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  • Prospettive dei timorati di Geova per il 1955

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  • Prospettive dei timorati di Geova per il 1955
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La Torre di Guardia annunciante il Regno di Geova 1955
w55 1/4 pp. 200-208

Prospettive dei timorati di Geova per il 1955

“Egli non temerà cattive notizie: il suo cuore è saldo e confida in Geova”. — Sal. 112:7, AS.

1. Per quale motivo possiamo nutrire le migliori prospettive per il 1955 ed esclamare “Alleluia”?

PENSANDO al 1955 e agli anni seguenti vi sentite voi di gridare “Alleluia”? Avete tutte le ragioni per farlo, se siete un timorato di Colui che è il supremo su tutta la terra, il Dio che solo ha nome Geova. Esercitando il timore di lui potete attendervi le migliori prospettive per il 1955 e per tutti gli anni successivi, prospettive di prosperità e felicità. Vale a dire una prosperità benefica sia per il vostro cuore che per il corpo e la mente, poiché è una prosperità spirituale che dà la felicità adesso e conduce ad una vita felice senza fine nel giusto nuovo mondo, la cui fondazione Dio ha ora posta. Conoscendo e apprezzando che la vera prosperità e felicità derivano da Geova Dio e sono garantite a coloro che lo temono, non possiamo trattenerci dall’esclamare “Alleluia!” poiché questa espressione significa “Lodate Geova!”

2. Come comincia il Salmo 112, e che cosa lo caratterizza come straordinario?

2 “Alleluia. Beato l’uomo che teme l’Eterno, che si diletta grandemente ne’ suoi comandamenti”. Così comincia l’ispirato cantico, il Salmo 112, secondo la Versione Riveduta. “Alleluia. Felice l’uomo che adora l’Eterno, che trova ricca gioia nei suoi comandamenti!” Così traduce dall’originale ebraico un traduttore del nostro secolo.a Questa esclamazione introduttiva caratterizza il Salmo 112 come uno dei numerosi salmi di Alleluia della Sacra Bibbia. Un altro particolare caratterizza questo salmo come straordinario, il fatto che è un salmo alfabetico o acrostico, in cui ogni riga comincia con una lettera dell’alfabeto ebraico di ventidue caratteri nell’ordine regolare. Il salmo è quindi composto di ventidue righe. Due lettere dell’alfabeto ebraico servono da iniziali in ciascuno dei primi otto versetti e tre come iniziali in ciascuno degli ultimi due versetti. Sotto questo riguardo esso è simile al salmo precedente e nella composizione è il suo gemello.

3. Che cosa esige che ora si consideri il Salmo 112? E quindi quali domande personali sorgono?

3 Ma ciò che ora esige la nostra considerazione del Salmo 112 non è semplicemente la sua descrizione delle persone veramente felici sulla terra, ma specialmente il fatto che è profetico. Esso addita e identifica l’uomo felice o la classe d’uomini felici del nostro tempo. Cioè, predice non semplicemente un individuo, ma un uomo in senso collettivo, un uomo complesso formato da molti membri tutti felici per una ragione comune. Siete voi membro di questo felice “uomo” collettivo? O siete associati a questo “uomo” nella più piacevole delle associazioni? Per saperlo, considerate il salmo.

4. A chi si riferisce profeticamente il Salmo 112, e come otteniamo inconfutabile risposta alla domanda?

4 L’ispirato scrittore del salmo, un Israelita o Giudeo, può aver avuto in mente un Israelita o Giudeo timorato di Geova, non comprendendo il pieno valore profetico di ciò che scriveva. (Dan. 12:8; 1 Piet. 1:10-12) Il Salmo 112 si applica dunque ai Giudei o Israeliti naturali della Palestina o di qualche altro luogo sulla terra oggi? Come si potrebbe applicare a loro il salmo? Può una persona senza preconcetti sostenere che i Giudei o Israeliti naturali siano un popolo felice, un popolo notevolmente felice, perché alcuni fra loro godono prosperità e distinzione materiale in varie nazioni? Sono essi anche felici religiosamente? La vera e giusta risposta dev’essere un No! Vi è una ragione critica e vitale per cui essi non corrispondono alla descrizione del Salmo 112; è perché non temono Geova né osservano i suoi comandamenti ma continuano a celare il suo vero nome, confidano nelle tradizioni umane e seguono comandamenti d’uomini invece della Parola e dei comandamenti dell’unico vivente e vero Dio. (Matt. 15:1-9; Isa. 29:13, 14) Qual è, dunque, la classe di persone, l’“uomo” collettivo dei nostri giorni, a cui il Salmo 112 profeticamente si riferisce? Non sta a noi da soli dare una risposta che potrebbe suscitare indignata protesta di parzialità, pregiudizio razziale o orgoglio nazionale! Lo stesso divino Ispiratore del salmo fornisce l’infallibile risposta, servendosi di uno dei suoi scrittori della Bibbia per citare questo salmo e applicarlo alla classe di persone che Dio stesso aveva in mente. Esse sono gli Israeliti spirituali, quelli che sono Giudei interiormente, dei quali sulla terra c’è ancora un rimanente di alcune migliaia. (Rom. 2:28, 29) Nel 1931, onde fossero correttamente riconosciuti nel mondo intero, essi adottarono il nome indicato nella Sacra Bibbia e sin d’allora conosciuto in tutta la terra: testimoni di Geova. — 2 Cor. 9:9; Sal. 112:9; Isa. 43:10, 12.

