-
Pane quotidiano, perdono, e liberazioneLa Torre di Guardia 1952 | 15 gennaio
-
-
ENTRARE IN ESSA
21 Come ci ammonisce Iddio contro le tentazioni provocate dalla vanteria e dalle critiche?
21 Iddio ci ammonisce di non crearci tentazioni vantandoci presuntuosamente e criticando altri senza misericordia su punti nei quali noi stessi siamo deboli e vulnerabili, senza saperlo. Quando ci vantiamo fidando in noi stessi è indicata per noi una prova su questo particolare punto. Quando noi critichiamo altri ritenendo noi stessi giusti è necessario che siamo messi alla prova per mostrare se la nostra critica è fondata o no. La notte che Gesù fu tradito Pietro si vantò sugli altri apostoli e soccombette rinnegando il suo Maestro tre volte. Le preghiere di Gesù specialmente per Pietro gli furono d’aiuto perché non perdesse completamente la fede. Gesù non indusse i suoi discepoli in tentazione quella notte conducendoli nel giardino di Getsemani, ma li ammonì di non soccombere alla tentazione mancando di tenersi desti e pregare come faceva lui. Egli indicò la condotta che avrebbe sormontato o controbattuto la tentazione e li avrebbe messi in grado di sormontare la prova della loro lealtà. — Matt. 26:33-35, 40-45; Gal. 6:1.
22. Dato che è un padre, come avviene che Iddio non c’induce in tentazione?
22 Da questo risulta chiaro che Iddio ‘non ci induce in tentazione’. Egli ci sottomette alla prova correggendoci, ma non ci punisce oltre ciò che possiamo sopportare tanto da farci soccombere e cadere in tentazione. “Come un uomo corregge il suo figliuolo, così l’Iddio tuo, l’Eterno, corregge te”. (Deut. 8:5) Il padre che ama il suo figliuolo non andrebbe troppo oltre nelle sue correzioni, tanto da oltrepassare ciò che il figliuolo può sopportare. Egli gli darebbe solo quanto potrebbe sopportare sul momento. Così agisce il nostro Padre celeste. Egli ci edifica per la prova affinché possiamo sormontarla con successo.
23. Come possiamo indebolire noi stessi per la prova, e perciò come fu che Gesù non indusse i suoi discepoli in tentazione conducendoli al Getsemani?
23 Ma noi possiamo indebolirci alla prova con la mancanza di vigilanza e preparazione fatta con preghiera, con la nostra noncuranza e ignorando le istruzioni e i consigli di Dio, cosicché, sotto la prova, entriamo nella tentazione di commettere peccato e soccombiamo ad essa a causa dei desideri che abbiamo coltivati e contrariamente alla volontà di Dio. Così lasciamo che questo si muti per noi in un’esperienza di male spirituale piuttosto che in una vittoria per noi che ci edifichi nella nostra forza in Dio, rinvigorendo la ‘provata qualità della nostra fede’ e facendoci acquistare l’approvazione di Dio. Dovremmo sempre ricordare l’avvertimento di Gesù: “Lo spirito, certamente, è volenteroso, ma la carne è debole”. (Mar. 14:38, NM; Luca 22:40, 46) Prima di andare al Getsemani, Gesù li aveva avvertiti che la profezia da lui citata si doveva adempiere. Perciò l’adempimento della profezia non veniva imposta su di loro contrariamente alla loro volontà. Si avverò perché la loro carne era debole ed essi non avevano fortificato il loro volenteroso spirito mantenendosi desti e in preghiera. Non si valsero del soccorso divino del quale abbisognavano. Per conseguenza entrarono in tentazione a causa del loro egoistico desiderio di salvare la loro propria pelle, e fuggirono abbandonando Gesù, e Pietro andò anche più oltre rinnegandolo tre volte.
