alle fonti dell’acqua della vita. (Riv. 7:17) Il Signore può usare il rimanente per aiutarla in tal senso. Ci saranno molti altri che saranno stati umiliati da Armaghedon, ed essi saranno pronti ad ascoltare. Dopo Armaghedon alcuni del rimanente potrebbero essere impiegati dal Signore per rendere testimonianza e aiutare quelli che hanno bisogno di ammaestramento, e potranno farlo prima di essere effettivamente portati nelle corti della gloria eterna. È certo che ora l’opera del rimanente è quella di proclamare la buona novella in qualità di testimoni debitamente costituiti da Dio.

      9. Comunque, per poter divenire come “rugiada” e come un “giovane leone fornito di criniera” rispetto alle persone delle nazioni, ha dovuto il rimanente aspettare che prima Geova riportasse la vittoria ad Har-Maghedon?

      9 Comunque il rimanente degli israeliti spirituali non ha dovuto aspettare fino alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon per poter essere come “rugiada” ristoratrice per coloro che cercano di adorare l’“Iddio di Giacobbe” nel suo tempio spirituale. (Riv. 16:14, 16) No, per poter divenire fra le nazioni come un “giovane leone fornito di criniera” il rimanente non ha dovuto attendere che prima Geova riportasse la vittoria al culmine di quella guerra finale. Come il profeta Isaia quando ebbe la visione di Geova nel suo tempio, essi hanno risposto alla domanda di Geova “Chi andrà per noi?” Subito dopo la fine della prima guerra mondiale nel 1918 essi dissero: “Eccomi! Manda me”. (Isa. 6:8) In ubbidienza al comando divino di ‘andare’, sono andati dai popoli di tutte le nazioni.

      10. Nel proclamare quale messaggio di Geova il rimanente è stato come un leone fra le nazioni?

      10 Così hanno predicato il messaggio del regno stabilito che benedirà la classe delle “pecore” e distruggerà quella dei “capri”. (Matt. 25:31-46) Nel proclamare con baldanza “il giorno di vendetta da parte del nostro Dio” sono stati come un leone, avvertendo gli avversari dello stabilito regno di Dio che saranno distrutti ad Har-Maghedon dal Re guerriero di Geova, Gesù Cristo, “il Leone che è della tribù di Giuda”. — Isa. 61:1-3; Riv. 5:5.

      11. Perché la “mano” dell’unto rimanente è rimasta in alto sopra i suoi nemici, e quale è stato il risultato per quanto riguarda le filiali della Società e il numero delle “pecore” radunate?

      11 In tal modo la loro “mano” per applicare attivamente la Parola di Dio è stata vittoriosamente “in alto” sopra tutti gli avversari che cercano di mettere a tacere il messaggio del Regno. A tutti questi avversari è stata notificata la loro imminente sconfitta e distruzione ad Har-Maghedon, quando saranno “stroncati” per sempre. (Mic. 5:9) Dall’altro lato questi unti annunciatori del regno di Dio sono stati come una “rugiada” ristoratrice per le persone simili a pecore che si sentivano come “vegetazione” secca, inaridita. Grazie al sostegno di Geova, la loro mano è rimasta in alto sopra i loro nemici per tutti questi anni, sin dalla pubblicazione degli articoli della Torre di Guardia del 1928 e 1929 menzionati prima. A conferma di ciò il numero delle filiali estere della Società (Watch Tower Bible and Tract Society) è salito a 97, tutte al servizio dell’unto “rimanente”. Anche la “grande folla” delle “altre pecore” del Pastore eccellente, Gesù Cristo, ha continuato finora ad aumentare. Quanti saranno alla fine non è detto in Rivelazione 7:9-17.

      12. L’opera dell’unto rimanente e dei suoi compagni simili a pecore continuerà fino alla liberazione di che cosa, e perché?

      12 Le attività dell’unto rimanente e dei loro compagni simili a pecore devono continuare finché i “quattro angeli” che stanno ai quattro angoli della terra non ricevano il comando di liberare i quattro venti che scateneranno la “grande tribolazione”. Durante quella tribolazione coloro che persistono nel rifiutare il messaggio del Regno saranno “stroncati”, distrutti. A quel tempo il numero finale necessario per completare i 144.000 coeredi di Gesù Cristo sarà stato “suggellato” sulla fronte. (Riv. 7:1-8, 14) I loro compagni simili a pecore, provenienti da tutte le nazioni alla ricerca della “casa” spirituale di Geova, e che si sono dedicati a ‘camminare nei suoi sentieri’, saranno protetti durante la “grande tribolazione”. (Mic. 4:1-4) Quindi sopravvivranno sulla terra entrando nel regno millenario di Gesù Cristo e dei suoi glorificati coeredi.

