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TiroAusiliario per capire la Bibbia
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Tuttavia, quando gli israeliti tornarono dall’esilio in Babilonia, i tiri furono in grado di venire in loro aiuto fornendo legname di cedro del Libano per il secondo tempio e ripresero gli scambi commerciali con la ricostruita città di Gerusalemme. — Esd. 3:7; Nee. 13:16.
Il conflitto con Nabucodonosor, per quanto grande, non doveva segnare la fine completa di Tiro. Una successiva dichiarazione profetica indicava che, per quanto Tiro erigesse un baluardo e accumulasse argento e oro, Geova stesso l’avrebbe completamente distrutta. — Zacc. 9:3, 4.
Quasi 200 anni dopo esser stata pronunciata, la profezia di Zaccaria si adempì. Nel 332 a.E.V. Alessandro Magno marciò col suo esercito attraverso l’Asia Minore, e nell’avanzata verso S si fermò abbastanza a lungo da rivolgere l’attenzione a Tiro. Quando la città rifiutò di aprirgli le porte, Alessandro nella sua ira fece racimolare dal suo esercito le rovine della città in terraferma e le fece gettare in mare, costruendo così un molo per raggiungere la città insulare, tutto questo in adempimento della profezia. (Ezec. 26:4) Imbottigliate con la sua flotta le navi di Tiro nel porto, Alessandro si accinse a costruire le più alte torri d’assedio mai usate nelle guerre dell’antichità. Finalmente, dopo sette mesi fece breccia nelle mura alte 46 m. Oltre gli 8.000 soldati uccisi in combattimento, 2.000 uomini preminenti furono uccisi per rappresaglia, e 30.000 del popolo comune venduti schiavi.
NELLE SCRITTURE GRECHE CRISTIANE
Benché fosse stata rasa al suolo da Alessandro, la città venne ricostruita all’epoca della dominazione dei Seleucidi, e nel I secolo E.V. era un importante porto del Mediterraneo. Durante il grande ministero di Gesù in Galilea alcuni abitanti dei dintorni di Tiro e Sidone vennero per udire il messaggio ed essere sanati delle loro malattie. (Mar. 3:8-10; Luca 6:17-19) Alcuni mesi dopo Gesù si recò personalmente nella regione di Tiro, e in quell’occasione sanò il figlio di una donna sirofenicia. (Matt. 15:21-29; Mar. 7:24-31) Gesù osservò che, se avesse compiuto a Tiro a Sidone le opere potenti compiute a Corazin e Betsaida, i pagani di Tiro e Sidone sarebbero stati meno insensibili di quegli ebrei. — Matt. 11:20-22; Luca 10:13, 14.
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TirsataAusiliario per capire la Bibbia
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Tirsata
(tirsàta).
Titolo persiano del governatore di un distretto giurisdizionale. Ricorre cinque volte, sempre preceduto dall’articolo determinativo ebraico ha, quindi in italiano viene reso “il Tirsata”.
I funzionari menzionati nella Bibbia col titolo di tirsata governavano Giuda, una delle province dell’impero persiano. Zorobabele era evidentemente il Tirsata menzionato in Esdra 2:63 e Neemia 7:65, 70. Poi, quando Neemia diventò governatore, era lui il Tirsata, ed è menzionato come tale in Neemia 8:9 e 10:1.
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TirzaAusiliario per capire la Bibbia
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Tirza
(Tirza o Tirzà) [piacevolezza].
Città della Samaria, di cui non si conosce l’ubicazione esatta. Reperti archeologici sembrano indicare Tell el-Far‘ah, circa 11 km a NE di Nablus (identificata con l’antica Sichem).