24. Com’è mostrato che non fu Iddio ad indurli in tentazione nel Getsemani?
24 Non fu Iddio che li indusse in questa tentazione allo scopo di adempiere la sua propria profezia, poiché Gesù il Figlio di Dio sormontò la prova e chiese che i suoi discepoli fossero lasciati andare senza molestie. La loro mancanza di dare ascolto a Gesù e vigilare, pregare ed imitare il suo coraggioso esempio di sacrificio di se stesso operò facendoli entrare in tentazione. Poiché Gesù sormontò la prova, Iddio non aveva indotto gli apostoli in tentazione sottoponendoli a una prova superiore alle loro forze. La fermezza di Gesù mediante la potenza di Dio avrebbe dovuto raffermarli e soccorrerli. Fu Satana che ‘vagliò gli apostoli come si vaglia il grano’, disperdendoli perché temettero di morire col loro Padrone. (Luca 22:31-34; Amos 9:9, 10; Sal. 59:11; Isa. 30:28) Che Iddio non li indusse in questa tentazione, ma che furono loro stessi ad entrarvi, è dimostrato dal fatto che in seguito essi trovarono in Dio la forza di esporsi all’arresto per amor di Gesù, di essere gettati in carcere ed esservi tenuti per venire giustiziati. Così mediante il soccorso di Geova avrebbero potuto sormontare anche la prova del Getsemani. Ne deriva che il Padre celeste li sottopose alla prova nel Getsemani ma non li indusse in tentazione.
25. Pregando di non essere indotti in tentazione che cosa invochiamo dunque dal Padre celeste? Quali garanzie abbiamo a questo riguardo?
25 Essendo dunque consci della nostra debolezza e delle nostre limitazioni noi innalziamo la preghiera del Signore al Padre celeste affinché egli non ci provi e non ci punisca più di quanto un padre terreno punirebbe un suo figlio. Non è questa un’appropriata preghiera di un figlio al padre suo? Abbiamo da Dio la garanzia scritta ch’egli non lo farà. “Poiché egli conosce la nostra natura; egli si ricorda che siam polvere. Come un padre è pietoso verso i suoi figliuoli, così è pietoso l’Eterno verso quelli che lo temono”. Ed egli dice: “Essi saranno, nel giorno ch’io preparo, saranno la mia proprietà particolare; dice l’Eterno degli eserciti; e io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve”. (Sal. 103:13, 14; Mal. 3:17) Sostenendo questo concetto, l’apostolo Paolo rivendica Dio da qualsiasi accusa d’indurci in tentazione dicendo: “Chi pensa di avere una salda posizione guardi di non cadere. Nessuna tentazione vi ha colti se non ciò che è comune agli uomini [come agl’Israeliti nel deserto]. Ma Iddio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre quello che potete sopportare, ma insieme alla tentazione egli farà pure la via d’uscita affinché la possiate sopportare”. — 1 Cor. 10:12, 13, NM.
LIBERAZIONE DAL MALVAGIO
26. Con quale invocazione si conclude la preghiera, e perché in modo appropriato?
26 Quando un figlio si dimostra leale nella prova, non lo salverà il padre terreno dal malvagio aggressore e oppressore? Certamente; e così farà anche il Padre celeste. Gesù concluse dunque in modo appropriato la sua preghiera con questa invocazione: “E non c’indurre in tentazione, ma liberaci dal malvagio”. (Matt. 6:13, NM) E quali liberazioni ha operato Dio da quando stabilì il suo regno nel 1914! È come se avesse esaudito l’antica preghiera: “Comanda liberazioni per Giacobbe”. Egli è un Liberatore. — Sal. 44:4-8, RG; 2 Cor. 1:10; 2 Tim. 3:11; 4:17, 18.
27. Per quali classi ha Iddio compiuto una liberazione dal 1919 in poi?
27 Fin dal 1919 d.C. Iddio ha liberato il rimanente sulla terra dei suoi eredi del Regno dalla grande Babilonia mistica, il mondo di Satana. Egli ha mandato il suo Figlio Gesù Cristo al posto di potere nella Sion celeste onde agisca come Liberatore in loro favore e allontani da loro ogni empietà della Babilonia mistica liberandoli dalle loro paure. Questa liberazione egli compì in adempimento della profezia: “Tutte le estremità della terra vedranno la salvezza del nostro Dio,” perché in tutta la terra quelli del suo rimanente sono attivi come suoi liberati servitori e testimoni e stanno dimostrando la loro liberazione da Babilonia. (Isa. 59:18, 19; 52:1, 2, 10-14; Rom. 11:26) Perciò tutte le persone di buona volontà in tutte le nazioni vedono la salvezza e liberazione effettuata da Geova Dio per il suo rimanente e a loro anche è mostrata la via per arrivare alla liberazione da Babilonia. Così Dio Onnipotente compie ora la liberazione di questa gran folla di “altre pecore”, come in antico liberò Lot dalla condannata Sodoma. — 2 Piet. 2:7, 9.
28. Date le malvage caratteristiche dell’attuale situazione, di quale provvedimento divino dobbiamo noi far uso per protezione e vittoria?