      13. Quanti dell’unto rimanente sopravvivranno ad Har-Maghedon, e come che cosa saranno in mezzo agli altri sopravvissuti?

      13 Non sappiamo quanti dell’unto rimanente dei coeredi di Cristo sopravvivranno con loro alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon né per quanto tempo rimarranno ancora sulla terra. Ma a prescindere dalla durata di tale tempo essi continueranno a essere una “rugiada” ristoratrice per la “grande folla” di “altre pecore”. Questa non rappresenterà nessun problema per il rimanente, in quanto le “altre pecore” sono già state rese “un solo gregge” col rimanente che è in “questo ovile” in cui il “piccolo gregge” è stato introdotto dal Pastore eccellente. (Giov. 10:16; Luca 12:32) Non è quindi fra i sopravvissuti della “grande folla” che il rimanente dovrà agire come un feroce leone fra pecore indifese.

      14. In quell’occasione, la Sion celeste sarà come quale animale che calpesta, e che durezza o forza avrà il suo “corno” nei riguardi dei nemici?

      14 Il rimanente non prenderà parte in senso militare alla “guerra del gran giorno dell’Iddio Onnipotente” ad Har-Maghedon. Come gli israeliti ai giorni del re Giosafat, si limiteranno a guardare la salvezza di Geova attuata mediante il “Leone che è della tribù di Giuda”, Gesù Cristo. (II Cron. 20:17) In quell’occasione l’Onnipotente Geova Dio renderà come il ferro il “corno” della Sion celeste, ed essa, come un toro, calpesterà i nemici di Dio come su un’aia per trebbiare. ‘Per certo polverizzerà molti popoli’, distruggendoli. (Mic. 4:13) Qualsiasi cosa resti dopo la loro distruzione sarà usata dai superstiti di Har-Maghedon.

      COSA SI RICHIEDE ORA IN MEZZO A UN MONDO CORROTTO

      15. Si possono soddisfare le esigenze di Dio esposte in Michea 6:8 e rimanere nella cristianità? Perché?

      15 È con riferimento alla cristianità, la moderna controparte dello sleale Israele, che Michea 7:2, 6 dice: “Il leale è perito dalla terra, e fra il genere umano non c’è nessun retto. . . . I nemici dell’uomo sono gli uomini di casa sua”. Se i professanti cristiani che fanno parte della moderna cristianità vogliono scampare alle conseguenze di questa corrotta condizione, cosa devono fare? Fare sacrifici materiali mentre continuano a far parte della corrotta organizzazione religiosa? No! Devono piuttosto agire in armonia con ciò che è dichiarato in Michea 6:8: “Egli ti ha dichiarato, o uomo terreno, ciò che è buono. E che cosa richiede da te Geova, se non di esercitare il diritto e di amare la benignità e d’esser modesto nel camminare col tuo Dio?” Per soddisfare questa esigenza divina la persona deve uscire anche dalla cristianità, in quanto le sue pretese d’essere cristiana sono false. Lo dimostra la sua corruzione religiosa e morale. Chi vi rimane dentro per tentare di riformarla dall’interno non ci riuscirà mai. È condannata alla distruzione da parte dell’Iddio che essa pretende di servire.

      16, 17. (a) A quale afflusso di persone è oggi necessario unirsi, e quale scelta deve fare ciascuno? (b) Cantando il cantico di Mosè e dell’Agnello, quale divinità si celebra?

