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    Ausiliario per capire la Bibbia
    • sono radunati in assemblea molto più grande presso ‘il monte Sion e la città dell’Iddio vivente, la Gerusalemme celeste’, sotto le disposizioni del nuovo patto. — Ebr. 12:18-24; confronta Rivelazione 14:1-5.

      La sera della sua ultima Pasqua Gesù aveva annunciato il nuovo patto ai suoi discepoli e, poco prima dell’ascensione, aveva ordinato loro di attendere a Gerusalemme lo spirito santo promesso. Ora, come spiegò l’apostolo Pietro, “perché è stato esaltato alla destra di Dio e ha ricevuto dal padre il promesso spirito santo, egli ha versato questo che vedete e udite”. (Luca 22:20; Atti 2:33) La presenza dello spirito di Dio fu manifestata dal fatto che circa 120 discepoli parlarono miracolosamente in lingue diverse. In tal modo le folle di ebrei e proseliti di ogni parte dell’impero romano poterono udire in maniera intelligibile le “magnifiche cose di Dio”. (Atti 2:7-11) In questa occasione, per la prima volta, Pietro predicò il battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito santo, come Gesù aveva comandato in Matteo 28:19. (Atti 2:21, 36, 38, 39) Essendo entrato nei cieli col valore del suo sacrificio, Gesù fu in grado di introdurre i suoi seguaci nel nuovo patto. — Ebr. 9:15-26.

      Questi seguaci quindi, insieme ai 3.000 aggiunti quel giorno (Atti 2:41) e altri poi, non erano le prime primizie offerte a Dio, infatti lo era Gesù Cristo stesso, presentato il 16 nisan del 33 E.V. (I Cor. 15:23), quando venivano agitati i covoni d’orzo. Piuttosto essi erano simili alle primizie del grano, un secondo raccolto, “certe primizie” offerte a Dio. (Giac. 1:18) Ora erano diventati la nuova nazione di Dio, “una razza eletta, un regal sacerdozio, una nazione santa, un popolo di speciale possesso”. — I Piet. 2:9.

  • Pentimento
    Ausiliario per capire la Bibbia
    • Pentimento

      Il verbo “pentirsi” significa ‘cambiare opinione’ rispetto a condotta o azione passata (o premeditata), di cui ci si rammarica o si è insoddisfatti; oppure “provare dolore o rimorso per ciò che si è o non si è fatto”. In molti passi questa è l’idea dell’ebraico nahhàm. Nahhàm può significare “rammaricarsi, fare cordoglio, pentirsi” (Eso. 13:17; Gen. 38:12; Giob. 42:6), anche se spesso significa “trarre conforto” (Gen. 5:29; 37:35; 50:21), “liberarsi o disfarsi (per esempio dei propri nemici)”. (Isa. 1:24) Sia nel senso di rammarico che di conforto, è evidente che implica un cambiamento di pensiero o sentimento.

      In greco due verbi sono usati nel senso di pentirsi: metanoèo e metamèlomai. Il primo è composto da metà, “dopo”, e noèo (da nòus, mente, pensiero o coscienza morale) che significa “percepire, notare, afferrare, riconoscere o comprendere”. Quindi metanoèo (lett. “riconosco di poi”) significa cambiare parere, pensiero o proposito. Metamèlomai invece deriva da mèlo, che significa “mi do pensiero, mi occupo”. Col prefisso metà (“dopo”) il verbo assume il significato di ‘pentirsi’ o ‘rammaricarsi’. — Matt. 21:30; II Cor. 7:8.

      Metanoèo dà risalto al mutato parere o pensiero, al rifiuto di una condotta o azione passata perché spiacevole (Riv. 2:5; 3:3), mentre metamèlomai pone l’accento sul sentimento di rammarico provato dalla persona. (Matt. 21:30) Il Grande Lessico del Nuovo Testamento (Vol. VII, coll. 177, 178) osserva: “Quando dunque il N.T. distingue e separa, secondo il significato, [metamèlesthai e metanoèin], manifesta conoscenza chiara della natura inalterabile dei due concetti; l’uso della lingua ellenistica, invece, ha cancellato spesso i confini fra i due termini”. A proposito della forma nominale (col. 173), dice: “Accanto alla [metànoia], il mutamento della volontà, sta il [metàmelos], il pentimento, di cui l’uomo soffre incolpando se stesso”.

