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  • Guerrieri che cantano
    La Torre di Guardia 1953 | 1° settembre
    • in Sofonia 3:14-17 (AS). Prima, per nostro incoraggiamento come cantori, viene il comando di ‘cantare e gridare, essere allegri ed esultare, con tutto il cuore’. Perché “L’Eterno ha revocato le sue sentenze contro di te, ha cacciato via il tuo nemico [gli oppressori babilonici e faraonici]; il Re d’Israele, l’Eterno, è in mezzo a te, non avrai più da temere alcun male [“calamità,” Ro]”. Quindi, per nostro incoraggiamento come guerrieri, viene il rallegrante comando: “In quel giorno, si dirà a Gerusalemme: ‘Non temere, o Sion, le tue mani non s’infiacchiscano! L’Eterno, il tuo Dio, è in mezzo a te, come un Potente che salva [dal nemico]; egli si rallegrerà con gran gioia per via di te, si acqueterà nell’amor suo, esulterà, per via di te, con gridi di gioia [“con canti”, AS].’ Con quale più rallegrante ed eccellente nota potremmo concludere questo studio? — Si paragoni Salmo 132:13-18.

  • Una lezione di canto
    La Torre di Guardia 1953 | 1° settembre
    • Una lezione di canto

      1. In genere, qual è la nostra responsabilità, e come dev’esser considerata?

      SPESSO, ma non troppo, il predominante tema de La Torre di Guardia è stato un invito a render lode a Geova. Nel nostro studio precedente, sono state considerate le ragioni, in relazione con la guerra, da un punto di vista generale o collettivo. Ora l’attenzione si limita più particolarmente al punto di vista individuale riguardo a ciò che voi, personalmente, potete apprendere per vostro incoraggiamento e per vostra guida da questa lezione di canto.

      2. Quale citazione fece Paolo che rivela il proposito di Dio circa Faraone?

      2 Prendiamo come nostra nota tonica lo stesso argomento iniziale che abbiamo usato prima, cioè, l’annunciato proposito di Dio come fu espresso a Faraone per mezzo del suo servitore Mosè, che Paolo cita: “Proprio per questo scopo ti ho fatto rimanere, per mostrare in relazione con te la mia potenza e affinché il mio nome sia proclamato in tutta la terra”. (Rom. 9:17, NW) Ma questa volta esaminiamo questa espressione dal punto di vista dell’apostolo, per vedere perché fece questa citazione, e per vedere perché il suo argomento contiene eccellente materiale per la nostra lezione di canto.

      3. Come svolse Paolo il suo argomento preliminare riguardo all’Israele carnale?

      3 Nei primi cinque versetti di Romani capitolo 9 versetti 1-5, Paolo esprime la sua grande pena per i suoi parenti carnali, gli Israeliti, che ebbero vantaggi ed opportunità così preziose sotto la Legge, ma vennero meno, come è menzionato precedentemente nella sua lettera. L’Israele carnale pensò che essi soli avevano il diritto dell’eredità del favore di Dio a causa della loro discendenza carnale da Abrahamo e a causa delle loro opere sotto la Legge. Ma, nei versetti da 6 fino a 8 di Romani 9 di questo capitolo, Paolo spiega che “non tutti quelli che vengono da Israele [carnale] son veramente ‘Israele’,” cioè, il vero Israele, o l’eletto popolo di Dio, come si propose Geova predicendolo nella sua Parola. Quindi, dopo aver ricordato che la progenie d’Abrahamo doveva venire dalla linea d’Isacco, la cui primogenitura adempiva la promessa di Dio e non avrebbe potuto umanamente essere altrimenti, l’apostolo dice che “i figli della carne non sono veramente i figli di Dio, ma i figli secondo la promessa son considerati come

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