      16 La casa di adorazione della cristianità sarà spazzata via come avvenne nel 607 a.E.V. al tempio di Gerusalemme che esisteva ai giorni di Michea. Perciò, per poter ‘essere modesto nel camminare col suo Dio’, un appartenente alla cristianità, come qualsiasi altra persona in tutto l’impero mondiale della falsa religione, deve unirsi alle persone di ogni nazionalità che stanno affluendo “al monte di Geova e alla casa dell’Iddio di Giacobbe”. La persona deve accettare le istruzioni di Geova provenienti dalla Sion celeste e camminare nella via che Dio ora indica. Questo non vuol dire convertirsi al giudaismo o divenirne proseliti. Significa diventare discepoli dell’unigenito Figlio di Geova e divenire la sorta di testimone che egli era. Cosa? Diventare un dedicato e battezzato testimone di Geova? Sì! Significa fare la scelta indicata in Michea 4:5: “Tutti i popoli, da parte loro, cammineranno ciascuno nel nome del suo dio; ma noi, da parte nostra, cammineremo nel nome di Geova nostro Dio a tempo indefinito, sì, per sempre”. Bisogna unirsi a coloro che cantano “il cantico di Mosè, lo schiavo di Dio, e il cantico dell’Agnello”, dicendo:

      17 “Grandi e meravigliose sono le tue opere, Geova Dio, Onnipotente. Giuste e veraci sono le tue vie, Re d’eternità. Chi veramente non ti temerà, Geova, e non glorificherà il tuo nome, perché tu solo sei leale? Poiché tutte le nazioni verranno e adoreranno dinanzi a te, perché i tuoi giusti decreti sono stati resi manifesti”. — Riv. 15:3, 4.

      18. Perché la domanda e la risposta finale di Michea ben si addicono a Geova?

      18 Lealmente Geova manterrà tutte le sue promesse che ci riguardano, come quella fatta al patriarca Abraamo e a suo nipote Giacobbe, o Israele, fino al punto di benedire tutte le famiglie e le nazioni della terra mediante Suo Figlio Gesù Cristo. Così facendo Geova stesso agirà quale antitipico Abraamo, il più grande Abraamo. Per l’incrollabile lealtà che ha finora manifestato nei nostri confronti possiamo dire, con le parole conclusive di Michea:

      “Chi è Dio come te, che perdoni l’errore e passi sopra alla trasgressione del rimanente della [tua] eredità? Per certo non manterrà la sua ira per sempre, poiché prova diletto nell’amorevole benignità. Ci mostrerà di nuovo misericordia; assoggetterà i nostri errori. E getterai nelle profondità del mare tutti i loro peccati. Darai la verità data a Giacobbe, l’amorevole benignità data ad Abraamo, che giurasti ai nostri antenati dai giorni di molto tempo fa”. — Mic. 7:18-20.

      19. Chi è l’incomparabile Dio la cui adorazione continueremo ad innalzare per tutta la “parte finale dei giorni”?

      19 Non c’è alcun Dio simile al Sovrano Signore Geova, l’Iddio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Innalziamo quindi la sua pura adorazione, ora, “nella parte finale dei giorni”, e per sempre.

      [Immagine a pagina 24]

      ‘I popoli devono affluire’ all’adorazione vivificante

  • La maggioranza è a favore di “una pratica immorale”
    La Torre di Guardia 1982 | 1° marzo
    • La maggioranza è a favore di “una pratica immorale”

      Quando i membri di una chiesa ortodossa greca di Schenectady (New York) hanno approvato con 43 voti contro l’allestimento di un bingo (una specie di tombola) nella chiesa, il parroco si è opposto, dicendo: “Non credo che la chiesa, per sopravvivere, debba ricorrere a un tipo di gioco d’azzardo”. Perciò si è dimesso, motivando così il suo gesto: “Non ho alcun dubbio che la nostra sala col bingo sarebbe gremita, cosa che non avviene per una conferenza o per l’istruzione religiosa. Ma se nella mia chiesa vengono 30 persone per le funzioni e 500 per giocare al bingo, a che serve la chiesa? Non è altro che un circolo ricreativo”.

      Le dimissioni hanno indotto l’arcivescovo di New York a inviare un’energica lettera al locale consiglio parrocchiale. “Vi raccomandiamo paternamente e vi esortiamo ad astenervi dall’allestire il bingo nella vostra parrocchia”, diceva la lettera. “È una pratica immorale”. Cosa ha risposto il consiglio? “L’arcidiocesi fa finta di non vedere. Dicono di non farlo, ma le chiese lo fanno”. Il fatto è che circa 50 delle 500 parrocchie ortodosse greche degli Stati Uniti seguono questa “pratica immorale”.

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