5. Secondo il salmo, quale dovrebbe essere il popolo più felice sulla terra nel 1955, e perché non è stato mai così felice?

5 Se il salmista potesse osservare questo popolo che oggi porta il nome di Dio di nuovo esclamerebbe: “Lodate Jah! Quale felicità per chi teme Geova, nei Suoi comandamenti s’è grandemente compiaciuto”. (Sal. 112:1, Yg) Conformemente a questo, i testimoni di Geova dovrebbero essere il popolo più felice sulla terra nel 1955 e per sempre. Ma è la loro felicità veramente tale da suscitare commenti come quelli del salmista? Sì. Il mondo non è stato mai tanto infelice, poiché si trova nel suo “tempo della fine” ed è terribilmente spaventato da ciò che vede avvicinarsi. I testimoni di Geova non sono mai stati tanto felici, poiché sanno dalle profezie della Parola di Dio che vivono nel “tempo della fine” di questo triste mondo, ora che il regno di Dio per il quale hanno così a lungo pregato è stato posto nelle mani di Gesù Cristo, che è alla destra di Dio nei cieli. — Luca 21:28.

6. A quale attributo è associata la loro felicità, e perché?

6 La loro felicità non è frivola; essa ha una solida base. È associata con la più profonda sapienza, la sapienza che viene dall’alto. È il timore di Geova che dà loro questa celeste sapienza. Il salmo precedente quello che stiamo considerando termina con queste parole: “Il timor dell’Eterno è il principio della sapienza; buon senno hanno tutti quelli che mettono in pratica la sua legge. La sua lode dimora in perpetuo”. (Sal. 111:10) Alcuni ritengono che l’espressione “principio della sapienza” significhi la cosa principale, la caratteristica culminante di ogni vera sapienza. La vera sapienza comincia col timore di Geova; si deve avere questo timore del nostro Creatore dall’inizio e lo si deve sempre considerare di capitale importanza.

7. (a) Quale effetto ha il timore di Geova sulla paura dell’uomo? (b) Come dev’essere considerato il suo nome e da chi è così considerato?

7 Avendo questo timore non possiamo temere l’uomo, perché temere entrambi contemporaneamente è impossibile. Il timore dell’Uno rende saggi in modo da ottenere la vita eterna nel nuovo mondo senza fine; il timore dell’altro è una stoltezza che si conclude con l’eterna distruzione dello stolto nella Geenna. L’uomo più timorato che sia mai esistito sulla terra disse ai suoi discepoli: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo ma non possono uccidere l’anima; temete piuttosto colui che può distruggere sia l’anima che il corpo nella Geenna”. (Matt. 10:28, NW) Dunque il timore di Geova resiste al timore dell’uomo e del diavolo o di ciò che questi, se Dio lo permette, possono farci, e lo annulla. I testimoni di Geova riconoscono Lui come reverendo, vale a dire, come colui che si deve temere, e portano e pronunciano il suo nome con riverenza. Come dice il salmo che precede quello in esame: “Santo e reverendo è il suo nome”. Oppure, “Santo e da riverire è il suo nome”. (Sal. 111:9, Ro; RoPss) Il suo è un “nome glorioso e tremendo”, e la cosiddetta “cristianità”, come pure il popolo giudeo, soffrono in tal modo perché non temono il suo nome né osservano la sua legge. (Deut. 28:58, 59) Geova ha attribuito grandi prodigi e cose tremende al suo nome. Tutti i popoli dovrebbero lodarlo, ma il suo santo nome è rispettato come glorioso e tremendo soltanto dagli uomini di buona volontà fra tutti i popoli e le nazioni. — 1 Cron. 17:21; Sal. 99:3; Mal. 1:14.

