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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • riportate nella Bibbia. Esse provvedevano importanti dati statistici non solo per l’epoca in cui furono scritte, ma anche per noi oggi. Ci danno la chiara conferma genealogica che Gesù Cristo è il promesso, lungamente atteso Seme di Abraamo. Ci sono di grande aiuto per stabilire la cronologia fino ad Adamo, cosa che non si trova in altra fonte. Sappiamo che Dio “ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra, e ha decretato le stagioni fissate e i limiti stabiliti della dimora degli uomini”. (Atti 17:26) Vediamo che realmente “quando l’Altissimo diede alle nazioni un’eredità, quando separò l’uno dall’altro i figli di Adamo, egli fissava i confini dei popoli riguardo al numero dei figli d’Israele” (Deut. 32:8), e comprendiamo che relazione c’è fra le varie nazioni.

      Conoscendo l’origine del genere umano da Adamo “figlio di Dio” (Luca 3:38), possiamo capire chiaramente la seguente dichiarazione: “Per mezzo di un solo uomo il peccato entrò nel mondo e la morte per mezzo del peccato, e così la morte si estese a tutti gli uomini perché tutti avevano peccato”. (Rom. 5:12) Inoltre tale conoscenza rende comprensibile come Gesù Cristo possa essere “l’ultimo Adamo” e il “Padre eterno”; infatti, a motivo della comune origine di tutti gli uomini da Adamo, “come in Adamo tutti muoiono, così anche nel Cristo tutti saranno resi viventi”. (Isa. 9:6; I Cor. 15:22, 45) Possiamo meglio capire il proposito di Dio di ridare agli uomini ubbidienti la condizione di “figli di Dio”. (Rom. 8:20, 21) Osserviamo che l’amorevole benignità di Geova viene espressa per “mille generazioni” a coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti. (Deut. 7:9) Notiamo la sua veracità quale Dio fedele ai patti che ha preservato con cura un documento storico su cui possiamo sicuramente basare la nostra fede. La genealogia, come anche altri aspetti della Bibbia, dimostra che Dio ha fatto scrivere e ha preservato per noi preziose informazioni storiche.

      CONSIGLI DI PAOLO CIRCA LE GENEALOGIE

      L’apostolo Paolo, verso il 61–64 E.V., scrisse a Timoteo di non prestare attenzione “a false storie e a genealogie, che finiscono nel nulla, ma che forniscono motivi di ricerca anziché la dispensazione di alcuna cosa da Dio riguardo alla fede”. (I Tim. 1:4) Si può apprezzare meglio l’importanza di questo consiglio sapendo a quali estremi giunsero gli ebrei nel fare ricerche genealogiche, e con quale meticolosità ricercavano le possibili discrepanze. Infatti il Talmud afferma che “su I Cronache vii. 37 a ix. 44 (parte della Bibbia che tratta le genealogie) esisteva un commentario pari al carico di 900 cammelli”. Anche The Jewish Encyclopedia (1903, Vol. 5, p. 597) deplora l’orgoglio di molti ebrei per il loro albero genealogico.

      Era inutile impegnarsi nello studio e nella discussione di cose del genere, e tanto più all’epoca in cui Paolo scrisse a Timoteo. Infatti non era più indispensabile avere una documentazione genealogica, poiché nella congregazione cristiana Dio non faceva ormai alcuna distinzione fra ebrei e gentili. (Gal. 3:28) Inoltre la genealogia aveva già stabilito la discendenza di Cristo dalla famiglia di Davide. E non molto tempo dopo che Paolo aveva dato tali consigli Gerusalemme sarebbe stata distrutta, insieme a tutte le registrazioni degli ebrei. Dio non le preservò. Perciò Paolo si preoccupava che Timoteo e le congregazioni potessero essere indotti a dedicare tempo a ricerche e controversie per questioni relative a genealogie personali, che non aggiungevano nulla alla fede cristiana. La genealogia fornita dalla Bibbia è sufficiente a dimostrare che Gesù è il Messia, la questione genealogica di primaria importanza per i cristiani. Le altre genealogie bibliche sono una testimonianza dell’autenticità delle Scritture, poiché dimostrano chiaramente che costituiscono una vera documentazione storica.