28 Frattanto dobbiamo rivestire la completa armatura di Dio, rimaner saldi in essa e continuare a pregare. Così facendo evitiamo che l’empio Satana ci afferri quantunque siamo nel mondo che giace nel potere di quell’empio. (1 Giov. 5:18, 19) Sappiamo che i giorni sono malvagi e che uomini malvagi e impostori come fu preannunziato avrebbero proceduto di male in peggio, ed essi hanno raggiunto il colmo dell’empietà in questi ultimi giorni. Perciò se vogliamo sperare di resistere all’aggressione dell’empio e dei suoi demoni in questo giorno malvagio, dobbiamo indossare la completa armatura di Dio. Col suo scudo della fede possiamo “spegnere tutti i dardi infuocati del malvagio e in questo modo sormontare la prova della nostra fede: “Questa è la conquista che ha conquistato il mondo, la nostra fede”. — Efes. 5:15; 6:11-18, NM; 1 Piet. 1:6, 7; 1 Giov. 5:4, NM.
29. Se noi facciamo così la nostra parte, che cosa farà Iddio?
29 Se noi eseguiamo così la nostra parte Iddio eseguirà fedelmente la parte sua per la nostra liberazione. Infatti è scritto: “La fede non è in possesso di tutti. Ma il Signore è fedele, ed egli vi renderà saldi e vi guarderà dal malvagio. Continui il Signore a dirigere i vostri cuori con successo all’amore di Dio e alla perseveranza per il Cristo”. — 2 Tess. 3:2, 3, 5, NM.
30, 31. Ma che cosa significa ora l’esaudimento dell’invocazione per la liberazione, e come si conclude la preghiera?
30 Per noi che viviamo nel “tempo della fine di questo mondo” l’esaudimento del Padre celeste della nostra preghiera, “Liberaci dal malvagio,” significa più che semplicemente tenerci liberi dal potere di Satana e salvarci dalla sua potente organizzazione mentre Egli lascia lui e la sua organizzazione ancora sciolti. Esaudire oggi quella preghiera significa la liberazione col preservarci dagli attacchi finali del malvagio Satana in questo tempo della fine e distruggere lui e tutta la sua organizzazione mentre sopravviviamo alla fine del suo mondo. Il nostro Padre effettua questa salvezza o liberazione per mezzo del suo regno per il quale preghiamo, invocando ch’esso venga contro l’organizzazione di Satana e la distrugga. È qui sulla terra dunque sulla quale Satana e i suoi demoni sono stati confinati che si deve fare la volontà di Dio, e dopo che quegli empi spiriti saranno stati inabissati ad Harmaghedon essi non molesteranno più nessuno sulla terra durante i mille anni del regno di Cristo.
31 Così la preghiera del Signore si conclude con una nota di trionfo nella piena fiducia della vittoria di Geova. Il completo esaudimento e ora vicino.
-
-
Buone notizie dalla GreciaLa Torre di Guardia 1952 | 15 gennaio
-
-
Buone notizie dalla Grecia
DALLA Grecia lacerata dalla guerra e sopraffatta dal clero vengono rapporti buoni e cattivi riguardo ai testimoni di Geova. Le notizie cattive parlano delle tremende sofferenze che continuano a essere inflitte a questi umili Cristiani. Le notizie buone, d’altra parte, riferiscono come l’Iddio Onnipotente non solo protegge e sostiene i suoi testimoni nelle loro afflizioni, ma anche come concede loro mirabili opportunità sia di parlare dell’amorevole benignità e della tenera misericordia di Geova verso i mansueti della terra che della sua ardente e terribile indignazione che tosto divamperà sugli empi oppressori del genere umano. Questo emozionante rapporto informativo rallegrerà e conforterà i cuori di tutte le persone d’ogni nazione che amano e combattono per la libertà e la verità.
Il 12 aprile dell’anno 1949, in Atene, nove testimoni di Geova furono crudelmente arrestati mentre celebravano una delle più solenni feste, la cena del Memoriale istituita da Cristo la notte che fu tradito. Questi fratelli di Cristo furono condannati a molti mesi di carcere. Quest’anno nonostante il fatto che non vi era alcuna legge marziale in vigore né misura d’emergenza che servisse di pretesto per tale malvagia azione, i nemici di Dio hanno nuovamente assalito all’improvviso i testimoni di Geova. Questa volta l’incidente si è verificato a Serres in Macedonia, dove 35 membri del popolo di Dio e 4 persone interessate di buona volontà erano radunate per il Memoriale in ubbidienza al comando di Cristo. Tutti sono stati arrestati, processati da un tribunale che aveva pregiudizi e condannati a pene da 3 a 7 mesi di
-