8. Come si manifestano tale timore e sapienza, e quali ne sono i risultati, benché si debba soffrire?

8 Il timore di Geova e la sapienza dell’alto si manifestano ubbidendo ai Suoi comandamenti, e questo produce una felicità insopprimibile. Di fronte al dilagare dell’illegalità, non solo nei riguardi di tutte le autorità terrene costituite, ma principalmente verso l’autorità di Dio il Creatore, i testimoni di Geova vogliono essere legali, specialmente verso di Lui. L’osservanza dei suoi comandamenti non è gravosa per loro, neppure quando c’è conflitto fra i suoi divini comandamenti e quelli degli uomini che sfidano Dio. Si considerano felici se sono costretti a soffrire per essersi attenuti al principio apostolico: “Dobbiamo ubbidire a Dio come governatore piuttosto che agli uomini”. (Atti 5:29, NW) Questo produce sempre i risultati migliori e quindi più felici.

9, 10. Di che cosa si diletta questo “uomo” timorato di Geova, ed ora di quali persone, per esempio?

9 Riguardo al felice timorato di Geova il salmista dice: “Si diletta grandemente ne’ suoi comandamenti”. (Sal. 112:1) Egli studia e determina quali comandamenti nelle profezie di Geova si addicono a questo “tempo della fine” e poi li osserva con delizia. Per questo motivo tutte le nazioni del mondo vedono oggi come i testimoni di Geova ubbidiscono al comandamento di Geova impartito mediante suo Figlio Cristo Gesù: “Questa buona notizia del regno sarà predicata in tutta la terra abitata a scopo di testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine compiuta”. (Matt. 24:14, NW) Il rimanente degl’Israeliti spirituali timorati di Geova sanno che presto saranno membri della celeste “sposa” di Cristo. Perciò afferrano lo spirito delle profezie di Geova e con delizia adempiono la figura dell’Apocalisse: “Lo spirito e la sposa continuano a dire: ‘Vieni!’ E chiunque ode dica: ‘Vieni!’ E chiunque ha sete venga; chiunque vuole prenda l’acqua della vita gratuitamente”. (Apoc. 22:17, NW) Invitano ed assistono ogni persona di buona volontà assetata che lo desideri ad attingere l’acqua vivificante della verità del Regno e poi la incoraggiano e l’aiutano a dire ad altri ancora: “Vieni!”

10 Con felice ubbidienza gl’Israeliti spirituali timorati di Geova agiscono da sentinelle e avvertono tutto il genere umano dell’approssimarsi della spada esecutrice di Geova alla battaglia di Harmaghedon per annientare tutti coloro che odiano, disprezzano e rigettano Geova. Tengono presenti la commissione e il comando loro dati da Dio: “Figliuol d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele; quando dunque udrai qualche parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia”. (Ezech. 33:1-7; 3:16-21) Pieni di zelo si informano sulla volontà di Dio, scorrendo da un punto all’altro le pagine della sua Parola per poterne accrescere la conoscenza. Inoltre non trascurano di radunarsi insieme in tutte le adunanze stabilite, anzi si riuniscono in gruppi per lo studio e nelle congregazioni e grandi assemblee per potersi incoraggiare reciprocamente, e questo tanto più in quanto scorgono avvicinarsi il gran giorno della vittoriosa battaglia di Dio. (Dan. 12:4; Ebr. 10:25) In tal modo provano continua delizia osservando con amore i comandamenti di Dio.

STABILITÀ DELLA SUA GENERAZIONE

11. In che modo la progenie dell’uomo timorato di Geova diviene forte sulla terra?

11 Coloro che odiano Geova non possono eliminare l’uomo timorato di Geova. Per di più, la sua famiglia sussisterà sulla terra. “Forte sulla terra sarà la sua progenie; la generazione degli uomini retti sarà benedetta”. (Sal. 112:2) Se consideriamo l’uomo timorato di Geova del salmo come una persona collettiva composta di tutti i membri della congregazione spirituale o “corpo” di Cristo, la progenie o discendenza dell’uomo sono le umili persone di buona volontà, le “altre pecore”. Il Giusto Pastore si è servito di quest’“uomo” collettivo per raccogliere queste ultime in un solo gregge. Il loro eterno destino è qui su questa terra purificata e resa dappertutto un “giardino di Eden” ossia un “paradiso di delizia”. Vi rimarranno per tutti i tempi. Diverranno forti in essa, ma non automaticamente. No, perché il rimanente spirituale dei timorati di Geova è ‘divenuto il loro padre mediante la buona notizia’. Questo rimanente ha predicato loro la buona notizia concernente il Regno ed ora ubbidisce al comando di Geova d’inculcare le Sue parole in questa progenie. (1 Cor. 4:15, NW; Deut. 6:4-6) A loro volta, quelli che formano la “progenie” ubbidiscono come fanciulli al comandamento ispirato di Efesini 6:1-4 di essere ubbidienti e pronti a cooperare con l’“uomo” timorato di Geova che li ha generati con la potenza di “questa buona notizia del regno”.