  • Genealogia di Gesù Cristo
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Genealogia di Gesù Cristo

      In Matteo capitolo 1 è riportata la genealogia di Gesù da Abraamo in poi. In Luca capitolo 3 la genealogia risale fino ad “Adamo, figlio di Dio”. Quella di Gesù è l’unica genealogia trattata nelle Scritture Greche Cristiane. In parte compare in I Cronache capitoli 1-3, da Adamo ai figli di Elioenai passando per Ieconia (Ioiachin) e Zorobabele, discendenti regali di Salomone. I libri di Genesi e Rut insieme forniscono la discendenza da Adamo a Davide.

      Questi ultimi tre elenchi concordano pienamente da Adamo ad Arpacsad (Arfacsad), con piccole differenze in certi nomi, come Chenan che è “Cainan” in Luca 3:37. La genealogia di Cronache concorda con quella di Genesi–Rut fino a Davide, mentre Luca inserisce un altro “Cainan” fra Arpacsad e Sela. (Luca 3:35, 36) Da Salomone a Zorobabele, Cronache e Matteo sono generalmente d’accordo, anche se quest’ultimo omette alcuni nomi.

      PROBLEMI NELLA GENEALOGIA DI GESÙ IN MATTEO

      Matteo divide la genealogia da Abraamo a Gesù in tre parti di quattordici generazioni ciascuna. (Matt. 1:17) Tale divisione può aver avuto un motivo mnemonico. Tuttavia nel contare i nomi si riscontra che sono in tutto 41 e non 42. Un suggerimento sul modo di contarli è il seguente:

      Da Abraamo a Davide, quattordici nomi, poi si inizia il secondo gruppo di quattordici nomi da Davide per finire con Giosia; infine si inizia la terza serie di quattordici nomi con Ieconia (Ioiachin) terminando con Gesù. Si noti che Matteo ripete il nome di Davide alla fine dei primi quattordici nomi e all’inizio dei successivi quattordici. Poi ripete l’espressione “deportazione in Babilonia” collegandola con Giosia e i suoi figli.

      Matteo può aver copiato esattamente la sua genealogia dal registro ufficiale da lui consultato, oppure può di proposito aver omesso alcuni nomi perché fosse più facile ricordarla. Comunque alcuni hanno avanzato l’ipotesi che tale omissione di tre re della discendenza di Davide fra Ioram (Ieoram) e Uzzia (Azaria) sia dovuta al fatto che Ieoram aveva sposato la malvagia Atalia della casa di Acab, figlia di Izebel, introducendo così quel ramo condannato da Dio nella discendenza dei re di Giuda. (I Re 21:20-26; II Re 8:25-27) Matteo menziona Ieoram, che si era imparentato con quei malvagi, ma omette i nomi dei successivi tre re fino alla quarta generazione, cioè Acazia, Ioas e Amazia, frutto di tale unione. — Confronta Matteo 1:8 con I Cronache 3:10-12.

      Matteo indica che Zorobabele è figlio di Sealtiel (Matt. 1:12), e questo coincide con altri versetti biblici. (Esd. 3:2; Nee. 12:1; Agg. 1:14; Luca 3:27) Tuttavia in I Cronache 3:19 viene dichiarato che Zorobabele è figlio di Pedaia. Evidentemente Zorobabele era in effetti figlio di Pedaia ma legalmente era figlio di Sealtiel a motivo del matrimonio del cognato; oppure dopo la morte di suo padre Pedaia, Zorobabele fu allevato da Sealtiel come un figlio ed era perciò legalmente riconosciuto come figlio di Sealtiel.

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