Gli israeliti al comando di Giosuè sconfissero il re di Tirza. (Gios. 12:7, 24) Secoli dopo, Geroboamo, primo re del regno settentrionale di Israele, trasferì la propria residenza a Tirza. (Confronta I Re 12:25; 14:17). Tirza evidentemente continuò a essere la capitale del regno settentrionale durante il regno di Nadab figlio di Geroboamo (I Re 15:25-28) e dei suoi successori Baasa, Ela e Zimri. (I Re 15:33; 16:5, 6, 8, 15) L’ultimo di questi re, Zimri, si suicidò a Tirza quando Omri catturò la città. (I Re 16:17-20) Dopo aver regnato a Tirza per sei anni, Omri costruì Samaria che diventò la sua capitale. (I Re 16:23, 24, 29) Oltre 150 anni più tardi Menaem, un abitante di Tirza, uccise Sallum e diventò re a Samaria. — II Re 15:14, 17.
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TishriAusiliario per capire la Bibbia
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Tishri
Vedi ETANIM.
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TitoAusiliario per capire la Bibbia
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Tito
Cristiano greco, collaboratore dell’apostolo Paolo. Quando ad Antiochia sorse il problema della circoncisione (49 E.V.) sembra che Tito accompagnasse Paolo e Barnaba a Gerusalemme. (Atti 15:1, 2; Gal. 2:1-3) Verso il 55 E.V., Tito serviva altruisticamente la congregazione di Corinto, dove era stato mandato dall’apostolo Paolo per aiutare a fare la colletta per i fratelli bisognosi della Giudea e forse anche per osservare la reazione della congregazione alla prima lettera inviatale da Paolo. (II Cor. 2:13; 8:1-6; 12:17, 18) Quando Tito incontrò poi l’apostolo Paolo in Macedonia, poté dargli buone notizie della congregazione di Corinto, che lo confortarono e rallegrarono. Tito stesso aveva molto affetto per i cristiani corinti a motivo della loro ubbidienza, e il loro lodevole atteggiamento era stato per lui fonte di incoraggiamento e gioia. — II Cor. 7:6, 7, 13-15.
Dal momento che Tito aveva cominciato a occuparsi di tutto ciò che riguardava la contribuzione, Paolo desiderava che portasse a termine il compito e lo lodò scrivendo alla congregazione di Corinto che Tito era ‘partecipe con lui e compagno d’opera per i loro interessi’. Poiché s’interessava sinceramente del benessere dei corinti, ed era stato incoraggiato dall’apostolo in tal senso, Tito fu lieto di recarsi a Corinto. — II Cor. 8:6, 16, 17, 23.
Dopo la liberazione di Paolo dalla prima detenzione a Roma, Tito e Timoteo a quanto pare svolgevano il ministero insieme a lui. Mentre erano a Creta (fra il 61 e il 64 E.V.), Paolo lasciò lì Tito per ‘correggere le cose difettose e fare nomine di anziani di città in città’. (Tito 1:4, 5) Questo evidentemente fu un incarico temporaneo, perché Paolo invitò Tito a fare il possibile per raggiungerlo a Nicopoli. — Tito 3:12.
Durante la seconda detenzione di Paolo a Roma (64-65 E.V.), Tito, probabilmente per ordine o con l’approvazione dell’apostolo, partì per la Dalmazia. — II Tim. 4:10; vedi DALMAZIA.
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Tito, lettera aAusiliario per capire la Bibbia
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Tito, lettera a
L’apostolo Paolo si identifica come lo scrittore di questa lettera a Tito, suo compagno d’opera che aveva lasciato a Creta per ‘correggere le cose difettose e fare nomine di anziani’ nelle congregazioni locali. (Tito 1:1, 4, 5) L’autenticità della lettera è attestata da tutti i principali cataloghi delle Scritture Greche Cristiane, a partire dal Frammento Muratoriano del II secolo E.V.
QUANDO E DOVE FU SCRITTA
Poiché non ci sono prove che Paolo abbia svolto attività cristiana nell’isola di Creta in un periodo antecedente alla prima detenzione a Roma, deve esserci stato con Tito in qualche tempo tra la sua liberazione e la detenzione finale. Quindi la lettera deve essere stata scritta tra il 61 e il 64 E.V. Può darsi che la lettera sia stata inviata dalla Macedonia; a quanto pare di là nello stesso periodo Paolo scrisse I Timoteo (1:3).
SCOPO DELLA LETTERA
La lettera doveva servire di guida a Tito e assicurargli
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