12. Com’è ora benedetta la “generazione degli uomini retti”?

12 Dato che le due righe del Salmo 112:2 hanno lo stesso significato, la “generazione degli uomini retti” nella seconda riga corrisponde alla “sua progenie” nella prima riga. Pertanto gli uomini retti sono quei cristiani che formano l’“uomo” timorato di Geova. Il rimanente di questo “uomo” ancora sulla terra fa parte della “progenie di Abrahamo” nella quale tutte le famiglie della terra devono essere benedette. Il rimanente è già divenuto un mezzo di benedizione per questa nascente generazione di “altre pecore”. (Sal. 71:18; 145:4) Poiché costituiscono una classe “retta”, la progenie o discendenza ch’essi generano si trova in condizione degna di benedizione. “Tutti i giorni è pietoso e presta, e la sua progenie è in benedizione”. (Sal. 37:26) Ma ricordiamo, anche, che la progenie o generazione degli uomini retti ha la prospettiva di divenire figli del “Padre eterno”, Gesù Cristo, il quale prima di ogni altro costituisce la progenie abrahamica di benedizione. (Isa. 9:5) La benedizione che le sue “altre pecore” stanno già ricevendo è quella di essere allontanate dai loro peccati e introdotte nella vera adorazione e nel servizio di Geova Dio. — Atti 3:25, 26.

13. Come sono divenuti forti, e quanto durerà la loro forza?

13 Poiché in senso figurativo sono la progenie o generazione dell’uomo timorato di Geova del Salmo 112, anch’essi divengono timorati di Geova, e ciò conduce alla sapienza e alla potenza. Per il loro gran numero ora esistente nella società del Nuovo Mondo, in cui sono accorsi a centinaia di migliaia, essi occupano già una forte posizione sulla terra. Sotto le direttive del rimanente spirituale del corpo di Cristo stanno svolgendo una potente opera di testimonianza al regno di Dio ed espandendo la società del Nuovo Mondo; ma fanno questo, non per la semplice forza numerica, ma per l’aiuto dello spirito di Geova. (Zacc. 4:6) Sopravvivendo alla “guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente”, continueranno ad esser potenti nella “nuova terra” del nuovo mondo per l’opera che seguirà Harmaghedon. La loro posizione sulla terra purificata non sarà mai scossa, neppure durante quel “po’ di tempo” che Satana e i suoi demoni saranno sciolti dall’abisso al termine del regno millenario di Cristo. Mantenendo la loro integrità nel timore di Geova durante quel “po’ di tempo” di prova, saranno benedetti ricevendo dalla mano di Geova il dono del diritto alla felicità eterna nel paradiso terrestre. — Matt. 25:40; Apoc. 20:1-3, 7-15, NW.

14. Perché le ricchezze delle nazioni non gioveranno loro nel giorno dell’ira di Dio, e pertanto quale vantaggio ha l’“uomo” timorato di Geova a questo riguardo?

14 Specialmente dall’anno 1919 l’ira di Dio si è manifestata sulle nazioni appartenenti all’organizzazione di Satana e raggiungerà il suo punto culminante con la guerra del Suo gran giorno. In quella guerra i beni e le ricchezze materiali non gioveranno affatto alle nazioni, poiché esse non possiedono la giustizia di Dio. L’unica cosa che procurerà liberazione dalla morte e dalla distruzione che sarà allora eseguita dalle forze giustiziere di Geova sarà la sua giustizia. (Prov. 11:4) L’“uomo” timorato di Geova la possiede, essendo ‘giustificato per la sua fede in Dio mediante Gesù Cristo’ e anche ‘impegnandosi nelle opere giuste al cospetto di Dio’. (Rom. 5:1, 9; Apoc. 19:8) Egli possiede più di questo. Il Salmo 112:3 continua dicendo: “Abbondanza e ricchezze sono nella sua casa, e la sua giustizia dimora in perpetuo”.