      PENTIMENTO DELL’UOMO PER I PECCATI

      Il pentimento è reso necessario dal peccato, dalla mancanza di soddisfare i giusti requisiti di Dio. (I Giov. 5:17) Dato che tutto il genere umano è stato assoggettato al peccato da Adamo, tutti i suoi discendenti hanno avuto bisogno di pentirsi. (Sal. 51:5; Rom. 3:23; 5:12) Come viene spiegato alla voce RICONCILIAZIONE, il pentimento (seguito dalla conversione) è indispensabile perché l’uomo possa essere riconciliato con Dio.

      Il pentimento può riguardare l’intero corso della propria vita, corso che era contrario al proposito e alla volontà di Dio ed era invece in armonia con il mondo dominato dall’avversario di Dio. (I Piet. 4:3; I Giov. 2:15-17; 5:19) O può riguardare un particolare aspetto della propria vita, un’abitudine sbagliata che guasta e macchia una condotta altrimenti accettabile; può essere dovuto a una singola azione sbagliata o anche a una tendenza o inclinazione sbagliata. (Sal. 141:3, 4; Prov. 6:16-19; Giac. 2:9; 4:13-17; I Giov. 2:1) Le colpe possono dunque abbracciare un campo molto ampio o essere assai specifiche.

      Similmente uno può deviare dalla retta via in misura maggiore o minore e, logicamente, il rammarico sarà proporzionato alla deviazione. Gli israeliti ‘si erano tanto allontanati nella loro ribellione’ a Geova che ‘marcivano’ nelle loro trasgressioni. (Isa. 31:6; 64:5, 6; Ezec. 33:10) D’altra parte l’apostolo Paolo parla dell’“uomo [che] fa qualche passo falso prima che se ne renda conto”, e consiglia a coloro che ne hanno i requisiti spirituali di cercare “di ristabilire tale uomo con uno spirito di mitezza”. (Gal. 6:1) Poiché Geova tiene misericordiosamente conto della debolezza carnale dei suoi servitori, essi non devono provare costante rimorso per gli errori dovuti all’imperfezione innata. (Sal. 103:8-14; 130:3) Se in coscienza camminano nelle vie di Dio possono rallegrarsi. — Filip. 4:4-6; I Giov. 3:19-22.

      Può pentirsi chi aveva già goduto di una buona relazione con Dio ma si è sviato e ha perso il favore e la benedizione di Dio. (I Piet. 2:25) Gli israeliti erano in un patto con Dio; erano un “popolo santo”, scelto di fra tutte le nazioni (Deut. 17:6; Eso. 19:5, 6); anche i cristiani hanno la possibilità di avere una condizione giusta davanti a Dio grazie al nuovo patto di cui è mediatore Cristo. (I Cor. 11:25; I Piet. 2:9, 10) Nel loro caso il pentimento avrebbe permesso loro di tornare in una giusta relazione con Dio e godere i benefici e le benedizioni di tale relazione. (Ger. 15:19-21; Giac. 4:8-10) Per coloro che non avessero già goduto di tale relazione con Dio, come i popoli pagani delle nazioni non israelite al tempo in cui era in vigore il patto di Dio con Israele (Efes. 2:11, 12), e anche per le persone di qualunque razza o nazionalità che non fanno parte della congregazione cristiana, il pentimento è un passo fondamentale ed essenziale per poter avere l’approvazione di Dio, con la speranza della vita eterna. — Atti 11:18; 17:30; 20:21.

      Il pentimento può essere collettivo o individuale. La predicazione di Giona aveva indotto tutta la popolazione di Ninive, dal re fino all’ultimo cittadino, a pentirsi, poiché agli occhi di Dio erano tutti colpevoli. (Giona 3:5-9; confronta Geremia 18:7, 8). L’intera congregazione degli israeliti tornati dall’esilio, dietro suggerimento di Esdra, riconobbe la colpa della comunità di fronte a Dio, manifestando pentimento per mezzo dei principi che

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