15. Che specie di ricchezze e di beni ha egli nella sua casa?

15 Nella sua casa, ossia nella sua dimora entro l’organizzazione teocratica di Geova, ha ricchezze e beni, non della specie che si fa delle ali e vola rapidamente verso il cielo come le aquile e svanisce. (Prov. 23:5) Egli possiede le ricchezze e i beni che impartisce la sapienza, poiché la divina sapienza dice: “Con me sono ricchezze e gloria, i beni permanenti e la giustizia”. (Prov. 8:18) Ha un’eredità nel celeste regno di Dio con Cristo; e che cosa potrebbe essere più prezioso di questo? Ha il tesoro del ministero o servizio della Parola di Dio; e che cosa sulla terra potrebbe essere più onorevole? Accumula tesori nel cielo vivendo e lavorando per ottenere l’approvazione e la benedizione di Dio e per essere degno di ricevere l’adempimento delle promesse di Dio. Stabilisce un fondamento per quanto costituisce la ricchezza nel nuovo mondo. ‘Egli tesoreggia per se stesso con sicurezza un giusto fondamento per il futuro, onde afferri saldamente la vera vita’. — 1 Tim. 6:17-19, NW; Matt. 6:20, 21; Rom. 8:15-17; 2 Cor. 4:1-8.

16. Come avviene che “la sua giustizia dimora in perpetuo”?

16 Ma quel che è più importante delle ricchezze e dei beni nella casa è questo: “La sua giustizia dimora in perpetuo”. Ciò vuol dire la sua preservazione nel 1955 e in perpetuo, affinché possa proseguire nella sua giusta condotta. Significa che i risultati delle sue opere giuste saranno permanenti e non verranno distrutti ad Harmaghedon, mentre le opere di questo empio mondo saranno arse in quella guerra e i loro risultati totalmente cancellati. Attenendosi strettamente alla giustizia egli mantiene la sua integrità verso Geova, ch’egli teme, e venendo egli preservato per vivere nel Nuovo Mondo viene preservata la giustizia sulla terra, dove preghiamo che la volontà di Dio sia fatta come è fatta lassù nel cielo. La terra, quale opera creativa di Dio, è giustamente un luogo dove deve dimorare la giustizia. Coloro che sfidano Geova scompariranno e la loro empietà sparirà dalla terra. (Prov. 2:21, 22) La progenie o generazione del retto “uomo” timorato di Geova camminerà similmente in giustizia sulla terra per sempre.

17. Come si verificò nel suo caso che “la luce si leva nelle tenebre per quelli che son retti”?

17 La classe che costituisce oggi l’“uomo” timorato di Geova un tempo ebbe bisogno di luce e chiarimento sulla sua posizione terrena. Molti traduttori del Salmo 112 espongono questo concetto nel versetto 4. Per esempio, la Versione Riveduta lo traduce così: “La luce si leva nelle tenebre per quelli che son retti, per chi è misericordioso, pietoso e giusto”. Storicamente, questo si verificò per il rimanente spirituale nel 1919. In quel tempo gli unti si trovavano nelle tenebre della schiavitù e dell’oppressione, sotto la grande organizzazione dell’oscurantismo, la Babilonia mistica. Erano divenuti schiavi delle nazioni di questo mondo negli anni della prima guerra mondiale e privati del loro diritto di adorare Dio liberamente e intrepidamente secondo la sua Parola. Le tenebre dell’errore religioso e di quello stato di asservimento furono diradate nel 1919, quando Geova Dio si levò per loro come una luce e inviò suo Figlio Gesù Cristo a liberarli da questa schiavitù spiritualmente micidiale di Babilonia ed a rimetterli al loro giusto posto e in libertà nell’organizzazione di Dio come suoi intrepidi testimoni. Il profeta Michea fu adoperato per preannunciare questo: “Non ti rallegrare di me, o mia nemica [Babilonia]! Se son caduta, mi rialzerò; se seggo nelle tenebre, l’Eterno è la mia luce. Io sopporterò l’indignazione dell’Eterno, perché ho peccato contro di lui, finch’egli prenda in mano la mia causa, e mi faccia ragione; egli mi trarrà fuori alla luce, e io contemplerò la sua giustizia”. (Mich. 7:8, 9) Altre profezie avevano pure preannunciato questo schiarimento della situazione terrestre del rimanente, come Isaia 60:1, 2; Salmo 18:8; Giobbe 33:28; e Salmo 107:10-14.

18. Come rendono altri traduttori questa parte del Salmo 112:4, e in questo senso quale obbligo ha il rimanente spirituale?

18 Però, dato che il Salmo 112 descrive la vita e l’attività dell’“uomo” spirituale timorato di Geova, questo versetto può essere appropriatamente tradotto dall’ebraico in un altro modo, per indicare il dovere che ora è imposto al rimanente spirituale. Altre traduzioni del versetto 4 di Salmo 112 fatte da traduttori competenti sono le seguenti: “Sorge di tra le tenebre una luce per i retti”. (Ricciotti) “Per i retti egli risplende come una luce nelle tenebre”. (Soncino) “Per i retti egli sorge [come] una luce nelle tenebre”. (C. Kautzsch, tedesco) “In mezzo alle tenebre egli si leva come una luce per i cuori retti”. (Maredsous, francese) “Come una luce nelle tenebre egli risplende per i buoni”. (Bover-Cantera, spagnolo) “Nelle tenebre egli brilla come una luce per i retti”. (Nácar-Colunga, spagnolo) L’“uomo” che risponde a questa descrizione ha l’obbligo di fare come disse Gesù: “Voi siete la luce del mondo. . . . Similmente risplenda la vostra luce dinanzi al genere umano, affinché vedano le vostre giuste opere e diano gloria al Padre vostro che è nei cieli”. (Matt. 5:14-16, NW) Essendo illuminato dal Padre celeste, deve riflettere su altri la luce celeste con le sue giuste opere, affinché le persone rese cieche dalle tenebre possano vedere, imparare a conoscere e a temere Geova, e a glorificarlo. Quale benedetto privilegio è quello d’illuminare gli altri e vincere così le forze delle tenebre!

19. A quale altro comandamento divino si riferisce quello che il rimanente si diletta ora di osservare, e chi trae vantaggio dalla sua ubbidienza?

19 Questo ha riferimento ad un altro comandamento che la classe timorata di Geova si diletta ora di osservare, rivolto alla Sua grande classe del “servitore”: “Per dire a quelli che sono nelle catene: ‘Andate liberi’, e a quelli che sono nelle tenebre: ‘Venite alla luce’. Pascoleranno lungo le vie e avranno pascoli in tutte le pianure”. (Isa. 49:9, Tintori) Questo comando profetico dev’essere ora eseguito dalla classe del “servitore” di Geova, la classe dello “schiavo fedele e discreto”, verso le “altre pecore” che sono ancora schiave nell’organizzazione di Satana e tenute nelle tenebre dell’ignoranza religiosa e nella disperazione. Apocalisse 7:9-17 mostra che così va applicata la profezia d’Isaia in questa èra di crescenti tenebre mondiali. Con questa attività la classe del “servitore” esegue il comando che si applica a Sion, sua madre celeste, e quindi ai suoi componenti, figli spirituali: “Sorgi, risplendi, poiché la tua luce è giunta, e la gloria [di Geova] s’è levata su di te! Poiché, ecco, le tenebre coprono la terra, e una fitta oscurità avvolge i popoli; ma su te si leva [Geova], e la sua gloria appare su te”. (Isa. 60:1, 2) Sì, “appare su te” ma soltanto se i figli spirituali di Sion sorgono come una luce nelle tenebre. Solo in questo modo i giusti di tutte le nazioni potranno uscire dalle tenebre del mondo alla risplendente organizzazione della luce. Le forze delle tenebre odiano la luce e cercano di sfuggire ai suoi raggi rivelatori sopprimendo i portatori di luce. Ma gli amanti della luce di verità del Regno mostrano la loro mansuetudine avvicinandosi alla luce e facendo del bene perfino al minimo dei fratelli spirituali di Cristo.

20. Essendo “misericordioso, pietoso e giusto” a chi somiglia il rimanente, e verso chi deve manifestare queste qualità?

20 Questo coraggioso compito d’illuminare le “altre pecore” che inciampano ciecamente nell’oscurità del mondo è in armonia col resto del Salmo 112:4: “Per chi è misericordioso, pietoso e giusto”. Com’è simile a Geova in questo! Poiché il versetto 4 del precedente salmo dice: “[Geova] è misericordioso e pieno di compassione”. E Geova stesso, dichiarando il suo nome a Mosè sul monte Sinai in Arabia, disse: “Geova, Geova, un Dio misericordioso e clemente”. (Eso. 34:6, NW) L’uomo che lo teme lo imita in queste qualità esercitandole verso altri. Dobbiamo esercitare queste qualità verso altri, come il Padre celeste fece verso di noi: “Voi dovete essere conformemente completi, come il vostro Padre celeste è completo”. “Continuate a diventare compassionevoli, come il Padre vostro è compassionevole”. (Matt. 5:48; Luca 6:36, NW) Il timorato di Geova può imitarlo e manifestare queste stesse qualità cercando d’illuminare le “altre pecore” ottenebrate e conducendole nell’organizzazione teocratica della luce. Però, dev’essere anche misericordioso e clemente verso i propri fratelli nella società del Nuovo Mondo, affinché tutti possano vivere in pace, armonia, purezza e mutua assistenza. — Efes. 4:1-3.

21. Come è “buono” il timorato di Geova, e come questo significa benedizione per la sua “progenie” o “generazione”?

21 Geova Dio è l’unico che sia in se stesso veramente buono, essendo la bontà stessa personificata. La bontà di ogni sua creatura, compreso Gesù Cristo medesimo, deve provenire da Geova Dio. Gesù medesimo l’affermò, quando respinse il titolo di “Maestro buono” dicendo: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, eccetto uno solo, Dio”. (Luca 18:18, 19, NW) Nella misura che il timorato di Geova lo imita nella gentilezza e generosità, diventa buono come lui. “L’uomo da bene dona e presta”. (Sal. 112:5, Di) “L’uomo buono è gentile e dà”. (Fenton) Geova stesso è benigno, gentile nel trattare, immeritatamente gentile, e dà quindi agli abitanti della terra, ai malvagi ed ai buoni, ai giusti e agl’ingiusti. È l’Amico del povero e bisognoso. L’“uomo” che lo teme s’impegna ad imitarlo sotto questi aspetti. Egli dà generosamente i suoi doni spirituali, senza aspettarsi una ricompensa materiale; e fa questo gentilmente, cercando di non offendere nessuno, senza minacciare o rimproverare o rivolgere parole aspre nemmeno a quelli che respingono la buona notizia del Regno così altruisticamente annunciata. Dà generosamente il meglio che ha da offrire, il messaggio vivificante del Regno. Questa condotta non può che significare benedizione per la sua progenie o generazione, poiché è per mezzo di questa stessa “buona notizia” che egli genera la sua progenie, perfino nella sua vecchiaia, per così dire. Anticamente il salmista dichiarò: “Io sono stato giovane e son anche divenuto vecchio, ma non ho visto il giusto abbandonato, né la sua progenie accattare [elemosinare] il pane. Egli tutti i giorni è pietoso e presta, e la sua progenie è in benedizione”. (Sal. 37:25, 26) Che felice famiglia formano tutti questi componenti la società del Nuovo Mondo!

22. Secondo il Salmo 112:5, perché la società del Nuovo Mondo dev’essere un’organizzazione ben guidata?

22 La società del Nuovo Mondo dell’“uomo” timorato di Geova e della sua progenie o generazione dev’essere un’organizzazione guidata bene. Dovremmo aspettarci che lo sia, poiché il Salmo 112:5 dice di lui: “Governa i fatti suoi con dirittura”. (Di) “Dirigerà i suoi affari con prudenza”. (Kirkpatrick) “Che conduce i suoi affari con giustizia”. (AT; Mo) “Sosterrà i suoi affari con giustizia”. (Ro) Vale a dire, usa buon giudizio nel dirigere gli affari e nel salvaguardare gl’interessi della società del Nuovo Mondo. Usa prudenza nella sua scelta delle cose; e nel nominare sorveglianti e servitori di ministero presso la congregazione delle pecore di Geova egli cerca di determinare la divina volontà scegliendo e autorizzando uomini che abbiano lo spirito di Dio, uomini che abbiano un punto di vista scritturale e senso di giustizia, che siano progressivi e che si occupino di far prosperare e aumentare l’organizzazione alla gloria di Geova. È attento ad accertarsi dei bisogni spirituali della società del Nuovo Mondo e si occupa sempre di provvedervi, affinché i membri della Società possano essere tutti mantenuti in buone condizioni spirituali, equipaggiati per contendere “per la vittoria nella giusta contesa della fede” e forti e zelanti per eseguire i comandamenti di Geova con delizia e compiere unitamente l’opera ch’Egli affida all’organizzazione. Senza parzialità l’“uomo” cerca di aiutare, educare e addestrare ogni membro ad essere un attivo testimone di Geova, un predicatore di porta in porta della buona notizia del regno di Dio stabilito. — 1 Tim. 6:12.

23, 24. (a) Chi tenta di smuovere l’“uomo” timorato di Geova? (b) Ma può essere smosso e sarà smosso? E per quale motivo?

23 Trattandosi di una società così guidata, sostenuta e governata che cosa dovremmo attenderci per il 1955 e per gli anni successivi? La nostra risposta proviene dal Salmo 112:6: “Poiché non sarà mai smosso; la memoria del giusto sarà perpetua”. Nel 1955 o in qualunque tempo prima della fine della battaglia di Harmaghedon il giusto timorato di Geova Dio non può attendersi di sfuggire agli attacchi e alle persecuzioni di questo mondo; “infatti, tutti quelli che desiderano vivere in santa devozione con Cristo Gesù saranno pure perseguitati”. (2 Tim. 3:12, NW) Gli empi di questo mondo cercheranno di farlo vacillare, tentando di coinvolgerlo in conflitti con i governi politici, portandolo dinanzi ai tribunali e promulgando leggi che vieteranno a lui e alla sua progenie il diritto di vivere, tutto ciò per eliminarlo e sopprimere le sue giuste e caritatevoli attività causando la sua morte e distruzione spirituale. Ma finora il nemico è stato incapace di cancellarlo dalla terra o dal campo di testimonianza, e non potrà farlo né nel 1955 né mai nell’avvenire. Questo “uomo”, israelita spirituale, ha il timore di Geova e per questa ragione non sarà permesso che vacilli nella sua integrità.

24 Come fu profeticamente dichiarato per Gesù Cristo è pure dichiarato per il suo seguace: “Io ho sempre posto [Geova] davanti agli occhi miei; poich’egli è alla mia destra, io non sarò punto smosso”. (Sal. 16:8) Geova, nel quale si rifugia, è la sua alta torre e protezione. La sua speranza e cittadinanza sono nel Monte Sion celeste, dove il Re Gesù Cristo regna. Geova e il suo Monte Sion non possono mai esser smossi. Certissimamente, dunque, neanche gli adoratori di Geova possono esserlo. Egli scuoterà tutte le cose progettate dal Diavolo, fatte dall’uomo, i regni umani, la terra corrotta e i mari di umanità perversa, fino al loro totale annientamento; ma non permetterà mai che quelli che lo temono siano eliminati dalla terra. Il suo modo di procedere significa distruzione per quelli che lo odiano ma vita nel nuovo mondo per coloro che lo amano. “La via [di Geova] è una fortezza per l’uomo integro, ma una rovina per gli operatori d’iniquità. Il giusto non sarà mai smosso, ma gli empi non abiteranno la terra”. — Prov. 10:29, 30.

25. In che modo il giusto sarà ricordato in eterno, e perché questo è importante?

25 Ecco i buoni pensieri che Geova ha per i giusti e i retti! Li ha sempre in mente e non li dimenticherà mai. Vivranno sempre per lui, anche se ciò vuol dire risuscitarli dai morti. Perciò il Salmo 112:6 aggiunge: “La memoria del giusto sarà perpetua”. O, espresso più letteralmente: “Il giusto sarà ricordato in eterno”. (Sal. 111:7, Tintori) L’uomo giusto timorato di Geova sarà sempre ricordato sulla terra. Per tutta l’eternità gli abitanti della terra ricorderanno Gesù Cristo, l’uomo più giusto che sia mai esistito, la cui integrità sulla terra anche nel mondo di Satana procurò la salvezza del genere umano. Parimenti gli uomini ricorderanno sempre i suoi giusti seguaci, compreso il suo rimanente d’oggi. Ma molto più importante del ricordo che serberà nel nuovo mondo il genere umano è il ricordo serbato da Geova Dio, perché esso significa vita eterna per la classe dei giusti. Le precedenti cose malvage di questo mondo saranno distrutte e dimenticate e non torneranno mai in mente con qualche attrattiva, ma la rettitudine non sarà mai dimenticata. Geova ricorderà sempre i giusti e provvederà ch’essi si dilettino nella vita perfetta, in perpetuo. Che preziosi pensieri scritturali sono questi! Forniscono il motivo di nutrire le più brillanti speranze per tutti i timorati di Geova durante il 1955 e in seguito.

[Nota in calce]

a Una Nuova Traduzione della Bibbia, di Moffatt (1922)

Chi dimora nel ritiro dell’Altissimo alberga all’ombra dell’Onnipotente. Io dico all’Eterno: Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido! Certo egli ti libererà dal laccio dell’uccellatore e dalla peste mortifera. Egli ti coprirà con le sue penne, e sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti è scudo e targa. Tu non temerai lo spavento notturno, né la saetta che vola di giorno, né la peste che va attorno nelle tenebre, né lo sterminio che infierisce in pien mezzodì. Mille te ne cadranno al fianco, e diecimila alla destra; ma tu non ne sarai colpito. Solo contemplerai coi tuoi occhi e vedrai la retribuzione degli empi. — Sal. 91:1-9.

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